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DELL’ACCOGLIENZA NELL’ULTIMO DECENNIO

Paese 1 INTRODUZIONE

DELL’ACCOGLIENZA NELL’ULTIMO DECENNIO

Negli ultimi anni il Sistema ha co- nosciuto ampliamenti notevoli, sia per quanto riguarda la capacità dei posti messi a disposizione per l’ac- coglienza, sia per quanto riguarda i beneficiari accolti. Tali ampliamen- ti, disposti dal Ministero dell’inter- no, sono avvenuti in risposta a un fenomeno ormai strutturale di af- flussi consistenti, che impone l’esi- genza di ripensare e adeguare l’in- tero sistema di accoglienza. Già dalla fine del 2012, grazie all’e- sperienza della cosiddetta “Emer- genza Nord Africa” e alla conse- guente esigenza di dar vita a un si- stema nazionale unico, flessibile e in grado di dare risposte più strut- turali che emergenziali al fenome- no, il Ministero dell’interno ha pre- disposto diversi allargamenti stra- ordinari della rete SPRAR, che in

meno di un anno hanno più che tri- plicato la capacità ricettiva del Si- stema. In dieci anni, si è progres- sivamente passati dai 1.365 posti disponibili del 2003 ai 20.752 del 2014. Nel 2015 lo SPRAR ha visto il consolidarsi della rete di acco- glienza per un totale di 21.613 po- sti e nel primo semestre del 2016 la capienza è salita a 27.089 posti. Nel 2015 e, soprattutto, nel 2016, una quota importante degli am- pliamenti ha riguardato la catego- ria dei minori stranieri non accom- pagnati, protagonisti di crescenti arrivi sul territorio italiano e interes- sati da recenti modifiche normative tese a incrementare la loro tutela. In particolare, a partire da dicem- bre 2015, a seguito della pubbli- cazione della graduatoria afferen- te al bando del 27 aprile 2015 con il quale si prevedeva l’ampliamen- to dei posti dedicati a minori stra- nieri non accompagnati all’interno della rete SPRAR, i posti dedicati a questo particolare segmento dei flussi migratori sono giunti a 1.916. Si perfeziona così il modello del- lo SPRAR, che garantisce un’ac- coglienza sicura e strutturata dei minori stranieri non accompagna- ti anche non richiedenti asilo, così come previsto dal “Piano Naziona- le per fronteggiare il flusso straor- dinario di cittadini extracomunita- ri, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati” (Intesa sanci- ta in Conferenza Unificata il 10 lu- glio 2014).

Oltre ai progetti rivolti ai minori, nel 2015 sono poi entrati a far par- te della rete SPRAR nuovi proget- ti dedicati a specifiche tipologie di beneficiari: progetti per l’acco- glienza di famiglie siriane dai cam- pi profughi in Libano, inserite at- traverso le attività di resettlement in collaborazione con le maggiori organizzazioni internazionali di tu-

tela, e progetti per beneficiari af- ghani accolti nell’ambito del pro- getto ISAF (International Security Assistance Force, missione NATO in Afghanistan).

3. LA RETE DELLO SPRAR NEL 2016 E I BENEFICIARI ACCOLTI

In questo primo semestre del 2016, è proseguito il processo di ampliamento promosso dal Mini- stero dell’interno; tale processo, in ragione di afflussi migratori or- mai strutturali e della conseguen- te necessaria riorganizzazione del sistema di accoglienza e della re- te dello SPRAR, delinea uno sce- nario decisamente in fieri. Pertan- to, i dati qui illustrati, essendo rela- tivi non all’intera annualità bensì a un periodo parziale, sono da con- siderarsi come anticipazioni prov- visorie di un quadro che potrà con- siderarsi completo solo al termine dell’anno in corso.

I progetti finanziati dal FNPSA, che costituiscono la cosiddetta rete strutturale dello SPRAR, so- no complessivamente 674, ovve- ro 244 in più rispetto al 2015, di cui 520 destinati all’accoglienza di richiedenti e titolari di protezio- ne internazionale appartenenti al- le categorie ordinarie, 109 destina- ti a minori non accompagnati e 45 a persone con disagio mentale o disabilità fisica. Complessivamen- te, i progetti finanziati dal FNPSA hanno reso disponibili 27.089 posti

di accoglienza, di cui 24.593 desti- nati alle categorie ordinarie, 1.916 all’accoglienza dei minori stranie- ri non accompagnati e 580 a per- sone con disagio mentale e disa- bilità fisica.

