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Per quel che attiene ai beni culturali, il tema della valorizzazione, pur essendo oggetto di risalenti ricostruzioni teoriche ed interventi normativi 144 , ha conosciuto

141 Fuoriescono, infatti, da questa ipotesi i beni immobili dotati di valenza artistico-culturale, ma

vi appartengono pur sempre quelli che, destinati all’esercizio di funzioni pubbliche, non possono essere dismessi, subendo una valorizzazione destinata a produrre sì effetti, ma sempre in direzione del loro mantenimento nel patrimonio pubblico. Sul punto, C. PRIORE, Utilizzo e valorizzazione di immobile culturale. Limiti e procedimento, in G. ALPA,G.CONTE,V.DI GREGORIO,A.FUSARO,U.

PERFETTI (a cura di) I beni culturali nel diritto. Problemi e prospettive, Napoli, ESI, 2010, 105 ss. 142 O anche solo detentore, se si pensa ai fenomeni di cessione del bene tra i diversi livelli di

governo del territorio anche a seguito delle varie operazioni di federalismo demaniale su cui si vedano, proprio nella prospettiva della valorizzazione, M. RENNA, Federalismo demaniale e strumenti

di valorizzazione dei beni pubblici, in Studi parlamentari, 2012, 176, 27 ss. ed A. POLICE,

Valorizzazione e gestione dei beni pubblici delle regioni e degli enti locali nel quadro del federalismo demaniale, in Dir. proc. amm., 2013, 2/3, 823 ss.

143 Rispetto ai quali la valorizzazione, come diremo infra, mirando a rendere il bene più

appetibile sul mercato, assume quindi una valenza ulteriore a quella fin qui individuata.

144 Il tema era già stato affrontato sia dal punto di vista costituzionale, attraverso una

interpretazione estensiva del contenuto dell’art. 9 Cost. – ai sensi del quale «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» – e, successivamente, in relazione alle diverse disposizioni di legge che ne avevano progressivamente individuato i contorni operativi. In questa direzione, benché di valorizzazione dei beni culturali si fosse iniziato a parlare con la legge 29 gennaio 1975, n. 5 di conversione del d.l. 14 dicembre 1974, n. 657 istitutivo del Ministero dei beni e delle attività culturali, e con il successivo decreto attuativo, d.p.r. 805/1975 – che, ex art. 2, assegnava alle competenze dello stesso il compito di provvedere «alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale del Paese» –, è solo con il d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112, in materia di «Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali» (in attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, c.d. Legge Bassanini I) che, ex art. 148, comma 1, lett. e) questa trova una prima definizione in

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una rinnovato attenzione con la riforma costituzionale del Titolo V – che la inserisce

espressamente tra le funzioni di competenza legislativa concorrente Stato-Regioni

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–, e con il successivo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (d.lgs. 42/2004) di

riordino della precedete disciplina (i.e. il t.u. in materia, di cui al d.lgs. 490/1999)

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.

quanto riconducibile ad «[…] ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e conservazione dei beni culturali e ambientali e ad incrementarne la fruizione» e come tale nettamente differenziata sia dall’attività di tutela (lett. c) che da quella di gestione (lett. d).

145 L’attuale testo dell’art. 117, comma 3 Cost. inserisce infatti espressamente la «valorizzazione

dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali» tra le materie di potestà legislativa concorrente, attribuendo, invece, ai sensi del precedente comma 2, lett. s), la «tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali» alla competenza esclusiva dello Stato. Per un’analisi delle norme costituzionali in materia – anche nel contesto della riforma del Titolo V –, si vedano, ex multis, A.M. SANDULLI, La tutela del paesaggio nella costituzione, in Riv giur. ed., 1967,

vol. II, 70 ss.; F. SANTORO PASSARELLI, I beni della cultura nella Costituzione, in AA.VV., Studi per il ventesimo anniversario dell’Assemblea costituente, vol. II: Le libertà civili e politiche, Firenze, 1969, 429 ss.; F. MERUSI, sub art. 9, in G. BRANCA (a cura di), Commentario della Costituzione, vol. I: Art.

1-12. Princìpi fondamentali, Bologna-Roma, Zanichelli, 1975, 446 ss.; G. SCIULLO, Beni culturali e

riforma costituzionale, in Aedon, 2001; A. POGGI, Dopo la revisione costituzionale: I beni culturali e

gli scogli del “decentramento possibile”, ivi, 2003; F.S. MARINI, Lo statuto costituzionale dei beni culturali, Milano, Giuffrè, 2002; C. BARBATI, Tutela e valorizzazione dei beni culturali dopo la

riforma del titolo V: La separazione delle funzioni, in Giorn. dir. amm., 2003, 3, 145 ss.; L. TARANTINO, Tutela e valorizzazione dei beni culturali tra riforma del titolo V e Codice dei beni culturali e del paesaggio, in Urb. app., 2004, 9, 1017 ss.; L. AZZENA, Pubblicità e patrimonio culturale. Spunti per una più efficace tutela costituzionale, in G. COLOMBINI (a cura di), La nozione

flessibile di proprietà pubblica, cit., 361 ss.; R. CHIARELLI, Profili costituzionali del patrimonio

culturale, Torino, Giappichelli, 2010 e S. MABELLINI, La tutela dei beni culturali nel costituzionalismo multilivello, Torino, Giappichelli, 2016.

