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IL CONTESTO STORICO TRA LE DUE NORME SUL CONTROLLO DELL’INFORMAZIONE ED ANALISI DELLA LEGGE SULLA STAMPA DEL

2.2 Il contesto storico: gli anni ‘

Negli anni ’40, il Regime è ormai giunto ad una certa stabilità ed affermazione. Va anche detto che si procede verso un riconoscimento internazionale, così come nel caso dell’appoggio degli Stati Uniti. Durante il mese di luglio del 1942 viene nominato il nuovo ambasciatore, Carlton Hayes. che nel suo discorso di insediamento, afferma di aver trovato una nazione con un relativo miglioramento delle condizioni di vita e dell’economia. La viabilità e le infrastrutture vengono riparate. Ci troviamo anche negli anni di massima espansione tedesca in ambito europeo. In questo contesto, la politica franchista si deve muovere con attenzione e non propenderà né verso Berlino, né verso l’America. Franco punta all’equilibrio, in attesa degli sviluppi immediati nel contesto internazionale.

Il Caudillo inizia a mettere in atto i primi cambiamenti al Governo. Súñer viene sostituito da una personalità con lunga esperienza, il generale Jordana122. Si tratta di un fedelissimo che incentra il suo mandato sul rispetto degli ordini e delle disposizioni del dittatore. Anche al Ministerio de Gobernación viene affidato ad una persona esperta e competente, confermando la nuova linea di

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Fascicoli predisposti dai censori in seguito ai quali verrà o meno commiata una multa, una sanzione o la sospensione della pubblicazione.

122 Professore nella Scuola Superiore della Guerra, aveva participato attivamente anche alla precedente dittatura di

Primo de Rivera. Egli faceva parte del gruppo degli africanistas tanto cari a Franco. Si congedò durante la fase repubblicana, sino a decidersi per una nuova discesa in campo con il Caudillo. Già nel 1938 Franco gli rese onore nominandolo Ministro degli Esteri e vicepresidente del Governo.

Franco, ovvero puntare alla stabilità e professionalità della sua squadra di Governo. Il nuovo Ministro è Blas Pérez y González. Si tratta di una figura di spicco che riuscirà a rimanere negli alti ranghi dell’Amministrazione fino agli anni ’60. Possiamo definirlo un giurista serio, rigido e conoscitore della legge; ordinario di Diritto Civile presso l’Università di Barcellona.

Il primo Consiglio dei Ministri viene convocato il 17 settembre del 1942. In ambito internazionale, in seguito ad un comunicato in cui si afferma che il Governo non avrebbe intrapreso azioni contro nessuna delle democrazie occidentali, si decide di intessere alcuni accordi con il Portogallo e stabilire una sorta di “amicizia” con l’America Latina. La Spagna si dichiara nuovamente nemica del comunismo e Franco, durante un incontro pubblico con l’ambasciatore speciale del Presidente americano, Miron Tylor, ribadisce il suo appoggio agli USA123 ed alle Filippine nella guerra contro il Giappone. Per quanto riguarda, invece, l’attenzione verso la Germania di Hitler, è doveroso segnalare due aspetti. Il primo è rappresentato dall’affondamento nei Caraibi della nave cargo spagnola, denominata Monte Gorbea, messo in atto da un sottomarino tedesco. Seguirono le scuse di Berlino. Ma molti rappresentanti del Governo spagnolo interpretarono tale evento come una sorta di avvertimento. Lo stesso Hitler aveva chiaramente compreso come in Spagna vi fossero due fazioni: una germanofila con militari ed esponenti della Falange ed una altra (sempre più corposa) che manifestava un certo scetticismo.124 Nel mese di febbraio del 1943 viene firmato un accordo a Madrid dove la Germania garantisce scorte di armamenti in cambio della promessa di una resistenza a oltranza di fronte ad una presunta imminente invasione degli alleati (questo rappresenta il secondo aspetto al quale si aveva fatto riferimento precedentemente).

Ritornando alla formazione del Regime, si segnalano alcune tappe fondamentali. Il 17 luglio del 1942 il capo dello Stato approva la Legge Costitutiva delle Camere. Ci troviamo di fronte a un Caudillo forte e sicuro di sé, che in seguito al Decreto della Junta de Defensa Nacional del 29 settembre del 1936, otterrà il potere unico.

