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Cronaca di una morte annunciata

Nel documento ISLL Papers Vol. 4 / 2011 (pagine 193-195)

Martina Bertocchi

Premessa.

Sono molte le opere letterarie che possiedono una valenza giuridica. Cronaca di una morte annunciata di Gabriel Garcia Marquez fa parte di queste. Con molta probabilità il contesto che fa da sfondo alla vicenda ripropone tratti della realtà sociale colombiana che vengono confermati non soltanto da alcune circostanze storiche ma anche dalla menzione di alcuni elementi autobiografici. In particolare, va evidenziata la competenza giuridica di Marquez – studente di giurisprudenza per volontà dei genitori e testimone di questioni giuridiche durante la sua carriera di giornalista – e il suo rapporto controverso con la legge, che si rivela nelle critiche che pone al sistema giuridico e al rapporto della legge con la comunità tradizionale.

L’autore presenta, infatti, una questione d’onore gestita dalla vendetta di sangue che viene riprocessata attraverso dalla Legge e dalle sue le procedure.

Con l’obiettivo di mettere in primo piano l’impossibilità di cogliere la realtà nella sua interezza e dunque la tragicità del dubbio, Marquez fa sfociare il romanzo nella totale incertezza: nessuno potrà concludere sulla reale colpevolezza di Santiago Nasar.

Si tratta di una vicenda assurda, poggiata su valori e strutture sociali soltanto apparentemente “primitive” e lontane dalle società “civili”. Al di là del ricorso alla vendetta quale sistema di reazione all’offesa, la questione che attraversa il romanzo è antropologica nel senso che interessa qualunque comunità umana e il bisogno di valori e norme che possano compensare debolezza e incertezza, rispetto ai quali l’apparato della Legge e della giustizia risultano deficitarie.

Analizzerò il romanzo con la consapevolezza che non può essere afferrato il significato preciso che l’autore affida al suo scritto; la mia sarà soltanto una delle tante narrazioni possibili, seguendo la traccia che lo stesso Marquez lascia, affidando il racconto e “l’indagine” alla voce narrante. Chi racconta la storia è, infatti, un personaggio del romanzo al quale è affidata la ricostruzione della vicenda e il tentativo di risalire alla verità dei fatti che si intramano lungo una memoria anche sentimentale.

1. I personaggi principali della vicenda.

In Cronaca di una morte annunciata, si avvicendano molti personaggi senza che si possa distinguere tra principali e secondari, poiché tutti prestano la loro testimonianza come tassello di una memoria che si va costruendo tra molteplici sensibilità, diverse interpretazioni degli eventi e parti della storia che continuano a mancare. Lo scopo di

traumatico per la comunità come l’omicidio vendicativo non può essere giustificato da alcuna verità, lasciando dietro di sé soltanto confusione e smarrimento: desolazione. Santiago Nasar

Forse il protagonista di tutta la vicenda è Santiago Nasar, la giovane vittima di una vendetta familiare. Accusato di avere screditato la famiglia Vicario, privando della verginità la figlia Angela, viene assassinato dai fratelli della ragazza per reintegrare l’onore secondo la consuetudine.

Santiago era figlio unico di un matrimonio di convenienza tra Plácida Linero e un uomo arabo, Ibrahim Nasar. Dal padre pare avesse ereditato più i tratti fisici e alcune passioni, mentre dalla madre l’istinto:

Aveva compiuto 21 anni l’ultima settimana di gennaio, era agile e pallido, e aveva le palpebre arabe e i capelli riccioluti di suo padre. Era il figlio unico di un matrimonio di convenienza che non ebbe un solo istante di felicità, ma lui sembrava felice con suo padre finché questo era morto d’improvviso, tre anni prima, e continuò a sembrarlo con la madre solitaria fino al lunedì della sua morte. Da lei aveva ereditato l’istinto. Da suo padre aveva imparato fin da piccolissimo la padronanza delle armi da fuoco, l’amore per i cavalli e per l’addestramento degli uccelli da preda, ma da lui imparò anche le buone arti del coraggio e della prudenza. (…) Di suo, Santiago Nasar era allegro e pacifico, e di cuore spensierato. (Cronaca: 6)2

Il narratore, vecchio amico di Santiago, che dopo molti anni ritorna nel villaggio, dove tenta di recuperare la verità di quel fatto orrendo, presenta Santiago come un giovane poco più che ventenne, unico riferimento di una madre che lo ama molto3, che ha abbandonato gli studi dopo la morte del padre per prendere le redini dell’azienda familiare. Santiago è sempre connotato come un bravo ragazzo, una vittima innocente ignara di ciò che gli sta per accadere fino alla fine; la gente lo difende, come difende, tuttavia, anche il comportamento dei fratelli Vicario che devono ucciderlo.

