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I contenuti dell'Accordo di Associazione tra l'Ucraina e l'Unione Europea

Per avere un quadro più chiaro delle ragioni che portarono alle rivolte dell'Euromajdan e dunque al cambio di governo in Ucraina, è opportuno analizzare ciò che l'Accordo di Associazione prevedeva e quali vantaggi avrebbe comportato per Kiev e quali conseguenze per Mosca. Come già trattato in precedenza, l'arresto dei negoziati per la firma dell' accordo da parte dell'allora Presidente

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Articolo pubblicato sul The Guardian, Petro Porosenko wins Ukraine presidency, according to exit polls, 25 Maggio 2014.

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Yanukovich dette avvio alla fase di instabilità che coinvolse l'intero paese, dunque per comprendere al meglio la crisi ucraina, è necessario capirne i contenuti.135

Tale accordo era chiamato anche DCFTA, ovvero Deep and Comprehensive Free Trade Agreement e racchiudeva al suo interno disposizioni di tipo commerciale e disposizioni che riguardavano il settore istituzionale. Questo poiché, per ottenere ed applicare vantaggi economici, al governo di Kiev erano richieste riforme politiche importanti che avevano lo scopo di promuovere lo stato di diritto, garanzie democratiche e tutela dei diritti umani, secondo gli standard europei. La ratifica dunque implicava un chiaro impegno del governo di Kiev nel portare a termine quanto stabilito nell'accordo. Esso prevedeva l'opportunità di avere accesso al mercato unico europeo, attraverso una progressiva diminuzione delle tariffe doganali.136 Contemporaneamente, anche l'Ucraina avrebbe dovuto aprire le proprie frontiere all'ingresso di prodotti provenienti dai paesi membri dell'Unione Europea, sancendo di fatto la bilateralità dell'accordo.

Tuttavia, è giusto precisare che tale apertura doveva avvenire in modo graduale poiché i prodotti europei, con i loro elevati standard qualitativi, avrebbero potuto creare un'eccessiva competitività e l'Unione non desiderava affatto indebolire le aziende ucraine ma aveva, anzi, la finalità opposta.137 Questa problematica era particolarmente rischiosa soprattutto nella fase iniziale di apertura dei mercati, poiché il primo settore coinvolto era proprio quello alimentare e l'Unione Europea immetteva nel mercato ucraino prodotti parzialmente nuovi o comunque lavorati diversamente rispetto a quelli di provenienza ucraina.

Per essere in grado di mettere in pratica quanto previsto dall'accordo l'Ucraina, e anche gli altri paesi dell'ex Unione Sovietica coinvolti, ovvero Moldavia e Georgia, dovevano far fronte ad alcune riforme del loro sistema economico, politico e sociale. L'implementazione di tali modifiche poteva essere letta come il preludio per una futura candidatura dell'Ucraina a divenire membro dell'Unione Europea, anche se la Commissione era stata chiara nel ritenere tale ipotesi non realizzabile, almeno nel breve o medio periodo.

La popolazione ucraina credeva fortemente in questa possibilità ed era favorevole alla ratifica dell'accordo dunque, quando fu annunciato l'arresto delle trattative, il popolo ucraino si sentì tradito da un governo che evidentemente, aveva maggiori interessi verso Est. Questo episodio confermava

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Marco Dimita, L'Onu e la crisi in Ucraina: possibili interventi e limiti, Tesi di Laurea, LUISS Guido Carli, Anno Accademico 2014/2015, p. 41

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Si veda il testo integrale dell'Accordo di Associazione tra UE e Ucraina, con le successive modifiche apportate. Per eventuali consultazioni questo è il link http://eur-lex.europa.eu/legal

content/EN/TXT/?uri=uriserv:OJ.L_.2014.161.01.0003.01.ENG&toc=OJ:L:2014:161:TOC 137

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il legame che univa l'Ucraina alla Federazione Russa e quanta influenza avesse il governo di Mosca nella politica interna di Kiev. La reazione di Putin ne fu, di fatto, la conferma.

Riassumendo, l'Accordo di Associazione dunque riguardava tre ambiti di cooperazione tra l'Unione e l'Ucraina:

• rafforzamento della cooperazione in ambito politico: attraverso l'introduzione di riforme volte a potenziare lo stato di diritto e la democrazia, attraverso la garanzia di libere elezioni, opposizioni politiche e libertà di manifestazione. Oltre a ciò, veniva posta l'attenzione sulla tutela dei diritti umani e delle minoranze, attraverso canali di collaborazione che vedevano l'invio di esperti sul territorio. L'Unione metteva a disposizione le proprie competenze in materia per avvicinare gli standard di Kiev a quelli europei.

• rafforzamento della cooperazione economica: attraverso il già citato accesso progressivo al mercato unico europeo. Questa opportunità prevedeva inoltre l'adeguamento degli standard qualitativi, la certificazione dell'origine dei prodotti, il rispetto delle norme sanitarie e fitosanitarie europee. Tutto ciò rientrava nella creazione di un Zona di Libero Scambio Globale e Approfondita, che avrebbe modernizzato il quadro economico ucraino e potenziato le relazioni commerciali tra i partner.