Lo stesso è responsabile di fronte a Dio ed alla storia. Così decide per la creazione di un Parlamento con la competenza di elaborare ed approvare la legge:

123 Luis de Llera commenta così quando appena affermato:

“Probablemente Franco empezaba (...) a sentir admiración por el país más potente de la tierra, por su ejército, por su dinero, por su energía y por aquella simplicidad que contradecía la frialdad británica y la complicada psicología francesa. Una carta de Roosvelt a Franco confirmaba las precedentes intuiciones. Auguraba la misiva la total neutralidad de España, incorporándola ya implícitamente a las Naciones Unidas, y se despedía con cordial respeto: -quedo, mi querido general, de usted buen amigo- ”. (Rif. Luis de llera, Op. Cit., pp. 173-174).

124 Già nel Consiglio dei Ministri del 16 novembre del 1942 vi fu uno scrontro fa i germanofili ed i neutralisti. Franco,

però, ribadì ancora una volta l’importanza del mando unico. Ovvero, sottolineò il fatto di come fosse necessario un unico vero comandante e che allo stesso spettassero le decisioni. Questo capo supremo sarebbe stato il medesimo

“Efectivamente, la Ley de Creación de las Cortes Españolas del 17 de julio de 1942 no cercenó la potestad legislativa del Jefe del Estado, pues es posible leer en su exposición de motivos que – continuando en la jefatura del Estado la suprema potestad de dictar normas jurídicas de carácter general en los términos de las leyes de 30 de enero de 1938 y 8 de agosto de 1939, el órgano que se crea significará, a la vez que instrumento de colaboración de aquella función, principio de autolimitación para una institución más sistemática del poder”.125

Tale dispositivo non deve assolutamente essere confuso con una limitazione del potere del Generalísimo.

Con esso si vuole anzi definire in modo univoco la gerarchia dei poteri del nuovo Governo, ancorando maggiormente la figura di Franco a quella di un sovrano unico. Il testo viene predisposto da Arrese, in seguito al mandato ricevuto dal Capo dello Stato. La stesura, in base a quanto dichiarato dall’estensore, è avvenuta in piena solitudine, seguendo scrupolosamente le indicazioni e direttive che provengono dall’alto. Dieci giorni dopo la predisposizione del documento, lo stesso viene approvato in seguito al controllo ed al placet messi in atto da Serrano Súñer, che come Presidente de la Junta Política e avvocato dello Stato, ne ha garantito il rispetto delle regole ed il rigore politico. Ci troviamo di fronte pertanto all’embrione di quello che sarà il futuro Regime. Prendendo in considerazione l’art. 7 della precedente Legge dell’8 agosto del 1939126, capiamo quale fosse il progetto di Franco, ovvero la realizzazione di un Regime con una certa stabilità nel tempo.

Così commenta Andrés Rueda tale riferimento normativo:

“Examinando attentamente el texto de la ley, se observa que se trata de concederse Franco a sí mismo – una acción más directa y personal del Jefe del Estado en el Gobierno – correspondiéndole la suprema potestad de dictar normas jurídicas, es decir, el establecimiento de la dictadura desde el punto de vista jurídico. Pero lo antijurídico de la ley –todas las dictaduras son antijurídicas- es que el proprio Franco se concede la facultad de dictar leyes. Desde este instante, Franco está seguro de su poder”.127

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Juan Cano Bueso, La Política Judicial del Régimen de Franco (1936-1945), Centro de Publicaciones – Secretaria General Técnica del Ministerio de Justicia, Madrid, 1985, p. 74: estratto della Legge in questione.

126 Si riporta un estratto dell’articolo sette della legge dell’8 agosto del 1939, ricavato dal volume di Andrés Rueda:

“Artículo séptimo. Correspondiendo al Jefe del Estado la suprema potestad de dictar normas jurídicas de carácter general, conforme al artículo décimo-séptimo de la Ley de treinta de enero de mil novecientos trenta y ocho, y radicando en él, de modo permanente, las funciones de gobierno; sus disposiciones y resoluciones que adopten las formas de las Leyes o Decretos podrán dictarse, aunque no vayan precedidas de la deliberación del Consejo de ministros, cuando razones de urgencia así lo aconsejen”.

