• Non ci sono risultati.

IL CONTESTO STORICO E L’EVOLUZIONE DELLA STAMPA DALLA METÀ DEGLI ANNI ’70 FINO AL GOVERNO SUÁREZ

4.6 Suárez e la Stampa

Abbiamo già accennato agli esordi di Suárez ed alle prime implicazioni sulla Stampa. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, nonostante la fredda accettazione iniziale. Il famoso pranzo con i giornalisti e le promesse del Capo del Governo consentono una normalizzazione dei rapporti tra il “quarto potere” e l’Amministrazione. I giornalisti sono ormai convinti della genuinità dei propositi del Governo. Il nuovo Ministro Andrés Reguera398, con l’ausilio del Sottosegretario Sabino Fernández Campo399, lavorerà in stretta collaborazione con Suárez.

La questione più complessa, invece, riguarda la Prensa del Movimiento. L’ambizione ormai chiara è quella di procedere allo smantellamento della stessa struttura, non solo per motivi ideologici, bensí per questioni squisitamente economiche. Non dobbiamo infatti dimenticare che essa, negli anni, ha subito un graduale calo dei lettori e sopravvive quasi unicamente grazie ai finanziamenti dello Stato. Per giunta, parliamo di un servizio appartenente ad un Movimento che ha già cessato di essere.

Il primo passo è determinato dal Decreto Reale del primo aprile del 1977, in base al quale tutti i beni del Movimiento sarebbero passati allo Stato. La dismissione implica di per sé anche il licenziamento di molti lavoratori, che si sono convertiti in funzionari pubblici de facto.

Ritornando invece alla Stampa indipendente, come abbiamo già osservato, essa appare in forte crescita, pur se auto-finanziata produce anche ricchezza. I lettori, ormai esigenti, chiedono di sapere e conoscere sempre più cose circa l’andamento della nazione. Non si deve, però, dimenticare, che nonostante alcune deroghe alla Legge del 1966, essa rimane in vigore. Lo stesso vale per la normativa relativa ai segreti di Stato. Si tratta di una serie di veti, posti dall’Amministrazione, su tematiche giudicate sensibili o complesse.

398

Laureato in Legge, come gran parte dei Ministri di Suárez, entra nell’Avvocatura dello Stato ed opera in zone considerate “calde” nel Nord della nazione, salvo diventare successivamente Avvocato Capo del Ministero dei Lavori Pubblici fino al 1968. Viene eletto nelle Cortes come procurador e successivamente è nominato Ministro dell’Informazione e Turismo per un anno esatto nel mese di luglio del 1976, nell’ormai quinto della serie “lampo” dei Governi voluti da Juan Carlos. Reguera è anche il Ministro che dovrà gestire l’informazione circa la legalizzazione del Partito Comunista in Spagna:

“Ya en Semana Santa de 1977, el ministro de Información y Turismo, Andrés Reguera Guajardo, llamó a su subsecretario, Sabino Fernández Campo, para que interrumpiera sus vacaciones y acudiera a una reunión importante en la sede de Interior. Se trataba de una reunión a dos, con el ministro Martín Villa, que entregó a Sabino una nota para que la distribuyera a los medios de comunicación por los cauces habituales. Se trataba de un texto breve en el que se responsabilizaba a la Fiscalía de haber informado favorablemente respecto a los estatutos que había presentado el PCE para su legalización”. (Rif. Pilar Cernuda, Fernando Jáuregui, Manuel Ángel Menéndez, 23-f La Conjura de los Necios, Edizioni Foca, Madrid, 2001, p. 40).

399 Intervistato da Carmen Castro Torres circa quel lungo anno al Ministero dell’Informazione, afferma: “Yo me acuerdo

que dormía en el ministerio esperando la salida de la prensa del día siguiente. Había que evitar que algunos periódicos se desbordaran de repente, lo cual hubiera causado alarmas en algunos sectores que estaban contemplando cómo se verificaba la Transición” (Rif. Carmen Castro Torres, Op. Cit., p. 248: intervista a Sabino Fernández Campo, realizzata

L’attenzione della Stampa è riversata quindi sulla necessità, da parte del Governo, di intraprendere un dialogo con l’opposizione. Essa, come analizzato nella sezione storica, è una prerogativa necessaria per procedere a passi decisi verso la democrazia.

