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CAPITOLO 4: Il Piano di Apprendimento

4.4 Creazione del piano di apprendimento

Una volta identificate le caratteristiche personali che determinano le preferenze in termini di pianificazione e apprendimento, e aver riconosciuto e coinvolto persone vicine come elementi di sostegno e aiuto nel processo di cambiamento intenzionale o essersi serviti dell’aiuto di un coach, è necessario creare un vero e proprio piano di apprendimento. Per facilitare questa attività McKee, Boyatzis e Johnston (2008) suggeriscono di riassumere i risultati del percorso svolto fino alla terza fase, articolando cioè i propri punti di forza e il modo in cui essi possono essere d’aiuto nel raggiungimento degli obiettivi, riconoscendo i gap esistenti tra Sé Ideale e Sé Reale, e determinando i cambiamenti maggiori da ottenere per implementare la vision personale (Il mio Margine di Apprendimento, Appendice A). In seguito è possibile delineare con più chiarezza i propri obiettivi, che devono essere in linea con i propri desideri, essere complessi ed ambiziosi, ma realizzabili. Quanto più un obiettivo è difficile e interiormente sentito, tanto maggiore sarà l’impegno nel raggiungerlo. E’ importante che gli obiettivi siano definiti

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avvalendosi dei propri punti di forza, ma siano anche stimolo per superare i propri punti di debolezza. In genere obiettivi di apprendimento significativi hanno un orizzonte temporale lungo, che varia dagli otto ai dieci anni, ma può essere necessario anche un tempo maggiore per ottenerli. Il percorso perciò è temporalmente molto esteso e mantenere una costante determinazione e motivazione è difficile. Da un lato può essere d’aiuto l’intervento di un coach o il supporto fornito dalle persone a noi vicine, dall’altro è utile definire non solo degli obiettivi finali, ma anche delle tappe intermedie che segnino i progressi della propria attività.

Tabella 4.5 Il Piano di Apprendimento 8-10 anni Vision Personale 1-5 anni Obiettivo di apprendimento Obiettivo di apprendimento Obiettivo di apprendimento 6-12 mesi Tappe intermedie Tappe intermedie Tappe intermedie

Oggi-6 mesi Azioni concrete Azioni concrete Azioni concrete

Persone che possono aiutarmi

Lo schema proposto da Boyatzis e McKee (2005) fornisce un sistema per avanzare in modo continuo e coerente verso i propri obiettivi prevedendo diverse attività a seconda dell’orizzonte temporale considerato. Nel lungo termine (otto - dieci anni) la meta è rappresentata dal raggiungimento della vision personale che scaturisce dall’analisi del Sé Ideale, nel medio-lungo termine si presentano gli specifici obiettivi di apprendimento necessari a realizzare la vision personale. Le tappe intermedie si riferiscono a un arco temporale più ristretto (sei mesi – un anno), infine nel breve termine è necessario individuare azioni concrete da intraprendere subito che indirizzino le energie e le attività verso il fine ultimo. Per una esemplificazione supponiamo che la nostra vision comprenda il diventare un noto traduttore di romanzi. Uno degli obiettivi di apprendimento risulta perciò essere la conoscenza a livello madrelingua della lingua straniera, attestato dal superamento di un test. Tappe intermedie, che rispecchiano diverse preferenze nella tipologia di apprendimento, possono essere lo svolgere un corso di lingua specifico per traduttori oppure fare un’esperienza di vita nel paese estero. Per azioni concrete si intende nel primo caso ricercare il miglior corso di lingua e iscrivervisi, oppure fare richiesta per un

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Esempio di un piano di apprendimento riportato da Boyatzis, Lingham, Passarelli (2010) per lo sviluppo di un maggior autocontrollo emotivo.

Goal: Dimostrare un maggior controllo delle mie emozioni per essere più rispettato e apparire più maturo agli occhi degli altri

 Azione concreta n.1: Sforzarsi consapevolmente di pensare prima di parlare

 Azione concreta n.2: Ricordare sempre a me stesso di aspettare prima di rispondere, di chiedere all’interlocutore qual è il seme di verità delle sue parole, di considerare la mia carriera e il mio obiettivo

 Azione concreta n.3: Usare tecniche di meditazione e lo yoga

 Azione concreta n.4: Ascoltare musica classica

Sistema di monitoraggio: modo migliore per monitorare il mio miglioramento è quello di trascrivere quotidianamente le volte e i modi in cui ho reagito in modo eccessivo o non ho saputo esprimere autocontrollo emotivo. Entro tre mesi devo rompere le mie abitudini e cominciare a dimostrare questa competenza.

