Alla luce dei risultati sopra riportati ci siamo chiesti cosa sarebbe successo nel caso di un cambio di destinazione d’uso che non comporti una variazione n´e di carichi d’esercizio n´e di coefficienti di combinazione.
In questo caso infatti le curve di pushover non subiscono nessuna variazione e con- seguentemente neanche la curva PAM di normativa. Diversamente dovrebbero cambia- re le curve PAM di nostra valutazione poich´e variano i danni indiretti. Infatti stiamo realizzando le curve tenendo particolarmente conto sia dei danni diretti che dei danni indiretti.
Per semplicit´a nella valutazione del danno indiretto si ´e scelto di confrontare il ca- so in cui si ipotizza l’edificio come condomino residenziale con un diverso caso in cui ipotizziamo l’edifico adibito ad uffici.
Infatti se avessimo deciso di rimanere nel caso di scuola avremmo dovuto confron- tarla con un ospedale oppure con una clinica privata; usi che appartengono alla stessa categoria di edifico, con stessi carichi e stessi coefficienti. La valutazione del danno in questo caso sarebbe stata per noi molto pi´u difficile e soggetta ad un maggior numero di variabili in considerazione anche del pi´u difficile reperimento dei dati di confronto.
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 0 0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09 0,1 Pe rd ita e co no m ic a (% CR )
frequenza media annua di superamento λ=1/TR
Perdite funzionali uffici
Gruppo 1 +Fx+Mx Gruppo 1 +Fx-Mx Gruppo 1 -Fx+Mx Gruppo 1 -Fx-Mx Gruppo 1 +Fy+My Gruppo 1 +Fy-My Gruppo 1 -Fy+My Gruppo 1 -Fy-My Gruppo 2 +Fx+Mx Gruppo 2 +Fx-Mx Gruppo 2 -Fx+Mx Gruppo 2 -Fx-Mx Gruppo 2 +Fy+My Gruppo 2 +Fy-My Gruppo 2 -Fy+My Gruppo 2 -Fy-My Curva sismabonus
Figura 7.5: PAM Considerando sia il Danno Diretto che Indiretto nel Caso di Uffici
Il PAM che si ottiene in questo caso ´e pari a:
P AM = 1, 01%
In questo caso notiamo che il valore ´e pi´u piccolo che nel caso precedente in cui l’edificio era adibito a civile abitazione.
Questo risultato appare ragionevole poich´e i disagi in questo caso risulterebbero minori e dettati da minore urgenza.
Interessante per´o ´e notare come la curva PAM della normativa resti invariata (curva in rosso) e non riesce a cogliere questa variazione di perdita media annua attesa.
In questo caso la curva PAM delle Linee Guida va, a nostro avviso, a sovrastimare la perdita media annua attesa in maniera notevole, infatti fra 1,27 % e 1,01 % abbiamo una variazione percentuale del 19,6 %.
In particolare riferendoci alla tabella di Classe PAM, figura5.1, abbiamo che con il valore di 1,01 % siamo al limite fra la classe A e la classe B, diversamente con il valore 1,27 % siamo a met´a della classe B.
Vi ´e quindi una differenza di circa mezza Classe PAM che in questo caso appare notevole.
Capitolo 8
Conclusioni
In base ai risultati ottenuti andando a confrontare le curve PAM delle Linee Guida con quelle da noi realizzate, tenendo conto dei danni, diretti ed indiretti, subiti dalla nostra struttura di prova, la scuola media superiore di Bagnone, si possono trarre le seguenti conclusioni:
• La quantificazione del danno economico nella stima delle perdite medie annue attese non pu´o limitarsi ai soli danni diretti subiti dall’edificio. Diversamente deve prendere in considerazione anche i danni indiretti, che non possono essere dedotti da un modello semplicemente strutturale. Questo appare evidente dal confronto fra le curve riportate in figura7.1e quelle riportate in figura7.2.
Fra i due valori calcolati dalle curve PAM vi ´e una differenza di circa mezza clas- se PAM a dimostrazione di quanto i danni indiretti assumano una rilevanza non trascurabile nella quantificazione economica dei danni.
Inoltre non vi ´e una reale giustificazione tecnica per non tenere di conto i danni indiretti, infatti allo stesso modo di come sono state reperite le informazioni per quantificare i danni diretti patiti dalla struttura si possono reperire informazioni per quantificare i danni indiretti.
