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4. Il modello Prato L’Apprendimento Linguistico Cooperativo (ALC) e il

4.2 Il Progetto LINC

4.2.1 L‟organizzazione

Il progetto LINC è partito nel dicembre 2014 e vista la numerosità delle scuole dove era previsto l‟intervento, si è cercato di organizzarsi per partire prima dell‟inizio dell‟anno, infatti a partire già da gennaio 2015 il progetto ha iniziato a essere portato nelle scuole.

Abbiamo iniziato a programmare a dicembre un intervento che è andato su tutte le primarie e secondarie, abbiamo toccato tutti i plessi, chi ha avuto un intervento, chi due, chi tre, a seconda delle richieste, dei numeri, che erano in classe. Le classi selezionate dovevano avere almeno quattro ragazzi parlanti italiano L2, di livello linguistico dall‟A2 in su. Come insegnanti abbiamo chiesto sempre insegnanti motivati, a volte sì a volte no (ride), comunque da dicembre a giugno sono stati fatti gli interventi.

(Facilitatore presso la scuola secondaria di primo grado)

Gli incontri di LINC previsti nelle scuole avevano una struttura ben definita secondo la metodologia ALC: un primo incontro relazionale e di costruzione di clima, due incontri disciplinari e quindi sui testi delle microlingue della scuola, storia, italiano, geografia etc., e un ultimo incontro di valutazione feedback e autovalutazione. Questo tipo di impostazione era già stato sperimentato due anni prima durante il progetto ANCI, con la differenza che con LINC si è tentato di legare quanto più possibile l‟attività relazionale al contenuto didattico, anticipando elementi della seconda nella prima. Per quanto riguarda la fase di programmazione, il facilitatore all‟inizio contattava la funzione strumentale della scuola a cui era stato assegnato, che gli forniva i numeri di telefono dei docenti che avevano aderito al progetto con le rispettive classi. Successivamente veniva fatto un primo incontro tra insegnante e facilitatore dove c‟era una presentazione della classe, una stesura degli obiettivi e poi la proposta da parte dell‟insegnante sull‟argomento disciplinare su cui andare a lavorare, che poteva essere nuovo o già affrontato in classe. Il compito del facilitatore era quello di trasformare l‟argomento disciplinare scelto con il metodo ALC, che poi condivideva con l‟insegnante. Il progetto

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poi veniva presentato all‟insegnante solitamente per e-mail, per telefono oppure a voce, in modo che potesse essere eventualmente ricalibrato insieme.

[…] per quanto mi riguarda ho sempre cercato di incontrare personalmente i docenti, e laddove è possibile cercare di programmare con loro le attività, ovviamente per tempo e concentrazione di tanti moduli nello stesso periodo, diventa molto difficile far coincidere tutti gli orari. Però insomma, laddove si può gli insegnanti vengono coinvolti, quindi nella scelta dell‟argomento, nella programmazione proprio della metodologia, quali attività relazionali proporre anche in base a quelle che sono le difficoltà, i bisogni della classe e altre variabili. […] Le differenze si riscontrano diciamo nell‟incontro con il docente rispetto a quelle che sono le richieste rispetto all‟argomento. Quindi laddove era possibile si cercavano di portare, anche per come dire, non risparmiare tempo ma diciamo per coinvolgere le energie per non sprecare il tempo, magari riproponendo lo stesso argomento laddove era possibile, magari dove le classi erano diciamo più o meno in pari con il programma. In altri casi era ripartire tutte le volte da capo, quindi informarsi, reperire tutto il materiale per poter facilitare i testi, laddove era possibile lo forniva l‟insegnante, altrimenti è una ricerca personale che richiede molto tempo, perché poi dopo devi cercare le immagini adatte al testo... e richiede tanto lavoro.

