Capitolo III: Il Burkina Faso, una storia incompleta
3.1.2 Il Socialismo Africano
Il socialismo africano è un movimento politico nato dalla lotta di liberazione dei territori africani contro le potenze colonizzatrici. Alla base di questo movimento si possono individuare numerosi fattori che ne hanno portato la nascita e l’affermazione81. Il primo
fattore è il fattore politico dovuto soprattutto al richiamo della necessità di trovare una via autonoma di sviluppo sociale ed economico, diversa da quella imposta in modo esogeno dalle potenze colonizzatrici.
78 Fra questi paesi possiamo annoverare: Senegal, Costa d’Avorio e Mali
79 G. Massa, Y. Mandiéga Le Haute-Volta occidentale. Tèmoignages, recherches, regards in Revue français d’histoire
d’outre-mer, tome 84, n. 31, 1997
80 Questo partito nacque sotto ideali di natura marxista e socialista
81 A. Salvini La società incompiuta. Teoria sociale e sviluppo nel socialismo africano, Franco Angeli Editore, Milano,
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Proprio su questo Sankara affermò:
“il colonialismo culturale è molto più insidioso di quello militare. É meno costoso, più flessibile, più efficace. Se vogliamo trovare una nostra strada allo sviluppo, dobbiamo decolonizzarci culturalmente”82.
In virtù di ciò, nell’Africa si sviluppa un pensiero completamente estraneo a quello delle grandi superpotenze europee, e quindi un richiamo alle vie di sviluppo economico nazionale. Doveva accentuarsi, infatti, non solo il decolonialismo politico, ma anche il decolonialismo delle menti del popolo, volto alla liberazione di modelli aggrappati al paese colonizzatore. La spinta culturale, invece, è di più difficile individuazione, ma si può far risalire al movimento culturale della “Négritude” che proponeva di affrancare i propri popoli dal complesso di inferiorità imposta dai colonizzatori attraverso una rivendicazione della cultura nera e africana.
Se questi sono i fattori che hanno portato alla nascita del socialismo africano, possiamo trovare una differenza sostanziale con il socialismo nato in Europa. La differenza fondamentale, fra i due socialismi, era il presupposto da dove nascevano le teorie; da un lato quella europea che puntava allo sviluppo della società attraverso la crescita economia, dall’altro, invece, il socialismo africano si basava sulla volontà di alzare il tenore di vita dei cittadini come obiettivo prioritario, e quindi, assume rilevanza la creazione di un modello di vita comunitario, dove, anche nella mancanza di tassi di crescita economica elevati, si esaltassero ideali di eguaglianza, di relazionalità, di autonomia culturale. I principi cardine di questo socialismo quindi si possono raggruppare in quattro elementi base:
1. recupero di un modello culturale, sociale ed economico autonomo, e radicale rifiuto di schemi di sviluppo tipici dell’occidente, o comunque percepiti come esogeni;
2. nella costruzione di modelli di sviluppo, valorizzazione degli aspetti, per così dire, di sovrastruttura, rispetto alle questioni più direttamente legate ai rapporti sociali di produzione;
3. coinvolgimento dal basso delle popolazioni nella progettazione dello sviluppo;
4. panafricanismo, ovvero una visione politica mirata a unire gli interessi politici delle varie nazioni africane, nel tentativo di superare quella balcanizzazione tribale ed etnica che è da sempre un tragico punto di debolezza dell’Africa.
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Fecero parte di questo movimento grandi leader africani che attraverso le proprie idee hanno contribuito a rendere l’Africa un posto, forse non meno autonomo, ma più libero. In questa sede è utile accennare a qualcuno di questi leader; il primo è Léopold Senghor83
che divenne il primo presidente del Senegal indipendente84 nel settembre 1960 e lasciò la
presidenza del Paese nel dicembre 1980 in favore di Abdou Diouf. Per Senghor lo sviluppo dell’Africa era inscindibile dalla valorizzazione delle arti africane; queste infatti potevano sostenere la nascita di un forte sentimento nazionale e panafricano, permettere di esportare un’immagine positiva della ricchezza del continente e mostrare al mondo come l’Africa non sia stata solo influenzata dall’Europa, ma l’abbia a sua volta influenzata. Nel suo periodo di presidenza cercò più volte di far crescere la cultura del Senegal attraverso la creazione di apposite strutture amministrative come il Servizio degli Archivi Culturali ed il Centro di Studi delle Civilizzazioni,l’Ufficio dei Diritti d’Autore nel 1972 e 1973, il Commissariato per le Esposizioni d’Arte nel 1977. Costruì anche numerose infrastrutture del Paese come il Teatro Nazionale Daniel Sorano nel 1965, il Museo Dynamique nel 1966 e la Cité des Artistes Plasticiens a Colorane nel 1979. Altro uomo di grande valore fu Julius Nyerere85 che portò all’indipendenza l’odierna
Tanzania. A partire dal 1954 diede vita al TANU86, che condusse il Tanganica
all'indipendenza. Deputato del Consiglio legislativo del Tanganica dal 1958, primo ministro dal maggio 1961 al gennaio 1962, nel dicembre 1962 fu eletto presidente della Repubblica del Tanganica. Costituitasi nell'aprile 1964 la Repubblica unita di Tanzania, ne fu nominato presidente, carica ricoperta sino al 1985. Anche Nyerere, come Senghor, intraprese un progetto di sviluppo di stampo socialista, ma a differenza di quest’ultimo basò la sua idea socialista nel processo di collettivizzazione del sistema agricolo del Paese87. Per questo leader la popolazione contadina africana poteva, attraverso valori e
modi di vita tradizionali, portare allo stato ideale.
In ultimo, è opportuno citare Francis Nwia-Kofi Ngonlom, conosciuto come Kwame Nkrumah, rivoluzionario e politico ghanese. Fu il primo in Africa a parlare di neocolonialismo, dominazione politico-militare e sfruttamento economico da parte delle
83 A. Salvini Senghor e lo sviluppo teorico nell'Africa francofona Ujamaa. Il socialismo di J. Nyerere; L'evoluzione verso
la società socialista: la nuova società in La società incompiuta. Teoria sociale e sviluppo nel socialismo africano, Franco Angeli Editore, Milano, 1991
84 Fino a quel momento il Senegal, insieme al Sudan Francese, formavano la federazione del Mali, della quale Senghor
era il presidente
85 A. Salvini Il socialismo di J. Nyerere in La società incompiuta. Teoria sociale e sviluppo nel socialismo africano, Franco
Angeli Editore, Milano, 1991
86 Tanganyika african national union 87 Questo processo fu denominato Ujamaa
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multinazionali. La forte influenza politica e il carisma del nuovo leader si espansero rapidamente nel Paese, e fu il primo presidente del Ghana indipendente e il primo leader dell'Africa nera a far ottenere al suo paese l'autogoverno.