II. 2.1.3.4 Il legame no-tension
III.3 Dal progetto di Alessandro Gherardesca allo stato attuale
attuale
Le tre proprietà acquisite erano perciò talmente dissimili tra loro da necessitare un intervento notevole, che le riunificasse in progetto architettonico omogeneo ed armonico.
Per questo i Franchetti si affidarono ad uno dei più illustri architetti pisani del tempo, Alessandro Gherardesca.
L’intervento di Alessandro Gherardesca interessa principalmente il prospetto sul Lungarno, mentre lascia inalterata la facciata su via San Martino. Gherardesca rende la facciata verso il fiume più organica, demolisce alcune parti di scarso valore architettonico, inserisce due ali laterali al corpo centrale e conforma l’edificio ad una più moderna forma ad “U” che racchiude una grande area verde.
CAPITOLO III Il caso della volta di Palazzo Franchetti: Inquadramento storico
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Figura III-30 - Pianta di copertura di Palazzo Franchetti, stato attuale
Il piano terra del prospetto sul Lungarno unifica i due palazzi e i rispettivi ingressi con una soluzione che vede quattro aperture ad arco interrotte da una nicchia centrale di maggiore dimensione che ospita una statua in terracotta. Anche qui si ritrova un piano ammezzato sul lato sinistro del prospetto denunciato dalla presenza di una piccola apertura. Sul lato sinistro, venendo dal Lungarno, si trova la ex limonaia, probabilmente voluta da Curzio Lanfranchi. Al di sotto delle finestre del primo piano si trovano decorazioni affrescate ad un livello di intonaco inferiore rispetto all’attuale (Figura III-31).
Figura III-31 - Facciata di Palazzo Franchetti sul Lungarno, schema.
Nel 1888, l’erede dei Franchetti rinuncia al palazzo che viene venduto a Vincenzo Ciampolini, ricco imprenditore fiorentino, che ne affitta separatamente i locali. Nel 1908 il
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CAPITOLO III Il caso della volta di Palazzo Franchetti: Inquadramento storico
118 proprietario inizia le trattative di vendita dell’intero palazzo, ad esclusione degli affreschi al piano terra, al Consorzio dei Fiumi e Fossi, che vi si era già insediato nel 1899. Gli affreschi restano quindi fuori dalla trattativa, e, qualora il Ministero della Pubblica Istruzione ne avesse concesso il distacco, Ciampolini si sarebbe impegnato a ridipingere la volta rimasta priva dall’affresco, in caso contrario, il Consorzio l’avrebbe acquistato26. Il Palazzo e le
decorazioni, diventano proprietà del Consorzio nel 1914, quando si raggiunge un accordo con Ciampolini che lo cede in cambio dell’estinzione del debito accumulato a causa di un’ipoteca accesa per la prima volta nel 1818 in favore dei dal Borgo, che avevano diritto a una “servitù di prospetto e di luce”.
I diversi lavori effettuati sul palazzo per riparare i danni dovuti allo scoppio di mine, sul lato che dà sul vicolo del Torti nel 1944, restituiscono un edificio profondamente cambiato, passando da una nobile abitazione ottocentesca a sede di uffici e appartamenti.
Ad oggi il complesso può essere diviso in quattro porzioni: le due ali verso il Lungarno, di realizzazione più recente, e il corpo principale, a sua volta divisibile nella porzione ex Lanfranchi ed ex Del Torto. La strutture verticali sono in muratura con elementi lapidei. Sotto il piano terra del corpo principale sono presenti locali, oggi non fruibili per l’acqua di falda affiorante.
Gli orizzontamenti sono in parte a volta, specie nella porzione ex Lanfranchi, ed ospitano affreschi cinquecenteschi e decorazioni Sette - Ottocentesche. Le volte sono principalmente a padiglione o a specchio, realizzate in modi diversi, si ritrovano infatti volte con mattoni posizionati di coltello e volte in folio, in alcuni casi sono presenti anche costoloni di rinforzo, frenelli o contrafforti murari. Altra tipologia di orizzontamenti presente è quella con struttura lignea, con travi, travicelli e mezzane. Tale tipologia si ritrova ai mezzanini e al secondo piano della porzione ex Del Torto. Altre sale sono controsoffittate. La copertura del corpo principale è stata interessata quasi interamente da un importante intervento di ristrutturazione negli anni settanta, in cui alla struttura lignea è stato sostituito un sistema di travi in calcestruzzo armato precompresso e tavelle, creando dei cordoli in c. a. a coronamento delle pareti di spina. In alcuni casi, sono presenti elementi trasversali di sostegno. La copertura delle due ali, invece, è in legno.
