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L'agricoltura lombarda conta. 2013, (4. ed.)

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l’agricoltura lombarda conta - 2013

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura

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Comitato di redazione

Sabrina Giuca, INEA (responsabile); Maria Silvia Giannini (coordinamento per la DGA Regione Lombardia); Alessandro Nebuloni, DGA Regione Lombardia; Roberto Pretolani, DEMM; Renato Pieri, SMEA; Roberto Cagliero, INEA; Francesca Marras, INEA; Guido Gay, ÉUPOLIS Lombardia

Referenti tematici

Daniele Bellomo, Danilo Bertoni, Lucia Briamonte, Roberto Cagliero, Maurizio Castelli, Simonetta De Leo, Stefano Dell’Acqua, Paola Doria, Maria Silvia Giannini, Sabrina Giuca, Rita Iacono, Teresa Lettieri, Claudio Liberati, Pietro Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Sonia Marongiu, Renato Pieri, Roberto Pretolani, Maria Rosaria Pupo d’Andrea, Serena Tarangioli

Revisione editing

Sabrina Giuca e Maria Silvia Giannini Elaborazioni

Marco Amato, Alessia Fantini e Fabio Iacobini Coordinamento editoriale

Benedetto Venuto

Progetto grafico e realizzazione Carlo Silva e Fabio Lapiana Fotografie

Carlo Silva Edizione Internet Massimo Perinotto Segreteria

Lara Abbondanza, Debora Pagani e Francesca Ribacchi

Si ringraziano: Maria Teresa Besana, Gabriele Boccasile, Isabella Brandi, Roberta Capretti, Andrea Corapi, Gloria Corti, Cristian Della Torre, Stefano Foschini, Andrea Massari, Giovanna Nicastro, Donatella Parma, Antonio Pepe, Andrea Povellato, Marina Ragni, Roberto Tonetti

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“L’Agricoltura lombarda conta - 2013” giunge alla sua quarta edizione consoli-dando la scelta operata dall’Assessora-to all’Agricoltura di Regione Lombardia di dotarsi di un supporto aggiornato e facilmente fruibile riguardante le prin-cipali informazioni sul sistema agroali-mentare e forestale lombardo. La pub-blicazione, delineando il sistema nelle sue componenti e relazioni, strutturali ed economiche, e fornendo in forma sintetica il quadro degli interventi posti in campo dalle istituzioni, offre elemen-ti di conoscenza e numerosi spunelemen-ti di riflessione sotto diversi profili di inte-resse. Ciò ha assicurato nel tempo un riscontro positivo grazie alla collabo-razione con INEA, DEMM e SMEA, gli istituti di ricerca coinvolti nella sua realizzazione, con i quali la Direzione Generale opera i maggiori approfondi-menti tematici a supporto dell’attività programmatoria regionale. Il rapporto annuale sul sistema agroalimentare lombardo rappresenta uno di questi

approfondimenti con il quale l’opuscolo in gran parte si coordina, integrandone i temi con argomenti quali, in partico-lare, la spesa pubblica e la redditività delle aziende RICA trattati da INEA. L’e-dizione 2013 restituisce una fotografia al 2012 di un contesto economico cri-tico segnato da una battuta di arresto del PIL europeo, da un trend nazionale negativo in termini reali (-2,4%) e da una situazione settoriale che presenta risultati ancora più negativi (-3,3%). Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel 2012 il valore della produzione agricola lom-barda, in termini correnti pari a circa 7,2 miliardi di euro, si mantiene pres-soché costante (-0,1%) rispetto all’an-no precedente, a seguito del calo delle quantità complessive (-3,7%), influen-zate dalle condizioni agrometeorologi-che dell’annata agraria, compensato da un aumento medio dei prezzi (+3,8%). La staticità del valore della produzio-ne, accompagnata da un incremento dei consumi intermedi (+3%,)

imputa-bile sostanzialmente ad un aumento dei prezzi, determina tuttavia un’erosione del valore aggiunto agricolo regiona-le del 4,2%; il valore della produzione agricola resta, nel 2012, superiore ai li-velli pre-crisi, mentre il valore aggiunto agricolo lombardo non riprende ancora i livelli del biennio 2007-08 ed in ter-mini reali, a livello nazionale, passa dal 12,2% all’11,9%. A fronte del calo di redditività del settore e in relazione ad alcune problematiche legate all’ero-gazione del credito, Regione Lombardia ha promosso una serie di interventi, da un lato, per favorire il credito di fun-zionamento e, dall’altro, per consen-tire una maggior liquidità al settore agricolo. Nel 2013 la Regione ha messo a disposizione delle imprese agricole lombarde oltre 300 milioni di euro per anticipare ben il 70% del premio PAC ed il 90% alle aziende del mantovano colpite dal terremoto nel 2012. Malgra-do si rilevi un aumento delle sofferenze bancarie in agricoltura, la crescita dei

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prestiti può rappresentare un segnale positivo di propensione all’investimen-to del setall’investimen-tore, in particolare se ciò viene considerato rispetto ad altre aree del paese o ad altri settori dell’economia. In questo scenario emergono alcuni elementi di rilievo per le prospettive del settore agricolo rappresentati dall’an-damento dei consumi e dalla reazione dell’industria alimentare. La riduzione del reddito disponibile ha determinato in generale nelle famiglie italiane, quale effetto adattativo, un calo dei consumi così come della spesa alimentare; ciò vale anche per la Lombardia. D’altro canto, segnali positivi arrivano da al-cuni comparti che rilevano consumi in crescita, ma sono le esportazioni

agro-alimentari a registrare negli ultimi anni un’evoluzione positiva, sostenuta dal comportamento della domanda estera. Nel 2012, in Lombardia, le esportazio-ni agroalimentari sono cresciute del 4,9% contro il +3,8% delle esportazioni complessive. E’ noto come i prodotti dell’industria alimentare costituiscano la voce principale delle nostre espor-tazioni agroalimentari. Tra i prodotti lattiero caseari, le carni preparate ed il vino, troviamo le espressioni di un set-tore produttivo tra i più importanti del manifatturiero italiano, indicato come tra i più competitivi a livello nazionale e orientato sempre più all’esportazione. Tra le opportunità di sviluppo del set-tore agricolo regionale, l’export

agro-alimentare rappresenta un fattore di stimolo importante per motivare le scel-te di adattamento delle imprese neces-sarie all’orientamento verso i mercati esteri; scelte che troveranno nell’aggre-gazione dei produttori, nell’integrazio-ne delle filiere, nell’integrazio-nella maggiore capacità di fare rete soluzioni per accrescere la competitività del sistema. In relazione a questo, inoltre, ritengo indispensabi-le che il tema della riconoscibilità dei prodotti lombardi ed italiani, così come quello della lotta alla contraffazione, sia tenuto in primo piano; in tal senso non potevamo avere occasione miglio-re di EXPO Milano 2015, all’interno del quale tali contenuti verranno trattati con la dovuta attenzione.

Gianni Fava Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia

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ECONOMIA E AGRICOLTURA

Territorio e popolazione pag. 10 Aree protette pag. 16 Prodotto interno lordo pag. 21 Valore aggiunto pag. 24 Occupazione pag. 26

SISTEMA AGROINDUSTRIALE

Componenti del sistema pag. 30 Industria alimentare e cooperazione pag. 32 Distribuzione pag. 37 Scambi con l’estero pag. 39 Consumi alimentari pag. 42

AGRICOLTURA

Andamento agrometereologico pag. 46 Risultati produttivi in agricoltura pag. 48 Consumi intermedi pag. 53 Investimenti pag. 56

Prezzi pag. 59

Strutture in agricoltura pag. 62 Risultati economici delle aziende agricole pag. 76 Credito agrario pag. 83 Mercato fondiario pag. 86

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MULTIFUNZIONALITà E AGRICOLTURA

Gestione delle risorse idriche pag. 92

Foreste pag. 96

Agroenergie pag. 100 Prodotti a denominazione e tradizionali pag. 103 Agricoltura biologica pag. 110 Agriturismo pag. 114 Vendita diretta pag. 118 Fattorie didattiche pag. 124

POLITICA AGRICOLA

Legislazione regionale in materia agricola pag. 126 Spesa agricola regionale pag. 129 PAC – I pilastro pag. 131 Programma di sviluppo rurale

(PAC – II pilastro) pag. 134

GLOSSARIO

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Il territorio regionale, pari a 23.862 kmq, corrisponde a circa il 7,9% del-la superficie nazionale ed è caratte-rizzato da una compresenza di aree

pianeggianti (47%), collinari (12,4%) e montuose (40,5%). In termini di po-polazione, la Lombardia risulta la pri-ma regione italiana con un numero di

residenti che sfiora i 10 milioni (pari al 16,3% della popolazione nazionale), per lo più concentrati nella fascia pia-neggiante e pedemontana. In queste

territorio

e

popolazione

Superficie, popolazione residente e densità abitativa in Lombardia, 2012

Superficie territoriale Ripartizione % Popolazione residente Ripartizione % Densità (kmq) superficie territoriale al 1/1/2012 popolazione residente (abitanti/kmq)

Lombardia 23.862,80 100,0 9.700.881 100,0 406,5 Montagna 9.672,81 40,5 1.041.349 10,7 107,7 Collina 2.963,62 12,4 2.023.688 20,9 682,8 Pianura 11.226,37 47,0 6.635.844 68,4 591,1 Bergamo 2.722,86 11,4 1.086.890 11,2 399,2 Brescia 4.784,36 20,0 1.238.075 12,8 258,8 Como 1.288,07 5,4 586.795 6,0 455,6 Cremona 1.770,57 7,4 357.581 3,7 202,0 Lecco 816,17 3,4 336.127 3,5 411,8 Lodi 782,36 3,3 223.659 2,3 285,9 Mantova 2.338,84 9,8 408.187 4,2 174,5 Milano 1.576,59 6,6 3.035.443 31,3 1.925,3 Monza e Brianza 405,49 1,7 840.358 8,7 2.072,5 Pavia 2.964,70 12,4 535.666 5,5 180,7 Sondrio 3.211,90 13,5 180.766 1,9 56,3 Varese 1.198,71 5,0 871.334 9,0 726,9 Fonte: ISTAT.

