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controlli di secondo livello, in capo a strutture diverse da quelle operative, intervengono per fornire un giudizio complessivo

Nel documento Il monitoraggio dei crediti bancari (pagine 66-89)

sull’assunzione di rischio (in quest’ambito anche per verificare nel complesso che i controlli di primo livello producano risultati efficaci), verificare il rispetto dei limiti di rischio, e per fornire informazioni complessive e rappresentative dei fenomeni analizzati, agli stessi risk taker ed agli organi aziendali con funzione di gestione e supervisione strategica.''54

Nei controlli di secondo livello si verifica che il monitoraggio sia corretto e che il processo di gestione provveda alla regolare applicazione delle regole.

54 AIFIRM – Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers Controllo Andamentale e Monitoraggio del Credito

Monitoraggio andamentale crediti deteriorati

I controlli si ''differenziano anche in funzione della “macro-classe” di appartenenza così come

• crediti deteriorati non ancora classificati in sofferenza, per cui è ancora possibile (con diverso grado di probabilità) il ritorno in bonis;

• crediti deteriorati in sofferenza

Controlli di secondo livello hanno queste funzioni:

verifica la coerenza di classificazione delle singole esposizioni nelle classi di deteriorato; si analizza il tempo di permanenza delle

esposizione in incaglio evidenziando le esposizioni permanenti da oltre 12 mesi.

Si effettuano verifiche su singole posizioni, modulate sulla base di una soglia di materialità eventualmente differenziata per forma tecnica e, nel caso di disaccordo nella classificazione, ne discute con la competente funzione crediti, dando informativa del fatto e dell’esito del confronto nella propria informativa periodica

verifica l‘adeguatezza del processo di recupero dei crediti e l’operato

delle unità operative (legale/contenzioso) mediante analisi di:

1. tasso di ritorno in bonis, differenziando le esposizioni in base a gestione interna o gestione affidata ad outsourcer esterni

2. numero di situazioni affidate ad ogni singolo ente gestore al fine di rilevare inefficienze nel carico di lavoro e analisi degli scostamenti tra i diversi enti gestori

3. tempi di esecuzione del recupero, misurando valori medi differenziati per aggregato, in funzione della dimensione e complessità aziendale

4. tracciatura del processo di recupero; la FCR si avvale delle procedure a disposizione delle unità operative, ed esamina le esposizioni per cui effettua verifiche specifiche, accertando l’esistenza, nelle procedure automatiche, di tutte le informazioni necessarie al processo di valutazione; 5. adeguatezza della struttura organizzativa del processo di recupero e delle

risorse professionali rispetto al rischio assunto; è auspicabile che la

verifica – almeno annuale – sia effettuata in collaborazione con le funzioni con responsabilità organizzative della società

in merito al processo di rivalutazione periodica delle garanzie immobiliari

verifica l’esistenza di un processo per acquisire fenomeni quali:

liquidazioni, procedure concorsuali, variazioni di quote di societarie e/o trasformazioni societarie

verifica, periodicamente, che le esposizioni ristrutturate non presentino un saldo scaduto in via continuativa

verifica che vi sia un’analisi periodica, almeno trimestrale, delle “sofferenze allargate”

verifica la dinamica dei beni recuperati/escussi''55

55 AIFIRM – Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers Controllo Andamentale e Monitoraggio del Credito

Indagine sul credito bancario nell'area europea. I principali risulatati delle banche italiane.

Da aprile 2014 l'offerta di prestiti è cresciuta in Italia, grazie al miglioramento della situazione economica generale del paese.

I requisiti relativi ai prestiti per acquisti immobiliari, si sono alleggeriti, portando così a una diminuzione del costo di provvista per gli intermediari.

Da luglio a settembre 2014 l'offerta dovrebbe rimanere pari a quella precedente. La domanda di prestiti da parte delle aziende è diminuita, mentre la domanda delle famiglie è aumentata.

Di seguito i grafici relativi al grado di restrizione delle condizioni di offerta dei prestiti e principali determinanti sia nelle imprese che nelle famiglie.56

Guardando all'inizio del 2014 troviamo una buona crescita della attività economica mondiale.

In Europa permane una bassa inflazione con una ripresa economica molto contenuta, con tassi di interesse alti in termini reali; i tassi sono stati diminuiti ancora dal Consiglio direttivo della Banca centrale europea e rimarranno tali per un lungo periodo di tempo.

