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3. L’insegnamento dell’italiano L2 nelle scuole pratesi – Apprendimento

3.1 L‟ Apprendimento Cooperativo

3.1.1 La creazione dei gruppi di lavoro

Come abbiamo visto, uno degli elementi fondamentali e fondanti dell‟AC è il lavoro di gruppo e conseguentemente il gruppo di lavoro, infatti

In contesto di apprendimento cooperativo, il gruppo è da intendersi come struttura di interazione interdipendente che favorisce il potenziamento cognitivo, metacognitivo, emotivo e l‟assunzione di responsabilità da parte dei singoli partecipanti. (Caon, 2008, 60)

Proprio per questo motivo occorre che gli insegnanti dei diversi ordini scolastici siano formati a tale scopo, perché anche se si tratta di docenti che non svolgono solo lezioni frontali e che fanno lavorare i propri studenti in gruppo, non è detto che sappiano applicare correttamente i principi dell‟AC. Infatti un gruppo può essere definito cooperativo solo quando presenta i seguenti cinque aspetti127:

123 Per ozio sociale si intende il comportamento di quegli individui che, trovandosi in una situazione di

gruppo, lasciano che siano gli altri a svolgere tutto il lavoro.

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Secondo la teoria dei giochi, talvolta accade che il perseguimento degli interessi individuali possa portare a una situazione di peggioramento delle condizioni degli altri.

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J. Nistri, op. cit., slide n. 33.

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J. Nistri, op. cit., slides n. 34-35.

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1. Eterogeneità, sia dal punto di vista sociale che dell‟apprendimento. È un aspetto fondamentale perché la forza dell‟AC sta proprio nella collaborazione fra elementi diversi, studenti con differenti abilità e background sociali. Questo fa sì che vengano presi in considerazione vari punti di vista, in modo da arrivare a una soluzione che tenga conto di tutte le variabili;

2. Condivisione. I membri del gruppo devono essere uniti per conseguire un obiettivo comune e devono imparare a condividere spazi e strumenti. L‟apporto di ognuno non è solo necessario ma fondamentale per l‟apprendimento di tutti, pertanto l‟insegnante deve promuovere un approccio all‟apprendimento di noi piuttosto che di io;

3. Sviluppo delle abilità, sia di apprendimento che di interazione sociale da parte degli insegnanti nei confronti dei loro studenti. In particolar modo esse sono importanti per la gestione del gruppo e abilità come saper ascoltare gli altri e rispettare i turni di comunicazione devono essere esercitate ogni giorno;

4. Non esiste una sola risposta. Il compito dell‟apprendimento non deve avere un‟unica soluzione, questo è importante per favorire la discussione di idee e punti di vista fra i membri del gruppo. Per questo motivo è importante l‟eterogeneità tra i componenti del gruppo di lavoro;

5. Analisi o feedback del lavoro. Al termine del lavoro di gruppo in AC, i membri devono chiedersi se ciò che hanno fatto è stato utile, cosa hanno sbagliato e quali possono essere invece gli elementi da migliorare, in modo che nei prossimi lavori in gruppo sappiano svolgere il lavoro in maniera più proficua.

È indispensabile che la formazione del gruppo di lavoro sia attenta e precisa, perché a dispetto di quanto si potrebbe pensare, creare un gruppo non è un‟operazione facile, le variabili in gioco sono diverse e gli elementi da tenere in considerazione sono tanti. Parlando con alcune insegnanti a proposito della realizzazione di un‟attività di gruppo, mi è stato detto:

Fare i gruppi non è una cosa semplice perché bisogna pensare ai bambini che non conoscono bene la lingua ma anche a altre dinamiche, per cui abbiamo dovuto anche ritornarci sopra perché certi gruppi non andavano bene.

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Selezioniamo noi, non consentiamo a loro [gli alunni] di scegliersi e diamo loro ruoli specifici, ruoli con compiti. Si cerca di fare massimo quattro/cinque membri. È l‟insegnante curriculare a decidere i gruppi in accordo col facilitatore, anche perché il facilitatore quando si inserisce non conosce tutta la classe.

(Vicepreside e insegnante presso la scuola secondaria di primo grado)

Uno degli elementi che fanno sì che un gruppo sia veramente cooperativo è l‟eterogeneità, a questo proposito sono significative le parole di un‟insegnante che lavora nella scuola primaria,

Innanzitutto io ho fatto i gruppi conoscendo i bambini, in modo che fossero né pappa né ciccia come dice lui [il facilitatore N.d.R.] e quindi siamo partiti…

(Insegnante presso la scuola primaria)

Secondo Kagan un gruppo eterogeneo dovrebbe essere costituito da un membro con buone capacità, due di medie capacità e un membro di basse capacità, possibilmente composto da maschi e femmine e nel caso di studenti non italofoni, distribuendo le differenze culturali. L‟eterogeneità è preferibile fondamentalmente per due motivi: il primo è che è difficile che uno studente eccella in tutti i campi e un altro sia altrettanto impotente negli altri, quindi la mescolanza di competenze di ognuno contribuisce al successo del gruppo; il secondo ha una motivazione di “ordine” perché gruppi eterogenei renderebbero la classe più gestibile, infatti avere uno studente eccellente in ogni gruppo è come avere una sorta d‟insegnante in più. Inoltre nel caso dell‟LS utilizzare studenti migranti come tutor, migliora sia l‟acquisizione degli studenti italiani, sia l‟autostima dell‟alunno non italofono, finalmente al centro della classe128

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Bisogna comunque ricordare che permangono difficoltà riguardo all‟eterogeneità, come segnala Kagan:

- la scarsità di stimolazioni per chi è dotato di maggiori capacità; - una certa dipendenza dei soggetti deboli o scarsi dal migliore; - difficoltà a comunicare e a superare stereotipi e credenze negative. (Caon, 2008, 63)

128 Fabio Caon, Educazione linguistica e differenziazione, Gestire eccellenza e difficoltà, Utet Università,

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Il gruppo quindi non viene deciso dall‟insegnante o dal facilitatore nel momento esatto in cui si fa un‟attività a classe intera, ma deve essere pianificato prima. Inutile dire che la buona costruzione di un gruppo influisce molto sui risultati del lavoro. Nei gruppi di lavoro collaborativi e non cooperativi, ovvero quelli in cui il lavoro dei membri è semplicemente giustapposto, c‟è il rischio che gli studenti si demotivino: il lavoro in comune è poco e spesso gli studenti non sono abituati a lavorare in modo cooperativo129. È proprio questo il caso dell‟ “ozio sociale” di cui si è parlato prima: spesso accade che gli studenti con competenze maggiori facciano il lavoro di tutti, sia perché appunto i “meno bravi” si lasciano andare, sia perché essi si sostituiscono ai loro ruoli. Poiché gli errori dipendono dalla mancanza d‟abitudine alle regole cooperative, è importante che gli insegnanti abituino fin dall‟inizio i propri studenti al lavoro cooperativo.