Capitolo 7: Caso aziendale
1. Data entry
Il primo passo consiste nel compilare con i dati specifici aziendali il report excel relativo al currency risk: HT_MRK_06 - Helper Tab - Market risk: currency risk.
Per accedere al report è sufficiente un doppio click seguito da run sul relativo task, come mostrato nell’imagine sottostante.
Figura 13
A questo punto il report su cui inserire i dati si aprirà:
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2. Cockpit
Il cockpit costituisce l’ anello di congiunzione tra Helper Tab e QRTs.
Altro non è che un report excel (al quale si ha accesso utilizzando la stessa procedura vista nella figura 13, selezionando ovviamente il task corretto) all’interno del quale, attraverso un menù a tendina, è possibile individuare e selezionare la fonte di acquisizione dei dati per ogni specifico Helper Tab, che dovrà essere trasferito nel rispettivo QRT.
Le fonti possono essere:
• Helper tab outside Tagetik: nel caso in cui i dati provenissero da tabelle esterne al database Tagetik.
• To zero: nel caso in cui la società non sia soggetta a quella tipologia di rischio. • Helper Tab inside Tagetik: nel caso, come nell’esempio in corso, i dati
provengano da una tabella di dati appartenente a Tagetik.
• Already transferred: nel caso in cui i dati siano già stati trasferiti.
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3. ETL
Una volta indicata la fonte di provenienza dei dati e salvato il file, è necessario lanciare l’elaborazione di tipo ETL attraverso l’apposito tasto (figura 16) dando così avvio al trasferimento dei dati.
Figura 16
I dati così trasferiti, confluiranno nel QRT SCR - B3A relativo al market risk.
Figura 17: Il Qrt SCR - B3A
La procedura appena vista dovrà essere attuata per tutti gli Helper Tab così da popolare tutti i relativi QRTs.
Ciò che è stato descritto è solo uno dei molteplici steps appartenenti al processo, che oltre tutto non è il solo presente nel progetto Solvency II.
Affinchè tutti i requisiti informativi richiesti dall’EIOPA siano rispettati, sarà quindi necessario eseguire tutti gli steps del processo e testarne i risultati finali.
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Note conclusive
Il procedimento visto nell’ultimo capitolo, apparentemente di facile applicazione, è in realtà il frutto di un progetto ben complesso e ancora in corso d’opera che va avanti da circa due anni.
L’implementazione della direttiva Solvency II, con le continue e ripetute modifiche strutturali e di contenuto richieste dall’EIOPA, unite alle specificità di un gruppo assicurativo enorme quale appunto la società Talanx, al fatto che ad essa si aggiungono altre società clienti Tagetik quali ad esempio Generali e Credem e infine alle numerose e ingenti attività di testing e retesting, hanno reso il percorso verso l’ottemperanza di tutti gli obblighi informativi molto complesso e dispendioso in termini di tempo e di risorse.
La strada è inoltre ancora lunga, come visto l’entrata in vigore della normativa è prevista nel 2016 e visto anche il numero dei nuovi progetti Solvency II in fase di avviamento, molto lavoro si prospetta di fronte a noi.
Gli sforzi verso il raggiungimento di questo obbiettivo tuttavia non riguardano solo il lato consulenza, bensì anche quello cliente. Esso infatti si trova di fronte ad un processo di adeguamento e a un sistema completamente nuovo, che trova il suo punto di forza nella adozione di requisiti risk sensitive specifici e commisurati alla natuara e al tipo di attività svolta dall’impresa, allo scopo di assicurare che la quantità/qualità del capitale richiesto sia calibrato con i rischi a cui ogni singola compagnia assicurativa è esposta, ma anche di proteggere maggiormente chiunque abbia sottoscritto una polizza assicurativa.
Una possibile soluzione a che l’effettiva osservanza di tutte le disposizioni di legge avvenga con minori difficoltà e minor dispendio di risorse, è senza dubbio una maggiore comunicazione tra tutti i soggetti interessati.
Nello specifico, l’esperienza di lavoro in questo progetto e le molte difficoltà emerse hanno evidenziato l’esigenza di un maggior interscambio di informazioni tra soggetti vigilanti e soggetti vigilati, ma anche tra le stesse imprese di assicurazioni concorrenti.
E’ opportuno in primis che gli enti di vigilanza abbiano una maggiore coscienza di quelle che sono le tempistiche necessarie all’adozione di ogni modifica proposta e coordinare/adeguare le annesse scadenze. Ogni modifica, infatti, anche se
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apparentemente di modesta entità, si amplifica nelle specificità della singola impresa di assicurazione.
In secondo luogo dal lato delle Compagnie è necessario invece, pur nel rispetto delle specificità dei propri modelli di business, un maggiore sforzo nel rendere l’ambiente Solvency II il più standardizzato possibile, facilitando così una sua reale estensione a tutte le aziende assicurative presenti nei Paesi dell’Unione Europea.
Solo così, a mio avviso, sarà possibile favorire l’attuazione del nuovo Sistema in tempi più rapidi e rendendo più agevole il lavoro delle centinaia di persone attualmente all’opera.
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