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L’EURASIA DALLA DISSOLUZIONE DELL’URSS AD OGG

4. La strategia russa in Eurasia: il “progetto eurasiatico”

4.1 La CSTO e la sicurezza regionale

Il primo passo compiuto dal Presidente Putin verso una maggiore integrazione sul piano della sicurezza, è stata la revisione del Trattato sulla sicurezza Collettiva firmato al tempo della presidenza Eltsin112 e

trasformato nel maggio 2002 nell’Organizzazione del trattato sulla sicurezza collettiva, (Collective Security Treaty Organization, CSTO).

La CSTO, a cui aderirono Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kyrgyzstan, Russia e Tagikistan, è stata creata e voluta fortemente da Mosca che intendeva creare una struttura capace di legittimare il proprio ruolo di «military security provider»113 nei territori dell’estero vicino.

111 S. E. CORNELL, Azerbaijan: Going It Alone e F. S. Starr, Uzbekistan and

Turkmenistan: Staying Away, in ibidem.

112 Cfr. supra cap. 2, par. 2, p. 18.

113 P.BAEV, The CSTO: Military Dimensions of the Russian Reitegration Effort, pp. 40- 48, in S.F.STARR,S.V.CORNELL, op. cit.

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L’Organizzazione è un’alleanza militare intergovernativa con scopo di organizzare interventi volti a garantire la stabilità e la sicurezza in una regione come quella eurasiatica segnata sin dalla dissoluzione dell’URSS da violenti conflitti regionali, e con il fine di controbilanciare l’espansione e l’influenza della NATO e degli Stati Uniti114.

Con il Trattato, ciascun membro si è impegnato a rinunciare alla minaccia o all’uso della forza nella risoluzione delle controversie tra gli stati membri e introduce una clausola di solidarietà in base alla quale un atto di aggressione esterna nei confronti di uno dei paesi viene considerata un attacco a tutti, autorizzando contromisure comuni115.

All’Organizzazione è stata data una struttura istituzionale, il cui principale organo decisionale è costituito dal Consiglio sulla sicurezza collettiva (Collective Security Council, CSC), cui partecipano i capi di stato e di governo dei paesi membri e che ha il potere di decidere su un eventuale intervento, sulle candidature e sulle sospensioni. Le decisioni non procedurali del CSC sono prese esclusivamente per consensus. La presidenza dell’organizzazione è affidata a rotazione, a seconda del luogo dove il Consiglio si riunisce. Accanto al CSC vi sono altri tre consigli specializzati, con funzioni consultive: il Consiglio dei ministri degli affari esteri, il Consiglio dei ministri della difesa e il Comitato dei segretari del Consiglio di sicurezza.

Nell’ottobre 2007 la CSTO ha firmato un accordo con l’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (SCO composta da Cina, Russia e i paesi dell’Asia centrale) per rafforzare la cooperazione su questioni di sicurezza, crimine organizzato e traffico di droga.

Secondo Baev, l’organizzazione, istituita su esempio della NATO, ha speso le proprie forze più per assicurarsi il riconoscimento

114 Ibidem.

115 Collective Security Treaty Organisation (CSTO), Atlante Geopolitico, Enciclopedia Treccani, http://www.treccani.it/geopolitico/organizzazioni_internazionali/collective- security-treaty-organisation-csto.html.

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internazionale come organizzazione di sicurezza regionale ed in particolare essere riconosciuta dalla NATO come un legittimo ed eguale partner, piuttosto che svolgere un efficace ruolo per la sicurezza e la stabilità116.

In effetti, a causa di divergenze di vedute tra i suoi membri, dal momento della sua istituzione la CSTO non ha mai effettuato interventi collettivi. In seguito alla guerra russo-georgiana del 2008, la Russia ha tentato di rafforzare il versante militare dell’organizzazione, istituendo nel 2009 una Forza di reazione rapida con base in Kirghizistan, con l’intento di creare una forza in grado di rispondere in maniera immediata a un ipotetico attacco militare o terroristico.

In particolare sono emerse diverse contraddizioni che hanno impedito alla CSTO di svolgere il proprio ruolo. Essendo la regione interessata in maniera rilevante da scontri e conflitti regionali che riguardano territori contesi tra gli stati membri stessi dell’organizzazione, a causa dell’arbitraria divisione dei confini in epoca sovietica di cui abbiamo già accennato, non è stato possibile alla CSTO apportare un contributo per la pace.

L’esempio più eclatante riguarda i conflitti sorti nella regione del Caucaso: quello azero-armeno e quello georgiano. A causa dei diversi interessi degli stati non si è riusciti ad intervenire in maniera collettiva allo scoppio delle conflittualità: il Kazakhstan avendo ingenti interessi energetici sia in Azerbaijan che in Georgia ha dichiarato la propria neutralità; la stessa Russia considera importanti le buone relazioni con l’Azerbaijan, non potendo dunque schierarsi interamente dalla parte armena, (nonostante la firma di un trattato bilaterale che legittima la presenza russa nel territorio)117.

116 P.BAEV, op. cit. 117 Ibidem.

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In Asia Centrale, invece, la CSTO si trova in una posizione più favorevole al fine di provvedere alla sicurezza e di canalizzare gli sforzi russi volti a gestire l’instabilità della regione, nonostante nemmeno qui si sia riusciti a raggiungere il consensus per azioni collettive.

I problemi legati a quest’area sono difatti molteplici: oltre ai conflitti regionali, come quelli scoppiati nella regione dell’Osh in Kyrgyzstan nel maggio-giugno 2010, destano particolare preoccupazione l’estremismo islamico ed il traffico di stupefacenti e armi, aumentato soprattutto dopo il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan avvenuto nel 2014118.

La CSTO, dunque, dal punto di vista formale appare come un’organizzazione multilaterale capace di gestire i problemi legati alla sicurezza in Asia Centrale. In realtà, nel concreto emerge in parte un’inefficacia comprovata dai fatti già citati119, in cui i conflitti non sono

stati gestiti, ed in parte emerge chiaramente come un’organizzazione usata dalla Federazione Russa per influenzare i paesi membri da un punto di vista politico-militare e per attuare il suo progetto di integrazione eurasiatico, mantenere il proprio ruolo di unico garante della sicurezza e della stabilità nella regione estromettendo le potenze rivali, quali Stati Uniti e Cina120.

118 Cfr. ibidem; M.FUMAGALLI, op. cit.

119 J.KUCERA, CSTO Faces New Wave Of Criticism Over Ineffectiveness, Eurasianet.org, April 13, 2015, http://www.eurasianet.org/node/72956.

120 Cfr. P. BAEV, op. cit.; A. FROST, The Collective Security Treaty Organization, the

Shanghai Cooperation Organization, and Russia’s Strategic Goals in Central Asia,

China and Eurasia Forum Quarterly, Volume 7, No. 3 (2009), Central Asia-Caucasus Institute & Silk Road Studies Program, pp. 83-102.

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4.2 Dall’EurAsEc alla EEU: