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La facilitazione linguistica a Prato

3. L’insegnamento dell’italiano L2 nelle scuole pratesi – Apprendimento

3.2 La facilitazione linguistica

3.2.2 La facilitazione linguistica a Prato

All‟inizio di ogni anno scolastico viene attribuito ad ogni scuola pratese, dalla primaria alla secondaria di primo grado, un “pacchetto orario” di facilitazione linguistica. Questo pacchetto viene assegnato in base a una formula che indica il rapporto tra il numero degli alunni non italofoni al di sotto del livello A2 del QCER (Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue), e il numero totale degli studenti della scuola. Per esempio, se una scuola ha tanti alunni che parlano italiano L2 al di sotto di quel livello ma un numero molto alto di alunni totali, non vengono assegnate molte ore di facilitazione, se invece la densità dei bambini che parlano italiano L2 è molto alta anche rispetto al

numero totale degli studenti della scuola, allora le ore assegnate sono di più. Se si pensa che in alcune scuole primarie pratesi come le Fabio Filzi o le Don Milani,

rispettivamente il 60,9% e il 56,4% degli alunni non sono italofoni135, si capisce bene che la facilitazione linguistica diventa necessaria e il pacchetto orario alto.

Una volta calcolato questo rapporto vengono assegnate le ore e successivamente il facilitatore alla scuola. Quando il facilitatore arriva a scuola nel periodo di settembre- ottobre ha un primo incontro con la funzione strumentale dedicata. Le funzioni strumentali sono insegnanti che si occupano all‟interno della scuola di settori specifici, come per esempio la funzione strumentale per la continuità, che si occupa del passaggio dell‟alunno dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, oppure la funzione strumentale per l‟intercultura, con la quale il facilitatore si interfaccia nel momento in cui arriva a scuola, che può essere definita la referente della scuola per tutto ciò che riguarda gli studenti non italofoni. Rispetto all‟accoglienza degli alunni non italofoni

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nuovi arrivati, il compito della funzione strumentale è molto importante, come testimoniano le parole di questa insegnante:

Allora, praticamente diciamo, le cose importanti che noi facciamo.. all‟inizio dell‟anno ci sono tante iscrizioni. Una prima diciamo, scrematura la fa - se accettare o no gli alunni non italiani - la fa la segreteria, perché è chiaro, se sono bambini che vengono da una zona molto distante dalla nostra, si cerca di farli andare nella scuola di appartenenza. Altrimenti c‟è tutta una serie di alunni… e noi vediamo insieme alla dirigente e anche all‟impiegata ATA, vediamo un po‟, analizziamo un po‟ la situazione di questi bambini, da dove provengono, la data di nascita, se ci sono state esperienze di scuola nel paese da cui provengono oppure se da altre scuole del territorio italiano... e quindi c‟è una commissione accoglienza. Noi ci riuniamo e decidiamo in quale classe devono essere inseriti questi bambini, abbiamo anche un protocollo che ci dà dei criteri, il primo criterio è quello della data di nascita, quindi mettere i bambini a seconda della data di nascita nella classe di appartenenza, però ci possono essere dei casi per cui ad esempio i bambini vengono inseriti a metà anno e sono proprio Nai, non sanno una parola di italiano, allora si preferisce metterli in una classe precedente, e anche lì bisogna vedere un po‟ qual è la situazione delle classi, perché noi abbiamo due classi parallele quindi è chiaro che andiamo a vedere se ci sono handicap nella classe, se è una classe troppo numerosa... e quindi parliamo anche con l‟insegnante di classe. Quindi la prima cosa importante è questo inserimento dei nuovi arrivati.

(Funzione strumentale per l‟intercultura e insegnante presso la scuola primaria)

Dopo questo lavoro i bambini Nai vengono inseriti in un progetto della durata di circa due settimane (o comunque fino all‟inizio di ottobre), assieme al facilitatore assegnato alla scuola. In questa fase i bambini vengono sottoposti a un test d‟ingresso per avere una visione d‟insieme, sarà poi il facilitatore a rifare il test per organizzare i gruppi. Questa prima accoglienza è molto importante per i bambini perché imparano giocando le prime parole in italiano - quelle che gli servono per la prima comunicazione - prima di essere successivamente inseriti nelle classi. Durante questo periodo fanno circa quattro ore al mattino fuori dalla classe e il pomeriggio in classe, una volta terminato il progetto la scuola e il facilitatore decidono insieme a quali gruppi di facilitazione assegnarli. Per capire come funziona l‟inserimento nelle classi, sono utili le parole di un‟insegnante funzione strumentale presso una scuola primaria pratese:

[…] poi c‟è l‟intervento della facilitatrice e insieme con la funzione strumentale, a seconda delle ore che vengono attribuite al facilitatore - quest‟anno sono state otto - noi vediamo quali sono i bambini da inserire nei diversi gruppi. Quindi sono stati fatti quest‟anno quattro gruppi di due ore

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ciascuno e la facilitatrice li seguiva, certamente all‟inizio c‟è stata una facilitatrice nuova, prima c‟era il facilitatore che conosceva tutti i bambini e la cosa era più semplice, ora quest‟anno appunto lei li doveva un po‟ conoscere quindi c‟è stato un po‟ da rivedere questi gruppi che dovevano essere cambiati... però insomma la cosa è partita abbastanza bene verso ottobre.