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aree la densità abitativa è intorno ai 600 ab./kmq, contro la media regiona-le di 415 ab./kmq e la media nazionaregiona-le di 197 ab./kmq.

Negli ultimi dieci anni la popolazione residente in Lombardia è aumentata del 7,4% contro il 4,2% registrato a livello nazionale. A questo risultato hanno probabilmente contribuito i recenti massicci flussi migratori: cir-ca il 10% della popolazione residente è straniera rispetto al dato nazionale del 7%. Le persone anziane (oltre i 65 anni) rappresentano il 20,8% del-la popodel-lazione, in linea con del-la media nazionale.

Nel 2011 gli arrivi turistici in Lombar-dia hanno superato quota 13,2 milio-ni, pari al 12,8% del totale nazionale. Quasi la metà degli arrivi turistici proviene dall’estero, dato superiore alla media nazionale. La variazione annua 2011/2010 ha fatto registra-re un incregistra-remento degli arrivi totali

Copertura del suolo in Lombardia, aree antropizzate, boschi e superficie agricola utilizzata (SAU)

Aree Aree SAU3

antropizzate1 (%) boscate2 (%) (%) (.000 ha) Bergamo 13,9 42,0 26,1 71,0 Brescia 11,3 35,4 38,0 181,8 Como 16,0 49,3 18,4 23,7 Cremona 10,6 1,9 76,5 135,5 Lecco 15,0 52,3 12,8 10,5 Lodi 12,5 3,4 71,1 55,6 Mantova 12,4 1,3 72,1 168,7 Milano 39,8 6,8 41,1 64,9 Monza e Brianza 53,4 8,3 23,9 9,7 Pavia 9,0 12,6 59,7 176,9 Sondrio 2,4 35,7 23,4 75,1 Varese 28,9 45,6 11,2 13,4 Lombardia 14,1 26,0 41,4 986,8

Fonte: 1ERSAF-DUSAF, 2007; 2ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia, 2011; 3ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura, 2010. del 7,8% (+13% dall’estero), a fronte

di un incremento nazionale del 5%. Con riferimento alle presenze, l’inci-denza regionale sul totale nazionale è dell’8,6%; la durata media dei

soggior-ni si presenta più contenuta in Lom-bardia, probabilmente legata al turi-smo d’affari, e più frequente rispetto ad altre realtà regionali. Il 46,3% degli arrivi turistici si concentra nella

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pro-vincia di Milano, seguita da quella di Brescia con il 15,9%. La maggiore in-cidenza di turisti stranieri sul totale si ha nella provincia di Como (66%). Il 91% degli arrivi è riferibile ad esercizi alberghieri e il restante 9% ad esercizi

complementari. Gli arrivi negli agritu-rismi corrispondono a circa l’1% del totale regionale.

Il tasso di antropizzazione del terri-torio, secondo i dati DUSAF (2007) risulta di circa il 14,1%; a livello

pro-vinciale sono particolarmente eleva-ti i valori delle province di Monza e Brianza e di Milano (rispettivamente il 53,4% e il 39,8%). Con riferimento ai dati ERSAF (2011), le superfici bo-scate si estendono sul 26% del territo-Dinamica del suolo agricolo in Lombardia (1982-2010)

Montagna Collina Pianura Totale

SAU 1982 (ha) 289.482 118.943 753.227 1.161.652 SAU 1990 (ha) 242.172 107.711 753.264 1.103.147 SAU 2000 (ha) 212.018 96.858 730.661 1.039.537 SAU 2010 (ha) 173.578 91.962 721.286 986.826 Var. % 1990/1982 -16,3 -9,4 0,0 -5,0 Var. % 2000/1990 -12,5 -10,1 -3,0 -5,8 Var % 2010/2000 -18,1 -5,1 -1,3 -5,1

Perdita globale 1982-2010 (ha) -115.904 -26.981 -31.941 -174.827

Var.% 2010/1982 -40,0 -22,7 -4,2 -15,0

Perdita annua SAU (ha) -4.139 -964 -1.141 -6.244

Perdita giornaliera SAU (ha) -11,33 -2,64 -3,12 -17,1

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rio regionale, in particolare nelle aree montane, con una punta del 52,3% nella provincia di Lecco.

La superficie agricola utilizzata (SAU)

risulta pari a poco meno di 1 milio-ne di ettari, corrispondente al 41,4% della superficie territoriale regionale, in linea con la media nazionale e con Tasso di autoapprovigionamento alimentare in Lombardia e Italia (media 2005-2009)

Italia Lombardia

Tasso di autoapprovvigionamento globale (kcalorie) 72,7 79,0

- di cui vegetali 72,0 70,1

- di cui animali 77,2 143,3

Tasso di autoapprovvigionamento consumi umani (kcalorie) 70,3 60,0

- di cui vegetali 69,7 35,1

- di cui animali 71,9 133,5

Produzione interna per ettaro di SAU (Kcal) 9.137.390 22.432.287

Produzione vegetale interna per ettaro seminativi+arboree (Kcal) 10.424.589 21.323.029

Produzione animale interna per ettaro foraggere (Kcal) 3.035.614 11.147.893

Abitanti mantenibili/ettaro 3,2 5,7

Abitanti mantenibili complessivi con produzioni interne 40.788.250 5.630.888

Tasso di autoapprovvigionamento in valore 89,8 72,0

Fonte: Pretolani, Agricoltura lombarda e consumo di suolo, 2012.

quella comunitaria. La SAU regionale rappresenta il 7,7% di quella italiana e lo 0,6% di quella comunitaria. La provincia con maggiore incidenza del-la SAU suldel-la superficie territoriale è Cremona (76,5%); quella con minore incidenza è Varese (11,2%).

I dati del 6° Censimento generale dell’agricoltura indicano una riduzio-ne del 5,1% della SAU regionale su base decennale, riduzione molto più accentuata nelle province di Bergamo (-23,6%), Sondrio e Lecco.

Guardando all’ultimo trentennio, fra il 1982 e il 2010 la Lombardia ha perso circa 175.000 ettari di SAU, soprattut-to a causa dell’abbandono dei terreni meno produttivi nelle aree collinari e montane, mentre nelle aree di pianu-ra, dove si registra un calo del 4,2% della superficie agricola utilizzata rispetto al 1982, l’erosione di SAU è principalmente ascrivibile a fenomeni di urbanizzazione. Mediamente, dal

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1982 al 2010 la perdita giornaliera di SAU è stata di circa 17 ettari.

Il fenomeno della perdita di SAU ha riflessi anche sul tasso di autoapprov-vigionamento alimentare (TAA) del-la regione; per il periodo 2005-2009 il TAA viene stimato in calorie pari al 79% (60% se si considerano solo i consumi umani) ed in valore al 72% (Pretolani, 2012). Secondo questa stima, nonostante la maggiore produt-tività media in termini di calorie per ettaro (5,7 abitanti mantenibili per ettaro contro 3,2 a livello nazionale), la Lombardia riuscirebbe a mantenere in termini calorici solo il 59% dei suoi abitanti, contro il 69% dell’Italia. Come per la densità abitativa, anche il rapporto fra popolazione residen-te e superficie agricola in Lombardia mostra un valore molto elevato (1.005 ab./100 ha di SAU), decisamente su-periore al corrispondente dato nazio-nale e a quello comunitario.

Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2010

Lombardia Italia - Nord Italia UE-27 1.005 608 472 292

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Arrivi turistici per tipo di esercizio e presenze totali, 2011*

Arrivi % arrivi da Arrivi in esercizi Arrivi in esercizi - di cui in Presenze

totali paesi esteri alberghieri complementari agriturismo totali

Bergamo 965.087 38,6 841.624 123.463 4.537 1.903.877 Brescia 2.109.269 52,4 1.555.309 553.960 34.293 8.701.272 Como 1.033.137 66,0 883.374 149.763 8.516 2.695.457 Cremona 196.546 24,0 179.880 16.666 9.305 396.873 Lecco 192.202 47,1 133.919 58.283 2.411 525.895 Lodi 127.923 25,0 125.392 2.531 921 218.035 Mantova 199.416 28,2 142.015 57.401 24.499 441.323 Milano 6.136.327 54,3 6.031.631 104.696 n.d. 12.521.667 Monza e Brianza 455.473 24,3 452.056 3.417 n.d. 793.505 Pavia 206.121 18,4 184.037 22.084 11.848 591.925 Sondrio 672.241 34,7 568.462 103.779 11.554 2.569.818 Varese 965.117 51,1 909.774 55.343 2.435 1.763.915 Lombardia 13.258.859 49,7 12.007.473 1.251.386 110.319 33.123.562 Italia 103.723.869 45,8 83.055.769 20.668.100 2.343.087 386.894.732

*Gli arrivi corrispondono al numero di clienti entrati e registrati nell’esercizio; le presenze sono il numero delle notti trascorse dai clienti all’interno degli esercizi. Fonte: ISTAT.

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aree

protette

Il sesto elenco ufficiale delle aree pro-tette riporta per la Lombardia una su-perficie di circa 134.000 ettari, pari al 4,5% della superficie protetta terrestre presente a livello nazionale e al 5,5% della superficie territoriale regiona-le. I siti elencati sono 105, distribuiti nelle varie tipologie di aree protette: il Parco Nazionale dello Stelvio, 2 ri-serve naturali statali (Bosco Fontana e Bosco Siro Negri), 13 parchi naturali regionali, 62 riserve naturali regionali e 27 altre aree protette (monumenti naturali, oasi, aree naturali di interes-se locale). Oltre alla classificazione dell’elenco ufficiale esiste in regione il Sistema delle aree protette lombar-de (L.R. 86/1983) che inclulombar-de altre tipologie tra cui 90 parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) e 24 parchi regionali, caratterizzati da di-versi livelli di naturalità, e distinti in fluviali, montani, di cintura metropo-litana, agricoli e forestali. Di questi,

13 si ritrovano nell’elenco ufficiale delle aree protette, per la parte di su-perficie caratterizzata da più elevati livelli di naturalità e destinata a fun-zione di conservafun-zione secondo la di-sciplina della legge nazionale (14% del totale). Il Sistema delle aree protette lombarde, oltre ad avere fini di tutela e di salvaguardia della biodiversità, si caratterizza per l’attenzione al recu-pero delle attività agricole, silvicole e pastorali tradizionali collegate al territorio rurale; al suo interno sono presenti più di 73 beni architettonici e culturali. Complessivamente, tale si-stema si estende per una superficie di circa 524.000 ettari.

La superficie regionale protetta inclu-de altre tipologie di aree protette: le zone umide e le aree appartenenti alla rete Natura 2000, costituite dai siti di importanza comunitaria (SIC) e dalle zone di protezione speciale (ZPS). I SIC sono 175 estesi su una superficie

di 204.430 ettari (8,6% del territorio regionale) mentre le ZPS sono 48 e interessano 277.656 ettari (11,6% del territorio). Se si considerano le 18 so-vrapposizioni di SIC e ZPS (i siti C), che sono 18 su un territorio di 19.769 ettari (0,8% del territorio), la rete Na-tura 2000 include complessivamente 242 siti su una superficie di 372.154 ettari (pari al 15,6% della superficie regionale).

23 siti sono stati individuati all’inter-no dei 20 complessi forestali delle fo-reste regionali, nei quali sono presenti alcuni habitat molto importanti quali le foreste alluvionali di Alnus glutino-sa e Fraxinus excesior, le boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsu-tum e le torbiere. L’intero sistema di aree protette e siti della rete Natura 2000 costituisce la Rete ecologica re-gionale, una infrastruttura prioritaria riconosciuta dal Piano territoriale re-gionale approvato nel 2010.

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Superficie e numero delle aree naturali protette terrestri per classe (ha)

Regione Parco Riserva Parco Riserva Altre aree Totale % su % su

Nazionale naturale naturale naturale protette totale superficie

statale regionale regionale regionali nazionale territoriale

Molise 4.059 1.190 0 50 2.291 7.590 0,2 1,4 Liguria 3.860 16 21.592 23 1.781 27.272 0,9 4,7 Valle d’Aosta 37.007 0 5.747 512 0 43.266 1,5 13,2 Friuli-Venezia Giulia 0 399 46.352 7.043 0 53.794 1,8 6,8 Umbria 17.978 0 40.629 0 4.535 63.142 2,2 7,5 Marche 61.099 6.085 22.800 493 0 90.477 3,1 9,2 Sardegna 84.205 0 6.779 0 0 90.984 3,2 3,8 Emilia-Romagna 30.729 8.246 51.578 2.627 142 93.322 3,1 4,0 Veneto 15.030 19.483 56.734 2.120 0 93.367 3,2 5,1 Lombardia 59.766 244 63.756 9.492 702 133.960 4,5 5,5 Toscana 39.958 11.039 51.471 32.539 6.040 141.047 5,4 6,9 Piemonte 45.377 3.383 95.425 15.181 19.747 179.113 5,7 6,6 Basilicata 157.346 965 33.655 2.197 0 194.163 4,1 12,0 Lazio 26.629 25.864 114.632 43.563 6.576 217.264 7,3 12,4 Calabria 220.630 16.158 17.687 750 10 255.235 8,7 16,9 Puglia 186.177 9.906 66.024 5.870 0 267.977 4,4 6,6 Sicilia 0 0 185.551 85.164 3.026 273.741 9,3 10,5 Trentino-Alto Adige 70.968 0 207.651 2.211 1.790 282.620 9,7 20,8 Abruzzo 219.432 17.783 56.450 10.329 1.057 305.051 10,4 28,1 Campania 185.431 2.014 150.143 10.076 2.541 350.205 11,2 23,9 Italia 1.465.681 122.775 1.294.656 230.240 50.238 3.163.590 100 9,7

Aree protette terrestri (n.) 22 146 105 335 144 752

- di cui: Lombardia 1 2 13 62 27 105

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La maggior parte dei siti Natura 2000 si trova nella provincia di Sondrio (41,3%), seguita da quelle di Bergamo (22,3%) e Pavia (15,6%). La regione biogeografica maggiormente rappre-sentata nei SIC e nelle ZPS è quella alpina (rispettivamente 84,4% e 75,5% della superficie) mentre il resto dei siti si colloca in quella continentale. Sui siti Natura 2000 la Lombardia ha promosso un progetto Life+ (GESTI-RE) cofinanziato dalla Commissione europea per il periodo 2012-2015, che ha come obiettivo prioritario quello di mettere a punto una strategia per la gestione dei siti stessi e per favorire una maggiore conoscenza della rete da parte di tutti i cittadini.

E’ importante sottolineare che il Si-stema delle aree protette lombarde promuove una gestione sostenibile del territorio, in cui si sottolinea il legame tra aree protette e agricoltu-ra e si evidenzia il ruolo svolto dagli

Distribuzione delle superfici delle aree naturali protette in Lombardia

44,6% 0,2% 0,5% 47,6% 7,1% Parco Nazionale Riserva naturale statale Parco naturale regionale Riserva naturale regionale Altre aree protette regionali

Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura; EUAP, Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010. agricoltori per la salvaguardia dei

va-lori paesaggistici. Non a caso il primo “Parco agricolo” in Italia è nato in Lombardia.

A favorire il rapporto fra le aree protet-te e l’agricoltura, per la sua

importan-za nella conservazione dell’ambiente, è intervenuto nel periodo 2001-11 il “Progetto speciale Agricoltura”, con il quale la Lombardia ha finanziato, con fondi della L.R. 86/1983, centina-ia di imprese agricole. Nel 2013 con

(21)

la D.G.R. 4684 del 16 gennaio 2013 è stato approvato il nuovo testo della circolare del progetto, ancora in atte-sa di finanziamento. A livello locale ha avuto un buon successo, inoltre, lo strumento dei PLIS in cui sono i Co-muni a pianificare il proprio territorio e gli obiettivi da perseguire con questo tipo di area, incentivando il contatto diretto tra la popolazione locale e il proprio territorio. Nelle porzioni di territorio più intensamente popolate i PLIS hanno consentito di integrare il sistema del verde urbano con quello delle aree protette di interesse regio-nale, contribuendo al potenziamento della maglia dei corridoi biologici. Il ruolo di questi parchi nella salvaguar-dia del suolo risulta importante anche per le aree agricole, in particolare in una regione in cui la pressione urba-nistica è elevata.

