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Concretamente la demarcazione consiste nella apposizione di termini di confine207. I termini di confine moderni consistono generalmente in parallelepipedi o troncoconici di pietra, sui quali vengono di regola incisi i seguenti segni:1) lettere, stemmi o scritte che servono ad indicare sui lati opposti gli Stati confinanti; 2) un numero di quattro cifre chiamato millesimo che indica l'anno di apposizione; 3) un numero che identifica il progressivo di tutto il confine o di una sua sezione. Nel caso di aggiunta di nuovi termini si può aggiungere allo stesso progressivo una lettera (A, B, C, ecc.) ; 4) in testa al termine si possono incidere dei segmenti che indicano la direzione verso la quale si trova il termine precedente o seguente. Ciò risulta utile nel caso di difficile intervisibilità tra i termini.

Il metodo di demarcazione può variare a seconda delle caratteristiche del territorio: nei tratti montani i termini possono essere sostituiti da incisioni su pietra viva, anche se tale pratica può creare dei problemi di “visibilità” del confine ad una semplice ricognizione sul terreno; nelle zone a vegetazione alta i termini possono essere accoppiati a pali di ferro con tabelle di metallo; nel caso dei fiumi è possibile utilizzare termini formati da boe unite tra loro da catene metalliche. Per questo motivo qualunque attività sul terreno che interessi la determinazione precisa di punti richiede un'accurata ricostruzione della posizione del confine, basata su un minuzioso lavoro cartografico, in modo da minimizzare le deformazioni della rappresentazione della superficie terrestre. In ogni caso la demarcazione deve sempre essere visibile sul territorio e non può mancare un segno materiale che identifica il passaggio del confine.

207

I Romani usavano la parola terminus per definire un limite ed una divisione. Un altro possibile sinonimo di terminus sembra essere cipus/cippus o miliarum. I primi indicavano limiti di terreni, mentre i secondi indicavano il punto di partenza di strade. I termini, propriamente detti, erano costituiti da siepi od alberi, puntali di anfore, tronchi o pietre infissi nel terreno. A volte erano interrati degli oggetti sotto il termine a testimoniare la sua posizione in caso di manomissione. Tali oggetti potevano essere pezzi di carbone, vetri rotti, calce. I termini erano pietre squadrate con incise lettere.

Per superare il lungo stallo creatosi fra Eritrea ed Etiopia per la demarcazione del confine, la Commissione ha cercato un metodo di demarcazione alquanto singolare, che prescinde invece da qualunque apposizione materiale di segni visibili sul terreno.

Con uno Statement emanato il 27 novembre 2006 la Commissione ha avvisato le parti che, se non si fosse trovato un accordo di lì ad un anno, la demarcazione sarebbe avvenuta attraverso l’individuazione di precise coordinate indicanti i punti dove sarebbero dovuti essere collocati i cippi.208 Oggi, scaduto l’ultimatum della Commissione, la demarcazione dovrebbe considerarsi “cosa fatta”: il confine, come determinato nella Decisione del 2002, deve considerarsi materialmente individuato sul territorio nel rispetto delle coordinate segnalate dalla Commissione.

Questa particolare demarcazione è stata adottata come extrema ratio per risolvere una situazione ormai cronica209. La Commissione ha affermato di potere “interpret its procedures in a constructive manner directed towards

achieving the objective the Parties are deemed to have had in mind”210 e che l’obiettivo delle parti era la conclusione della controversia confinaria nel più breve tempo possibile. Sebbene la prima scelta rimanga quella di demarcare il confine fissando dei cippi nel terreno, poiché questo metodo è realizzabile solo con una piena collaborazione delle parti, la Commissione ha deciso che il modo più pratico per portare avanti il proprio mandato fosse fornire alle parti una lista di punti identificati lungo il confine da moderne tecniche di sviluppo di immagini e disegno del terreno con l’ausilio di fotografie aeree. Questa lista di punti rappresenterebbe i punti nei quali, se la Commissione fosse stata messa in condizioni di farlo, avrebbe installato i cippi. La lista, accompagnata da 45 mappe, era annessa allo Statement. Un anno dopo lo Statement della Commissione le parti non hanno trovato alcun accordo e la Commissione ha

208

Testo dello statement e allegato con le coordinate sono reperibili su www.pca.cpa.org

209

Cfr. KAIKOBAD The Eritrea-Ethiopia Boundary Commission: A Legal Ananlysis of the

Boundary Delimitation Decision of 13th April 2002 and Relevant Subsequent Decisions, in DE

GUTTRY, POST, VENTURINI, cit, pp.171-223, p.216 s.

210

dichiarato conclusi i propri lavori. Occorre a questo punto, però, valutare se la demarcazione effettuata dalla Commissione attraverso la semplice individuazione dei punti di collocazione dei cippi possa ritenersi soddisfacente, o se piuttosto non bisogna riconoscere che la Commissione ha fallito il suo compito e che il confine resta delimitato solo sulla carta. Individuare i punti dove andrebbero posizionati i cippi di demarcazione equivale a specificare ulteriormente la linea delimitata, ma non si può considerare assolto il compito di rendere visibile sul terreno la linea di confine. Determinare una linea di demarcazione unilaterale da parte della Commissione è senz’altro inusuale: la Commissione ha preso spunto dall’attività svolta dalla Iraq-Kuwait Boundary Demarcation Commission, che stabilì attraverso l’individuazione di coordinate dove posizionare il confine211. Nonostante il particolare significato del termine “demarcazione” assunto nel mandato della Iraq-Kuwait Boundary Demarcation Commission, occorre subito sottolineare che anche in quell’occasione si procedette successivamente ad una rappresentazione materiale del confine sul territorio.

Quello della Commissione potrebbe forse essere un significativo precedente che può fungere da incentivo per le parti, in future controversie confinarie, a collaborare ad una normale demarcazione, consapevoli che l’organo competente può procedere anche in via autoritativa a demarcare la linea.

Ma nel caso concreto la demarcazione così effettuata rischia di essere ignorata ed è plausibile affermare che non sia mai stata effettuata una vera e propria demarcazione. Se la demarcazione non può ritenersi compiuta, dunque, la Decisione sulla Delimitazione continua ad oggi ad essere “the only valid

legal description of the boundary”212

211

La Iraq-Kuwait Boundary Demarcation Commission fu istituita con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 687 (1991), con il compito di “ demarcate in geographical coordinates of

latitude and longitude”. “The coordinates established by the [IKBDC] Commission willconstitute the final demarcation of the international boundary”

212

Statement del 27 novembre 2006, cit, par. 20-22. La Commissione ha ribadito questa posizione nel Press Release del 12 settembre 2007. Il 25 settembre 2007 il Ministro degli Esteri dell’Etiopia