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consumi alimentar

Nel 2012 la Lombardia, con un valore di 2.866 euro, perde il primato di re- gione con la spesa media mensile più elevata, in calo del 5,5,% rispetto al 2011, mentre la media nazionale, pari a 2.419 euro, scende del 2,8% rispetto all’anno precedente. La regione vie- ne preceduta, così, dal Trentino-Alto Adige (2.919 euro, in crescita su base annua del 2,2%) e alle sue spalle si colloca il Veneto (2.835 euro), mentre la Sicilia risulta con la spesa media mensile più bassa (1.628 euro). Que- ste differenze diventano ancora più significative se si tiene conto anche del diverso numero di componenti per famiglia che caratterizza le sin- gole regioni. Inoltre, considerando la dinamica inflazionistica, pari al +3%, la spesa media mensile per famiglia in Italia risulta perdere in termini reali nettamente di più rispetto alla varia- zione corrente.

La spesa media delle famiglie per ge-

Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2005-2012

Lombardia Italia Italia-Nord

2.000 2.500 3.000 3.500 2.872 2.886 2.896 2.930 2.918 2.896 3.033 2.398 2.461 2.480 2.485 2.442 2.453 2.488 2.689 2.786 2.796 2.810 2.768 2.796 2.843 2.866 2.419 2.761 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

neri alimentari e bevande, a livello na- zionale, resta sostanzialmente stabile, passando da 477 a 468 euro (-1,9%), anche grazie alle strategie di conteni- mento della spesa messa in atto dalle famiglie per fronteggiare l’aumento dei prezzi. Crescono, infatti, le per- centuali di chi ha ridotto la quantità e/o la qualità degli alimenti acquistati (dal 53,6% del 2011 al 62,3% del 2012) e di coloro che si rivolgono al canale hard discount (dal 10,5% al 12,3%). In particolare, si riducono le spese per la carne, per il latte, formaggi e uova e per il pane, mentre crescono quelle per le bevande.

La Lombardia presenta una spesa me- dia mensile per alimentari e bevande piuttosto elevata (473 euro, in fles- sione del 3,7% su base annua): è pre- ceduta, nell’ordine, solo da Abruzzo, Umbria, Campania, Lazio, Calabria e Toscana, tutte regioni con un maggior numero di componenti per famiglia

Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e bevande (euro), 2005-2012

Lombardia Italia Italia-Nord

400 500 486 486 463 483 470 475 461 491 456 467 466 475 461 467 477 454 461 449 464 455 473 473 468 463 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 490 480 470 460 450 440 430 410 420

e con una rete distributiva meno ef- ficiente.

Cresce, rispetto al 2011, la quota di spesa per alimentari e bevande: dal 19,2% al 19,4%. L’aumento più con- sistente si registra tra le regioni del Centro (dal 18,4% al 19,3%), ma è al Sud che si osservano i valori più eleva- ti con punte del 25,3%. La Lombardia, con una quota del 16,5%, è preceduta da Trentino-Alto Adige (14,9%), Vene- to (16,1%), Emilia-Romagna (16,1%) e Valle d’Aosta (16,3%). I valori più bas- si delle quota di spesa per alimentari e bevande si registrano in Calabria (27,4%), Sicilia (27,1%) e Campania (26,3%).

Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e bevande per regione, 2011

Spesa per alimentari e bevande (euro)

Quota % alimentari e bevande

Spesa media mensile (=100%) Piemonte

Valle d'AostaLombardia Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-V enezia Giulia Emilia-Romagna

Toscana Umbria Marche LazioAbruzzo Molise Campania PugliaBasilicata Calabria SiciliaSardegna Italia

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 0 5 10 15 20 25 30

Quota % alimentari e bevande

Spesa media mensile per famiglia

Il territorio lombardo nel 2012 è stato interessato da un inverno inizialmen- te mite e secco che ha prodotto una situazione di magra del fiume Po e di molti fiumi alpini, il cui stato ha inciso sui bassi livelli idrometrici dei prin- cipali invasi e laghi della regione. Tra gennaio e febbraio l’irrigidimento del- le temperature è arrivato a causare il congelamento degli abbeveratoi degli allevamenti da latte, in particolare nel bergamasco, e si è reso necessario ele- vare la temperatura negli allevamenti suini e nelle serre. A causa del gelo, nelle aree di Como e Lecco, gli alveari hanno subito una morìa significativa (circa 2.500 su 6.000 alveari nella sola zona del comasco).