In virtù di un modello di accoglien- za sempre più diffusa sul territorio, teso a evitare la concentrazione

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degli accolti in pochi centri urba- ni, favorendo un’equa distribuzio- ne territoriale che garantisca stan- dard elevati di accoglienza (come raccomandano le Linee Guida del- lo SPRAR), è incrementato altresì il numero di Enti locali coinvolti: so- no 574 gli Enti locali titolari di pro- getto, di cui 533 Comuni, 12 Unio- ni di Comuni e 29 Province. Nel complesso però circa 1200 i Co- muni coinvolti negli interventi, con servizi o strutture di accoglienza. I beneficiari accolti nel primo se- mestre, sono stati 21.226 nei pro- getti ordinari, 243 nei progetti per disabili e disagio mentale e 2.027 in quelli per minori stranieri non ac- compagnati (che costituiscono il 9% degli accolti, +3 punti percen- tuali rispetto al 2015), per un tota- le di 23.496 accolti. Anche per il 2016 va evidenziato che di questi 23.496, 513 beneficiari sono tran- sitati in più progetti SPRAR di ca- tegorie e tipologie differenti (e per- tanto censiti come beneficiari da tutti i progetti che li hanno presi in carico), per lo più a seguito di su- bentrate e gravi esigenze emerse successivamente all’inserimento in accoglienza nel primo progetto SPRAR: pertanto il numero effet- tivo degli accolti è pari a 22.983,

2.187 in più rispetto al 2015. Le prime quattro regioni per nume- ro di accolti sono, come negli anni passati, i territori che detengono la maggiore capienza dello SPRAR, ossia la Sicilia (che rispetto al 2015 balza al primo posto con il 20,9%), il Lazio (20,3%), la Calabria (9,8%) e la Puglia (8,8%): complessiva- mente rappresentano il 59,8% del totale. Nelle restanti regioni il peso di tale presenza è inferiore al 6% e va inoltre ricordato che in Valle d’Aosta non sono presenti proget- ti della rete SPRAR.

Rispetto agli anni precedenti è di-

minuito in maniera significativa il peso percentuale dei rifugiati, a fa- vore dei richiedenti protezione in- ternazionale: se nel 2012 i richie- denti asilo erano il 30% degli ac- colti nello SPRAR, a fronte di un 70% di titolari di una forma di pro- tezione, dal 2013 il rapporto si è praticamente ribaltato. Tra gli ac- colti, il 57,7% è richiedente pro- tezione internazionale, il 22,7% è titolare di protezione umanitaria, l’11,2% di protezione sussidiaria e l’8,4% ha ottenuto lo status di rifu- giato. Rispetto al 2015, l’incidenza dei richiedenti asilo è stabile, men- tre aumenta quella dei titolari di protezione umanitaria (+3,7 pun- ti percentuali), in linea con il trend dell’anno precedente. Diminuisce invece sia l’incidenza dei titolari di protezione sussidiaria (-1,8%), sia quella dei rifugiati (-1,6%).

Questa situazione è stata determi- nata, da un lato, dalle richieste di inserimento nella rete dello SPRAR anche di persone di recente arri- vo da parte delle Prefetture per far fronte al costante aumento di pre- senze di migranti forzati sul territo- rio italiano, mentre dall’altro riflette il generale allungamento dei tem- pi di presentazione e valutazione delle istanze, dovuto a un aggravio del lavoro delle istituzioni preposte a fronte di numeri sempre più co- spicui di richieste da processare e di un insufficiente adeguamento di risorse. Questo trend, già eviden- te nel 2013, incide sui tempi di ac- coglienza non solo all’interno dei CARA (Centri di Accoglienza dei Richiedenti Asilo) e dei CAS (Cen- tri Accoglienza e Servizi), ma an- che nei progetti SPRAR, dal mo- mento in cui, stando ad una rileva- zione in corso sui beneficiari ricor- renti ospiti all’interno del Sistema, il periodo di attesa per la forma- lizzazione della domanda in que-

stura è di circa 3 mesi e l’attesa per l’audizione con le competenti Commissioni territoriali dei bene- ficiari accolti mediamente si aggi- ra sui 9 mesi.

