LA COMUNITA' ITALIANA DI SPALATO DALLA NASCITA DEI NAZIONALISMI AI CONFLITTI MONDIAL
4. DALL'ILLIRISMO ALLA GRANDE GUERRA
4.5 La coscienza nazionale italiana
Allo stesso modo in cui era cresciuto in città lo spirito patriotico croato, anche presso le popolazioni di lingua italiana si fece sentire la coscienza nazionale, con lo scopo principale di mantenere e difendere le proprie tradizioni culturali, che oramai si erano fissate nel Settecento veneziano e vivevano a contatto diretto con la nuova cultura nazionale italiana.
L'ente principale che si occupava di tutto ciò era la Lega Nazionale, sorta dalla Pro
55 Da «Il Dalmata», 15, 1° aprile 1914, citato in Mladen Čulić-Dalbello, Per una storia...., p. 70 56 ibidem
Patria disciolta dalla polizia: il compito della Lega era quello di difendere l'etnia italiana, la cultura, le tradizioni, che erano sempre più in pericolo a causa dell'incuria dell'amministrazione austriaca e le continue minacce delle associazioni nazionalistiche croate.
Si trattava di un'organizzazione fondata ad hoc per le zone “difficili”, tanto che operava in tre specifiche aree fuori dal regno, ma che erano per lingua e cultura vicine all'Italia: Trento, l'Istria e appunto la Dalmazia.
Nell'ambito culturale operava anche la Società Nazionale Dante Alighieri, nata come organo di diffusione della lingua italiana al di fuori del Regno.
Vi erano poi numerose altre associazioni, soprattutto sportive, che “fortificavano i giovani Italiani di Dalmazia nello spirito e nel corpo”57: la società dei Bersaglieri, il
Circolo canottieri Diadora, la Società Juventus Jadertina, e così via.
La soppressione delle scuole era stato visto come un atto molto grave, che precludeva ogni sviluppo per l'etnia italiana, tanto che a mezzo stampa furono dimostrate le più forti proteste:
“Il Consiglio scolastico Provinciale esige scuole croate nei più infimi villaggi, esige scuole superflue come quella di Zara, ove non vi sono 500 abitanti croati mentre a Spalato la più popolata città della Dalmazia e che conta oltre 4.000 abitanti italiani non ha una scuola italiana. A Spalato, invece, si esige una scuola di lusso, ma croata, ed è la Scuola Femminile Superiore, che viene sostenuta coi denari degli Italiani. Quest'esperienza, che corrisponde alla pura verità, dà un'idea delle tristi condizioni degli Italiani di Spalato e dell'intera provincia. Il governo potrebbe opporre che non poteva far funzionare questa scuola, perché la Dieta negava i fondi, questa ragione non regge perché in base ai due […] la Dieta è in dovere di coprire le spese scolastiche, che le vengono proposte dal Consiglio Scolastico Provinciale, quindi il governo doveva sequestrare i fondi pervenutili ed esigere queste scuole come ha fatto in altre circostanze.”58
Nonostante le proteste, l'amminstrazione austriaca non pareva voler risolvere il problema, e la Lega Nazionale iniziò a fondare scuole italiane private, asili, scuole professionali per uomini e donne. L'unico modo per poter operare era l'autofinanziamento, che si basava su molteplici metodi: accanto alle raccolte di denaro, alle donazioni libere di materiale scolastico, o alle manifestazioni
57 Mladen Čulić-Dalbello, Per una storia... p. 70-71
bandistiche, venivano venduti fiammiferi59, carta da sigarette, carta da lettera,
francobolli60.
Il clero slavo e le famiglie più accese tra i Croati non vedevano di buon occhio le attività della lega, che era vista come una sorta di quinta colonna che blandiva gli indecisi, i Talijanaši. Allo stesso tempo però l'organizzazione precisa e capillare della Lega veniva riconosciuta come un modello e, per quanto possibile, imitata:
Skupštinu sazvali su ovih dana u demokratkoj čitaonici, da osnuju gradsku biblioteku poput talijanske “biblioteche popolare”61
L'editoria invece, nonostante la precedente soppressione della «Voce Dalmata»62,
restava assai fiorente, con numerosi periodici che informavano gli Italiani sugli avvenimenti della madrepatria e tenevano vivo il sentimento nazionale. Ricordiamo a proposito «Il Dalmata», quotidiano che professava idee moderate, «Il Risorgimento», settimanale radicale, «La Rivista Dalmatica», un mensile di impostazione più culturale e «La Dalmazia Agricola», che affrontava tematiche prevalentemente tecniche.63
Nonostante la loro indiscutibile minoranza, gli Italiani a Spalato restavano ancora nell'alta borghesia: I grandi armatori, finanzieri, grandi proprietari terrieri erano
59 Era un modo per eludere il monopolio di Stato austriaco
60 Era interessante la questione dei francobolli: negli invii per l'Italia, venivano infatti aggiunti dei francobolli italiani accanto all'affrancatura austriaca. Mladen Čulić-Dalbello, Per una storia..., p. 72
61 «Dan», 13 Marzo 1913, citato in Mladen Čulić-Dalbello, Per una storia..., p. 73
“E' stata convocata l'assemblea nella sala di lettura per costruire la biblioteca Civica, similmente alla Biblioteca Popolare Italiana.
62 Vedi paragrafo 4.2
Italiani, così come le scarse industrie presenti sul territorio, ne è un esempio il cementificio italiano di Spalato delle famiglie Gilardi e Bettiza.
Analogamente, anche i principali istituti bancari erano rimasti in mano agli Italiani: la banca popolare di Zara, la Cassa Agricola Zaratina, la Banca Commerciale Spalatina, la Cassa di Mutuo Credito di Curzola, la Cassa Agricola di Lissa e la Cassa Agricola di Spalato.
Nel periodo che antecedeva la Grande Guerra, Spalato era quindi una città che dal punto di vista etnico sembrava avere le idee confuse: se da una parte la nuova borghesia croata, forte della propria superiorità numerica e dell'appoggio del governo austroungarico, riusciva a raggiungere alte posizioni e nuovo prestigio, dall'altra parte la borghesia italiana, ormai storica, cercava di mantenere le proprie posizioni e le proprie istituzioni. La lingua italiana, sebbene ormai declassata ufficialmente, continuava ad essere diffusa ed insegnata al di fuori dei canali ufficiali.