I Parchi regionali in Lombardia

Parco (ha) Area naturale su parco (%)

Parco Adamello (*) 50.935 43

Parco Adda Nord (*) 6.900 28

Parco Adda Sud 24.343 0

Parco Agricolo Sud Milano 47.055 0

Parco Alto Garda Bresciano (*) 37.452 15

Parco Campo dei Fiori (*) 6.337 24

Parco Colli di Bergamo (*) 4.683 21

Parco Grigna Settentrionale 5.541 0

Parco Groane 3.696 35

Parco Lombardo della Valle del Ticino (*) 91.618 22

Parco Mincio 15.859 0

Parco Monte Barro (*) 645 64

Parco Monte Netto 1.470 0

Parco Montevecchia e Valle del Curone (*) 2.746 74

Parco Nord Milano (*) 641 13

Parco Oglio Nord 15.173 0

Parco Oglio Sud 12.745 0

Parco Orobie Bergamasche 69.860 0

Parco Orobie Valtellinesi 44.094 0

Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate (*) 4.833 76

Parco Serio 7.514 0

Parco Spina Verde (*) 967 88

Parco Bosco delle Querce (*) 44 100

Parco Valle del Lambro (*) 8.179 52

TOTALE 463.329 14

(*) Parchi regionali presenti nell’EUAP 2010. Fonte: Regione Lombardia, ottobre 2011.

(22)

Estensione e numero dei siti Natura 2000 per Regione (ha)*

Piemonte Valle d'AostaLombardia

Liguria Trento Bolzano Veneto Friuli-V enezia Giulia Emilia-Romagna

Toscana Umbria Marche Lazio Abruz zo

Molise

Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000 800.000 396.899 98.96 8 372.154 149.898 176.181 418.019 149.764 149.093 269.812 390.842 130.092 141.935 441.646 390.495 118.724 398.174 474.598 171.765 328.078 638.759 573.194 0 50 100 150 200 250 141 30 242 40 142 130 61 133 158 150 102 96 200 58 88 124 83 53 185 238 122

*Il numero e l’estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC e le ZPS. Fonte: MATTM, 2013.

(23)

della Valle d’Aosta e del Trentino-Alto Adige.

La situazione è speculare anche re-lativamente al prodotto interno lor-do per unità lavorativa (UL) che,

nel 2011, risulta in termini correnti di circa 75.000 euro, superiore all’a-nalogo parametro nazionale e comu-nitario, rispettivamente, del 15% e del 33%; questo dato colloca la

Lom-prodotto

interno

lordo

Il prodotto interno lordo (PIL) realiz-zato in Lombardia nel 2011 ammon-ta a 333,5 miliardi di euro, pari al 21,1% del PIL nazionale e al 2,6% del PIL dell’UE-27. In particolare, il PIL lombardo supera il prodotto interno lordo di 18 paesi UE, collocandosi alle spalle di Belgio, Polonia e Svezia e rappresenta il doppio del PIL della Repubblica Ceca e oltre il triplo del PIL ungherese.

Se compariamo il dato del PIL a quel-lo della popolazione regionale, la qua-le rappresenta il 16,4% di quella na-zionale e l’1,9% di quella dell’UE, ne deriva che il prodotto interno lordo pro capite lombardo risulta più eleva-to del 29% rispeteleva-to a quello nazionale e del 34% di quello comunitario. Il PIL pro capite della Lombardia supera del 6,1% quello della Germania e del 9,5% quello della Francia. Nel contesto italiano, il PIL pro capite lombardo si colloca al terzo posto dopo quello

Andamento del PIL per abitante in Lombardia (euro), dal 2004 al 2011* PIL/Abitante

Lombardia Italia Prezzi Valori Prezzi Valori

Anni correnti concatenati correnti concatenati

2004 31.008 31.530 24.145 24.584 2005 31.357 31.357 24.569 24.569 2006 32.071 31.677 25.413 24.986 2007 33.290 32.010 26.284 25.243 2008 33.925 31.835 26.420 24.747 2009 32.326 29.553 25.309 23.222 2010 33.404 30.562 25.739 23.527 2011 33.624 30.469 26.056 23.518 Lombardia/Italia (2011) 1,29 1,30 Lombardia/Nord-Italia (2011) 1,07 1,07 Lombardia/UE-27 (2011) 1,34 1,30

*Valori concatenati - anno di riferimento 2005. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

(24)

bardia al primo posto tra le regioni italiane.

Rispetto alla situazione di crisi del 2009, i dati 2011 del PIL a livello re-gionale permettono di evidenziare il recupero dell’economia lombarda, sebbene il PIL regionale misurato a valori concatenati ha fatto segnare un aumento del 4,3% fra il 2009 e il 2010 e un incremento più contenuto (+0,6%) fra il 2010 e il 2011, analo-gamente al dato nazionale per il pe-riodo, che ha fatto segnare, rispet-tivamente, un aumento dell’1,8% e dello 0,4%. Anche la produttività del lavoro, misurata a valori concatena-ti, evidenzia un incremento del 5,1% tra il 2009 e il 2010 e dello 0,4% tra il 2010 e il 2011.

Tuttavia, nel 2012 il PIL europeo se-gna una battuta d’arresto e quello ita-liano si riduce del 2,4% in valori reali.

Andamento del PIL per unità lavorativa in Lombardia (euro) dal 2004 al 2011*

PIL/Unità di lavoro

Lombardia Italia Prezzi Valori Prezzi Valori

Anni correnti concatenati correnti concatenati

2004 63.839 64.914 57.347 58.389 2005 65.527 65.527 58.840 58.840 2006 66.510 65.692 60.230 59.219 2007 69.149 66.490 62.102 59.644 2008 71.092 66.712 63.161 59.162 2009 70.796 64.722 62.726 57.552 2010 74.343 68.017 64.677 59.119 2011 75.382 68.309 65.720 59.319 Lombardia/Italia (2011) 1,15 1,15 Lombardia/Nord-Italia (2011) 1,09 1,09 Lombardia/UE-27 (2011) 1,33 1,30

* Valori concatenati - anno di riferimento 2005. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

(25)

Andamento del PIL in Lombardia (mio. euro) dal 2004 al 2011* Prezzi correnti Valori concatenati 260.000 270.000 280.000 290.000 300.000 310.000 320.000 330.000 340.000 350.000 2008 2004 2005 2006 2007 2009 2010 2011 333.475 302.184 300.302 328.231 314.944 287.923 306.962 327.117 317.768 305.550 300.147 303.882 294.535 291.555 286.726

* Valori concatenati - anno di riferimento 2005. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

(26)

Incidenza % del VA dell’agricoltura1 sul PIL, 2011 VA Lombardia 0,9 Italia 1,8 Italia - Nord 1,4 Italia - Centro 1,3

Italia - Sud e Isole 2,9

UE-27 1,7 Belgio 0,7 Bulgaria 5,4 Danimarca 1,4 Francia 1,9 Germania 0,9 Grecia 3,4 Paesi Bassi 1,6 Polonia 4,0 Portogallo 2,2 Regno Unito 0,7 Romania 7,5 Spagna 2,5 Svezia 1,8 Ungheria 4,5 1Agricoltura, silvicoltura e pesca.

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali; EUROSTAT.

valore

aggiunto

Il valore aggiunto (VA) lombardo è de-terminato per il 68,6% dal settore dei servizi e per il 30,4% dall’industria, mentre il contributo del settore prima-rio è dell’1,1%, dato infeprima-riore sia alla media nazionale (1,8%) sia alla media comunitaria (1,7%). Tale valore risulta paragonabile, a livello europeo, con

pa-esi quali la Germania e il Regno Unito1.

In termini assoluti la Lombardia con-tribuisce alla formazione dell’11,4% del valore aggiunto agricolo naziona-le, dato che pone la regione al primo posto a livello nazionale. L’incidenza del valore aggiunto agricolo lombardo sul totale dell’UE-27 è dell’1,6%, para-gonabile a quella di paesi come Dani-marca, Portogallo e Repubblica Ceca. Tale valore e superiore a quello di 12 paesi UE.

Nel 2011 il valore aggiunto del settore primario, misurato a valori concate-nati, ha mostrato una certa staticità rispetto all’anno precedente (+0,2%).

VA ai prezzi di base1 per settore in

Lombardia (mio, euro), 2011

30,4%

68,6%

1,0%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Totale

3.160 91.433 206.310 300.902 1Valori a prezzi correnti.

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

Leggermente più brillante l’analogo valore espresso a prezzi correnti, che incorpora anche la dinamica dei prez-zi, con un incremento dell’1,1% su base annua.

