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Il corpo imperiale

Nel documento L'impero universale nella Nuova Spagna (pagine 124-126)

I MPERO E LINGUA LETTERARIA

3. Il corpo imperiale

La conferma di questa anomalia confessionale che ben presto sa- rebbe divenuta norma arriva da dettagli del tutto insignificanti per gli storici. Carlo V contabilizza con cura i viaggi e gli incontri: quante volte ha attraversato un certo mare; quante volte è entrato e uscito da un paese; quante volte ha visto i suoi parenti, i suoi alleati, i suoi ne- mici. In genere elenca tutto con estrema sobrietà, comprese le que- stioni familiari, dalle quali espunge i commenti affettivi, data la natura politica del suo scritto. Quando, per esempio, prende in moglie Isabel- la del Portogallo, ne parla senza neanche dire il nome della sposa e in- serendo subito dopo la notizia di un decesso reale: “O Emperador se partio em o anno de 26 de Toledo para Sevilha, onde se casou, e no caminho teve novas da morte da Rainha de Dinamarca sua irmãa”18. Una sorte analoga tocca al primogenito, il principe Filippo, la cui na- scita è annunciata fra la scomparsa di un altro parente illustre e la no- tizia del sacco di Roma. La retrospettiva parte da Granada, la città in cui si trovava l’imperatore:

No mesmo lugar lhe vieram novas da morte e rotta pelos Turcos del Rey Luis d’Ungria, seu cunhado. Pola qual causa sua Mag. ajuntou cortes gerães em Valhadolid de todos seus reinos de Castella para trattar do rimedio e resistencia que se poderia fazer aos Turcos, onde sua Mag. se achou em o anno de 27, no qual anno nasceo seu filho Phelippe Principe de Espanha. No mesmo tempo e no mesmo lugar, lhe vieram novas como o seu exercito, que levava o Duque de Bor- bon, per assalto, no qual o d. Duque de Borbon foi morto, entrara em Roma e tinha encerrado ao Papa Clemente en Castello de Sant’Angel, ao qual Castello foi despois posta guarda pelo Principe d’Orange, que pela morte do d. Duque de Borbon ficára governando o exercito […]19.

È evidente quanto l’argomentazione sia improntata alla logica degli affari di stato. Così avviene anche per la nascita della prima fi- glia, Maria, che Carlo V ebbe modo di vedere a Madrid, e per la na- scita del terzogenito Ferdinando, che invece non conobbe mai. Il bambino visse pochi mesi fra il 1529 e il 1530, quando il padre si tro- vava prima a Bologna e poi ad Augusta. Tanta austerità narrativa si

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Ivi, p. 196. 19

smaglia leggermente solo in occasione della morte dell’imperatrice, per la quale il consorte manifesta il proprio dolore e scrive qualche ri- ga in più.

Eppure nelle Memorie c’è un elemento compassionevole che stri- de. È ricorrente e non riguarda altri che l’imperatore in persona. Fra una guerra e l’altra egli si lamenta molto spesso della sua cattiva salu- te, creando vere e proprie zone di incoerenza semantica rispetto al modello di testo da lui stesso creato. Era un giovanotto di ventiquattro anni, non ancora sposato, quando a Toledo “adoeceo de quartãas, que o deixaram em o principio do anno seguinte de 25. No qual tempo El Rey de França pos cerco á Pavia, onde Antonio de Leyva tinha o car- go principal, e na batalha que se deu diante della o d. Rey foi preso […]”20. La notizia delle febbri dell’imperatore appare contemporanea- mente alla notizia della cattura di Francesco I a Pavia. I malanni pas- seggeri del corpo di Carlo V e gli eventi capitali della politica interna- zionale sono omologati sul piano dell’argomentazione.

Queste stranezze sono numerose. Per esempio, riferendosi al 1532, l’autore menziona il passaggio del governo delle Fiandre a sua sorella Maria, la convocazione della Dieta di Ratisbona, l’avanzata dell’esercito turco, la morte di uno dei suoi nipoti prediletti. Tutti av- venimenti di rilievo, fra i quali inserisce anche una sua caduta da ca- vallo, avvenuta durante una battuta di caccia. Si sofferma quindi sulle magagne fisiche che gli derivarono da quell’incidente, aggiungendo alla fine anche un terzo attacco di gotta. La sua intemperanza alimen- tare era nota e i medici non riuscirono a metterlo a dieta neanche a Yuste, dove gli arrivavano da terre vicine e lontane enormi quantità di cibo. Il suo pessimo stato di salute non fiaccò mai il suo appetito vo- race21. A questi piaceri o vizi l’imperatore non fa cenno nelle sue Memorie, mentre non ne dimentica i risvolti sgraditi. Si veda come egli dedica una quarta parte del breve paragrafo in cui elenca fatti po- liticamente rilevanti al proprio corpo malato:

Em o principio do anno o Emperador, deixando a primeira vez a Rainha d’Ungria, sua irmãa, no governo dos Estados de Flandres, se pos á caminho a quarta vez pelo Rim para tornar a terceira vez á Alemania, assi por ver se podia fazer alguma cousa de proveito para remedio das heregias que havia nella, como para resistir a vinda do Turco, de que havia novas que estava para vir (10 vª) com grande

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Ivi, p. 194. 21

poder á destruir a Germania. Para o qual effeito tinha convocado huma Dieta em Ratisbona para nella pôr por obra o que se tinha prat- ticado em a de Angusta para remedio do acima ditto. Neste caminho baixo do cavalho á caça e se fez mal em huma perna, donde despois lhe deu nella erisipola, da qual esteve trablhando todo o tempo que se deteve em a ditta cidade de Ratisbona, e na mesma tambem foi toca- do a terceira vez da gotta, e ahi morreo seu sobrinho o Principe de Dinamarca22.

Puntualmente l’imperatore segnala i suoi acciacchi fino alla fine delle Memorie. Una insistenza davvero singolare per l’epoca. Le con- seguenze di una itterizia e del quattordicesimo attacco di gotta ser- peggiano anche fra il resoconto della dieta di Augusta, nel 1548. Era in atto una grave tensione familiare per motivi dinastici. Carlo V e suo fratello Ferdinando, Re dei Romani, avevano aperto le trattative per la successione alla carica imperiale, in presenza della sorella Maria d’Ungheria, la quale svolgeva funzioni di mediatrice.

Nel documento L'impero universale nella Nuova Spagna (pagine 124-126)