La Protezione Civile nazionale, come abbiamo evidenziato in questo lavoro di tesi, dispone in tal senso di tutto il necessario per tenerne conto almeno in una forma convenzionale.
• La curva PAM, cos´ı come ´e definita nelle Linee Guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, non considera la destinazione d’uso dell’edificio nella valutazione della classe di rischio. Ne prede atto solo in maniera indiretta allorquando questa modifica provoca una variazione dei carichi di esercizio sulla struttura. Questo accade nel caso di cambio di destinazione d’uso da scuola a condominio dove abbiamo notato un cambio della curva PAM.
Nel caso invece di cambio di destinazione d’uso da condominio ad uffici la curva dettata dalla normativa non subisce alcuna variazione, mentre i danni indiretti per le due situazioni sono sicuramente differenti.
La curva PAM cos´ı come definita nelle Linee Guida per la classificazione del ri- schio sismico delle costruzioni non ´e quindi in grado di apprezzare una variazione dei danni indiretti.
Si ha conseguentemente che per la curva PAM hanno lo stesso danno tutti gli edifici appartenenti alla stessa categoria di carichi d’esercizio. Quindi un ospedale, un ristorante, un caff´e od una scuola hanno tutti uno stesso danno e questo appare evidentemente irragionevole.
Nell’eventualit´a quindi di un’estensione di queste linee guide alla classificazione di tutti gli edifici, indipendentemente dalla volont´a o meno dei proprietari di effet- tuarvi interventi di miglioramento strutturale, appare evidente la necessit´a di anda- re a considerare direttamente la destinazione d’uso dell’immobile, come del resto avviene in altri stati(menzionati nell’introduzione) dove ´e stato fatto un analogo lavoro di classificazione degli edifici.
La destinazione d’uso dell’edificio potrebbe ad esempio essere tenuta in conto at- traverso dei coefficienti correttivi opportunamente tarati su un campione signifi- cativo di edifici prova da sottoporre ad analisi simili a quella svolta nel presente lavoro di tesi.
• Nell’eventualit´a di un’estensione delle Linee Guida alla classificazione di tutti gli immobili sarebbe da valutare se e come modellare i tamponamenti negli edifici intelaiati. Infatti attualmente non vi sono indicazioni, ma nonostante ci´o nel pre-
sente lavoro sono stati modellati ed utilizzati per valutare in maniera pi´u puntuale il danno diretto alle porzioni non strutturali di edificio.
Al tempo stesso per´o i tamponamenti cos´ı modellati hanno sicuramente incremen- tato le prestazioni della struttura, conferendogli una classe PAM pi´u piccola di quella che avremmo ottenuto senza tamponamenti.
Il rischio quindi ´e che da un lato non modellandoli si vada a considerare la strut- tura in maniera troppo pessimistica, soprattutto per gli edifici dello scorso secolo. Dall’altra parte nell’eventualit´a che la classificazione sismica degli edifici assuma un alto valore economico, la modellazione dei tamponamenti pu´o essere usata per falsare la classe PAM.
• Da ultimo si vuole sollevare un ulteriore argomento da valutare (eventualmente in un atro lavoro di tesi) sulla base delle considerazioni fin qui operate.
Infatti in questo lavoro di tesi si ´e verificato come la variazione di destinazione d’uso non sia apprezzata dalla curva PAM e fornisca quindi valori difformi per la perdita media annua attesa.
Sarebbe anche interessante andare a vedere come varia la curva PAM non solo al variare della destinazione d’uso, ma pure della tipologia edilizia. Verificare cio´e se la curva PAM riesce a distinguere nell’ambito della stessa destinazione d’uso fra una villetta singola ed un condominio, tra un singolo negozio ed un super- mercato. Per valutare quindi se anche questo sia o meno un parametro da tenere espressamente in considerazione per future implementazioni della curva.
Appendice A
Materiali della Struttura
A.1
Materiali in Opera
Le caratteristiche meccaniche dei materiali in opera sono state misurate attraverso prove distruttive e non distruttive [3].
Durante queste indagini sono stati individuate le armature di alcuni elementi struttu- rali, come si vede nelle figureA.1eA.2:
Figura A.1: a) Ferri Pilastro, b) Sezione Trave 7, c) Sezione Trave 9, d) Trave Rovescia di Fondazione
Figura A.2: Armatura Longitudinale Solaio