Sia i privati che il settore pubblico stentano a diminuire l'indebitamento.

Le condizioni creditizie in Italia sono ancora tese infatti il credito alle imprese continua a diminuire, e ciò denota una bassa propensione agli investimenti che sono la base per la ripresa economica del paese.

Le banche sono comunque restie a concedere prestiti per via dell'alta probabilità di fallimenti e quindi dell'alto rischio di credito.

Per quanto riguarda la situazione del credito bancario durante la crisi finanziaria iniziata negli USA nel 2007, si sono stimati effetti e conseguenze a livello mondiale creando molte tensioni.

Gli intermediari finanziari per tutelarsi hanno cercato di procurarsi sempre più risorse liquide e mantenere un contenuto fabbisogno di capitale.

Come conseguenze abbiamo assistito a una diminuzione dell'offerta di prestiti con implicazioni negative sullo sviluppo della attività produttiva soprattutto quella privata.

In Italia il credito bancario aveva iniziato ''a decelerare già nella prima metà del 2007,

all’indomani di una espansione lunga quasi un quinquennio.

La dinamica dei prestiti si è ancora affievolita con lo scoppio della crisi, fino a divenire negativa alla metà del 2009.

Il rallentamento registrato nello scorso biennio ha coinciso, oltre che con le turbolenze dei mercati dei capitali, con la debolezza del comparto immobiliare, con la caduta della spesa per consumi e investimenti, con il peggioramento del merito di credito della clientela bancaria.

Un tale concorso di eventi rende arduo stabilire se – e in che misura – la decelerazione dei prestiti rifletta un calo della domanda da parte di

famiglie e imprese piuttosto che una restrizione dell’offerta da parte delle banche. Ancor più complesso è valutare se l’evoluzione del mercato del credito prefiguri un credit crunch, ossia un calo dell’offerta di prestiti che non riflette una

riduzione della domanda o il peggioramento del rischio di insolvenza ma scelte e vincoli interni alle stesse banche.

Gli effetti di una scarsa disponibilità di credito sull’economia reale possono essere assai rilevanti.

La mancanza di finanziamenti può costringere le imprese a ridimensionare i piani di investimento e le famiglie a comprimere i programmi di consumo,

produttiva e sull’occupazione.''57

La minore offerta di credito ha avuto un impatto molto forte sulla economia reale: si imputa a ciò la caduta di circa un quinto della attività produttiva nel solo anno 2009.

Il sistema italiano è imperniato sul sistema bancario, quindi dopo un calo della intermediazione e della concessione di credito si hanno forti riscontri negativi sulla attività produttiva reale.

In altri paesi hanno affrontato meglio questa situazione perchè gli imprenditori erano più abituati a ricorrere a altre fonti di finanziamento alternative quali la raccolta obbligazionaria oppure il mercato.

Nonostante si possa vedere una possibile crescita e ripresa i dati rimangono abbastanza preoccupanti e per questo le banche rimangono molto restie a concedere credito con facilità.

Per quanto riguarda il credito al settore privato, bisogna sottolineare il fatto che fino al 2007 era in una fase di forte espansione, ma dal giugno 2007 ha iniziato a bloccarsi, andando sempre più a diminuire nel tempo.

57 Banca d'Italia: L’accesso al credito in tempo di crisi: le misure di sostegno a imprese e famiglie. Gennaio 2012.

Con lo scorrere dei mesi si è avuto una decelerazione sempre più forte: nel 2007 l'espansione cresceva al 12%, successivamente si sarebbe sfiorato lo zero o addirittura valori negativi.

Anche per quanto riguarda i mutui connessi all'acquisto di immobili da parte di privati hanno avuto uno stop, mentre per il credito al consumo il rallentamento è stato più acuto nel 2008.

Il ritmo di espansione ''dei finanziamenti alle imprese è rimasto sostenuto fino alla metà del 2008, oscillando poco al di sopra del 12 per cento.

Il successivo rallentamento è stato particolarmente rapido: il tasso di crescita congiunturale è sceso al 6 per cento alla fine dello stesso anno, divenendo negativo a partire da maggio 2009; esso è attualmente pari a -5,8 per cento su base annua.

La decelerazione del credito alle imprese ha interessato tutti i rami di attività , ma è risultata accentuata per le società manifatturiere, attualmente su valori

fortemente negativi, e per quelle di costruzioni.