In primavera l’allarme siccità si è este- so rapidamente a tutto il territorio re- gionale: il livello del lago d’Iseo presso la stazione di Sarnico, ad esempio, da fine febbraio non è mai salito sopra allo zero idrometrico. Il maltempo di

aprile, tuttavia, ha consentito un de- bole recupero del deficit idrico dei la- ghi lombardi e dei rispettivi emissari, con fenomeni alluvionali di diversa in- tensità nella provincia di Milano e nel bresciano.

In seguito, il rapido innalzamento del- le temperature ha annullato gli effetti di rimpinguamento degli acquiferi do- vuto allo scioglimento del consistente manto nevoso sul territorio regionale; molti agricoltori, al fine di utilizzare l’umidità residua presente nel terreno, hanno anticipato le semine del mais di 15-20 giorni e gli enti consortili hanno provveduto ad anticipare gli interventi irrigui per sostenere i medicai, il mais, i meloni e l’ortofrutta. Analoga situa- zione si è verificata per le risaie della Lomellina.

Durante la stagione estiva sono emer- se le maggiori criticità sulle produzio- ni legate al clima: per il pomodoro, le stime di resa hanno toccato il -20% nel

cremonese; per il mais ceroso la rac- colta iniziata precocemente in regione ha fornito risultati iniziali di 250-300 q/ha, contro i 600 quintali di media in piena stagione. Gli allevamenti hanno registrato diminuzioni di latte intorno al 10% e di peso corporeo dei suini del 20%. Nell’area del milanese, sono stati rilevati danni a carico delle coltivazio- ni di mais (2q/ha, contro i 10 q/ha di media) e delle ortive e forti preoccu- pazioni per le successive semine di colza. Nel mantovano, in particolare, le perdite di mais sono dipese dalla presenza di turni irrigui, e nell’area del Destra Secchia la mancanza di ir- rigazione e la compattezza del terreno hanno generato perdite fino al 70%. Per le altre coltivazioni come girasole, soia, barbabietola, erba medica e pere a denominazione IGP, i cali sono stati stimati tra il 10% e il 50%.

In funzione del decorso meteorologico asciutto e caldo, sono state anticipa-

te le operazioni di vendemmia delle uve bianche nella zona del Moscato di Scanzo, sulle colline di Trescore e nel- le valli Calepio e Cavallina. Nel lodigia- no il taglio del mais è stato affrettato per contenere le perdite di umidità del prodotto, sottoposto alle elevate tem- perature, e il Consorzio, per far fronte all’emergenza, ha disposto riduzioni di prelievo dell’acqua irrigua del 40%. La situazione delle riserve idriche ha rappresentato un altro aspetto molto grave per la regione: i laghi di Como e

Maggiore hanno visto scendere in soli 15 giorni il livello idrometrico rispet- tivamente di 45 cm e 38 cm, mentre il monitoraggio del Po ha evidenziato il continuo calo dell’asta fluviale. La Lombardia, alla stregua di altre regio- ni, ha pertanto promosso la richiesta di stato di calamità naturale.

Con l’arrivo della stagione autunnale, il comparto castanicolo ha sfiorato perdite del 70%; la campagna olivicola, sostenuta dalle piogge di fine estate, ha invece migliorato gli esiti produttivi

rispetto alle ipotesi iniziali, con perdi- te del 20%-30%.

L’ondata di maltempo nel mese di no- vembre ha causato diverse emergenze; nel mantovano, il Secchia è esondato danneggiando le opere provvisorie in Appennino, a fronte delle quali non è stato possibile intervenire con gli impianti idrovori, danneggiati dal ter- remoto di fine maggio (Mondine di Moglia e Bondanello). Altre esondazio- ni hanno riguardato i fiumi Chiese e Adda nella Bassa Lodigiana.

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