(Facilitatrice presso la scuola primaria)

Con ANCI avevamo proprio delle ore pagate per gli operatori e per gli insegnanti di programmazione condivisa. Con LINC non c‟erano perché non c‟erano abbastanza fondi su tutti questi plessi per pagare le ore di programmazione sia all‟insegnante che agli operatori, quindi l‟abbiamo pagato solo agli operatori che però in qualche modo si sono agganciati alle insegnanti. Io sono andato in continuazione in programmazione con le insegnanti e abbiamo… l‟insegnante ci dava l‟argomento e il materiale, e noi costruivamo le attività cooperative. Alcune insegnanti hanno scelto argomenti nuovi, quindi usare la nostra metodologia per introdurre l‟argomento, altri l‟hanno utilizzata per fare un riepilogo e poi valutare l‟apprendimento, quindi ci sono stati diversi approcci.

(Facilitatore presso la scuola primaria)

La programmazione preventiva fra insegnante e facilitatore è un elemento fondamentale di questo progetto, come raccontano anche le testimonianze di alcune insegnanti:

Noi per esempio quando abbiamo fatto questo lavoro con Alan, ci vedevamo la mattina una volta alla settimana per programmare, altrimenti non lo puoi fare un lavoro di tre mesi sulla lingua. Noi ci vedevamo mi sembra, il martedì mattina o il venerdì mattina tutte le settimane e programmavamo il lavoro da fare via via. Ognuno metteva le proprie idee, cioè io magari avevo

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un‟idea a livello didattico e lui magari la strutturava nel... dentro l‟Apprendimento Cooperativo, poi la volta successiva, che cosa avevano fatto i ragazzi lo guardavamo e andavamo avanti, questo per quanto riguarda quell‟esperienza lì [la favola cinese N.d.R.]. Poi c‟è stata la fase della documentazione che abbiamo fatto abbastanza velocemente perché c‟era da presentarla al convegno, però anche lì ci siamo visti a pomeriggi, poi Alan si portava il lavoro a casa perché è bravo al computer. Per cui insomma c‟è stato un lavoro importante anche di riflessione sul lavoro. Per quanto riguarda in generale, quando il facilitatore arriva… noi con Alan ci siamo visti via via per parlare dei ragazzi che lui seguiva, e poi lui come dire, faceva… ci aiutava, compilava i quadri. (Funzione strumentale per la continuità e insegnante presso la scuola primaria)

[…] abbiamo lavorato benissimo, abbiamo programmato insieme col facilitatore, io gli dicevo l‟argomento che avrei fatto e loro arrivavano con del materiale preparato, con dei giochi. All‟inizio dei giochi per sciogliere un po‟ la situazione, poi l‟Apprendimento Cooperativo, la definizione dei ruoli… ha funzionato benissimo.

(Vicepreside e insegnante presso la scuola secondaria di primo grado)

Come si legge dalle testimonianze sopra riportate, anche per questo progetto - così come per la facilitazione linguistica - è di fondamentale importanza che ci sia un buon rapporto tra facilitatore e insegnante, soprattutto per quella che è la programmazione delle lezioni stesse e il monitoraggio degli alunni. Ci sono però altre figure importanti che hanno collaborato al progetto LINC:

È fondamentale la collaborazione. Intanto il Comune di Prato è stato coprogettatore e capofila di tutti questi progetti, con figure che a differenza di altri enti amministrativi - tu le hai conosciute, la Valentina Sardi, la Carlotta Mancini, l‟Eva Szabò… - tutte figure ampiamente coinvolte in questo progetto di inclusione e questo non è poco, perché avere un impiegato del comune che mi capisce e che ha un obiettivo con me, non è poco. Poi ci sono le dirigenti scolastiche e Prato è divisa in tre reti scolastiche: ogni rete ha un capofila che ha una scuola e un dirigente che coordinano i plessi all‟interno delle reti; le insegnanti e poi le cooperative, siamo le cooperative del consorzio Metropolis, in questo caso Pane e Rose, che mette a disposizione i suoi operatori, che sono educatori, metodologi e facilitatori linguistici.

