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3.1 DALL’ADESIONE A OGGI

3.1.3 Criticità

Con questo paragrafo esporrò il punto di vista di un accademico giapponese riguardo a diverse disposizioni della CISG. Come si è visto, il ritardo della ratifica è stato dovuto a diversi fattori economici, politici e giuridici. Inoltre, la seconda metà del capitolo precedente è stata interamente dedicata all’opinione di Michida durante le riunione dell’UNCITRAL per la stesura della Convenzione. Questo paragrafo, per quanto contenga aspetti in parte già toccati, non è affatto una ripetizione delle osservazioni di Michida né delle cause per le quali l’adesione è stata ritardata. Infatti, esso si concentra solo sul merito delle disposizioni della CISG, tralasciando il contesto economico-politico. Inoltre, le osservazioni effettuate dall’accademico preso in considerazione sono state pubblicate nel 2010, perciò rispetto a quelle di Michida hanno un valore aggiunto che consiste nell’esperienza accumulata in anni di applicazione della Convenzione.

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L’autore dell’articolo di seguito analizzato è Hideo Nakamura, docente alla Otaru University of Commerce 110.

L’analisi dell’autore inizia con la questione dell’interpretazione, dell’applicazione e dell’uniformità internazionale delle stesse. In particolare, egli afferma che per creare fiducia fra gli operatori economici giapponesi non basta un elevato numero di Stati contraenti, ma è necessario anche che esistano garanzie di un’interpretazione e una applicazione che siano uniformi a livello globale. Di conseguenza, è necessario tenere a mente che le linee guida per interpretare la Convenzione sono da ricercarsi all’interno della Convenzione stessa, evitando il cosiddetto homeward trend. Anche la terminologia va interpretata alla luce del contesto in cui è inserita nella Convenzione, evitando di fare riferimento invece al significato diverso che gli stessi termini possono assumere nella legge nazionale di qualche paese. In relazione a questo ultimo punto, l’autore riconosce infatti che l’interpretazione e l’applicazione spesso differiscono a seconda che il foro competente appartenga alla tradizione di Civil law o di Common law. Per questo motivo e per l’assenza di una Corte Suprema internazionale che possa suggerire metodi interpretativi vincolanti, l’autore ritiene che il livello di uniformità ad oggi non è sufficiente affinché gli operatori giapponesi possano fidarsi della CISG. Questo crea un circolo vizioso difficile da interrompere: le parti non si fidano della CISG, perciò non la scelgono come legge applicabile quando il foro competente è giapponese, di conseguenza non vengono emesse sentenze da tribunali giapponesi basate sulla CISG. Questo a sua volta implica il mantenimento della situazione di diffidenza a causa della scarsità di precedenti giudiziali discussi in Giappone a cui fare riferimento. Per quanto teoricamente scorretto, è un dato di fatto che fori competenti diversi interpretano la Convenzione diversamente, quindi per Nakamura non si può ragionevolmente presumere che il metodo interpretativo che i giudici giapponesi adotterebbero sarebbe lo stesso di altri tribunali esteri. In altre parole, si presume logicamente che, come tanti, anche i giudici giapponesi subiranno l’

homeward trend, ma non esistendo precedenti giudiziali in numero sufficiente,

non si è in grado di stabilire con quale criterio interpretativo verrà applicata la CISG, con il conseguente rischio di distorsioni. Il problema dell’homeward trend è, a detta dell’autore, anch’esso causato dalla mancanza di precedenti giudiziali

110 NAKAMURA, Hideo, “Uiin Baibai Jyōaku to Kokusai Torihiki Keiyaku Jitsumu” [La Convenzione di

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o dall’esistenza di molti precedenti giudiziali ambigui se non addirittura scorretti. L’homeward trend è il prodotto dell’errata applicazione del art. 7(2)

Le questioni concernenti materie disciplinate dalla presente Convenzione che non sono espressamente risolte da essa devono essere risolte in conformità con i principi generali sui quali essa si basa ovvero, in mancanza di tali principi, in conformità con la legge applicabile in virtù delle norme di diritto internazionale privato.

