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PROBLEMI E LIMITI DELL'INFORMATIVA FINANZIARIA

3.2 LA RENDICONTAZIONE FINANZIARIA "CLASSICA"

3.2.4 PROBLEMI E LIMITI DELL'INFORMATIVA FINANZIARIA

La rendicontazione finanziaria "classica", nonostante si sia evoluta e ampliata nel corso degli anni per incontrare le varie esigenze informative di tutti gli stakeholder, presenta una serie di fattori critici che non sempre la rendono uno strumento idoneo allo scopo informativo prefissato.

Le regole contabili si sono evolute verso standard di rendicontazione sempre più precisi e particolareggiati, in modo da ricomprendere al proprio interno tutti i possibili casi che potrebbero presentarsi; in questo modo però, anche a causa di processi di armonizzazione molto spesso interrotti e di un sistema di revisione non adeguato, la rendicontazione finanziaria risulta sempre più astratta, complessa, tortuosa e inadeguata a tutelare la neutralità e la veridicità dei dati richiesti dai portatori di interesse [Montani, 2012].

81 Lo sviluppo della rendicontazione, come si è già avuto modo di vedere, ha portato ad un aumento della quantità di informazioni inserite nelle relazioni e, dunque, ad un aumento della lunghezza dei report annuali. L'aumento delle informazioni, dalla prospettiva degli stakeholder, potrebbe essere recepito come un bene se tali informazioni risultassero più utili per le decisioni di investimento, ma in realtà molto spesso tutto ciò si traduce solamente in un aumento della complessità dei report [Eccles e Krzus, 2012]. La complessità è pertanto uno dei principali problemi della rendicontazione finanziaria, sia per le imprese, che sostengono costi maggiori nella redazione di relazioni sempre più lunghe e dettagliate, sia per gli investitori, che faticano a comprendere le informazioni che l'azienda vuole divulgare.

Lo strumento principale della rendicontazione finanziaria "classica" è il bilancio d'esercizio, ma anch'esso, con particolare riferimento ai soli documenti contabili, non è affatto esente da critiche in quanto, molto spesso, risulta essere uno strumento non idoneo a descrivere in modo completo ed esauriente la realtà aziendale. In particolare, possono essere elencate una serie di problematiche relative alle capacità informative della rendicontazione finanziaria [Paternostro e Quarchioni, 2013]:

- il linguaggio del bilancio è prevalentemente, se non esclusivamente, di tipo numerico e contabile, dunque di tipo quantitativo, non sempre adatto a cogliere tutti gli accadimenti aziendali. Inoltre anche i dati numerici esposti non risultano essere sempre esatti, in quanto molto spesso scontano valutazioni soggettive, con riferimento ad esempio alla valutazione delle scorte;

- collegato al punto precedente vi è anche l'incapacità del bilancio di esporre gli asset cosiddetti intangibili (risorse immateriali), i quali, soprattutto nel periodo attuale, rappresentano la quantità maggiore di risorse a disposizione dell'azienda ed i veri fattori distintivi di successo;

- lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico utilizzano come regola di base il costo storico, e non il fair value utilizzato dai principi internazionali, in questo modo le informazioni esposte sono solamente informazioni passate, verificabili, di breve periodo e perciò non forniscono alcun dato di tipo prospettico;

82 - il problema dell'orizzonte temporale rivolto unicamente al passato è accentuato dall'utilizzo del principio di competenza economica nella rilevazione dei dati nel bilancio, suddividendo gli accadimenti aziendali in esercizi amministrativi.

Tutte queste problematiche sono solo alcuni esempi delle difficoltà che le aziende incontrano nelle comunicazioni finanziarie con gli stakeholder, in quanto molte volte, nonostante i numerosi sforzi, non riescono a comunicare il vero valore creato dalla propria attività e le prospettive future di crescita e creazione di nuovo valore.

Molto spesso a tutto ciò si deve aggiungere la possibilità che alcuni soggetti commettano atti illeciti per falsificare i valori esposti in bilancio, sia per potersi arricchire illegalmente sia, all'opposto, per riuscire a sopravvivere nel contesto supercompetitivo attuale, il tutto aggravando maggiormente la fiducia degli investitori e le capacità informative di tale documento. I principi contabili nazionali e i principi contabili internazionali favoriscono entrambi l'alterazione dei dati in bilancio, a causa proprio dei principi che ne guidano la sua elaborazione. Il principio di competenza economica fa si che la realtà rappresentata non sia sempre oggettiva, ma vi sia un ampio utilizzo di discrezionalità da parte degli amministratori nelle proprie valutazioni soggettive. D'altra parte, però, i principi internazionali potrebbero essere più esposti ad alterazioni dei dati contabili, grazie sia all'utilizzo del fair value e alla difficoltà di prevedere con esattezza i dati prospettici, sia alla possibilità data agli amministratori di andare contro al principio di prudenza, potendo quindi anticipare gli utili non ancora conseguiti [Montani, 2012].

La rendicontazione finanziaria "classica" risulta pertanto essere assai distante dall'esporre in modo esauriente la realtà aziendale; i documenti che compongono tale informativa non sono in grado, da soli, di spiegare efficacemente la vita di un'impresa e le logiche sottostanti le decisioni intraprese dagli amministratori. I dati quantitativi e monetari non mettono in mostra la strategia perseguita dall'azienda e le sue politiche sul rischio, gli investitori

83 dunque non trovano nei report tradizionali tutte le informazioni di cui hanno bisogno per valutare un'impresa e le proprie scelte di investimento.

Lo scenario imprenditoriale mondiale, con il passare degli anni, risulta essere sempre più complesso a causa della globalizzazione, dell'abbattimento dei confini territoriali e della concorrenza tra imprese sempre più schiacciante; la rendicontazione finanziaria "classica" è, in alcuni casi, lacunosa, complessa e frammentata, minando dunque la propria capacità informativa. Gli stakeholder richiedono per tali motivi nuovi standard di rendicontazione, a supporto delle decisioni di investimento, che vadano aldilà dei soli dati statici e storici, ma che contengano informazioni prospettiche sulle risorse intangibili dell'azienda, sulla

governance, sulle politiche del rischio e, soprattutto, sulla sostenibilità

dell'azienda nel lungo periodo e sulla propria responsabilità sociale.