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Descrizione del progetto DIMMER

3. Il progetto DIMMER

3.2 Descrizione del progetto DIMMER

Come accade in buona dei progetti, europei ma non solo, anche DIMMER è un acronimo. Nello specifico è l’acronimo di District Information Modeling and Management for Energy Reduction. Si tratta di un progetto STREP (Small or medium-scale focused research project) rispondente alla call ICT-2013.6.4 Optimizing Energy Systems in Smart Cities (ICT Smartcities 2013; FP7-SMARTCITIES-2013), quindi finanziato attraverso il Settimo Programma Quadro. È un progetto del tipo “Demonstration and Deployment”. Si tratta di un progetto di durata triennale (l’avvio dei lavori è avvenuto il 1° Ottobre 2013) avente ottenuto un finanziamento di circa 4 milioni di Euro, tramite Grant Agreement n°609084. Il progetto vede la partecipazione di 13 partner, di cui due (tra cui l’Università di Torino) come “terza parte”. L'ente coordinatore è il Politecnico di Torino, che partecipa al progetto attraverso quattro dei suoi dipartimenti: DAUIN (Automatica ed Informatica); DENERG (Energia); DIST (Scienze, Progetto e Politiche del Territorio); DISEG (Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica). I restanti partner provengono da Italia, Regno Unito, Germania e Svezia. Per quanto riguarda le tipologie di partner coinvolti si hanno università: Politecnico di Torino (Italia), Università di Torino (Italia), University of Manchester (Regno Unito); enti di ricerca: Consorzio per il Sistema Informativo Piemonte (Italia), Fraunhofer Institute of Technology (Germania), Istituto Superiore Mario Boella (Italia); partner provenienti dal mondo dell'industria o dei servizi: Arup (Regno Unito), Clicks and Links (Regno Unito), CNet Svenska AB (Svezia), D'Appolonia (Italia), IREN Energia (Italia), ST Polito (Italia); un consorzio di autorità pubbliche: AGMA (Association of Greater Manchester Authorities) (Regno Unito). Dei 13 partner formanti il consorzio una buona parte proviene da due città in particolare: Torino (5 dei 7 partner italiani) e Manchester (3 dei 4 partner britannici). Il motivo è che si tratta delle due città nelle quali verranno sperimentate e dispiegate le innovazioni risultanti dal progetto.

Benché si tratti di un progetto che, per gli standard del FP7, è di piccole-medie dimensioni, senz'altro è di dimensioni assai maggiori rispetto ai progetti ai quali avevo lavorato in precedenza. Importo del finanziamento, durata del progetto e numero di partner coinvolti possono fungere da buoni indicatori della complessità architetturale del progetto. Inizierò ora a presentarla al fine di giungere a mostrare i compiti che UNITO55, e

quindi anche io, avrebbe dovuto svolgere. Se dicessi che il percorso di studi e ricerca durante il mio corso di dottorato è stato come me lo aspettavo sarei lontano dal dire il vero. Le mie idee su ciò che sarebbe potuto essere erano basate sulla raccolta di

55 Così come è avvenuto durante il progetto, il termine UNITO, che solitamente è l’abbreviazione di

“Università di Torino”, viene usato per indicare specificamente il gruppo di persone, facenti riferimento all’Università di Torino, che ha preso parte al progetto. Il personale docente e amministrativo, nonché dottorandi, borsisti e studenti, che ha preso parte al progetto è collegato al Dipartimento di Culture, Politica e Società.

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esperienze di dottori di ricerca già fatti e di dottorandi di cicli precedenti il mio, nonché sulle mie esperienze precedenti di ricerca. Mi ero (forse ottimisticamente direi ora) prefigurato un percorso tutto sommato lineare, anche se non scevro di momenti di stallo, in cui, tramite accordi e aggiustamenti da ricercarsi prevalentemente con un tutor, avrei definito un campo di studio, una metodologia di ricerca e un certo numero di casi studio ai quali applicarla. La condizione di dottorando senza borsa mi ha però portato a candidarmi per una borsa di studio legata a questo progetto. L'averla ottenuta ha richiesto un significativo cambiamento, in corsa, del tema di ricerca. Ma i cambiamenti – e le novità - forse più importanti sarebbero stati altri e inattesi: il mio lavoro non sarebbe stato valutato solo da sociologi, non sarebbe stato valutato solo una volta conclusolo, non sarebbe stato solo un lavoro di ricerca. Qui sotto ho elencato gli obiettivi di ogni Work Package del progetto DIMMER:

WP1: Energy Auditing at building and district level and Real-time data collection - Selezione degli edifici campione: rappresentativi dei distretti;

- Definizione dei sensori e della strumentazione di monitoraggio e controllo; - Energy auditing degli edifici selezionati;

- Calcolo del potenziale di risparmio energetico.