In merito alla composizione delle Cortes, va sottolineato che le stesse si caratterizzano per la presenza di membri eletti e non. Fanno parte delle medesime i ministri, i consiglieri nazionali della Falange Española Tradicionalista y de la JONS, i presidenti del Consiglio di Stato, quelli del Tribunale Supremo di Giustizia e del Consiglio Supremo di Giustizia Militare. Possiamo però anche annoverare i rappresentanti sindacali nazionali, i sindaci dei cinquanta capoluoghi di provincia, quelli di Ceuta e Melilla, nonché i rettori delle Università, i rappresentanti dell’Istituto di Ingegneria, degli avvocati, dei medici, degli architetti, ecc.. Vi è poi la figura dei procuradores, che restano in carica per tre anni e possono essere rieletti.

In ogni caso, si arriva all’8 gennaio del 1943, quando viene nominato come presidente delle Cortes Esteban Bilbao ed al 17 gennaio, quando Franco inaugura solennemente il nuovo Parlamento: “Estaba buscando en las instituciones tradicionales españolas el tronco viejo en que injertar las ramas nuevas y lozanas de nuestro Movimiento”.128

Ci troviamo quindi negli anni di massima consolidazione del potere del Caudillo. L’appoggio avviene da diverse classi o ceti. L’ideologia si sta affermando intorno a dei pilastri che sosterranno la dittatura fino al 1975.

In precedenza si è parlato del ruolo fondamentale svolto dall’esercito e dai militari nelle fasi più delicate del dominio del generale africanista. Va però detto che anche l’ambiente monarchico è vicino allo stesso. Il blocco nazionalista è accompagnato da teorici dell’Azione Spagnola e dai nostalgici carlisti che hanno sempre portato avanti il motto, poi caro anche a Franco, Dios, Patria y Rey. Quest’ultimo introduce un’altra frangia che appoggerà per molti anni la Dittatura, ovvero i cattolici di Acción Católica. Anche da essi Franco trarrà importanti spunti quali la moralità pubblica e privata, la commistione delle feste e celebrazioni dello Stato con quelle religiose. Si va quindi formando uno Stato cattolico nel quale la politica appare come la conseguenza della fede. In conclusione, il Governo deve mettere insieme differenti proposte provenienti da ambiti diversi della società. Franco da adesso in poi condurrà una politica strategica basata su alcuni punti fermi e facendo in modo che tutto giri attorno alla sua figura, come leader unico.

Concluso l’evento bellico già da alcuni anni, il Caudillo stabilisce una politica di post-guerra. Fra le differenti tendenze ideologiche di cui si è parlato sopra, decide di portare avanti un nazionalismo esaltato: il militare è visto come simbolo ed esempio di vita. Un cattolicesimo fervente sia nella liturgia che nelle manifestazioni pubbliche ed una forte ammirazione per la Spagna del passato e del suo antico impero saranno altri punti di riferimento indispensabili. Per quanto riguarda quest’ultimo elemento, Franco si rifà direttamente al pensiero di Ramiro de

Maeztu.129, pensatore ha sempre puntato l’attenzione sulla Spagna Eterna. L’ispanità era vista come una vocazione ed un orgoglio, simbolo di una comunità nazionale e retta dalla Provvidenza. Da qui nasce l’avvicinamento tra la politica e la religione. La Hispanidad viene anche vista come un modo per reagire di fronte all’ancora scottante perdita delle colonie, come ad esempio Cuba, alla fine del XIX secolo.

Come osservato in precedenza, Franco sa muoversi in modo estremamente arguto e strategico sia in ambito interno che nella politica estera. Agli inizi degli anni ’40 intraprende accordi con la Germania di Hitler, ma ben presto, l’atteggiamento del Generalísimo cambia, senza mai mostrare segni di debolezza o di posizione subalterna rispetto ad altre nazioni. Il 17 agosto del 1943 gli angloamericani sbarcano in Sicilia. Solo nove giorni dopo Mussolini viene destituito. Franco riceve la visita ufficiale dell’ambasciatore inglese Samuel Hoare che gli chiede un cambiamento significativo nella politica estera. Ottiene la promessa del ritiro della famosa División Azul dalla Russia. Tale impegno, però, non verrà mai mantenuto. Una volta giunto in Inghilterra, l’ambasciatore rilascia molteplici interviste dove dichiara di aver convinto Franco al ritiro delle sue truppe. Il Caudillo, venuto a sapere delle stesse, e per non dare adito a polemiche circa presunte debolezze e cedimenti di fronte a pressioni da parte di nazioni straniere, irritato dal modo in cui la notizia fosse stata presentata alla stampa inglese, decide di non ritirare il suo esercito dalla Russia se non soltanto alcune settimane dopo.

