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La danza come linguaggio alternativo: Labanotation « La sorprendente struttura del corpo umano, con le

Il corpo è un vettore di senso che si insinua metaforicamente nello spazio Danzando si esprime

III.V La danza come linguaggio alternativo: Labanotation « La sorprendente struttura del corpo umano, con le

sue incredibili possibilità d’azione, rappresenta uno dei maggiori miracoli dell’esistenza. Ogni fase del movimento, ogni minimo trasferimento di peso, ogni singolo gesto di qualsiasi parte del corpo rivela un aspetto della nostra vita interiore.

Il movimento ha una sua qualità che non è il suo aspetto utilitaristico o visibile, ma la sensazione… Si devono fare i movimenti, così come si devono ascoltare i suoni, per apprezzare pienamente il loro potere e il loro significato»4. È il 1950 quando Rudolf Laban pubblica The Mastery of Movement, il testo destinato a diventare il più completo studio del movimento generato dall’impulso interiore, riferimento imprescindibile non solo della moderna danza europea, ma del teatro in genere.

Nel definire lo scopo e l’essenza del movimento, Laban cita l’episodio più famoso della Bibbia, quello di Eva che raccoglie la mela dall’albero della conoscenza con un gesto teso a un fine tangibile e intangibile al tempo stesso. La donna desidera cogliere il frutto per gustarlo, ma soprattutto per avere accesso a quel supremo sapere e libertà fino a quel momento negatole.

Come rendere allora il gesto sulla scena? Attraverso le innumerevoli possibilità d’azione legate al movimento, Laban indica il senso intangibile che il movimento reca con sé. Movimento rivelatore del profondo, di quei processi nascosti che appartengono al desiderio. Movimento come manifestazione intrinseca della vita e teatro come esaltazione di essa, per coglierne e padroneggiarne i principi generativi.

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Con il suo testo Laban mira a formalizzare un linguaggio scritto universale per la trascrizione dell danza.

Questo linguaggio, noto come Labanotation, non si basa su uno stile o una tecnica particolare, ma sui principi generali della cinetica che regolano il movimento del corpo umano.

Nel suo intimo legame con la natura, il movimento, e quindi la danza, possiedono la capacità di comunicare in maniera immediata. La volontà di costituire un linguaggio per scrivere la danza, non deriva dalla limitata capacità comunicativa, ma ha lo scopo di sottrarla alla dimensione effimera che la lega indissolubilmente al momento dell’esecuzione.

Egli parlava di “danza della natura”, ritenendo che la costruzione formale della natura avvenisse sulla base delle stesse leggi spaziali e fisiche che sono all’essenza della danza.

Laban trovò dei principi per includere le sequenze di movimento, nei solidi geometrici regolari. Nel suo studio considerava alcuni parametri fondamentali: il peso, lo spazio, il flusso, il tempo e l’energia.

Basandosi sulle spiegazioni razionalistiche delle leggi fisiche, sosteneva che il peso del corpo soggiace alla legge di gravità e lo scheletro umano è un sistema di leve attivate da nervi e muscoli, attraverso le quali vengono determinate le direzioni nello spazio. Il flusso del movimento è controllato dai centri nervosi che reagiscono a stimoli interni ed esterni. I movimenti occupano un determinato lasso di tempo e vengono azionati dall’energia prodotta da un processo di combustione interna del corpo.

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Graficamente pensò di utilizzare un asse verticale per rappresentare il corpo in posizione eretta, frazionandolo in due parti simmetriche.

Parallelamente all’asse, a destra e a sinistra, disegnò delle barre verticali che consentivano di individuare e differenti parti del corpo.

La scrittura si sviluppava dal basso verso l’alto. Il simbolo di base era il rettangolo e la sua posizione nelle colonne parallele, indicava la parte del corpo in movimento. Per indicare le direzioni, il rettangolo veniva modificato tagliandone gli angoli.

La colorazione del simbolo indicava l’altezza del movimento e la lunghezza invece la durata.

In conclusione, ogni simbolo conteneva quattro informazioni principali:

_ la lunghezza esprimeva il tempo; _ la direzione era espressa dalla forma; _il livello dal colore;

_la parte del corpo interessata era individuata dalla posizione rispetto all’asse.

L’introduzione di ulteriori simboli ad integrare quelli di base, aveva lo scopo di precisare la descrizione.

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Utilizzare un linguaggio scritto per la danza non è una tecnica che appartiene soltanto a Rudolf Laban. Le più antiche forme di danza scritta infatti, appartengono ai geroglifici egizi raffiguranti processioni e danze rituali. Furono ritrovate testimonianze anche in epoca romana e sui bassorilievi dei templi indiani.

« Scrivere di movimenti di danza è contraddittorio, perchè attraverso parole o segni bisogna rappresentare immagini fisiche che cambiano nello spazio ma soprattutto nel tempo. Nel corso della storia alcuni artisti e coreografi hanno realizzato diagrammi durante la formulazione dei loro lavori. Questi schemi sono considerati un metodo di pianificazione per il ballerino e un mezzo per “leggere” la danza per lo spettatore.

Lucinda Childs in Congeries on Edges for 20 Obliques del 1975, basa il suo lavoro sulla notazione a supporto dello schema coreografico: cinque ballerini viaggiano in gruppi di diagonali che attraversano lo spazio. Durante il pezzo vengono esplorate varie combinazioni di raggruppamenti, ottenendo così un sistema di ripetizioni. Guardando la performance si percepisce un accumulo di frasi in movimento, che formano strati visivi nello spazio mentre il pezzo di dispiega »5.

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Il misterioso Ground Drawing di Alex Hay traccia urti e deformazioni accidentali lasciati sulla carta dopo essere stata bagnata. Le frecce e le linee sono i vettori che tracciano il movimento della carta, ma sono stati creati dalla stessa mano che tracciava quei movimenti, come se carta e corpo si fondessero. Come se la carta fosse un corpo che registra la memoria dell’azione.

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III.VI L’influenza del Bauhaus: da Kandinsky a Schlemmer

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