(Facilitatore presso la scuola primaria)

Il progetto LINC prevedeva anche un servizio di cui potevano usufruire tutti gli istituti che avevano preso parte ad esso, il servizio di counselling psicologico:

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[…] con LINC c‟è stato un intervento molto importante con il counselling psicologico. Anche lì è stata una richiesta delle scuole all‟inizio per segnalarci in comune le situazioni più difficoltose dovute soprattutto al background migratorio, non disagio linguistico ma psicologico, sull‟aggressività, isolamento… varie voci. Di queste segnalazioni ne sono state selezionate trenta, poi ci sono state le tre psicologhe che sono entrate nelle classi, hanno fatto le osservazioni, colloqui con le famiglie, i dirigenti, gli insegnanti. Sono stati poi attivati dei percorsi educativi dove un educatore ha affiancato personalmente, quindi con un rapporto uno a uno, le situazioni segnalate dalle psicologhe con vari obiettivi: l‟inserimento in un dopo scuola, in un gruppo informale o comunque è stata supportata la famiglia per la parte dell‟anagrafe, la segnalazione di un pediatra…

(Facilitatore presso la scuola secondaria di primo grado)

Differentemente da quello che si sarebbe portati a pensare quindi, lo psicologo all‟interno di questo progetto non è legato alla metodologia della didattica inclusiva, quanto al counselling vero e proprio, in base alla segnalazione dei collegi docenti e dopo un‟osservazione svolta in classe:

All‟interno di LINC esiste anche lo psicologo in un‟azione che non è quella della didattica inclusiva ma quella del counselling. Lo psicologo si prende cura dei bambini segnalati dai collegi docenti e lo fa facendo osservazione dei bambini nella classe curricolare, quindi nei momenti di studio e nei momenti di ricreazione e di svago, lo psicologo va in classe e osserva il bambino. Ovviamente ci sono delle liberatorie da parte dei genitori e poi anche attraverso l‟aiuto dei mediatori linguistici culturali, approfondisce l‟osservazione. Poi può anche parlare coi genitori del bambino per cercare come dire, di creare veramente un ponte forte fra famiglia e scuola e magari aiutare il bambino se ci sono problemi altri rispetto a quelli dell‟inserimento normale nella scuola. Inoltre col progetto LINC si è fatta una cosa che non si era fatta con altri progetti, lo psicologo, cioè sono tre psicologhe della cooperativa, Jessica Nistri, Pamela Pelagalli e Francesca Traniello, hanno fatto osservazione e poi da progetto dovevano scrivere una relazione, una relazione che aiutasse soprattutto la scuola a trovare le giuste strategie didattiche educative per questi bambini. Nell‟individuazione dei bambini abbiamo fatto tutto seguendo la norma della privacy perché in effetti sono dati sensibili, per esempio non lo so nemmeno io che sono il coordinatore quali sono i bambini coinvolti perché è un rapporto tra la dirigente e le psicologa e l‟insegnante di classe. (Facilitatore presso la scuola primaria)

Il progetto LINC quindi è veramente un progetto a tutto tondo che non si occupa soltanto della didattica ma di molti altri aspetti fra cui quello psicologico. Questo è molto importante perché bisogna tener conto del fatto che molti ragazzi non italofoni

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che studiano nelle scuole del territorio pratese abbiano un situazione psicologica più “complicata” rispetto ai loro compagni, legata ovviamente alla loro storia migratoria che poi si ripercuote anche sul background familiare. Quindi è importante che anche questo aspetto venga tenuto di conto. Tuttavia il servizio di counselling potrebbe risultare superfluo qualora nella scuola fosse già presente uno sportello psicologico, come sostiene questa insegnante:

Io lo vedo troppo farraginoso, è tutto un passare… non è così immediato. Noi abbiamo lo psicologo dell‟istituto e a volte è stato molto più facile usufruire del nostro... capito magari con una mediazione… Perché comunque l‟insegnante deve fare la richiesta… è un po‟ complicato. La comunicazione è ancora un grosso gap della scuola, sia all‟interno fra persone che lavorano nella scuola, figurati con l‟esterno! Insomma a volte non è così semplice.

(Vicepreside e insegnante presso la scuola secondaria di primo grado)