Questa definizione del piano cattura tutti e tre gli stili di pianificazione, integrandone le caratteristiche in modo da attenuarne le singole debolezze. Azioni concrete riflettono il carattere attivo e partecipativo di un orientamento all’azione che risulta per tutti necessario per l’esecuzione immediata di qualcosa che porti la persona ad innescare il suo concreto processo di cambiamento. Dall’altro lato obiettivi a medio-lungo termine hanno una caratteristica direzionale indispensabile per agire in modo mirato, rivolto al raggiungimento del proprio ideale. Le attività che si possono comprendere all’interno del piano possono essere di tipo disparato, purché coerenti con la propria visione del Sé Ideale. La possibilità di creare un piano personalizzato permette di inserirvi attività consone al proprio stile di apprendimento caratteristico, perciò più facilmente realizzabili perché auto-definite e coerenti con le proprie caratteristiche. In ogni caso dato che gli obiettivi di apprendimento risultano impegnativi e richiedono energia e perseveranza per essere raggiunti, è bene, per ogni obiettivo definito, riconoscere, sensibilizzare e coinvolgere le persone che ci possono essere d’aiuto. Il piano di apprendimento si deduce a partire dalle prime due fasi del Processo di Cambiamento Intenzionale, da una parte la Visione personale raffigurata al termine della definizione del Sé Ideale rappresenta il proprio obiettivo finale, dall’altra le differenze che si riscontrano con il Sé Reale sono gli elementi che è necessario modificare per raggiungere la propria visione. La predisposizione del piano di apprendimento non deve essere considerata il termine del Processo di Cambiamento Intenzionale, ma l’insieme delle linee guida che portano al cambiamento. Il cambiamento vero e proprio avviene nel momento in cui il piano viene implementato, ovvero con la pratica continua dei nuovi comportamenti.

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4.5 Conclusioni

A fronte di quanto trattato finora, lo sviluppo di un piano di apprendimento può essere inteso come la definizione di passi successivi concreti, direzionati al raggiungimento de lla propria

vision, l’articolazione della stessa in sotto-obiettivi e azioni concrete da compiere. Analizzando

la letteratura è emerso come l’orientamento al risultato in questo caso debba seguire l’ottica di orientamento all’apprendimento che riflette la possibilità di sviluppare e accrescere le competenze grazie al proprio impegno. Prendendo in considerazione la funzione motivatrice della definizione degli obiettivi è apparso che essa è tanto più forte quanto più gli obiettivi presentano determinate caratteristiche, in particolare l’essere emotivamente coinvolgenti, elemento che aziona il Positive Emotional Attractor e acuisce la volontà di ottenere il risultato desiderato. Dato che il piano di apprendimento deve fungere da guida, ma anche da stimolo alla volontà di cambiare, esso deve essere articolato in modo da spingere il soggetto all’interno del cambiamento nel modo per lui più appropriato. Nella personalizzazione del piano giocano un ruolo importante le preferenze dell’individuo in termini di stile di pianificazione e stile di apprendimento. Ad entrambe le caratteristiche è stato dato spazio nell’esposizione teorica e per entrambe è stato proposto un metodo di valutazione. Si è evinto che nonostante un buon piano di apprendimento preveda l’inclusione di tutti gli orizzonti temporali, una maggiore coerenza con il proprio stile di pianificazione può aiutare il soggetto a sentirsi più a suo agio nell’affrontare il cambiamento. Inoltre una concordanza tra le attività proposte e il proprio stile di apprendimento permette un avanzamento più semplice e piacevole. Per quanto riguarda l’attività del coach, si è voluto trasmettere quanto questa possa essere di grande aiuto se svolta nel giusto modo, ovvero instaurando un rapporto di fiducia reciproca con l’assistito, utilizzando le proprie competenze di intelligenza emotiva e sociale per sostenere in modo non direttivo il soggetto, creando un ambiente favorevole e positivo al cambiamento. Il riconoscimento dei propri stili e delle persone o figure professionali in grado di aiutarci deve essere considerato all’interno del piano perché esso ci guidi verso un cambiamento sostenibile.

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