punti centrali nel dibattito attuale sull’immigrazione. Se da un
Tab. 4.5. Stima del valore aggiunto prodotto da immigrati irregolari per area geografica
Area v.a. da lavoro immigrati
irregolari (mld di euro) % su v.a. totale
Nord 7,5 0,9
Centro 4,4 1,4
Sud 3 0,9
Totale 14,9 1
Fonte: Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Istat.
Tab. 4.6. Stima del valore aggiunto prodotto dagli stranieri irregolari per settore
Settore v.a. da lavoro immigrati
irregolari (mld di euro) % su v.a. totale
Agricoltura 0,9 2,6
Manifattura 1,1 0,4
Costruzioni 1,3 1,9
Servizi 11,7 1,1
Totale 14,9 1
lato, come più volte sottolineato, l’età media della popolazione immigrata (33 anni contro 45 degli italiani)8 fa sì che gli stra-
nieri siano prevalentemente contribuenti attivi, l’opinione pub- blica continua a percepire l’immigrato come un concorrente per le prestazioni del welfare e come un costo per la collettività.
In parte, ciò è dovuto alla confusione – spesso mediatica- mente costruita [Fondazione Leone Moressa 2015a] e politica- mente cavalcata – tra «immigrati» e «richiedenti asilo», per cui in molti credono che tutti gli immigrati ricevano dallo Stato 35 euro al giorno, cosa ovviamente non vera né per gli immigrati, né tanto meno per i richiedenti asilo [Fondazione Leone Mo- ressa 2016]. Ma questa percezione negativa è dovuta anche alla scarsa conoscenza del mercato del lavoro e del ruolo degli im- migrati nella produzione nazionale.
Come sottolineato dal presidente dell’Inps Tito Boeri in di- verse dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa9, il saldo netto
tra contributi sociali versati e prestazioni sociali ricevute (pen- sioni, maternità, disoccupazione, ecc.) è di 5 miliardi l’anno. A cui si aggiungono i contributi di chi, rientrando nel paese d’ori- gine, perde il diritto a usufruire dei contributi versati.
L’obiezione più naturale alla teoria secondo cui «gli immi- grati contribuiscono a pagare le pensioni degli italiani» è che i contributi previdenziali non sono vere e proprie tasse, ma ri- sorse accantonate in vista di quando essi stessi andranno in pensione. Se questo può essere in parte vero nel lungo periodo (ammesso che vadano in pensione in Italia), va sottolineato che, nel sistema attuale, i contributi versati vanno a «finanziare» le pensioni dell’anno corrente. I lavoratori immigrati rappresen- tano dunque, almeno nel breve periodo, una boccata d’ossigeno per i conti dell’Inps, essendo contribuenti attivi e con un’età media inferiore.
Secondo il già citato Tito Boeri, inoltre, l’aiuto degli immi- grati sarà determinante anche in futuro, quando varrà solo il sistema contributivo e il riequilibrio coinvolgerà anche gli stra- nieri che prenderanno quanto versato.
8 Dati Istat 2016, considerando come classe massima 100 anni.
9 https://www.stranieriinitalia.it/attualita/attualita/attualita-sp-754/ contributi-boeri-immigrati-versano-e-non-ricevono-dono-all-italia.html.
Grazie agli ultimi dati disponibili delle dichiarazioni dei redditi 2016 (anno di imposta 2015) è possibile stimare il con- tributo previdenziale dei nati all’estero10 e dei cittadini con cit-
tadinanza non italiana (stranieri). Il 7,7% dei contributi previ- denziali totali – che ammonta a 16,8 miliardi di euro – proviene dai nati all’estero. Se si considera il dato relativo ai soli stranieri, la somma dei contributi versati è 11,5 miliardi di euro, pari al 5,2% delle entrate contributive del 201511.
Considerando i dati dei soli «dipendenti» nati all’estero (3 milioni), il reddito dichiarato è pari a 42 miliardi di euro (con un importo medio di 13 mila euro annui), da cui possiamo sti- mare il reddito lordo e il rispettivo carico previdenziale per il lavoratore e il carico previdenziale a carico dell’azienda in cui lavora.
Volendo considerare solo i lavoratori stranieri dipendenti, in base ai dati Istat-Rcfl i dipendenti stranieri nel 2015 sono 2.063.066. Ipotizzando la stessa proporzione di contributo pre- videnziale tra i nati all’estero e gli stranieri, possiamo calcolare un contributo previdenziale degli stranieri dipendenti di 10 mi- liardi di euro.
Al contributo dei dipendenti vanno sommati gli altri contri- buti da reddito non dipendente. Per il «reddito d’impresa» si stima che le 154 mila dichiarazioni dei redditi per un importo medio di circa 167 mila euro annui diano un contributo previ- denziale di 730 milioni di euro.
10 Chi non è nato in Italia, ma può avere cittadinanza italiana o doppia cittadinanza.
11 La stima è ottenuta grazie all’analisi dei redditi in base alle aliquote contributive che dipendono sia dal tipo di reddito che dalla classe di reddito.
Tab. 4.7. Stima del contributo previdenziale dei lavoratori dipendenti e assimilati – nati
all’estero e stranieri (Dich. 2016 a.i. 2015)
N. lavoratori dipendenti Contributi versati
(mld euro)
Nati all’estero 3.177.512 15,4
Stranieri 2.063.066 10,0
I contributi previdenziali da «reddito/perdita da partecipa- zione» vengono calcolati allo stesso modo e le oltre 94 mila di- chiarazioni portano un contributo previdenziale di 406 milioni di euro.
Le 35 mila dichiarazioni di lavoro autonomo generano un ammontare di oltre un milione di redditi per una media di red- dito Irpef di 30 mila euro annui, il cui contributo previdenziale è di 297 milioni di euro.
Al 2015 gli autonomi stranieri nel nostro paese sono 295.999: sempre ipotizzando che il contributo per nati all’estero e stranieri sia lo stesso, possiamo stimare il contributo degli stranieri pari a 1.490 milioni di euro.
I dati fin qui presentati confermano il ruolo significativo dell’occupazione immigrata per il sostegno al sistema nazionale del welfare, che include pensioni e altri trasferimenti monetari come maternità e disoccupazione e che, come sappiamo, si ri- volge prevalentemente alla popolazione autoctona.
La voce «pensioni», infatti, è una delle voci principali della spesa pubblica nazionale e, vista l’età anagrafica media, la po- polazione immigrata ne beneficia in misura molto marginale. Essendo prevalentemente in età lavorativa, infatti, gli immi- grati sono soprattutto contribuenti e solo marginalmente be- neficiari.
Nel 2015, i contributi previdenziali hanno raggiunto quota 11,5 miliardi: la serie storica mostra come questo contributo si faccia di anno in anno sempre più consistente.
Tab. 4.8. Stima del contributo previdenziale degli altri lavoratori nati all’estero (Dich.
2016 a.i. 2015)
Frequenza Ammontare
redditi (mln euro)
Media
in euro Contributiversati
Reddito d’impresa 154.613 2.701 17.470 730 milioni di euro
Reddito/perdita da parte-
cipazione 94.668 1.308 13.825 406 milioni di euro
Reddito da lavoro auto-
nomo 35.361 1.070 30.280 297 milioni di euro
4.4. I redditi dichiarati e le imposte versate dagli occupati