In particolare, l’indicazione di rifarsi ai principi generali della Convenzione viene spesso ignorata.

Successivamente affronta l’aspetto dell’inadempimento essenziale del contratto e la relazione con il diritto alla risoluzione. A detta dell’autore, esiste l’impressione che la CISG sia sfavorevole al compratore in alcuni aspetti, per esempio per il fatto che il diritto alla risoluzione del contratto viene essenzialmente concesso solo per mancata consegna e non anche per vizi della cosa, creando questa ultima ipotesi molti problemi dal punto di vista probatorio. Nakamura non sembra condividere questa impressione infatti, viceversa, al venditore viene concessa la risoluzione del contratto solo nel caso in cui il compratore non paghi il corrispettivo pattuito e non anche nel caso in cui il pagamento venga effettuato in ritardo. Tuttavia l’autore ammette che l’istituto dell’inadempimento essenziale della cosa sia di difficile comprensione per le parti e di altrettanto difficile applicazione. Infatti, i vizi della cosa diventano inadempimento essenziale qualora siano tali da rendere inutilizzabile la merce o impossibile da rivendere a terzi. In quest’ultimo caso, in quanto inadempimento essenziale, anche la consegna di beni non conformi conferisce il diritto alla risoluzione del contratto. Anche dal punto di vista del venditore Nakamura sottolinea un aspetto da lui considerato come un difetto della Convenzione. In particolare, al venditore è riconosciuto il diritto di chiedere la risoluzione nel caso in cui il compratore non paghi il prezzo dovuto o affermi di non avere intenzione di pagare. Diversi sono i casi di ritardo nel pagamento e di ritardo nella presa in consegna della merce da parte del compratore. In quest’ultimo caso bisogna valutare se le conseguenze del ritardo nell’accettazione siano rimediabili con il semplice pagamento dei danni o se non lo siano affatto. Nel secondo caso, il ritardo viene considerato inadempimento essenziale e il venditore ha diritto a chiedere la risoluzione. Tuttavia, spesso è difficile riconoscere la sanabilità o meno della specifica situazione al momento stesso dell’inadempimento, pertanto il venditore entra in difficoltà perché potrebbe

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faticare a capire se gli viene riconosciuto il diritto alla risoluzione o solamente la richiesta dei danni. Critiche esistono anche per le disposizioni (o per meglio dire, l’assenza delle stesse) riguardanti la conformità dei documenti. Infatti, all’art. 34 la Convenzione stabilisce il venditore deve rilasciare i documenti nel momento, nel luogo e nella forma previsti dal contratto. Non è tuttavia stabilito se, in caso di documenti non conformi o mancata consegna degli stessi, il compratore abbia o meno il diritto di chiedere ed ottenere la risoluzione del contratto. Infatti, l’art. 35 tratta solo i vizi della cosa e non considera minimamente i difetti dei documenti. Per Nakamura la consegna di documenti non conformi comporta il diritto alla risoluzione del contratto solo nel caso in cui configuri inadempimento essenziale del contratto. Inoltre, si può stabilire se la consegna di documenti non conformi sia inadempimento essenziale solo analizzando in concreto il singolo caso in questione. Ad esempio l’autore ritiene che essa sia inadempimento essenziale nel caso in cui la conformità dei documenti incida in modo decisivo sullo strumento di pagamento scelto dalle parti (es. D/P, D/A, lettera di credito).

In conclusione, Nakamura ritiene che gli aspetti ambigui della Convenzione siano ancora molti e si dimostra pessimista per il futuro. Infatti, una Convenzione che abbia dimostrato dei difetti è difficile da modificare proprio per il fatto di essere una convenzione. La CISG ha certamente il vantaggio di permettere alle parti di trascurare la scelta della legge applicabile, in quanto essa si applica automaticamente, ma il problema è che è vista con diffidenza dagli stessi operatori economici per i quali è stata creata.

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