Di fronte alle proteste di Churchill circa la permanenza di parte della División Azul al limite della frontiera russa, Franco riesce così a dimostrare di non aver ceduto alle pressioni inglesi. Allo stesso tempo, decide pure di non interrompere totalmente la vendita del wolframio alla Germania, bensí di ridurla parzialmente.

Le tensioni in politica estera hanno delle ripercussioni anche all’interno. La scintilla scocca in merito alla questione della possibile restaurazione della Monarchia. Alcuni procuradores eletti nelle Cortes richiedono il ristabilimento di una discendenza sulla linea di Alfonso XIII. Altri tradizionalisti preferiscono una monarchia nazionale con don Javier de Borbón-Parma. Il comportamento di Franco è molto articolato e complesso. Decide di far cadere, senza replica alcuna, le richieste di coloro che volevano una discendenza borbonica. Allo stesso tempo, dà mandato alla Junta Política affinchè sospenda quei procuradores elettivi che hanno firmato la petizione.

Le misure di legittimazione e rinforzo del proprio potere personale non terminano qui. Franco dispone anche l’allontanamento di molte personalità che si sono dimostrate a favore di un

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Si tratta di un poeta e scrittore spagnolo che appartiene alla Generazione del '98. Si dichiarò da sempre a favore delle forze nazionaliste ed allo scoppio della Guerra civile spagnola venne ucciso, ufficialmente, per mano repubblicana. Una delle opere più famose è proprio La Defensa de la hispanidad del 1934.

ristabilimento della Monarchia. Ricordiamo, ad esempio, Alfonso García Valdecasas. Egli viene sollevato dal suo incarico di direttore dell’Istituto degli Studi Politici. Il duca d’Alba è rimosso dallo scranno di ambasciatore a Londra. L’ordinario di Diritto Civile Ignacio de Carro viene sospeso dall’incarico di direttore generale dei Registri e del Notariato.

Il processo di eliminazione o allontanamento dei cospiratori monarchici, che quindi potrebbero causare un indebolimento del potere del Generalísimo, viene messo in atto anche all’interno delle schiere dei militari, sempre cari e protetti dal dittatore. Il 12 settembre del 1943 un gruppo di tenenti generali ricorda a Franco l’importanza del ruolo dell’Esercito all’interno dell’affermazione del nuovo Stato. Il dittatore, senza rispondere, li convoca uno a uno e ribadisce loro di essere un monarchico convinto, ma fa anche capire come non sia ancora giunto il momento del ritorno alla Monarchia. Non sappiamo se i graduati abbiano creduto o meno alle parole del dittatore, ma di sicuro le accettano nel rispetto del mando único.

Il Generalísimo, a questo punto, deve fare in modo di tenere calmi gli animi, sia in ambito di politica interna che estera. Pochi giorni prima del Natale del 1943, decide di firmare un indulto per tutti i condannati alla pena massima di vent’anni e un giorno e sospende l’applicazione della pena di morte per reati commessi durante la Guerra Civile. Si tratta di una decisione strategica, intrapresa per calmare le pressioni degli alleati sulla Spagna.