WP2: Advanced middleware technology for data integration

- Definizione delle caratteristiche del middleware e sua implementazione;

- Definizione dell’interfaccia middleware per i dati in tempo reale, per le informazioni DIM, per gli algoritmi di controllo e di efficientamento;

- Approntamento di una rete intelligente di sensori in grado di estendere l’ubiquità della raccolta dati tramite sistemi di comunicazione wireless;

- Definizione dell’ontologia di DIMMER.

WP3: Modeling, Web-oriented interactive interface, Simulation and Virtual visualization - Definizione e implementazione del DIM (District Information Model);

- Definizione e implementazione dell’interfaccia web e del protocollo di sicurezza;

- Definizione e implementazione del motore di simulazione per l’integrazione dei dati da sensori e dei modelli relative agli edifici e alle reti di distribuzione;

- Definizione e implementazione del motore di visualizzazione, finalizzato a rendere disponibili dati e informazioni su dispositivi personali.

WP4: Energy efficiency and economic evaluation

- Definizione e sviluppo di strategie di ottimizzazione energetica per la rete di teleriscaldamento, basate su dati ambientali e relative alla rete, derivanti da sensori;

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- Definizione e sviluppo di strategie di ottimizzazione energetica per la rete elettrica, basate su dati ambientali e relative alla rete, derivanti da sensori;

- Definizione e sviluppo di politiche per l’efficienza energetica tenendo conto dei profili e dei feedback degli utenti.

WP5: User/social profiling and visualization and feedback

- Creazione di strumenti per il coinvolgimento degli utenti nelle decisioni relative all’energia e per raccogliere i loro feedback;

- Classificazione degli utenti secondo il loro utilizzo dell’energia e degli edifici;

- Sviluppo di un quadro di contesto per la consapevolezza energetica a livello di quartiere; - Strategie di visualizzazione delle informazioni energetiche.

WP6: Demonstration and Validation: Experimental operation, economic, energetic, environmental assessment

- Test dell’infrastruttura software e delle tecnologie collegate, sviluppate nei WP2, 3, 4 e 5;

- Valutazione dell’impatto economico di DIMMER; - Identificazione di soluzioni ICT addizionali;

- Sviluppo di un piano di replicazione della tecnologia DIMMER. WP7: Dissemination and Exploitation

- Approntamento di canali di comunicazione e di soluzioni su portale per favorire il contributo della comunità;

- Promuovere la visione i risultati di DIMMER agli attori interessati, tra cui comunità scientifica e commerciale e autorità pubbliche;

- Sviluppare una efficace e realistica strategia di sfruttamento dei risultati del progetto; - Sviluppare un business plan professionale che documenti potenziali idee di business; - Sviluppo un piano di replicazione per il dispiegamento nel mercato su larga scala. WP8: Project Management

- Coordinamento tecnico del progetto e implementazione della struttura di gestione; - Valutazione della qualità del progetto;

- Gestione della IPR;