(27)

VA dell’agricoltura1 sul totale2 (%)

Italia Italia - Nord Lombardia

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 2010 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2011

1Agricoltura, caccia e pesca. 2Valori a prezzi correnti. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

(28)

Occupati totali e agricoli per sesso e ripartizione geografica, 2012

Occupati Occupati agricoli

000 unità % femmine 000 unità % femmine

Lombardia 4.279,8 42,7 58,1 17,8

Italia - Nord 11.900,6 43,2 315,1 27,0

Italia 22.898,7 41,3 849,1 29,0

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2012.

occupazione

L’occupazione agricola in Lombardia, espressa in termini di unità lavorative (UL), rappresenta una quota del 2,5% sul totale regionale rispetto al 32,2% dell’industria e al 65,3% dei servizi (ISTAT, 2011). Se si tiene conto che il valore aggiunto agricolo incide solo per l’1,1% su quello regionale, da ciò emerge, come in altri contesti, una forte disparità di produttività fra gli occupati agricoli e quelli degli altri settori. Ragionando a valori concate-nati, la produttività media di un’uni-tà lavorativa agricola è pari al 45% di

un’unità lavorativa media dei servizi e al 50% dell’analogo dato riferito all’in-dustria. Nonostante l’elevato differen-ziale con gli altri settori in Lombardia, si evidenzia negli ultimi anni, in regio-ne, un trend di incremento del valore aggiunto per occupato; tale fenomeno, non comune agli altri settori, eviden-zia, pertanto, una certa riduzione del gap di produttività per occupato. Secondo i dati ISTAT, nel 2011 gli occupati in agricoltura in Lombar-dia ammontano a oltre 58.000 unità, corrispondenti all’1,4% del totale e al

32,2%

65,3%

2,5%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Totale

111,8 1.425,2 2.886,8 4.423,8

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali. Unità di lavoro per settore in Lombardia (000 unità), 2011

(29)

6,8% degli occupati agricoli italiani. L’incidenza degli occupati agricoli sul totale degli occupati in Lombardia è inferiore alla media nazionale (pari al 3,7%) e a quella dell’UE-27 (5,2%). La variazione annua 2012/2011 degli occupati agricoli lombardi è positiva (+1%), rispetto a un lieve calo verifi-catosi a livello nazionale (-0,2%). Il tasso di femminilizzazione dell’agri-coltura lombarda nel 2012 è del 17,8%, inferiore sia rispetto al totale dell’eco-nomia sia all’analogo dato delle regioni settentrionali (27%) e dell’Italia nel suo complesso (29%). La quota di

occupa-ti dipendenoccupa-ti sul totale degli occupaoccupa-ti in agricoltura si colloca in regione in-torno al 35,6% contro il 50,3% su base nazionale.

In Lombardia, secondo la fonte cen-suaria, i lavoratori stranieri in agri-coltura hanno una presenza signifi-cativa, con oltre 16.000 unità. Questi lavoratori rappresentano il 42% della manodopera extra familiare e il 12% di quella totale, con un peso quasi dop-pio rispetto al quadro medio italiano. La loro provenienza è per la maggior parte da paesi extra UE.

Incidenza % occupati in agricoltura1

sul totale dell’economia, 2012 % occupati Lombardia 1,4 Italia 3,7

Italia - Nord 2,6

Italia - Centro 2,4

Italia - Sud e Isole 6,8

UE-27 5,2 Austria 4,7 Belgio 1,3 Bulgaria 19,4 Danimarca 2,6 Francia 2,7 Germania 1,6 Grecia 12,2 Paesi Bassi 2,6 Polonia 12,5 Portogallo 11,0 Regno Unito 1,2 Romania 30,4 Spagna 4,2 Svezia 2,1 Ungheria 7,4 1 Agricoltura, silvicoltura e pesca.

(30)

VA ai prezzi di base per UL e per settore (euro)*, 2004-2011 Agricoltura Servizi Industria 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 2010 2011 2005 2006 2004 2007 2008 2009

*Valori concatenati - anno di riferimento 2005. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

(31)
(32)

componenti

del

sistema

Nel 2012 la dimensione economica del sistema agroalimentare lombardo (inclusa ristorazione e distribuzione) è stimata in circa 38 miliardi di euro, pari al 16,4% del valore del sistema agroalimentare nazionale.

Rispetto al 2011 si rileva in crescita dell’1,5%, mentre a livello nazionale

si registra un incremento dello 0,7%. Il valore del sistema agroalimentare lombardo in termini correnti incide nel 2012 per l’11,4% sul PIL regionale (l’11,2% nel precedente anno), men-tre il 14,9% a livello nazionale. Il maggiore contributo al valore del sistema agroalimentare lombardo è

of-ferto dalla distribuzione e dalla risto-razione (60%), che incidono, rispetti-vamente, per il 41,5% e per il 18,6% sul totale; mentre, unitamente, il valore del settore agricolo (consumi interme-di e valore aggiunto agricolo) e dell’in-dustria alimentare, pari a circa 12 mi-liardi di euro, rappresenta il 32% circa. Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia (mio. euro), 2012

Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto industria alimentare Valore aggiunto ristorazione Commercio e distribuzione Imposte indirette agroindustriali 13,2%

41,5%

7,7% 11,2%

7,9%

18,6% Fonte: Stime su dati ISTAT.

(33)

All’intero del sistema agroalimentare il contributo dell’industria alimenta-re, pari a circa 5 miliardi di euro, pesa il 13,2% sull’intero sistema, mentre a livello nazionale il peso di questo set-tore è dell’11,1%. Sul lato della pro-duzione il valore aggiunto agricolo si limita a contribuire solo per il 7,9% alla formazione del valore del siste-ma contro l’11,9% a livello nazionale, mentre i consumi intermedi dell’agri-coltura si assestano poco al di sopra dell’11%.

Variazioni dei principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia, 2011-2012

Mio. Var. %

euro 2012/2011

Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca 4.246 3,0%

Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca 3.001 -4,2%

Valore aggiunto industria alimentare 5.007 4,4%

Valore aggiunto ristorazione 7.074 0,5%

Commercio e distribuzione 15.775 2,3%

Imposte indirette agroindustriali 2.927 -1,2%

Valore Sistema agroindustriale 38.030 1,5%

(34)

Il valore aggiunto (VA) dell’industria alimentare lombarda è stimato, nel 2012, in circa 5 miliardi di euro, corri-spondenti al 20% del VA dell’industria alimentare nazionale e al 13,2% del valore del sistema agroalimentare re-gionale (inclusi distribuzione e ristora-zione). Il valore aggiunto dell’industria alimentare supera quello agricolo di oltre il 60%, quando a livello nazionale si registra una leggera prevalenza del secondo. Inoltre, l’industria alimenta-re in Lombardia pesa per il 41% sul va-lore della produzione agroindustriale, contro il 33% a livello nazionale. Le imprese attive nel settore dell’ali-mentare e delle bevande sono 5.937, pari al 5,7% delle imprese manifattu-riere regionali e al 10% delle impre-se alimentari italiane. Il 95,7% delle imprese dell’industria alimentare è coinvolto nella produzione di alimen-ti, mentre il 4,3% nel comparto delle bevande. Oltre il 67% delle imprese

industria

alimentare

e

cooperazione

Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e manifatturiere in Lombardia1, 2012

Alimentari Alimentari artigiane Manifatturiere

Tot. Inc. % Tot. Inc. % Tot. Inc. %

Bergamo 660 11,1 520 13,1 11.526 11,1 Brescia 900 15,2 656 16,5 15.515 15,0 Como 310 5,2 240 6,0 6.870 6,6 Cremona 362 6,1 232 5,8 3.205 3,1 Lecco 222 3,7 157 3,9 4.169 4,0 Lodi 124 2,1 81 2,0 1.645 1,6 Monza e Brianza 330 5,6 220 5,5 9.729 9,4 Milano 1.562 26,3 871 21,9 30.508 29,4 Mantova 448 7,5 300 7,5 4.560 4,4 Pavia 403 6,8 260 6,5 4.769 4,6 Sondrio 205 3,5 133 3,3 1.364 1,3 Varese 411 6,9 307 7,7 9.847 9,5 Totale 5.937 100,0 3.977 100,0 103.707 100,0 1Imprese attive. Fonte: Infocamere.

è caratterizzato da una dimensione artigianale; fa eccezione il comparto bevande, dove gli artigiani rappresen-tano solo il 27% del totale.

Nel 2012 il numero delle imprese ali-mentari e delle bevande è lievemente calato rispetto all’anno precedente (-0,6% contro -0,2% su base

(35)

naziona-Imprese alimentari presenti in Lombardia, 2012 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 Imprese attive Imprese

registrate registrateImprese Impreseattive IMPRESE ARTIGIANE TOTALE IMPRESE 304 256 70 70 6.390 5.681 3.937 3.907 Alimentari Bevande Fonte: Infocamere.

Incidenza tipologie giuridiche nelle imprese alimentari e manifatturiere in Lombardia1, 2012 0 20% 40% 60% 80% 100%

Alimentari Bevande Alimentari Bevande

TOTALE IMPRESE ALIMENTARI

Totale imprese IMPRESE ALIMENTARI

ARTIGIANE MANIFATTURIEREIMPRESE

Imprese artigiane 23,4% 53,9% 29,7% 11,7% 5,7% 45,1% 49,1% 11,4% 55,7% 32,9% 8,1% 33,5% 58,4% 37,2% 24,7% 37,4% 36,4% 36,7% Imprese individuali Società di capitale Altro Società di persone 1Imprese attive. Fonte: Infocamere.

(36)

Ripartizione delle imprese alimentari lombarde per tipologia produttiva, 2012

Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Produzione di oli e grassi vegetali e animali Industria lattiero-casearia Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei Produzione di prodotti da forno e farinacei Produzione di altri prodotti alimentari Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali Industria delle bevande 12,5% 0,4% 2,0% 0,8% 2,7% 63,4% 6,5% 5,7% 1,7% 4,4% Fonte: Infocamere.

le). Il comparto alimentare presenta, tuttavia, una situazione migliore ri-spetto al comparto manifatturiero re-gionale nel suo insieme, dove la dimi-nuzione su base annua delle imprese è

stata più consistente (-2,5%). La ripartizione provinciale delle im-prese alimentari vede in testa la pro-vincia di Milano (26,3%), seguita da quelle di Brescia (15,2%) e Bergamo

(11,1%); le imprese artigiane e mani-fatturiere seguono la stessa dinamica. Le dinamiche annuali mostrano di-screti incrementi nelle province di Lecco (+2,8%) e Brescia (+2,5%) e una

(37)

pesante contrazione a Lodi (-6,1%). Per quanto riguarda la configurazione giuridica delle imprese alimentari, la tipologia prevalente è rappresentata

dalle imprese individuali e dalle so-cietà di persone. Discreta è la quota delle società di capitale (23,4%), che risultano prevalenti nell’ambito delle Distribuzione provinciale degli addetti delle imprese alimentari in

Lombardia, 2011

Alimentari Alimentari artigiane

Tot. Inc. % Tot. Inc. %

Bergamo 7.815 7,8 2.904 13,3 Brescia 8.959 9,0 3.668 16,8 Como 4.152 4,2 1.356 6,2 Cremona 7.279 7,3 1.132 5,2 Lecco 2.880 2,9 862 4,0 Lodi 2.107 2,1 484 2,2 Mantova 7.143 7,2 1.533 7,0 Milano 44.147 44,2 4.619 21,2 Monza e Brianza 4.008 4,0 1.238 5,7 Pavia 3.554 3,6 1.337 6,1 Sondrio 2.829 2,8 798 3,7 Varese 4.960 5,0 1.885 8,6 Lombardia 99.833 100,0 21.816 100,0 Italia 487.197 182.200 Lombardia/Italia (%) 20,49 11,97 Fonte: INAIL.

Distribuzione delle cooperative agroalimentari in Italia e Lombardia, 2011 Imprese Fatturato (mio. euro) Lombardia 309 3.611,5 Italia 5.901 35.051,8 Italia - Nord 2.479 28.256,0 Italia - Centro 826 2.491,0

Italia - Sud e Isole 2.596 4.305,0

Lombardia/Italia (%) 5,2 10,3

Lombardia/Italia Nord (%) 12,5 12,8

Fonte: Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana. bevande (53,9%). Le proporzioni cam-biano in favore delle imprese indivi-duali se si considerano le sole imprese artigiane.

Oltre il 63% delle imprese alimentari è coinvolto nella produzione di pro-dotti da forno che, tuttavia, interessa per la quasi totalità panificatori a li-vello artigianale.

(38)

Secondo i dai INAIL 2011, l’industria alimentare garantisce occupazione a circa 100.000 addetti, corrispondenti al 20,5% del totale nazionale e all’8,8% degli addetti regionali del manifattu-riero. Il 21,9% degli addetti svolge la propria attività in realtà artigianali. Relativamente alla localizzazione, quasi la metà degli addetti si concen-tra nell’area metropolitana milanese, dove operano in maggior misura le re-altà di grandi dimensioni. Fra il 2010 e il 2011 gli addetti all’industria

alimen-tare si sono contratti dell’1,7%, contro una diminuzione dello 0,6% verificata-si nel manifatturiero nel suo inverificata-sieme. Nell’ambito della trasformazione ali-mentare riveste notevole importanza il fenomeno della cooperazione, che può contare sul territorio regionale ol-tre 300 realtà produttive, pari al 5,2% del totale nazionale. La dimensione economica media delle cooperative alimentari lombarde è circa il dop-pio di quella nazionale, ragione per cui l’incidenza sul fatturato

naziona-le si colloca oltre il 10% (3,6 miliardi di euro). Secondo i dati dell’Osser-vatorio della Cooperazione Agricola Italiana, in Lombardia hanno sede legale 4 delle prime 30 realtà coope-rative dell’agroalimentare italiano per fatturato: Consorzio Virgilio, Latteria Soresina, Produttori Suini Pro Sus e Consorzio Casalasco del Pomodoro. Inoltre, numerose cooperative hanno nella regione i loro bacini di approv-vigionamento o, in alcuni casi, stabili-menti produttivi.

(39)

distribuzione

La Lombardia si conferma come una delle realtà leader della distribuzio-ne moderna nazionale ed europea: la densità dei punti vendita moderni (ipermercati, supermercati, superet-te e discount), nel 2012, supera i 300 mq ogni 1.000 abitanti. Si tratta di un dato di assoluto rilievo, analogo o su-periore a quello che si registra nelle aree europee più densamente abitate. In regione sono 2.509 i punti vendita della distribuzione alimentare moder-na, con una superficie complessiva di oltre 2,9 milioni di mq, in crescita rispetto al 2011 (+2,7%). L’aumento delle superfici di vendita, con un tasso decisamente superiore alla media na-zionale (+1,9%), ha interessato pres-soché tutte le province, con l’eccezio-ne di quella di Cremona.

Questa fase di ulteriore sviluppo del-la distribuzione moderna si deve an-zitutto ai discount che sono aumen-tati del 6,3% (con un saldo attivo di

Punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia, 2012

N. punti vendita Superficie

mq var. % 2012/11 Superette 598 169.026 -2,8 Supermercati 1.089 1.093.929 1,0 Ipermercati 239 1.269.868 3,9 Discount 583 371.497 6,3 Totale 2.509 2.904.320 2,7

Fonte: elaborazioni su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.

Superficie ogni 1.000 abitanti dei punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia (mq), 2012

Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale Super+Iper Totale Bergamo 20,3 121,2 112,7 50,4 234,0 304,7 Brescia 19,8 161,4 149,5 56,0 310,8 386,6 Como 15,7 87,0 139,9 40,7 227,0 283,4 Cremona 9,1 116,7 118,9 41,1 235,6 285,8 Lecco 14,8 94,9 143,3 40,5 238,2 293,4 Lodi 13,4 85,7 236,5 41,3 322,2 376,9 Mantova 18,7 172,2 117,6 71,0 289,8 379,5 Milano 16,4 88,8 120,7 25,0 209,5 250,9 Monza e Brianza 15,1 84,3 150,4 26,1 234,7 275,9 Pavia 19,5 127,4 143,6 44,6 271,0 335,0 Sondrio 62,4 116,0 140,4 43,4 256,4 362,2 Varese 13,1 146,6 117,0 35,7 263,6 312,4 Totale regionale 17,5 113,4 131,7 38,5 245,1 301,2

(40)

28 punti vendita), dopo aver fatto registrare negli anni precedenti tassi di incremento a due cifre, e agli iper-mercati (+3,9% nel 2012), con un sal-do attivo tra aperture e chiusure di 9 punti vendita in un solo anno. In regione predominano le catene pri-vate della grande distribuzione; l’im-portante riassetto delle centrali d’ac-quisto, proseguito anche nel 2012, conferma la leadership della Centrale Cieffea, che raggruppa due imprese leader come Carrefour e Finiper. Que-sto gruppo rappresenta quasi il 19% della superficie di vendita regionale, seguita da Centrale Italiana (15,2%) e da Esd Italia (13,4%).

Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione moderna in Lombardia, 2012 Centrale Cieffea Centrale Italiana Esd Italia Centrale Auchan-Crai Esselunga Bennet Lombardini Standa/Rewe Conad Altri Totale (mq) 18,9% 15,2% 10,7% 9,0% 6,3% 13,4% 4,7% 3,7% 3,4% 14,6% 550.227 441.083 390.460 310.006 261.832 183.443 136.955 106.469 98.583 425.262 2.904.320 Fonte: dati Nielsen e Osservatorio del Commercio - Regione Lombardia.

(41)

scambi

con

l

estero

Il deficit negli scambi con l’estero di prodotti agroalimentari a prezzi correnti, si riduce nel 2012 in modo consistente, sia in Lombardia, ove si attesta a 4.063 milioni di euro, che in ambito nazionale, dove scende a 6.410 milioni di euro; la riduzione su base annua è pari, rispettivamente, al 15% e al 28,3%. Ciò è la conseguenza di due fenomeni, comuni ad entrambi gli ambiti territoriali: da un lato cala il valore degli acquisti sui mercati esteri e, dall’altro, crescono le esportazioni. In Lombardia, l’aumento delle espor-tazioni (+4,9%) dipende da una cresci-ta in termini sia di quantità (+3,1%) che di prezzo (+1,7%), mentre la fles-sione delle importazioni (-5%) è il ri-sultato di una flessione solo in termini di quantità (-4,6%).