Notevole è la presenza di elementi di pregio. Oltre agli elementi architettonici, già individuati nelle descrizioni dei prospetti, la presenza di volte affrescate arricchisce il valore storico e artistico di questa costruzione. La Sala delle Ninfe, al pian terreno della
CAPITOLO III Il caso della volta di Palazzo Franchetti: Inquadramento storico
119 porzione ex Lanfranchi, presenta, come detto, una volta “a specchio” o “a schifo”, con lunette su tutto il perimetro. Le decorazioni ad affresco sono presenti su tutta la superficie della volta, inquadrate da cornici in stucco, e nella strombatura delle finestre. Il pavimento è in graniglia di marmo e presenta la scritta “SALVE” in corrispondenza della prima porta. Lo scalone monumentale, che porta al primo piano, presenta rampe in pietra serena e volta a botte affrescata a grottesche, mentre i pianerottoli sono voltati con strutture a crociera, anch’esse affrescate. Sia l’ala Ovest che quella Est dell’edificio presentano decorazioni ad affresco sulle pareti e sulle volte. Alcune sono state ritinteggiate, ma saggi stratigrafici ne testimoniano la presenza. Anche la Sala del Presidente presenta una struttura voltata affrescata con balza e motivi di corone floreali. È da notare anche la presenza in questa sala del camino in marmo e le decorazioni parietali scialbate.
Al piano primo della porzione ex Lanfranchi, nel grande salone, si ritrova la volta oggetto di questa tesi, volta a padiglione lunettata ed affrescata, formata da una testa di mattoni. Risulta interessante anche la fattura della struttura, visibile all’estradosso. I mattoni sono disposti di coltello e, tra la parte centrale e le teste di padiglione, sono presenti setti di rinfianco sormontati da catene metalliche.
CAPITOLO IV
Il caso della volta di Palazzo Franchetti:
Analisi Strutturali
CAPITOLO IV Analisi strutturali
121 Le valutazioni strutturali effettuate consistono in una serie di analisi statiche ed un’analisi dinamica.
Le analisi statiche sono state svolte con il solo peso proprio o con peso proprio e sovraccarico dato dal materiale di rinfianco e l'iter di analisi seguito è stato un percorso progressivo da un modello più semplice, ma più lontano dal comportamento della struttura reale, ad un modello finale che sembra, invece, rispecchiarlo in modo apprezzabile. Tra le varie analisi sono state cambiate non solo le condizioni al contorno, ma anche la modellazione del materiale.
Nelle prime analisi, infatti, è stato considerato un materiale elastico lineare omogeneo equivalente mentre nella ricerca di un modello più raffinato, esso è stato rimpiazzato dal legame costitutivo masonry-like, già precedentemente trattato (§II.2.1.3.4) e ampiamente spiegato nel seguito.
L’analisi dinamica è stata svolta a completamento dello studio delle criticità della struttura.
I programmi utilizzati principalmente sono Rhinoceros 4.0, per la modellazione e la creazione della mesh, e il codice di calcolo NOSA, per le vere e proprie analisi e il cui algoritmo è illustrato nel paragrafo seguente.
Lo scopo degli studi effettuati è quello di capire il funzionamento della struttura, valutare la minima resistenza a trazione richiesta per garantire l'equilibro secondo diverse ipotesi di condizioni al contorno e tarare il modello tramite confronto con il quadro fessurativo reale, per garantire l'adeguatezza dei risultati che si ottengono con il codice NOSA, nell'ottica di futuri interventi o adeguamenti.
CAPITOLO IV Il caso della volta di Palazzo Franchetti: Analisi Strutturali
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