146 Sull’evoluzione normativa in materia di beni culturali e paesaggio amplissima è la

bibliografia. Tra gli altri, si vedano, M.S. GIANNINI, I beni culturali, in Riv. trim dir. pubbl., 1975, 1, 5

ss.; G. VOLPE, Profilo storico della tutela dei beni culturali, in Riv. pol., 1992, 2, 249 ss.; T.

ALIBRANDI, P. FERRI, I beni culturali e ambientali, Milano, Giuffrè, 1995; S. CASSESE, I beni culturali: sviluppi recenti, in M. CHITI (a cura di), Beni culturali e comunità, Milano, Giuffrè, 1994,

341 ss.; ID.; I beni culturali dalla tutela alla valorizzazione, Giorn. dir. amm., 1998, 7, 673 ss.;

ID., Problemi attuali dei beni culturali, ivi, 2001, 10, 1064 ss.; G. PITRUZZELLA, Beni e attività culturali. Commento all’art. 148, D.Lgs. n. 112/1998, in G. FALCON (a cura di), Lo stato autonomista, Bologna, Il Mulino, 1998, 493 ss.; M. P. CHITI, La nuova nozione di “beni culturali” nel d.lgs.

112/98: prime note esegetiche, in Aedon, 1998; I. CACCIAVILLANI, La disciplina dei beni culturali nel

D.Lgs. n. 112/1998, in Riv. amm. Rep. It., 1998, 9, 809 ss.; G. CAIA (a cura di), Il Testo unico sui beni culturali e ambientali, Milano, Giuffrè, 2000; M. CAMMELLI (a cura di), La nuova disciplina dei beni culturali e ambientali, Bologna, Il Mulino, 2000; N. AICARDI, L’ordinamento amministrativo dei beni

culturali. La sussidiarietà nella tutela e nella valorizzazione, Torino, Giappichelli, 2002; P. STELLA

RICHTER, E. SCOTTI, Lo statuto dei beni culturali tra conservazione e tutela, in Trattato di diritto

amministrativo, vol. XXXIIII, Padova, Cedam, 2002; M. AINIS,M. FIORILLO, I beni culturali, in S. CASSESE (a cura di), Trattato di diritto amministrativo, vol. II: Diritto amministrativo speciale,

Milano, Giuffrè, 2003, 1449 ss.; C. BARBATI,M.CAMMELLI,G.SCIULLO (a cura di), l diritto dei beni

culturali, Bologna, Il Mulino, 2003; ID. (a cura di), Diritto e gestione dei beni culturali, Bologna, Il

Mulino, 2011; G. SCIULLO, Il Codice dei beni culturali e del paesaggio: principi dispositivi ed elementi di novità, in Urb. e app., 2004, 7, 763 ss.; E. FOLLIERI (a cura di), Il diritto dei beni culturali

e del paesaggio, vol. I, Napoli, ESI, 2005; M. CAMMELLI (a cura di), Il codice dei beni culturali e del

paesaggio, Bologna, Il Mulino, 2007; P. CARPENTIERI, Il secondo “correttivo” del Codice dei beni culturali e del paesaggio, in Urb. e app., 2008, 6, 681 ss.; L. CASINI, La disciplina dei beni culturali dopo il d.lgs. n. 62/2008: “Erra l’uomo finché cerca”, in Giorn. dir. amm., 2008, 10, 1066 ss. e M.A. SANDULLI (a cura di), Il codice dei beni culturali e del paesaggio, Milano, Giuffrè, 2012.

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In questa direzione, l’elemento che pare utile sottolineare è quello dell’esigenza,

sempre più avvertita, di ricostruire i contorni dell’attività di valorizzazione quale

fattispecie autonoma proprio in relazione alle diverse ipotesi della gestione e della

tutela dei beni culturali

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. E se tale analisi conosce evidenti peculiarità – sia in

ragione delle caratteristiche intrinseche dei beni che ne sono oggetto che della ratio

di fondo che ne ha spesso giustificato l’esercizio

148

–, è pur vero che finisce per

confermare molti degli assunti che fino a qui abbiamo tentato di individuare.

Al di là delle diverse ipotesi in merito alla loro concreta configurabilità come