Le importazioni agroalimentari rap-presentano l’8% delle importazioni regionali, mentre le esportazioni si fermano al 4,7%; le stesse quote

per-Scambi con l’estero di prodotti agroalimentari della Lombardia a prezzi correnti (mio. euro)

Contributo % dei prodotti agroalimentari alla formazione della bilancia commerciale della Lombardia

Import Export Saldo

1999 5.690 2.425 -3.265 2000 6.120 2.608 -3.512 2001 6.273 2.811 -3.462 2002 6.283 3.025 -3.258 2003 6.542 3.152 -3.390 2004 6.844 3.278 -3.566 2005 7.119 3.559 -3.560 2006 7.902 3.742 -4.160 2007 8.309 4.122 -4.187 2008 8.559 4.571 -3.988 2009 7.929 4.214 -3.715 2010 8.691 4.579 -4.112 2011 9.637 4.856 -4.781 2012 9.157 5.093 -4.063 Var.% 2012/2011 -4,98 4,89 Var.% 2012/1999 60,93 110,02

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

Import Export 1999 7,2 3,8 2000 6,4 3,6 2001 6,4 3,6 2002 6,5 4,0 2003 6,7 4,2 2004 6,5 4,1 2005 6,4 4,2 2006 6,6 4,0 2007 6,2 4,1 2008 7,1 4,4 2009 8,2 5,1 2010 7,5 4,9 2011 7,8 4,7 2012 8,0 4,7

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centuali calcolate per l’Italia raggiun-gono invece, rispettivamente, il 10,2% e l’8,2%.

Tra il 2011 ed il 2012 si segnala un saldo normalizzato positivo sia per l’industria alimentare (+4,8) che per il settore primario (+1,8).

Il principale mercato estero di ap-provvigionamento della Lombardia è la Francia, con una quota sull’im-port del 20,8%, seguita da Germania (13,6%), Paesi Bassi (11,5%) e Spagna (10,8%). Sul fronte delle esportazioni, ai primi due posti si collocano Fran-cia (15%) e Germania (12,3%), seguiti da due mercati extracomunitari: USA (8,9%) e Svizzera (8,1%). Pertanto, le fonti di approvvigionamento risultano nettamente più concentrate dei mer-cati di esportazione.

I prodotti lattiero-caseari rappre-sentano la principale merceologia di scambio dell’industria alimentare sia dal lato delle importazioni (14,3%), sia

Principali paesi di origine e destinazione di import ed export agroalimentare della Lombardia, 2012

11,5% 2,8% 31,2% 20,8% Francia Germania Paesi Bassi Spagna Belgio Svizzera Regno Unito Austria Altri 13,6% 10,8% 4,3%

IMPORT

2,6% 2,4% 8,1% 5,3% 35,4% 15,0% 12,3% 8,9% 7,1%

EXPORT

3,9% 4,0% Francia Germania Svizzera Stati Uniti d'America Regno Unito Paesi Bassi Spagna Belgio Altri Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

(43)

41

Quote di import ed export dei prododtti agroalimentari

della Lombardia, 2012 8,0% 6,1% 4,1% 14,3% 12,8% 6,3% 5,9%

IMPORT

42,4% Prodotti lattiero-caseari Carni fresche e congelate Pesce lavorato e conservato Mangimi Olii e grassi Derivati dei cereali Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti 6,0% 6,0% 32,1% 19,2% Prodotti lattiero-caseari Derivati dei cereali Olii e grassi Zucchero e prodotti dolciari Bevande non alcoliche Carni preparate Vino 18,6% 6,5% 6,7%

EXPORT

4,9%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

8,0% 6,1% 4,1% 14,3% 12,8% 6,3% 5,9%

IMPORT

42,4% Prodotti lattiero-caseari Carni fresche e congelate Pesce lavorato e conservato Mangimi Olii e grassi Derivati dei cereali Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti 6,0% 6,0% 32,1% 19,2% Prodotti lattiero-caseari Derivati dei cereali Olii e grassi Zucchero e prodotti dolciari Bevande non alcoliche Carni preparate Vino Altri prodotti 18,6% 6,5% 6,7%

EXPORT

4,9%

su quello delle esportazioni (19,2%). Nelle esportazioni agroalimentari le carni preparate ed il vino coprono, ri-spettivamente, il 6% e il 4,9%, seguen-do proseguen-dotti quali i derivati dei cere-ali (18.6%) ma restando molto vicino a prodotti quali zucchero e prodotti dolciari (6,5%), olii e grassi (6%) e be-vande non alcoliche (6,7%).

(44)

consumi

alimentari

Nel 2012 la Lombardia, con un valore di 2.866 euro, perde il primato di re-gione con la spesa media mensile più elevata, in calo del 5,5,% rispetto al 2011, mentre la media nazionale, pari a 2.419 euro, scende del 2,8% rispetto all’anno precedente. La regione vie-ne preceduta, così, dal Trentino-Alto Adige (2.919 euro, in crescita su base annua del 2,2%) e alle sue spalle si colloca il Veneto (2.835 euro), mentre la Sicilia risulta con la spesa media mensile più bassa (1.628 euro). Que-ste differenze diventano ancora più significative se si tiene conto anche del diverso numero di componenti per famiglia che caratterizza le sin-gole regioni. Inoltre, considerando la dinamica inflazionistica, pari al +3%, la spesa media mensile per famiglia in Italia risulta perdere in termini reali nettamente di più rispetto alla varia-zione corrente.

La spesa media delle famiglie per

ge-Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2005-2012

Lombardia Italia Italia-Nord

2.000 2.500 3.000 3.500 2.872 2.886 2.896 2.930 2.918 2.896 3.033 2.398 2.461 2.480 2.485 2.442 2.453 2.488 2.689 2.786 2.796 2.810 2.768 2.796 2.843 2.866 2.419 2.761 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

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neri alimentari e bevande, a livello na-zionale, resta sostanzialmente stabile, passando da 477 a 468 euro (-1,9%), anche grazie alle strategie di conteni-mento della spesa messa in atto dalle famiglie per fronteggiare l’aumento dei prezzi. Crescono, infatti, le per-centuali di chi ha ridotto la quantità e/o la qualità degli alimenti acquistati (dal 53,6% del 2011 al 62,3% del 2012) e di coloro che si rivolgono al canale hard discount (dal 10,5% al 12,3%). In particolare, si riducono le spese per la carne, per il latte, formaggi e uova e per il pane, mentre crescono quelle per le bevande.

La Lombardia presenta una spesa me-dia mensile per alimentari e bevande piuttosto elevata (473 euro, in fles-sione del 3,7% su base annua): è pre-ceduta, nell’ordine, solo da Abruzzo, Umbria, Campania, Lazio, Calabria e Toscana, tutte regioni con un maggior numero di componenti per famiglia

Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e bevande (euro), 2005-2012

Lombardia Italia Italia-Nord

400 500 486 486 463 483 470 475 461 491 456 467 466 475 461 467 477 454 461 449 464 455 473 473 468 463 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 490 480 470 460 450 440 430 410 420

(46)

e con una rete distributiva meno ef-ficiente.

Cresce, rispetto al 2011, la quota di spesa per alimentari e bevande: dal 19,2% al 19,4%. L’aumento più con-sistente si registra tra le regioni del Centro (dal 18,4% al 19,3%), ma è al Sud che si osservano i valori più eleva-ti con punte del 25,3%. La Lombardia, con una quota del 16,5%, è preceduta da Trentino-Alto Adige (14,9%), Vene-to (16,1%), Emilia-Romagna (16,1%) e Valle d’Aosta (16,3%). I valori più bas-si delle quota di spesa per alimentari e bevande si registrano in Calabria (27,4%), Sicilia (27,1%) e Campania (26,3%).

Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e bevande per regione, 2011

Spesa per alimentari e bevande (euro)

Quota % alimentari e bevande

Spesa media mensile (=100%) Piemonte

Valle d'AostaLombardia Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-V enezia Giulia Emilia-Romagna

Toscana Umbria Marche LazioAbruzzo Molise Campania PugliaBasilicata Calabria SiciliaSardegna Italia

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 0 5 10 15 20 25 30

Quota % alimentari e bevande

Spesa media mensile per famiglia

(47)
(48)

Il territorio lombardo nel 2012 è stato interessato da un inverno inizialmen-te miinizialmen-te e secco che ha prodotto una situazione di magra del fiume Po e di molti fiumi alpini, il cui stato ha inciso sui bassi livelli idrometrici dei prin-cipali invasi e laghi della regione. Tra gennaio e febbraio l’irrigidimento del-le temperature è arrivato a causare il congelamento degli abbeveratoi degli allevamenti da latte, in particolare nel bergamasco, e si è reso necessario ele-vare la temperatura negli allevamenti suini e nelle serre. A causa del gelo, nelle aree di Como e Lecco, gli alveari hanno subito una morìa significativa (circa 2.500 su 6.000 alveari nella sola zona del comasco).

