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CAPITOLO 4. DALLA DIDATTICA INCLUSIVA ALLA DIDATTICA INCLUSIVA

4.4. Creare accessibilità glottodidattica nella DaD

I concetti espressi finora valgono anche, e soprattutto, nella classe di lingua straniera a distanza, contesto di nostro interesse: desideriamo ora riprenderli integrandoli con consigli pratici che possano rendere la lezione online accessibile a tutti gli alunni.

Il primo aspetto su cui ci soffermiamo riguarda l’importanza di creare motivazione rispetto a un obiettivo prefissato (EOL Training & Consultancy team, 2020): se infatti è importante iniziare l’attività didattica elicitando le conoscenze pregresse e stimolando l’interesse per l’argomento che si affronterà, è altrettanto importante iniziare chiarendo gli obiettivi didattici e linguistici che si vogliono perseguire con la lezione introdotta:

L’anticipazione dei contenuti (…) è utile per tutti gli studenti, ma può risultare fondamentale per gli studenti con BES poiché permetterà a questi ultimi, in base alle loro difficoltà e bisogni, di prepararsi al meglio per la lezione focalizzando gli obiettivi e quindi non “perdendosi” tra le informazioni (Brichese, Caon, & Melero Rodríguez, 2020)

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Sarà dunque cruciale spiegare gli obiettivi usando un formato che sia chiaro e intuitivo: ci si può servire di tabelle, fogli di scrittura e renderli condivisibili sul repository in modo che gli alunni abbiano la possibilità di accedervi e visualizzarli in ogni momento.

In questo passaggio, la condivisione di contenuti in preparazione dell’attività didattica permette di contemplare la differenziazione dei materiali in modo da poterli adattare ai vari alunni: per esempio, la proposta di un video potrà essere diversificata includendo o togliendo i sottotitoli, la proposta di un audio includendo o togliendo il video.

È molto importante prestare attenzione al formato con cui si condivide il materiale. Infatti, perché sia realmente accessibile, deve poter essere riconosciuto e leggibile da tutti i dispositivi degli studenti, dando la possibilità di applicare estensioni come la sintesi vocale per coloro che ne usufruiscono, oppure di «easily reformat it for their needs (i.e. don’t send PDFs which are difficult to reformat)» (Kormos, 2020).

Fondamentale nella classe reale come in quella virtuale è sostenere un approccio sensibile all’apprendimento della lingua (EOL Training & Consultancy team, 2020) cercando di variare le forme di espressione durante le attività sia di comprensione sia di produzione: per quanto limitati possano essere gli stimoli ai vari sensi con la DaD, è possibile coinvolgere gli studenti proponendo loro un «creative use of the language both in substance (…) and in form (poetry, songs, recipes…)»160 (EOL Training & Consultancy team, 2020), prestando attenzione

sulla quantità e modalità con cui si propone l’input. Affinché l’input sia chiaro a tutti, il docente dovrà

- introdurre pochi ma chiari concetti, - scandire bene l’eloquio,

- cercare la ridondanza,

- servirsi di una gestualità semplice e scevra da tratti culturali così che sia comprensibile anche agli alunni stranieri (Brichese et al., 2020).

Inoltre, sarà chiamato a

- (Make) instructions (…) short, concise and clear (and) ensure they are arranged on a page so that the steps and stages are clearly visible;

160 Cfr.: «(un) uso creativo della lingua sia nella sostanza (…) sia nella forma (attraverso poesie, canzoni, ricette…)». Traduzione nostra.

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- If (there are) means and time, read the instructions for the students and send the sound file together with the instructions. It is even better to prepare a short (…) video explaining how things work or how tasks should be completed;

- In case of time pressures and other priorities, (…) show students how written text can be converted to speech on phones or laptops; for example, Microsoft Word has a read-aloud function161

(Kormos, 2020).

Per lo svolgimento di esercizi o dei compiti predisposti per consolidare le conoscenze e preparare gli studenti per le lezioni successive, si rivela particolarmente efficace anche per gli alunni con BES l’approccio della flipped classroom (Brichese, Caon, & Melero Rodríguez, 2020) che includa la collaborazione e il tutoraggio tra pari (peer tutoring): lavorare in gruppo su tabelle, mappe, o semplicemente esercizi condivisi aiuta a rendere l’apprendimento attivo anche al di fuori delle lezioni in plenaria, permettendo il confronto e l’aiuto reciproco tra compagni. Basterà sfruttare le piattaforme di collaborazione in linea, come la GSuite e tutte le applicazioni integrate (Google Drive, Google Documents, Google Slides, ecc.). Questo metodo di collaborazione potrà servire anche per costruire mappe lessicali, o griglie, che ogni studente avrà la possibilità di integrare con i propri contributi.

Ultimo ma non meno importante, il feedback ai lavori degli studenti è, come già anticipato nella sezione relativa alle glottotecnologie (3.3.), imprescindibile dall’attività, che altrimenti rischia di essere vanificata nel suo intento. Tutti gli studenti, e in modo particolare, gli studenti con BES, necessitano di un feedback mirato e individuale per poter comprendere dove hanno più lacune, ragionare sui propri errori e apprezzare i risultati positivi. Per fare ciò, il docente dovrà sottolineare l’importanza della consegna, spiegare come effettuarla nella piattaforma usata per la classe e, infine, restituire il compito con un commento adeguato e un eventuale integrazione di esercizi. Al contempo, torna estremamente utile per sviluppare un approccio riflessivo e metastrategico che gli stessi studenti diano una valutazione al proprio lavoro: farli ragionare sui propri progressi o difficoltà attraverso un’attività di autovalutazione (quale può tradursi in un questionario creato con Google Forms o una semplice rubric in formato documento con vari criteri da “spuntare”) aiuta gli alunni ad acquisire maggiore consapevolezza su il loro apprendimento e la strada verso i propri obiettivi, non solo linguistici.

161 Cfr.: «Rendere le istruzioni brevi, concise e chiare (e) assicurarsi che siano disposte in una pagina in modo

che i vari passi siano ben visibili; se (dispone di) tempo e mezzi, (sarà chiamato a) leggere le istruzioni agli studenti e inviare il file audio insieme alle istruzioni scritte. È addirittura meglio preparare un breve filmato che spieghi come svolgere gli esercizi. Qualora non fosse possibile, (sarà chiamato a) illustrare agli studenti come convertire il testo in formato audio (per esempio, usando la sintesi vocale incorporata in Microsoft Word)». Traduzione nostra.

95 Conclusioni

Il quadro fin qui delineato mette in luce la complessità di passare da una didattica in presenza “fisica” a una didattica virtuale, che deve tenere conto di tanti limiti e della poca preparazione a compensarli. Tuttavia, la didattica a distanza ci offre molte opportunità per rivedere il modo di fare didattica tradizionale anche grazie all’integrazione delle (glotto)tecnologie e dei loro vantaggi.

Nel prossimo capitolo vedremo come l’attuazione di alcune delle pratiche fin qui presentate ha contribuito alla realizzazione di un progetto che ha visto gli studenti di due classi della scuola secondaria di primo grado partecipare attivamente in un lavoro di collaborazione e autonomia i cui risultati sono stati riscontrati non solo nella pratica ma anche nel coinvolgimento e apprezzamento degli studenti stessi.

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