Nei primi sei mesi del 2016, la maggior parte delle persone accol- te nello SPRAR ha fatto ingresso in Italia via mare attraverso uno sbar- co (76,2%); i restanti sono giunti mediante l’attraversamento di una frontiera terrestre (11,7%) e di una frontiera aeroportuale (5,9%). Il 2,5% è arrivato da Paesi europei o rientrato in Italia in base al Regola- mento Dublino, il 2% ha attraver- sato una frontiera portuale, infine l’1,7% è nato in Italia.

Le prime dieci nazionalità dei be- neficiari rispecchiano sostanzial- mente quelle del 2015, sebbene con alcune lievi differenze: al pri- mo posto troviamo la Nigeria con il 16,4%, al secondo posto il Gambia con il 13,6% (nel 2015 era prece- duto dal Pakistan), al terzo posto il Pakistan con il 12,2%, al quarto posto il Mali con il 10,2%, al quinto l’Afghanistan con l’8,5% e al sesto il Senegal con il 6,6%. Le restanti

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quattro nazionalità della classifica vedono posizioni diverse rispetto al 2015: il Bangladesh sale dal de- cimo al settimo posto (3,5%), se- guito dal Ghana (3,2%), dalla So- malia (3,2%) e dalla Costa d’Avo- rio (3,1%; nel 2015 tale nazionali- tà non rientrava nei primi dieci, ma era sostituita dall’Eritrea).

Analizzando, invece, la suddivi- sione fra i sessi anche le percen- tuali relative all’incidenza femmi- nile tra le prime dieci nazionali- tà si mostrano in crescita rispetto al 2015 (tranne che per il Bangla- desh, che rimane sostanzialmen- te stabile): le nigeriane passano dal 29,3% al 30,7%, le pakistane dal 2,9% al 4,2%, le afghane dal 4,2% al 6,1%, le somale dal 24,4% al 27,2%, le ghanesi dal 6,1% al 7,1%. Le ivoriane rappresentano l’11,2% dei loro connazionali ac- colti, mentre Gambia (1,2%), Se- negal (1,5%) e Mali (1,7%) confer- mano, come negli anni passati, le incidenze femminili più basse. Os- servando più in generale la com- posizione di genere dei beneficia- ri accolti, si conferma in linea con i due anni precedenti, che i benefi-

ciari di sesso maschile rappresen- tano l’87,7% degli accolti, men- tre le donne sono il 12,3% (pari a

2.831 persone).

La coorte dei beneficiari compresi tra i 18 e i 30 anni di età rappresen- ta il 67,2% del totale degli accol- ti ed in particolare, come negli an- ni precedenti, la fascia di età com- presa tra i 18 e i 25 anni continua ad essere quella di gran lunga pre- valente (46,2%), seguita da quella 26-30 (21,2%) mentre le fasce dai 31 anni in su, rappresentano circa 20%. Nel corso del 2016, se con- sideriamo gli accolti nel loro com- plesso, si è registrato un abbassa- mento dell’età: la fascia sino a 5 anni (2,6%) è aumentata di quasi 1

punto percentuale, quella compre- sa tra 6 e 10 anni (0,8%) registra un lievissimo incremento e quella tra 11 e 17 (6,4%) è aumentata di 2,5 punti percentuali. Al contrario, la fascia tra 18 e 25 anni è diminu- ita di 1 punto percentuale e quel- la tra 26 e 30 anni di 2,1 punti per- centuali mentre sono sostanzial- mente rimaste stabili quelle oltre i 31 anni. In merito alla maggiore in- cidenza delle età inferiori va tutta- via tenuto conto che essa riflette in gran parte l’aumento dei posti di accoglienza destinati ai mino- ri nell’ambito della rete, che sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente.

4. I SERVIZI EROGATI E GLI INTERVENTI VOLTI ALL’INTEGRAZIONE