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DEFINIZIONE E SVILUPPO DELLA RENDICONTAZIONE

3.2 LA RENDICONTAZIONE FINANZIARIA "CLASSICA"

3.2.1 DEFINIZIONE E SVILUPPO DELLA RENDICONTAZIONE

Le aziende sono immerse in un ambiente aperto in costante evoluzione, caratterizzato da una fitta rete di scambi e relazioni, pertanto, come ampiamente discusso nei capitoli precedenti, hanno bisogno di comunicare con i propri stakeholder per poter sopravvivere e far si che la propria esistenza sia legittimata. Per riuscire a tessere un sistema di rapporti duraturi e stabili nel tempo con tutti i propri interlocutori di riferimento, l'impresa necessita di avere un efficace ed efficiente sistema comunicativo, comprendente sia le comunicazioni di tipo obbligatorio che quelle di tipo volontario.

Il termine rendicontazione finanziaria viene utilizzato per ricomprendere al proprio interno tutti gli strumenti che le imprese utilizzano per comunicare all'esterno informazioni di natura economica, finanziaria e patrimoniale. Le aziende, per comunicare i risultati della propria attività, utilizzano diversi strumenti e, per tale motivo, si può parlare di package informativo, da non confondersi dunque con il solo strumento del bilancio d'esercizio [Paternostro e Quarchioni, 2013]. La rendicontazione aziendale è dunque uno strumento

62 indispensabile attraverso il quale le imprese riescono a comunicare con tutti i protagonisti del mercato.

La rendicontazione da parte delle aziende è strettamente collegata al concetto di accountability, che risulta essere molto simile al rapporto di agenzia di cui si è già discusso4. L'idea che sta alla base dell'accountability è il rapporto a due vie tra un soggetto, denominato accountor, il quale ha l'obbligo di fornire spiegazioni e informazioni sul proprio operato ad un altro soggetto, denominato

accountee, che verifica appunto ciò che viene rendicontato [Black, 2012]. Tale

rapporto è giustificato dal fatto che l'accountor deve rendere conto dei risultati delle proprie attività in quanto utilizza delle risorse non di sua proprietà, ma che sono appartenenti all'accountee [Matacena, 2005]. L'azienda, tramite la rendicontazione, deve dunque rendere conto della propria attività, dei propri risultati e della creazione di nuovo valore.

La rendicontazione aziendale si è ovviamente evoluta nel corso degli ultimi anni per fare fronte ai cambiamenti avvenuti nel mercato dei capitali e all'adozione di nuovi modelli di business accolti dalle imprese. I mercati sono diventati più complessi e sono dunque aumentate le fonti di rischio e di incertezza da gestire, per questo motivo le esigenze degli stakeholder sono mutate nel corso del tempo, richiedendo alle imprese informazioni sempre più rilevanti e dettagliate, che devono perciò trovare posto ed essere esposte nei

report dell'azienda [IAASB, 2011].

Il contesto sociale ed economico e l'ambiente di riferimento in cui sono inserite le varie organizzazioni sono stati alcuni degli elementi che hanno portato ad un'evoluzione del sistema di rendicontazione aziendale, ma oltre a ciò vi sono anche altre motivazioni di tale evoluzione che possono essere individuate: nel cambiamento dei principi contabili, nell'impatto delle decisioni prese dagli standard setters, nell'uso sempre maggiore in contabilità del principio del fair value e nella crescita delle sezioni narrative presenti nel bilancio [ICAEW, 2009].

Una prima motivazione è da ricercarsi nell'evoluzione dei principi contabili, avvenuta sopratutto negli ultimi anni, in seguito sia ai numerosi scandali

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63 finanziari sia alla crescente complessità delle transazioni nei mercati. Per riuscire a cogliere appieno questi fenomeni, i principi contabili si sono sviluppati verso standard di rendicontazione sempre più rigorosi, precisi, restrittivi e dettagliati.

La seconda motivazione è da ricercarsi nell'impatto delle decisioni prese dagli organismi di regolamentazione dei principi contabili, in ambito internazionale identificati dallo IASB (International Accounting Standards Board) e dal FASB (Financial Accounting Standards Board). Nei propri frameworks di riferimento tali organizzazioni identificano come obiettivo primario del financial

reporting il fornire informazioni utili ai portatori di capitale di rischio, per valutare

la capacità dell'azienda di creare nuovo valore in futuro. Le informazioni rendicontate, per essere più utili possibili, devono possedere alcuni attributi fondamentali che coincidono con il concetto di rilevanza e di fedele rappresentazione. La fedele rappresentazione dei fatti, intesa come completa, neutrale e senza errori, ha sostituito il precedente concetto di affidabilità delle informazioni. Tali caratteristiche qualitative sono supportate, inoltre, da altri requisiti come la comparabilità, la verificabilità, la tempestività e la comprensibilità. Infine, tutte le informazioni che vengono rendicontate devono rispondere ad una ulteriore ed importante proprietà che è identificata con la nozione di materialità: un'informazione può non essere rendicontata perché non è rilevante per gli investitori, oppure perché le quantità di informazioni sono così piccole da non essere materiali; ovviamente la discriminante non è solo la quantità, ma bisogna anche considerare la natura delle voci e le circostanze di riferimento [Eccles e Krzus, 2012].