(Funzione strumentale per la continuità e insegnante presso la scuola primaria)

Nella scuola secondaria di primo grado invece:

Naturalmente a lui [il facilitatore N.d.R.] diamo i livelli più bassi, A1 massimo A2. Praticamente il facilitatore si occupa dei livelli bassissimi, mentre per quanto riguarda i livelli dall‟A2 in su noi facciamo il ppt, piano personalizzato transitorio. Ogni consiglio di classe lo fa per fasce di livelli, quindi per gruppi di alunni. Fino all‟anno scorso avevamo dei laboratori gestiti da docenti in orario extracurriculare per le medie e in orario curriculare per la primaria. Quindi prendevano i ragazzini solo sulle discipline, storia, geografia e scienze, perché erano le situazioni dove vedevamo più in difficoltà i ragazzi, nonostante il ppt.

(Vicepreside e insegnante presso la scuola secondaria di primo grado)

Una volta terminato questo periodo di “accoglienza” inizia la facilitazione vera e propria: il facilitatore dopo aver rifatto un test d‟ingresso divide autonomamente i livelli e quindi forma i gruppi di studenti. Può capitare che in questi gruppi vengano inseriti alunni con situazioni particolari, per esempio anche chi ha un livello sopra l‟A2 ma con qualche problema di tipo relazionale, oppure può succedere che studenti con un livello linguistico più basso ma con delle potenzialità che gli permettono di seguire il percorso della classe, vengano lasciati a lavorare in autonomia in classe. Ovviamente questo dipende da caso a caso, ma un aspetto molto positivo di questi gruppi è proprio la loro flessibilità:

Le classi sono molto flessibili, si parte sempre con dei gruppi classe poi in itinere si modificano a seconda un po‟ dei progressi dei ragazzi, un po‟ a seconda dei loro bisogni: il ragazzino che si vede proseguire senza problemi in autonomia il percorso della classe si preferisce reinserirlo in classe piuttosto che farlo star fuori. Al contrario al ragazzino che ha difficoltà e non riesce in classe a seguire un determinato percorso, si cerca di dargli una mano prima.

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Per quanto riguarda l‟organizzazione scolastica, oltre a queste figure abbiamo quella del tutor di rete e del mediatore linguistico.

La città di Prato è suddivisa in tre reti: sud-est, centro e nord-ovest e ogni rete ha un suo tutor che fa da ponte e filtro tra la scuola, il facilitatore linguistico e il comune. Quella del tutor di rete è una figura importante perché è il punto di riferimento del mondo scolastico, si occupa di monitorare la situazione, fare proposte e presentare soluzioni alle problematiche che emergono.

Molto importante è anche la mediazione linguistica: ogni scuola ha a disposizione un mediatore linguistico che aiuta a facilitare la comunicazione fra la scuola e le famiglie che non parlano italiano. Questo servizio è molto utile perché permette a insegnanti, dirigenti e agli stessi genitori degli alunni non italofoni, di comunicare fra loro. La mediazione linguistica viene organizzata in sportelli: in un determinato giorno della settimana a un orario prestabilito, si può usufruirne.

Infine, una delle volontà di facilitatori e insegnanti è proprio quella di esportare il “modello Prato”:

Per quanto riguarda Prato, noi abbiamo esportato il nostro modello, l‟abbiamo portato anche a dei convegni nazionali a Pavia al Convegno Nazionale per i Centri Interculturali, organizzato da Graziella Faola, la numero uno in Italia sull‟intercultura, e a Bolzano al Convegno Nazionale di pedagogia inclusiva, coordinato da figure di alto livello e tutti ci hanno fatto grossi complimenti ecc. Chiaramente è difficile entrare, tu lo sai, nel mondo dell‟L2, ci sono università per stranieri, è difficile entrare con metodologie ALC rispetto a quelle mainstream, quindi noi lavoriamo nella scuola, però lì lavoriamo molto e bene, abbiamo un riscontro. Secondo me esiste il modello Prato. (Facilitatore presso la scuola primaria)