Capitolo II: Dallo sviluppo locale allo sviluppo umano
2.3 Dall’ISU alle nuove prospettive di sviluppo umano
Il tema prevalentemente economico e di nicchia dello sviluppo locale ha trovato nell’approccio allo sviluppo umano il contesto in cui maturare una solidità teorica e politica che lo ha messo al centro del dibattito internazionale sui nuovi modelli di sviluppo.
Alla base di questo cambio di prospettiva vi è la constatazione di come i diversi fallimenti di policy abbiano avuto negative ripercussioni sull'aspetto dello sviluppo umano, rafforzando al contrario fenomeni quali: jobless growth56, ruthless growth57, voiceless
growth58. Quindi il connubio tra sviluppo locale e sviluppo umano, propone un'analisi, e
di conseguenza delle strategie alternative, per programmi di cooperazione più efficaci. All'inizio degli anni '90 un gruppo di ricercatori e specialisti dello sviluppo, guidati da Mahbub Ul Haq (economista e politico pachistano, noto però per le sue capacità di advisor) e da Amartya Sen (economista e filosofo indiano) svolsero un'indagine importante per UNDP (United Nations Development Programme) dove venivano approfondite tutte le contraddizioni e ambiguità che si celavano dietro la parola sviluppo. Il loro mandato prevedeva di costruire un indicatore sintetico dello sviluppo, la cui premessa era che la crescita di una nazione doveva essere misurata non solo in base al reddito nazionale, com’era consuetudine fare, ma anche tenendo conto dell’aspettativa di vita e del tasso di alfabetizzazione. Il risultato di questo gruppo di esperti portò alla nascita dello Human Developmente Index (Indice di Sviluppo Umano) che dal 1993 insieme al PIL è utilizzato come valore dall'ONU per classificare la qualità della vita dei Paesi membri tenendo contro di fattori, quali la speranza di vita e l'alfabetizzazione. La scala dell'indice è in millesimi decrescente da 1 a 0 e si suddivide, in base ai quartili (dal 2010), in quattro gruppi: Paesi a sviluppo umano molto alto, Paesi ad alto sviluppo umano, Paesi a medio sviluppo e Paesi a basso sviluppo umano.59 La nascita di quest'indice portò così
alla stesura dello Human Development Report, un rapporto annuale commissionato dall'UNDP, ma indipendente dall'organizzazione e ritenuto più che altro un esercizio
55(Biggeri, Borsacchi e Ferrannini 2015)
56 Sviluppo tecnico intenso che sostituirà l’uomo con le macchine 57 Crescita spietata a vantaggio dei ricchi escludendo i poveri
58 Crescita priva di miglioramento dei processi economici o di inclusione sociale 59 Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_sviluppo_umano
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intellettuale per i ricercatori. Sulle linee guida del primo report, Ul Haq scriveva: “People are the real wealth of a nation”.60
Tuttavia, l’immensa portata dell’approccio dello sviluppo umano non deve essere confusa e limitata agli stretti margini dell’ISU, in quanto dal 1990 il mondo è cambiato. L’ISU ha dato un’enorme spinta per numerosi progressi, ma l’approccio dello sviluppo umano deve orientarsi su quegli altri aspetti ancora da ‘trattare’ e da risolvere: povertà, disuguaglianza. I Rapporti sullo Sviluppo Umano hanno visto integrare negli anni nuovi indici che sono andati ad affiancare l’ISU (ad esempio IDG61, IMP62) ed hanno arricchito l’analisi sullo
sviluppo. Oggi sempre di più è necessario dare una flessibilità all’indice di sviluppo, per contemplare le prospettive future della vita umana, sul nostro pianeta. “Sarebbe un grave errore investire un singolo numero come l’ISU di una quantità eccessiva di significati; ma l’approccio dello sviluppo umano è sufficientemente sofisticato da accogliere nuove criticità e nuove riflessioni in merito alle prospettive future (incluso previsioni sui futuri livelli dell’ISU), evitando goffi tentativi di introdurre sempre più elementi in una singola misura aggregata.”63
L'innovazione di tale strumento, quindi, apre la strada ad un approccio multidisciplinare dello sviluppo, portando all'attenzione internazionale il dibattito sulle politiche di sviluppo.
Sulla rielaborazione del concetto, le nuove strategie d'azione si muovono su tre nuovi principali fattori all'interno del nuovo impatto teorico di riferimento.
In primo luogo viene data importanza alla centralità delle persone, l'individuo come principale oggetto di analisi e soggetto attivo del proprio sviluppo. Le scelte quotidiane, le azioni, le possibilità che si sviluppano all'interno di una comunità richiedono un'analisi più prossima all'individuo. Tutto ciò riconduce al concetto di capability, formulato per la prima volta da Amartya Sen (premio Nobel nel 1998 grazie al suo contributo alla scienza economica e alla teoria della politica sociale). Il termine fa riferimento alle capacità ed alla opportunità di cui gli individui possono godere ed è un paradigma teorico, critico ed alternativo alle classiche visioni dello sviluppo che guardano esclusivamente a quantificazioni economiche e alla produzione di ricchezza. Quindi lo sviluppo non più inteso come 'crescita economica', ma come promozione dello sviluppo e dell'accrescimento umano, del miglioramento delle condizioni di vita che non può
60 Fonte: http://hdr.undp.org/en/reports/global/hdr1990/ 61 Indice della disuguaglianza di genere
62 Indice Multidimensionale della povertà
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omettere aspetti fondamentali, quali la libertà (intesa come libertà di scelta o azione), il benessere e la qualità della vita. I beni e le risorse rappresentano un mezzo grazie al quale l'individuo può e deve migliorare le sue condizioni. Circa le capability è opportuno fare una distinzione che riguarda le differenze che possono esserci tra i vari individui.