Distinguendo in base alla dimensione aziendale, emerge il forte rallentamento dei prestiti alle imprese maggiori, passati da una crescita del 15 per cento

nell’autunno del 2007 a una contrazione di oltre il 4 nello scorso gennaio. La dinamica del credito alle imprese piccole e medie ha subito una flessione meno accentuata, partendo da livelli inferiori, ma risulta anch’essa leggermente negativa''. 58

Un aspetto interessante riguarda quali banche hanno subito un maggiore rallentamento, se quelle di dimensioni maggiori o minori.

La più ingente diminuzione di erogazione di credito si riferisce agli intermediari maggiori cioè quelli appartenenti ai maggiori gruppi.

Dal 2005 al 2008 i tassi bancari sono saliti, facendo incrementare il costo del denaro; dopo la crisi, invece, abbiamo assistito a una rapida e forte diminuzione dei tassi attivi.

Si legge da un bollettino di Banca d'Italia del 2012 che '' dal massimo dell’agosto del 2008, in Italia il costo dei nuovi mutui ha registrato un calo di 3,4 punti percentuali sui prestiti a tasso variabile e di 1,4 punti per quelli a tasso fisso ; la riduzione è stata maggiore di quella registrata in media nell’area dell’euro (-3,1 punti per i tassi variabili e -1,1 punti per quelli fissi), in parte come conseguenza del minore aumento dei margini rispetto ai tassi swap da parte delle nostre banche.

Il calo del costo del credito è stato significativo per le imprese, che hanno beneficiato di una riduzione dei tassi bancari – rispetto ai massimi del 2008 – di 3,9 punti percentuali per i contratti a tasso variabile e di 3,1 punti per quelli a tasso fisso, mentre il costo dei finanziamenti in conto corrente si è ridotto di 3 punti, al 4,3 per cento. ''59

Dal giugno 2008 si è assistito anche al brusco aumento del rapporto tra utilizzato e accordato: siamo passati dal 41% del 2008 al 45% del 2009.

Questa situazione è dovuta a un rallentamento del credito accordato da una parte e dalla crescita dell'utilizzato, che ha iniziato a diminuire solo più tardi.

Il livello medio tuttora ''contenuto del rapporto di utilizzo indica che le imprese hanno ancora a disposizione margini assai ampi sulle linee di credito.

La distribuzione del rapporto tra gruppi di imprese mostra però che l’incremento osservato nei mesi più recenti riflette pressoché per intero l’aumento registrato dalle imprese con un grado di utilizzo elevato, in particolare, alla fine dello scorso anno quasi il 10 per cento delle imprese si situava negli ultimi due decili della distribuzione (con un rapporto superiore all’80 per cento).

Una possibile interpretazione è che le banche abbiano contenuto gli affidamenti

alla clientela ritenuta marginale.''60

La composizione dell'attivo bancario negli anni della crisi è la seguente: • acquisti netti di titoli pubblici principalmente titoli di stato • prestiti al settore privato non società finanziarie

• prestiti società finanziarie • depositi presso eurosistema • titoli del settore privato

Vi è una spiccata propensione a investire in attività liquide con un rischio contenuto.

La BCE ha adottato alcuni provvedimenti che hanno lasciato capire che la ripresa della erogazione del credito si avvierà in seguito al trasferimento dei rischi sui bilanci pubblici.

Attualmente le banche non hanno dei reali problemi di raccolta o liquidità, grazie alle operazioni di mercato aperto; nonostante questo l'erogazione non è così libera, perche nei bilanci bancari persistono crediti deteriorati e le nuove norme hanno posto limiti più stringenti alla concessione.

Più un credito è rischioso e più si dovrà accantonare capitale, quindi il rendimento dell'asset diminuisce.

Le Targeted Long Term refinincing Operations (TLTRO) della Bce ''forniranno ulteriore liquidità e questa volta mirata agli impieghi verso le imprese, ma non risolveranno il conflitto tra le necessità di ricapitalizzare le banche e di erogare credito. L'azione sugli ABS e covered bonds della Bce mira invece a rompere

questo circolo vizioso in due passaggi.

Il primo permette alle banche di impacchettare crediti buoni (le tranche senior degli ABS) e venderli alla Bce. È una via facile per fare funding e ricreare capitale. Il risultato è comunque un trasferimento del rischio (per quanto non elevato) al bilancio (pubblico) della Bce.

