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2. I Social Impact Bond

2.3. Le voci critiche

2.3. Le voci critiche

I SIB non hanno soltanto estimatori nel mondo: si sono alzate anche diverse voci critiche a sottolineare la poca efficacia della misura, la complessità della sua realizzazione per problematiche legali e regolatorie in Italia e nel mondo, la difficoltà di fornire una misurazione certa dell’impatto sociale e del risparmio per le casse dello Stato.

Un’importante critica è apparsa nel 2012 sull’Economist, a firma Sthepen Morris professore di economia a Princeton, che analizza due livelli a partire da un SIB lanciato a New York con il supporto di Goldman Sachs; dapprima presenta una critica sui sistemi di misurazione, con il rischio che siano costruiti per premiare gli investimenti, senza realmente calcolare l’impatto sociale realizzato: “But after a few years, if the bonds become all the rage in the non-profit sector, they will become another meaningless charade of pseudo-accountability that teams of grant-writers

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know how to plug in to get the money flowing, with the metrics selected such that the financial institutions are almost guaranteed of receiving their full payout. Basically, they'll become a means for government to use the prestige of financial institutions to claim to taxpayers that their money is being well spent.” (Morris, The Economist, 2012).

Il secondo livello si riferisce all’etica degli investimenti, criticando l’entrata in questi processi di grandi finanziarie come Goldman Sachs che evidentemente vorranno realizzare un profitto dall’investimento: “What's wrong with targeting socially valued goals by getting financial institutions to place bets on them? I haven't yet put my finger on it, but I'm pretty sure it's a sucker's bet, and that the reason why it ultimately won't work is that it betrays a society that is losing track of what values actually are and where they come from” (Morris, The Economist, 2012).

Anche l’Università di Stanford, nel suo blog Stanford Social Innovation Review, con le parole di Kyle McKay, analizza 4 miti relativi ai SIB, entrando nel merito della pausa data al progetto da parte del governo del Maryland; in particolare non ritiene che ci sia un particolare risparmio per lo stato: “An independent evaluation by RAND Europe of the first SIB pilot program in Peterborough, UK, found that the prison reentry program “is too small to deliver substantial ‘cashable’ savings” for the government” (McKay, 2013). Inoltre non ritiene che gli investitori siano incoraggiati a investire in questi programmi, poiché la misurazione è sempre incerta e, infine, i costi di gestione sono molto elevati. Pertanto l’autore ritiene che “without an understanding of how Social Impact Bonds actually work, these endeavors in financial creativity may become expensive experiments that leave governments with the ultimate risk and providers with broken or contested contract” (McKay, 2013)

In Inghilterra c’è stato grande risalto dopo la decisione di modificare in parte l’organizzazione del primo SIB di Peterborough, decretando in parte l’insuccesso della manovra, nonostante gli ottimi risultati sociali ottenuti. Il Guardian ha analizzato la situazione con cinque stakeholder, risultando che i SIB presentano elementi di incertezza che devono essere valutati molto bene prima dell’inizio, da parte di tutti gli attori in campo, ma restano comunque uno strumento interessante da utilizzare. (The Guardian, 2014).

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RAND Europe è stata scelta dal Ministero della Giustizia inglese per effettuare una prima valutazione del SIB di Peterborough; il Ministero stesso ha cambiato alcune modalità di utilizzo dello strumento a fronte di debolezze riscontrate dal progetto, tra cui il processo di selezione che necessita essere più trasparente e la forma contrattualistica, non così chiara, soprattutto nel rapporto con l’istituzione carceraria e con il Ministero della Giustizia: “Future SIB and payment by results schemes which target a specific group of service users may benefit from greater input of operational staff at the contract drafting stage to ensure greater clarity around establishing clear procedures for cohort identification, data collection and analysis, including which data systems will be used.” (Disley, Rubin, 2014, cit. pag. 49)

In Italia la Rivista dell’Impresa Sociale riprende un articolo inglese del Journal of

Poverty and Social Justice (2013) che si chiede se i Social Impact Bond non siano

lupi travestiti da agnelli: i problemi maggiori vengono evidenziati nel sistema di misura dell’impatto sociale; “Il rischio implicito nei SIB fa propendere per un semplicistico modello “meccanico” di causa-effetto, basato sull’idea che un intervento è sempre qualcosa di singolare che dà luogo ad effetti chiaramente riconoscibili. Tale visione non riesce però a cogliere la complessità delle condizioni e dei contesti dei problemi sociali a cui i SIB si rivolgono” (Rivista dell’Impresa sociale, 2014, cit.). Inoltre vengono sottolineati gli effetti perversi che la sperimentazione inglese in alcuni casi ha generato: “L’introduzione dei SIB nel terzo settore inglese ha portato ad alcune conseguenze “inattese”, come il “meccanismo perverso” che spinge le organizzazioni a trascurare le attività principali per concentrarsi su quelle più facilmente misurabili. […] Di conseguenza, i soggetti più vulnerabili e in maggiore difficoltà sono spesso “parcheggiati” e dimenticati poiché occuparsi di loro in modo soddisfacente richiede sforzi, tempi e costi elevati” (Rivista dell’Impresa sociale, 2014, cit.). Infine viene criticato duramente anche il modello di governance: “I SIB prevedono non solo l’“appalto” dei servizi necessari alla soluzione di problemi sociali, ma anche della possibilità di individuare un fornitore, andando così ad intaccare la possibilità di stabilire una responsabilità pubblica e democratica. L’assenza di una relazione diretta tra il fornitore dei servizi e il Governo favorirà un’asimmetria informativa a favore del fornitore e ridurrà la supervisione e la capacità del Governo di influenzare la fornitura o di intervenire in caso di illeciti” (Rivista dell’Impresa sociale, 2014, cit.).

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Analizzando la letteratura si può dunque rilevare come ci sia un consenso abbastanza condiviso verso i SIB, ma alcuni degli osservatori, a partire soprattutto dalla prima esperienza inglese, hanno messo in luce i punti critici che devono essere analizzati prima dell’emissione di un Social Impact Bond tra cui in particolare: la chiarezza dei termini del contratto, la metrica, il guadagno per lo stato, la governance del progetto.