I gruppi di esiliati in Messico e Francia si stanno organizzando, contando anche e soprattutto, sull’aiuto alleato. Si sta concludendo un anno pieno di tensioni, mentre se ne sta aprendo un altro ancora più preoccupante. La Delegación Nacional de Prensa proibisce la pubblicazione di qualsiasi documento che ipotizzi la somiglianza tra la Spagna ed i regimi totalitari stranieri:

“Como norma general deberá tenerse en cuenta la siguiente: en ningún caso y bajo ningún pretexto serán utilizados, tanto en artículos de colaboración como en editoriales y comentarios de ese periódico, textos, idearios o ejemplos extranjeros al referirse a las características y fundamentos políticos de nuesto Movimiento. El Estado español se asienta exclusivamente sobre principios, normas políticas y bases filosóficas estrictamente nacionales. No se tolerará en ningún caso la comparación de nuestro Estado con otros que pudieran parecer similares, ni menos aún extraer consecuencias de pretendidas adaptaciones ideológicas en nuestra patria. El fundamento de nuestro Estado ha de encontrarse siempre en los textos originales de los fundadores y en la doctrina establecida por el Caudillo”.130

Pertanto, il 1944 si apre tra mille tensioni. Però, va anche detto che la società spagnola sta cambiando. Nonostante l’estrema povertà, le scarse vie di comunicazione e le lunghissime code alle fontane, la gente sente uno spirito nuovo. La Guerra Civile è ormai conclusa da cinque anni.

La radio inizia a trasmettere musica da ballo e si organizzano ferias nelle diverse città della nazione. Il calcio e le corride sono un altro degli artifizi messi in atto da Franco per distogliere l’attenzione del popolo dalle problematiche della vita quotidiana.

Inizia una cooperazione con nazioni lontane, come, per esempio, il Brasile, che con il suo nuovo ambasciatore, introduce le prime scorte di penicillina.

Le diverse opposizioni al Regime, invece, non si lasciano distrarre da questo nuovo spirito “goliardico”. Nel mese di ottobre del 1944 si crea la Alianza Nacional de Fuerzas Democráticas con lo scopo di organizzare una concreta resistenza alla dittatura. Questa organizzazione trova le sue basi nel piccolo gruppo di veterani spagnoli che il 24 agosto del 1944 liberano, affiancando gli alleati, la città di Parigi dai nazisti. Essi iniziano a organizzare un’azione intensa di reclutamento di quadri con il fine di formare piccole unità militari. Si tratta di un gruppo spontaneo, ma con l’ambizione di eliminare la dittatura con un’invasione armata. La volontà è quella di attuare un’opposizione violenta, attraverso la guerriglia che partirebbe dalla Francia per raccogliere poco a poco l’appoggio del popolo spagnolo.

Ci troviamo di fronte a un progetto ambizioso, ma inesorabilmente destinato al fallimento, se non altro per il fatto che lo stesso Franco ne sia al corrente sin dai primi momenti, informato dai servizi segreti. Sconfitta la Germania, in ambito europeo, il passo seguente è quindi l’eliminazione della dittatura spagnola con l’appoggio della Resistenza francese e del Partito Comunista. Gli americani e gli inglesi non appoggiano né ostacolano tale iniziativa. La sommossa inizia con l’ingresso attraverso la Navarra, ma pochissime truppe riescono a superare l’Ebro. L’invasione viene definita da tutti come un fracaso. Pur essendo ufficialmente un’azione segreta, l’avanzamento delle truppe in Francia avviene attraverso delle tappe nelle città che avevano appoggiato la Resistenza repubblicana, accolte con celebrazioni pubbliche. Il Duca D’Alba, ambasciatore a Londra prima della destituzione, ha informato Franco dei programmi di invasione lungo la frontiera.

Nel mese di ottobre si decide di mettere in atto un secondo tentativo di invasione dalla frontiera. Franco manda nuove unità dell’esercito e della Guardia Civil a difendere la stessa. Se dal lato degli invasori, ogni passo viene reso noto, in modo quasi sensazionalistico, da Radio Toulouse, dall’altro il Governo gestisce il tentativo di conquista spagnola nel silenzio stampa più totale. Il Caudillo decide di mantenere il suo popolo nella totale inconsapevolezza di ciò che sta accadendo, con il fine di non generare focolai antifranchisti nella penisola. Le truppe, comandate da López Tovar, hanno armamenti insufficienti e sono composte da un quantitativo di soldati compreso tra i 3.600 ed i 12.000. Subito attaccati dall’esercito nazionalista, devono rinunciare nuovamente all’invasione. La guerriglia tenterà varie volte l’ingresso in Spagna fino al 1947.

Nella città di Tolosa viene persino istituita la Escuela Central de Guerrilleros, nella quale prestano servizio come istruttori eminenti rappresentanti del passato Frente Popular, ne è un