L'utilizzo del fair value nei principi contabili internazionali è il terzo elemento che ha favorito l'evolversi della rendicontazione, poiché si trova in contrasto con la nozione di costo storico. Il fair value, o valore equo, cioè l'utilizzo di valori correnti nella contabilità, permette di avere informazione più rilevanti e trasparenti, a discapito però a volte dell'attendibilità e dell'arbitrarietà nei valori; d'altro canto il costo storico si basa su valori oggettivi e verificabili, ma può riportare informazioni che non sono rilevanti [Eccles e Krzus, 2012]. Questo dibattito è ancora in corso e, per il momento, non esiste una visione

64 condivisa di quale metodo sia migliore dell'altro, probabilmente perché la soluzione potrebbe trovarsi proprio nel mezzo.

Infine, la quarta causa che ha portato all'evolversi della rendicontazione finanziaria aziendale è l'utilizzo sempre maggiore di sezioni di tipo narrativo presenti nel bilancio, tramite ad esempio la nota integrativa e la relazione sulla gestione. La maggiore complessità degli affari e delle transazioni effettuate dalle imprese, oltre all'incapacità o mancanza di volontà di escludere alcune informazioni, ha fatto si che i soli dati numerici non siano adeguatamente sufficienti a spiegare come l'impresa crei valore. Per tali motivi vi è sempre più bisogno di sezioni che descrivono qualitativamente la vita dell'azienda e i processi che hanno portato ai risultati ottenuti. Negli ultimi anni particolare attenzione viene data soprattutto alle tematiche ambientali, sociali e di

governance.

L'evoluzione della rendicontazione finanziaria, oltre agli sviluppi guidati dalle motivazioni precedentemente esposte, ha determinato un aumento della quantità di informazioni che le aziende decidono di rendicontare nei propri documenti. I report prodotti dalle organizzazioni hanno incrementato il proprio numero di pagine grazie all'aggiunta di nuove sezioni e di nuovi elementi considerati rilevanti per gli stakeholder.

Diversi studi sono stati effettuati al riguardo per analizzare l'evoluzione degli annual report, confrontando la lunghezza media delle relazioni e la loro composizione. Beattie, Dhanani e Jones [2008] hanno analizzato una serie di relazioni finanziarie prendendo a campione delle società quotate del Regno Unito, a partire dal 1965 fino al 2004.

Come si può facilmente vedere dalla tabella 2, dal 1965 al 2004 la lunghezza media di una relazione finanziaria è passata da 26 pagine a 75, con un aumento praticamente pari al triplo delle pagine. Tutto ciò si è riflettuto sia in un aumento di informativa volontaria, oltre che obbligatoria, sia in un aumento delle sezioni narrative (pari al 375%) e illustrative utilizzate [Beattie, Dhanani e Jones, 2008]; questo a testimoniare il fatto che viene data sempre maggiore importanza non solo a dati numerici, come quelli espressi nel bilancio, ma anche ai dati non numerici.

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Tabella 2: Evoluzione dei report annuali

Fonte: Beattie V., Dhanani A. e Jones M., 2008, pag.35.

Un'altra ricerca, che ha confermato il trend circa l'aumento di lunghezza delle relazioni finanziarie annuali delle società, è stata pubblicata da Deloitte qualche anno più tardi. Tale analisi ha evidenziato come i report delle aziende quotate nel Regno Unito siano passati da una media di 44 pagine nel 1996 a ben 101 pagine nel 2010 [Deloitte, 2010].

In generale, l'aumento di lunghezza è determinato dalla richiesta di maggiori e specifiche informazioni pretese dai vari portatori di interessi nei confronti dell'azienda. L'attenzione non viene più solamente rivolta ai dati numerici, finanziari ed economici, ma vi è una maggiore domanda di informazioni di natura non finanziaria e di informazioni del tipo forward-looking, cioè orientate agli sviluppi futuri dell'azienda. Le informazioni richieste riguardano la strategia perseguita dall'azienda, il modello di business adottato e le tipologie di rischio a cui è esposta, oltre ad una più ampia serie di indicatori che affrontano interessi specifici di alcuni gruppi di stakeholder [Beattie, 2000]. Queste informazioni porteranno ad aumentare, ma non a sostituire, il set di informazioni di tipo storiche e prospettiche contenute nel bilancio.

Per diversi anni la rendicontazione finanziaria delle aziende, intesa fondamentalmente come produzione del bilancio d'esercizio, è stata considerata come il principale strumento comunicativo rivolto agli azionisti e agli

66 investitori della società. Questa considerazione è in realtà una visione del tutto semplicistica e altresì riduttiva: è semplicistica perché non considera il fatto che, nell'attuale mercato globalizzato, gli stakeholder possono acquisire informazioni non solo direttamente dall'azienda, ma anche tramite i fornitori di dati finanziari e altri soggetti come le società di consulenza; è riduttiva perché gli azionisti e gli investitori non sono gli unici soggetti a cui si rivolgono le imprese, esistono molte altre categorie di soggetti che sono interessati alla rendicontazione finanziaria, tra cui i dipendenti, i clienti, i fornitori, gli organi di vigilanza e gli

standard setter [Eccles e Krzus, 2012].

3.2.2 ARMONIZZAZIONE E STANDARDIZZAZIONE DEI PRINCIPI