In primavera l’allarme siccità si è este-so rapidamente a tutto il territorio re-gionale: il livello del lago d’Iseo presso la stazione di Sarnico, ad esempio, da fine febbraio non è mai salito sopra allo zero idrometrico. Il maltempo di

aprile, tuttavia, ha consentito un de-bole recupero del deficit idrico dei la-ghi lombardi e dei rispettivi emissari, con fenomeni alluvionali di diversa in-tensità nella provincia di Milano e nel bresciano.

In seguito, il rapido innalzamento del-le temperature ha annullato gli effetti di rimpinguamento degli acquiferi do-vuto allo scioglimento del consistente manto nevoso sul territorio regionale; molti agricoltori, al fine di utilizzare l’umidità residua presente nel terreno, hanno anticipato le semine del mais di 15-20 giorni e gli enti consortili hanno provveduto ad anticipare gli interventi irrigui per sostenere i medicai, il mais, i meloni e l’ortofrutta. Analoga situa-zione si è verificata per le risaie della Lomellina.

Durante la stagione estiva sono emer-se le maggiori criticità sulle produzio-ni legate al clima: per il pomodoro, le stime di resa hanno toccato il -20% nel

cremonese; per il mais ceroso la rac-colta iniziata precocemente in regione ha fornito risultati iniziali di 250-300 q/ha, contro i 600 quintali di media in piena stagione. Gli allevamenti hanno registrato diminuzioni di latte intorno al 10% e di peso corporeo dei suini del 20%. Nell’area del milanese, sono stati rilevati danni a carico delle coltivazio-ni di mais (2q/ha, contro i 10 q/ha di media) e delle ortive e forti preoccu-pazioni per le successive semine di colza. Nel mantovano, in particolare, le perdite di mais sono dipese dalla presenza di turni irrigui, e nell’area del Destra Secchia la mancanza di ir-rigazione e la compattezza del terreno hanno generato perdite fino al 70%. Per le altre coltivazioni come girasole, soia, barbabietola, erba medica e pere a denominazione IGP, i cali sono stati stimati tra il 10% e il 50%.

In funzione del decorso meteorologico asciutto e caldo, sono state

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te le operazioni di vendemmia delle uve bianche nella zona del Moscato di Scanzo, sulle colline di Trescore e nel-le valli Canel-lepio e Cavallina. Nel lodigia-no il taglio del mais è stato affrettato per contenere le perdite di umidità del prodotto, sottoposto alle elevate tem-perature, e il Consorzio, per far fronte all’emergenza, ha disposto riduzioni di prelievo dell’acqua irrigua del 40%. La situazione delle riserve idriche ha rappresentato un altro aspetto molto grave per la regione: i laghi di Como e

Maggiore hanno visto scendere in soli 15 giorni il livello idrometrico rispet-tivamente di 45 cm e 38 cm, mentre il monitoraggio del Po ha evidenziato il continuo calo dell’asta fluviale. La Lombardia, alla stregua di altre regio-ni, ha pertanto promosso la richiesta di stato di calamità naturale.

Con l’arrivo della stagione autunnale, il comparto castanicolo ha sfiorato perdite del 70%; la campagna olivicola, sostenuta dalle piogge di fine estate, ha invece migliorato gli esiti produttivi

rispetto alle ipotesi iniziali, con perdi-te del 20%-30%.

L’ondata di maltempo nel mese di no-vembre ha causato diverse emergenze; nel mantovano, il Secchia è esondato danneggiando le opere provvisorie in Appennino, a fronte delle quali non è stato possibile intervenire con gli impianti idrovori, danneggiati dal ter-remoto di fine maggio (Mondine di Moglia e Bondanello). Altre esondazio-ni hanno riguardato i fiumi Chiese e Adda nella Bassa Lodigiana.

(50)

risultati

produttivi

in

agricoltura

Nel 2012 la produzione agricola regio-nale, ai prezzi di base (PPB), escluse la silvicoltura e la pesca e inclusi i servizi connessi e le attività

seconda-Produzione agricola ai prezzi di base, consumi intermedi e valore aggiunto in Lombardia (mio euro), 2012

Lombardia Italia Lombardia/Italia

mio. euro % su tot. PPB % su comparto mio. euro % su tot. PPB % su comparto %

Coltivazioni agricole 1.971 27,5 100,0 26.185 51,9 100,0 7,5 Erbacee 1.187 16,6 60,2 14.036 27,8 53,6 8,5 Foraggere 450 6,3 22,8 1.643 3,3 6,3 27,4 Arboree 334 4,7 17,0 10.506 20,8 40,1 3,2 Allevamenti 4.496 62,8 100,0 17.268 34,2 100,0 26,0 Carni 2.581 36,0 57,4 10.723 21,2 62,1 24,1 Latte 1.654 23,1 36,8 4.987 9,9 28,9 33,2 Altri zootecnici 262 3,7 5,8 1.557 3,1 9,0 16,8 Servizi connessi 558 7,8 6.474 12,8 8,6

Totale PPB beni e servizi agricoli 7.025 98,1 49.926 98,9 14,1

(+) attività secondarie* 209 2,9 1.540 3,0 13,6

(-) attività secondarie* 70 1,0 968 1,9 7,3

Totale PPB branca agricoltura 7.164 100,0 50.498 100,0 14,2

(-) Consumi intermedi 4.239 59,2 24.085 47,7 17,6

Valore aggiunto ai prezzi di base 2.925 40,8 26.413 52,3 11,1

*Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-).

Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.

rie, si colloca su un valore in termini correnti superiore a 7,1 miliardi di euro. La quota regionale sul valore della produzione agricola nazionale

(pari al 14,1%) si conferma nel tempo la più elevata del paese. Nel confron-to comunitario l’agricoltura lombarda pesa sulla PPB agricola dell’UE-27 per

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l’1,8%, valore che raggiunge il 2,6% se si considerano le sole produzioni zoo-tecniche (EUROSTAT, 2011).

Rispetto all’anno precedente il valore della produzione agricola si mantiene pressoché costante (-0,1%), in quan-to il calo delle quantità complessive (-3,7%) è compensato da un aumento medio dei prezzi (+3,8%); nel 2012 la PPB agricola nazionale è aumentata, invece, dell’1,8%.

Sono soprattutto le produzioni vegeta-li a soffrire con un decremento annuo di oltre il 10%, causato principalmen-te da una contrazione delle quantità, mentre i prodotti zootecnici crescono in valore del 4,7%, soprattutto in ra-gione di un incremento di prezzo del 6,4%. Si registra un incremento anche per i servizi connessi (+5,2%), mentre le attività secondarie calano del 3,3%. La composizione della PPB conferma la vocazione zootecnica della regio-ne: l’allevamento contribuisce,

infat-Valore della produzione agricola ai prezzi di base per principali comparti in Lombardia, 2012

Cereali e legumi secchi Ortaggi Colture industriali Florovivaismo Vite Frutta Altre legnose Foraggere Carni bovine Carni suine Altre carni Latte Uova e altri Servizi connessi

11,6%

3,7%

7,9%

3,5%

0,5%

1,3%

2,3%

1,9%

16,5%

8,4%

11,8%

23,5%

0,6%

6,4%

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Principali produzioni vegetali in Lombardia, 2012

PPB1 a prezzi correnti PPB1 a prezzi concatenati 2005 Variazione % 2012/2011

Mio. euro % Lombardia/Italia Mio. euro Quantità Prezzi PPB

Frumento tenero 83,2 9,8 40,4 48,9 -1,8 46,2 Frumento duro 17,6 1,3 10,1 21,9 -2,2 19,2 Orzo 20,2 10,0 12,1 15,0 -0,9 14,0 Riso 137,7 41,5 164,2 4,3 -33,7 -30,9 Mais ibrido 510,0 28,7 287,2 -21,0 -1,3 -22,0 Soia 26,9 18,6 13,9 -31,2 19,4 -17,9 Barbab. da zucchero 9,0 7,8 9,5 13,7 7,4 22,1 Patate 9,5 1,4 7,6 -12,4 -8,0 -19,4 Pomodori n.d n.d n.d n.d n.d n.d Poponi 38,1 18,6 46,9 3,5 -10,5 -7,4

Uva da vino venduta 18,7 2,2 15,5 -16,5 30,4 8,9

Vino 143,1 6,8 94,4 -17,4 22,0 0,7 Olio 2,7 0,2 4,1 20,0 -0,4 19,6 Pesche 2,0 0,6 2,1 -6,1 18,1 10,9 Mele 18,4 2,2 14,1 -10,7 34,1 19,8 Pere 11,8 2,6 8,3 -1,7 38,5 36,1 Actinidia 4,0 1,9 5,1 1,2 -26,8 -25,9

1 Valore della produzione ai prezzi di base.

Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione. ti, per il 62,8% alla sua formazione e l’incidenza sul quadro nazionale sale al 26%. Seguono le produzioni vegetali

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