Altri temi vengono affrontati in modo deciso e pressante. Stiamo parlando della legalizzazione dei partiti politici, lo smantellamento di tutte le reminescenze della dittatura, l’amnistia, la libertà sindacale, le elezioni generali ed una particolare attenzione alle autonomie regionali.

Con queste premesse, il procedimento di censura non scomparirà neanche nel 1976. Il ruolo dei censori, che verrà affrontato in seguito, appare forte più che mai, assecondati anche da funzionari dello Stato non pienamente consapevoli del momento in cui si sta vivendo e del processo lunghissimo sul controllo dell’informazione messo in atto negli ultimi quaranta anni. Anche i gruppi estremisti di destra continuano con sporadici attentati alla libertà di informazione. Nel mese di novembre vengono bruciati ben 2000 esemplari del quotidiano Diario 16, in seguito ad una manifestazione di stampo franchista tenutasi nella zona Est della città. Ci troviamo, quindi, in una vera e propria Transizione, anche all’interno della Stampa. In essa il vento nuovo di rinnovamento spesso sbatte contro i muri del passato, senza produrre, pertanto, i cambiamenti significativi sperati.

Basti pensare ad una normativa, la Legge sulle Giurisdizioni: essa consente ai tribunali militari di intraprendere procedimenti penali nei confronti di coloro che hanno commesso reati, nel campo della Stampa, contro l’Esercito:

“En muchas de las actuaciones contra la prensa en esta primera etapa del Gobierno Suárez se aprecia que la administración franquista continúa intocable. El País recibió dos expedientes administrativos: uno por publicar un anuncio de un casino de El Algarbe y otro por publicitar una película en forma de esquela; ambos fueron prohibidos por el subdirector general de publicaciones”.400

Appare, pertanto, chiaro che il cammino risulta essere piuttosto lungo ed articolato. Il Governo dovrà operare una sorta di riordino e riorganizzazione della normativa di riferimento relativa alla Stampa. Questo processo andrà di pari passo con le riforme politiche che condurranno, come detto nell’introduzione, al termine della Transizione, ad una vera e propria democrazia, con una Costituzione ed una Monarchia parlamentare.

Proprio nel 1978 la Spagna entrerà a far parte del non ampio ventaglio di nazioni ove la libertà di Stampa viene considerata una realtà. La stessa carta costituzionale del 1978 riconosce la libertà d’espressione ed il dirittto all’informazione, dedicando un articolo a tale tematica:

“Se reconocen y protegen los derechos:

a) A expresar y difundir libremente los pensamientos, ideas y opiniones mediante la palabra, el escrito o cualquier otro medio de reproducción.

b) A la producción y creación literaria, artística, científica y técnica. c) A la libertad de cátedra.

d) A comunicar o recibir libremente información veraz por cualquier medio de difusión.

La ley regulará el derecho a la cláusula de conciencia y al secreto profesional en el ejercicio de estas libertades. El ejercicio de estos derechos no puede restringirse mediante ningún tipo de censura previa”. 401

Come abbiamo potuto notare nelle pagine precedenti, la Stampa spagnola è stata vittima di un duro controllo per moltissimi anni, sottomettendo l’esercizio della professione di giornalista al potere politico. La Costituzione farà esplicito riferminento a questo passato oscuro, in modo tale che esso non possa ripetersi nuovamente. La censura, il controllo e le forti limitazioni non rappresentano più una realtà. Finalmente i giornalisti potranno operare serenamente e senza alcun tipo di timore. Passiamo ora alla seconda parte della nostra ricerca.

401 Mercedes Iglesias Báres, Estructura orgánica y derechos fundamentales en la Constitución española de 1978, Ed.