Il secondo passaggio permette alle banche di cedere anche crediti di minor qualità (tranches mezzanine degli ABS) se garantiti. La garanzia difficilmente potrà essere data da altri se non dal Governo o altri enti pubblici.

Le banche potranno così in parte ripulire i propri bilanci, trasferire asset difficili alla Bce e il loro rischio agli Stati sovrani. Anche qui c'è mutualizzazione, ma non cross-border: ogni stato garantisce i crediti delle sue banche.''61

Un esempio di ciò potrebbe essere che il Governo amplii le sue garanzie sugli impieghi della Cassa depositi e prestiti cioè sui crediti dati alle piccole e medie imprese.

Questa Cassa è una società per azioni controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze il quale possiede l'80,1% del capitale.

Il restante 18,4 % è in possesso di diverse fondazioni tra cui: – Fondazione Cariplo

– Fondazione Cassa di Risparmio di Torino – Compagnia di San Paolo

– Fondazione Monte dei Paschi di Siena

La sua funzione principale è la gestione di una ingente parte del risparmio 61 Il Sole 24 Ore

nazionale cioè il quello postale, identificato in libretti e buoni fruttiferi. Oltre ciò si impegna in diversi settori:

• come finanziatore nella Pubblica Amministrazione

• permette la crescita del campo delle infrastrutture

• come sostegno della economia e dell'imprenditoria italiana

La Cassa è il primo azionista del Fondo Strategico italiano il quale tra i suoi scopi ha quello di impossessarsi di partecipazioni di aziende di grande interesse nazionale per promuovere lo sviluppo.

È inoltre il maggiore azionista di: • ENI Spa

•Terna Spa • Snam Spa

Nacque nel Regno di Sardegna nel 1850 per canalizzare capitali arrivati allo Stato attraverso la raccolta presso investitori privati. Piano piano ha incorporato le diverse casse che erano dislocate per tutto il territorio italiano.

Dal 2006 viene incorporata nella società per azioni Infrastrutture Spa, per promuovere grandi opere pubbliche.

Secondo gli elaborati dal Cerved, l'Italia è sempre lontana dalla ripresa che molti si auspicano. Ciò si può ricondurre anche alla determinante restrizione creditizia la quale:

non genera un adeguato sostegno per il sistema

crea una spirale non positiva di ritardo nel pagamento

Ciò ha portato a un ingente aumento del numero dei fallimeni e di un netto calo dei dei concordati.

Per migliorare la situazione si necessità di: – un maggiore sostegno del credito

– una diminuzione del carico fiscale, principalmente nella tipologia dell' IRAP

– rimodulazione del mercato del lavoro con creazione di nuovi posti per i giovani

L'IRAP è l'imposta regionale sulle attività produttive; è stata introdotta con il

decreto legislativo 446 del 15 dicembre 1997, ed è poi divenuta una tassa vera e propria con la Legge finanziaria del 2008.

Il suo obiettivo è quello di riuscire a finanziare il Fondo sanitario nazionale. Si basa sul fatturato aziendale o dell'ente o dei professionisti, quindi anche le pubbliche amministrazioni e i produttori agricoli.

L'imponibile nel calcolo dell'imposta è differente a seconda del soggetto. Le scadenze del pagamento sono le stesse dell'imposta di IRPEF e IRES utilizzando il modello f24.

È l'unica imposta che è proporzionale al fatturato e non è connessa all'utile di esercizio.

Sono ''soggetti all'Irap:

società di capitali ( Spa , Srl , Sapa )

enti che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di una attività commerciale

amministrazioni pubbliche ( Stato , Regioni , Province , Comuni , ecc.)

enti non commerciali residenti

società ed enti non residenti di qualsiasi tipo

società in nome collettivo e società in accomandita semplice

persone fisiche esercenti attività commerciali o di lavoro autonomo ad esclusione dei soggetti rientranti nel regime dei minimi

produttori agricoli (solo se non esonerati)''62

''«La paralisi del credito, soprattutto alle piccole e medie imprese, è il problema dominante», afferma Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Bce e capo economista, in un colloquio con Il Sole 24 Ore a Milano.

Alla riunione di settembre, il consiglio ha risposto, dice Praet, integrando le Tltro (le operazioni di liquidità per le banche condizionate alle concessione di prestiti all'economia reale), il cui successo dipende dall'adesione delle banche, con gli acquisti diretti di Abs, i titoli cartolarizzati. «In questo modo - sostiene

l'economista - espandiamo il nostro attivo nel momento in cui c'è bisogno di una iniezione di liquidità».