• rispetto valori comuni.138

Tornando alla risposta di Mosca, quando si prospettò il rischio di una firma imminente dell'accordo, il Presidente Putin reagì impedendo l'ingresso in territorio russo di alcuni prodotti ucraini, salvo poi giungere ad un blocco completo che ne mise in ginocchio la già precaria economia. La Russia infatti costituiva il principale partner commerciale dell'Ucraina, pertanto tali misure erano decisamente punitive. Oltre a ciò, Putin si dichiarò disposto ad un innalzamento del prezzo del gas e del petrolio e questa minaccia avrebbe colpito, seppur in maniera indiretta, anche l'intera Unione Europea che, com'è noto, acquista tali materie dalla Russia per oltre il 30% del suo totale consumo.

E' possibile rilevare il motivo di questa aggressiva reazione nel fatto che il governo di Mosca vedesse lesi i propri interessi con la sottoscrizione dell'accordo in questione, e questa motivazione sarebbe alla base anche del seguente attacco militare nel territorio ucraino.

138 Un riassunto esaustivo delle finalità dell'accordo è rintracciabile sul sito ufficiale del Consiglio Europeo http://www.consilium.europa.eu/it/policies/eastern-partnership/ukraine/

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Alla luce di ciò, Putin faceva riferimento ad un altro accordo, firmato nel 2011, che vedeva coinvolti Ucraina, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Moldavia, oltre alla stessa Russia.139

Questo accordo140 aveva lo scopo di istituire una zona di libero scambio tra i paesi membri della Comunità degli Stati Indipendenti e, secondo Putin l'Ucraina, con la sottoscrizione dell'accordo con l'Unione, avrebbe arrecato pregiudizio verso le economie dei paesi firmatari del trattato del 2011. Questo sanciva di fatto la violazione degli interessi di Mosca nella zona e pertanto spiegava la reazione di Mosca.

L'accordo tra la Russia e i paesi sopra elencati era stato firmato con l'intento di condurre ad una futura unione economica ma, oltre alle finalità economiche e commerciali, era caratterizzato un'intrinseca volontà di potenziare le relazioni politiche fra gli Stati coinvolti. Mosca non criticava la firma dell'Ucraina ad un altro accordo avente, a grandi linee, le stesse finalità, poiché il trattato del 2011 non impediva niente di tutto ciò. Ciò che preoccupava la Russia era la possibilità che prodotti europei entrassero nel mercato ucraino e conseguentemente venissero inseriti nel mercato della Comunità degli Stati Indipendenti a prezzi estremamente concorrenziali, data la riduzione e talvolta l'assenza di tariffe doganali. Ciò avrebbe danneggiato l'economia russa e quelle degli altri paesi aderenti alla zona di libero scambio creata pochi anni prima. Le stesse critiche furono mosse nei confronti della Moldavia che, come l'Ucraina, era in procinto di firmare l'Accordo di Associazione con l'Unione.141

Oltre ai timori relativi al settore economico, ciò che preoccupava il Presidente Putin era il fatto che l'Ucraina perdeva la sua neutralità, annunciata fin dal momento della dissoluzione dell'Unione Sovietica, e metteva fine alla speranza russa di inserirla nella propria sfera di influenza, come la Bielorussia. A destare timore erano anche le dichiarazioni del governo di Kiev, che lasciavano presagire la volontà di aderire all'Alleanza Atlantica.

Dunque appare chiaro che le motivazioni che hanno spinto Mosca a imporre misure restrittive in campo economico ai danni dell'Ucraina sono state dettate da preoccupazioni anche di natura

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Marco Dimita, L'Onu e la crisi in Ucraina: possibili interventi e limiti, Tesi di Laurea, LUISS Guido Carli, Anno Accademico 2014/2015, p. 42

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Articolo di Limesonline, Vent'anni dopo l'URSS, Putin progetta l'Europa dell'Est, M. De Bonis, 21 Ottobre 2011. L'articolo è consultabile al seguente indirizzo http://www.limesonline.com/rubrica/ventanni-dopo-lurss-putin- progetta-lue-dellest

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politica.142 Lo scopo era spingere il Presidente Yanukovich ad arrestare le trattative che avrebbero condotto alla firma e alla successiva ratifica dell'accordo e dunque a scongiurare quei rischi che si erano presentati all'orizzonte.

Alla luce di ciò il tentativo messo in atto ebbe la meglio poiché il 23 Novembre 2014 Yanukovich dichiarò la volontà del governo di non procedere oltre nei negoziati, dato che l'accordo non sarebbe stato concluso. La firma era prevista al vertice di Vilnius, in Lituania, in programma per la fine di Novembre. Il capo del governo ucraino si presentò ugualmente e confermò quanto già annunciato pochi giorni prima, dando inizio alle proteste dell'Euromajdan, descritte in precedenza.

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