Bayardo San Román

È l’uomo che sposa Angela Vicario per riportarla dalla madre, dopo che scopre che la ragazza non possiede più la verginità, soltanto cinque ore dopo la celebrazione delle nozze.

Nel paese è lo straniero che suscita un sentimento contrastante di ammirazione e diffidenza:

Arrivò sul battello settimanale con delle bisacce decorate d’argento che si intonavano con le fibbie della cintura di cuoio e gli anelli degli stivaletti. Andava per i trent’anni, ma li nascondeva benissimo, perché aveva la vita sottile da torero, gli

2 L’edizione italiana di Crónica de una muerte anunciada (1981) di G. Garcia Marquez è Cronaca di una morte annunciata, Mondadori, Milano 1982 tradotta da Dario Puccini. Da qui in avanti indicata

come Cronaca. 3

11 occhi dorati e la pelle cucinata a fuoco lento dal salnitro. Arrivò con una giacchetta

corta e un paio di pantaloni molto stretti, entrambi di vitello naturale, e con guanti di capretto dello stesso colore. (Cronaca: 19)

Gli piacevano le feste rumorose e lunghe, ma era buon bevitore, capace di dirimere liti e nemico dei giochi di mano. Una domenica dopo la messa sfidò i nuotatori più esperti, che erano molti, e si lasciò alle spalle i migliori con venti bracciate d’andata e ritorno attraverso il fiume. Mia madre me lo raccontò in una lettera, e alla fine mi fece un commento dei suoi: “Sembra anche che nuoti nell’oro”. Faceva parte della prematura leggenda secondo cui Bayardo San Roman non solo era capace di fare ogni cosa, e di farla molto bene, ma disponeva anche di risorse inesauribili. Mia madre gli diede la benedizione finale in una lettera di ottobre. “La gente gli vuole molto bene” mi diceva “perché è onesto e di buon cuore, e domenica scorsa ha preso la comunione in ginocchio e ha servito la messa in latino.” In quel tempo non era permesso prendere la comunione in piedi e si officiava solo in latino, ma mia madre è solita addentrarsi in queste precisazioni quando vuole arrivare al fondo delle cose. (Cronaca, 20)

Ad Angela Vicario, che incontra Bayardo San Roman la sera della festa nazionale di ottobre, sembra poco più di uno sbruffone:

Lei mi confessò che era riuscito a impressionarla, ma per motivi diversi dall’amore. “Io detestavo gli uomini sbruffoni, e non ne avevo mai visto uno che si desse tante arie” mi disse, evocando quel giorno. “Inoltre pensai che fosse un polacco.” La sua contrarietà fu tanto più grande quando annunciò il numero del fonografo, in mezzo all’accettazione collettiva, e in effetti lo vinse Bayardo San Roman. Non poteva immaginarsi che lui, soltanto per impressionarla, aveva comprato tutti i numeri della riffa. Quella sera, quando tornò a casa, Angela Vicario vi trovò il fonografo avvolto in carta da regalo e adornato con un fiocco d’organza. “Non riuscii mai a capire come avesse saputo che era il mio compleanno” mi disse. (Cronaca: 22)4 Ma, stando al ricordo del narratore, è anche un uomo molto triste:

Mi parve attraente, in effetti, ma molto lontano dalla visione idillica di Magdalena Oliver. Mi parve più serio di quanto facevano credere le sue scappate, carico di una tensione nascosta appena dissimulata dalle sue doti eccessive. Ma soprattutto mi sembrò un uomo molto triste. Già in quei giorni aveva formalizzato il suo impegno d’amore con Angela Vicario. (Cronaca: 21)

Il comportamento di Bayardo è in ogni caso piuttosto controverso. Soprattutto è fuori dall’ordinario la sua disinvoltura con il denaro, e la spregiudicatezza nel soddisfare ogni suo desiderio a “qualunque costo”. Emblematico l’acquisto della casa del vedovo Xius, che non riesce a sottrarsi al ricatto di una montagna di denaro, nonostante più volte tenti di negargli la propria casa a cui è legato da molti affetti e ricordi.

Anche l’identità di Bayardo non risulta chiara. In paese circolano le voci più assurde, nel tentativo di spiegare chi sia l’uomo sbarcato in paese e deciso a sposare Angela.

Nel documento ISLL Papers Vol. 4 / 2011 (pagine 193-195)

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