Draghi ha detto di voler riportare il bilancio della Bce, che si è contratto per

effetto dei rimborsi dei precedenti finanziamenti acccordati alle banche, ai livelli del 2012.

Considerato che oggi questo è attorno ai 2mila miliardi di euro, e allora aveva superato i 3mila miliardi, i mercati finanziari stimano che la Bce si prepari a iniettare nel sistema liquidità per mille miliardi di euro.

Praet ricorda che fin dall'aprile scorso Draghi aveva delineato tre eventualità, che osto tagliando di tassi d'interesse, il che ha avuto un effetto anche sul tasso di cambio (l'euro si è indebolito dell'8% circa dal picco vicino a 1,40 e ieri quotava sotto 1,29 sul dollaro, un elemento sul quale la Bce conta molto per far ripartire

crescita e inflazione ndr), il blocco del credito, specialmente alle piccole e medie imprese, che contrastiamo con le prossime Tltro e gli acquisti diretti di Abs, e il deterioramento delle prospettive d'inflazione, che continuiamo a monitorare da vicino».'' 63

Per contrastare la deflazione in Europa verrà lanciata la TLTRO cioè l'operazione di finanziamento verso gli istituti creditizi per riuscire a far incrementare l'erogazione di prestiti alla economia reale.

Verranno fatti due interventi, e in contemporanea verrà iniziato un programma di acquisto di abs e covered bond ''misure anch'esse dirette a facilitare il credito. In tutto, ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, l'obiettivo è riportare l'attivo totale dell'Eurotower dai livelli attuali a quelli del 2012: la differenza è di mille miliardi di euro.

A metà ottobre, l'annuncio dei risultati dell'esame approfondito delle banche dovrebbe a sua volta, negli intenti della Bce, rimuovere un fattore di incertezza che finora ha pesato sul credito.

A fronte dei mille miliardi cui ha fatto riferimento implicito Draghi ci sono circa 350 miliardi di euro di liquidità che le banche avevano ricevuto dalla Bce in operazioni precedenti (Ltro) e che devono essere rimborsati entro febbraio 2015 e quindi potrebbero ridurre l'impatto complessivo delle misure.'' 64

Secondo un articolo de Il Sole 24 ore il credito stanziato alle imprese è calato di circa 33 miliardi infatti ''lo stock di debito bancario delle 2050 società tra il 2009 si è ridotto di circa 33 miliardi, dopo essere aumentato di 48,6 miliardi tra il 2005 e il 2008.

Ne è diretta conseguenza l'aumento del peso delle obbligazioni, la cui porzione è salita dal 18,3% del 2004 al 27,5% dello stock di debito finanziario nel 2013, dopo avere intercettato il 44,6% dei debiti contratti dalle societa' nel decennio

63 Il Sole 24 Ore articolo di Alessandro Merli 64 Il Sole 24 Ore articolo di Alessandro Merli

contro il 13,4% del finanziamento bancario.''65

Conclusioni

Il processo creditizio necessita di giudizio e di attenzione.

Sin dalla prima fase del processo, quella informativa e meramente formale, possiamo attingere informazioni rilevanti che ci possono illuminare mostrandoci i rischi connessi.

La banca dovrà riuscire a capire il risk appetite, la capacità di solvibilità del cliente, per non dover sopportare perdite.

Sicuramente la diversificazione del portafoglio in più clienti, settori di attività economica, e aree geografiche potrebbe portare a diminuire il rischio di insolvenza.

La sorveglianza e il controllo andamentale dei rapporti creditizi concessi sono due degli strumenti principali per cogliere tempestivamente i sintomi del possibile deterioramento dei crediti e delle posizioni.

Il monitoraggio è la chiave per riuscire a tutelarsi, e per riuscire a salvare e riconvertire situazioni che finirebbero negativamente.

Ci si può avvalere della figura del Chief financial officer per dare delle direttive strategiche riguardo la gestione del rischio e delle scelte creditizie; questo controlla anche le esposizioni rischiose e riesce a dare supporto nelle scelte. Il rating è un altro strumento fondamentale nella valutazione; permette di incasellare e inquadrare un cliente e il suo merito di affidabilità con il conseguente capitale assorbito.

Nel documento Il monitoraggio dei crediti bancari (pagine 66-89)