Possiamo distinguere determinate differenze:
• tipo fisico/psicologico: età, sesso, salute, disabilità
• tipo sociale ed economico: istruzione, lavoro, condizione familiare
• tipo ambientale: che può riguardare l'ambiente naturale, ma si riferisce anche al contesto
istituzionale, politico e culturale.64
Questi tre aspetti possono essere determinanti circa la capacità e/o possibilità di conversione dei beni e delle risorse in risultati di benessere e sviluppo.
Il concetto elaborato da Sen va ben oltre l'idea di welfare che spesso siamo stati abituati a sentire, e che fa riferimento all'ammontare di risorse materiali; bisogna invece abbracciare una concezione di benessere più estesa che Sen chiama well-being65.
All'idea dello 'star bene' Amarthya Sen affianca le capacità di agire che l'individuo possiede, partendo dai mezzi e dalle risorse a disposizione e dalla sua capacità di utilizzare tali strumenti per raggiungere dei traguardi perseguiti. La concezione, presa in considerazione finora, legata alla quantificazione delle risorse e delle ricchezze potrebbe essere fuorviante. Es: a parità di reddito, risorse o beni a disposizione potremmo ottenere risultati diversi di well-being sulla base delle capacità di conversione di ciò di cui disponiamo che ci può portare a dei funzionamenti conseguiti o a dei risultati. Nella visione seniana uno ruolo fondamentale gioca 'la scelta' 66o la libertà dell'individuo, in
quanto davanti ad una pluralità di alternative possibili l'individuo è in grado di compiere un'azione che giovi al suo benessere, che lo avvicini o lo porti al suo risultato. Questo aspetto Amartya Sen lo identifica come agency, in contrapposizione al soggetto economico (agent) che in economia rappresenta colui che prende delle decisioni a volte a scapito di qualcun altro. Agency per Sen rappresenta tutt'altro; è l'effettiva possibilità e abilità dell'individuo di perseguire scopi e obiettivi a cui assegna un valore, di scegliere personalmente le funzioni del valore e il suo successo sta nel perseguimento dei suoi
64Dossier Migrazioni, Sviluppo umano ed enti locali: vincoli ed opportunità a cura di Chiappero, Mangaro dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia (IUSS)
65Nussbaum, Sen, The Quality of Life, Oxford Scholarship Online, 1993 66 Nussbaum, Sen, Capabilities and Well-being, Oxford Scholarship, 1993
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obiettivi. 67
Tornando ad un altro fattore di riferimento per una nuova visione di sviluppo vi è una concezione multidisciplinare ed integrata; questo aspetto sottolinea l'importanza di una connessione tra più livelli di analisi, tradizionalmente separati o talvolta tralasciati e che invece dovrebbe appartenere ad una cornice teorica unica. Aspetti geografici, storici, culturali ed istituzionali di un territorio sono rilevanti e non solo, ma è importante un'interazione tra essi. Agli inizi degli anni '70 sono stati portati avanti dei programmi agricoli integrati di cooperazione internazionale, dove si aspirava di raggiungere congiuntamente più obiettivi, tra cui: aumento dei redditi delle popolazioni rurali attraverso la crescita della produzione agricola, diminuzione del divario tra città e campagna, accesso all'istruzione e la formazione di capacità locali che permettessero la sostenibilità dei progetti nel tempo. L'attuazione di progetti di questo tipo, che vennero attuati sia dalla cooperazione multilaterale che da quella bilaterale, e più in generale, le concezioni più complesse e articolate dello sviluppo richiedevano una maggiore conoscenza della realtà economica e sociale dei paesi in via di sviluppo e degli effetti diretti e indiretti degli interventi che si proponevano di modificarla e, quindi, la disponibilità di dati statistici e di modelli di valutazione di progetti adeguati. 68 Quindi
viene rimarcata l'importanza di sinergia ed interazione tra più aspetti tenendo in considerazione che essi debbano seguire percorsi endogeni e coerenti con il contesto in cui operano.
In terzo luogo bisogna rivolgere particolare attenzione alla sostenibilità delle traiettorie di sviluppo; spesso è stata dedicata poca attenzione alle dinamiche ambientali, rafforzamento della coesione sociale, rispetto dei diritti umani, tutele delle minoranze e diminuzione della disuguaglianza, con l'aggravante di comportare effetti negativi a livello territoriale e nazionale, sia nel breve che nel lungo periodo. Questo fattore guarda alla sostenibilità delle strategie di promozione dello sviluppo umano, interazione tra individuo e ambiente quale elemento centrale nel processo di generazione del benessere, implicando una visione a lungo termine sull'uso e la distribuzione delle risorse naturali, finanziarie e umane tra le persone e le generazioni future. La difficoltà nell'applicazione di tale strategia sta nell'integrare delle politiche win-win, cioè quell'approccio che presenti effetti positivi nella riduzione della povertà e nel miglioramento delle condizioni di vita sia in senso lato sia per quanto riguarda le popolazioni attuali che le generazioni che verranno.
67 A. Sen, Commodities and Capabilities, Oxford India Paperbacks 68(Biggeri e Volpi, 2007)
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Dunque la concezione di sviluppo umano comporta una maggiore attenzione verso la sostenibilità sociale, ambientale e ai valori delle comunità locali; si incentra su una vera partecipazione attiva e, tramite questa, prevede un rinnovamento istituzionale per arrivare ad una vera e propria ownership dei processi di sviluppo e di cooperazione internazionale a livello locale. 69