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Il WP8 è il WP relativo alla gestione e al coordinamento del progetto. Posso escluderlo da questa analisi non prima di aver comunque mostrato la mia stima verso i coordinatori del progetto. Per quanto riguarda gli altri WP mi chiedo se chi legge gli obiettivi sopra elencati (credo che saranno sociologi a leggere questa tesi, quindi in realtà mi riferisco soprattutto a loro) riesca ad individuare quali sono quelli di cui si è occupata UNITO. Non si tratta di un gioco per mettere alla prova la pazienza di chi legge, ma di un esercizio per fare mettere chi legge nei panni in cui ci siamo trovati noi, quando anche noi abbiamo letto per la prima volta questa lista. Ebbene, ci sono delle parole che non è molto comune sentire o leggere. In particolare il termine “middleware”. Ve ne sono altre che si sentono poco sovente, ma a cui a grandi linee è possibile dare un significato, anche se è possibile che abbia imparato a darglielo dopo questi anni spesi all’interno del progetto. Ve ne sono altre che è abbastanza consueto leggere in testi di sociologia (attori, utenti, consapevolezza, coinvolgimento). Lo sguardo cerca ristoro in queste ultime parole e rifugge alcune delle altre, tra cui per l'appunto “middleware”. Ma ripartiamo dall’acronimo: District Information Modeling and Management for Energy Reduction. La formulazione “energy reduction” mi ha lasciato e mi lascia tuttora perplesso. La sua traduzione letterale è “riduzione dell’energia” che, in italiano significa più che altro “riduzione della energia/forza a disposizione”. Cosa significa allora lo energy reduction del nome del progetto? “Riduzione di qualcosa che ha a che fare con l’energia”, “Riduzione del consumo di energia”, “Situazione futura di diminuita disponibilità/uso di energia”. Quale che sia la traduzione che ne darebbe un traduttore professionista, fra i risultati attesi (e da dimostrare) c'è comunque una consistente riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO2. Questi risultati saranno raggiunti grazie a più efficienti politiche56

di distribuzione dell’energia che tengano conto delle reali caratteristiche degli edifici e degli abitanti dei distretti. Saranno altresì raggiunti per mezzo di una più efficiente manutenzione e di un più efficiente funzionamento della rete di distribuzione di energia, che a sua volta terrà conto dei comportamenti e delle attitudini e richieste (demand) degli utenti. La prima parte dell’acronimo riguarda il DIM (District Information Modeling). Difficile averne sentito parlare, anche perché si tratta di uno degli aspetti innovativi in senso stretto del progetto, ovvero di una estensione del BIM (Building Information Modeling) (Lombardi et al., 2014). Infine, l'acronimo intero è una parola di senso compiuto: dimmer, ovvero lo strumento che permette la regolazione della potenza assorbita da un carico. Ora, non ci sono stati WP nei quali non si sia dovuto dire la nostra. Ciò è avvenuto non solo a causa delle nostre competenze di partenza, ma anche per la conoscenza maturata durante la fase di ricerca relativa al “mondo sociale” implicato in questo stesso progetto. Per il WP1 si è suggerito di inserire indicatori che permettano di valutare la performance di ogni edificio nell'obiettivo di aumentare l'efficienza della rete. Si tratta di indicatori che dovranno essere letti e compresi dagli utenti dell'applicazione e

56 Il termine politiche (policies) è nel progetto utilizzato per indicare azioni compiute da algoritmi o motori di

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che permettano di individuare le linee d'azione che gli amministratori degli edifici devono seguire se vogliono migliorare tale performance. Per il WP2 si è cercato di ricordare che i sensori non possono essere installati ovunque. Chi usa gli spazi in cui li si vorrebbe mettere devono accettarli o non devono interferire con le loro altre attività. Per il WP3 si è trattato di individuare le simulazioni richieste, quelle che non possono mancare, i sistemi di visualizzazione più comprensibili e user-friendly. Per quanto riguarda il WP4 questo entrerà nel vivo nel terzo anno del progetto, ma è evidente la sua relazione con altri WP nei quali siamo più manifestamente coinvolti. Nel WP5, risulterà evidente nei paragrafi che seguono, è dove abbiamo dedicato la parte più consistente del nostro lavoro. Il WP6 richiede il nostro apporto per invitare gli users a partecipare alla valutazione (o validazione) dei sistemi sviluppati e per anticipare le caratteristiche di users operanti in contesti diversi da quelli pilota. Il WP7 ci vede elaborare metodologie che permettano di migliorare l'efficacia commerciale del progetto una volta conclusolo. DIMMER risulta quindi essere uno fra i progetti che hanno come obiettivo quello di portare la visione di smart grid ad un grado successivo di realizzazione. Sistemi di visualizzazione e simulazione di dati sarebbero stati centrati sulla dimensione del distretto: ecco quali sono (o quali sono anche) i dati che, nel progetto DIMMER, entrano a far parte del flusso di informazioni che si è visto precedentemente (Cap.2: Fig. 5) caratterizzare le smart grid. Uno dei nostri obiettivi è stato quindi quello di chiederci cosa un tale passaggio potesse comportare. Quali informazioni e dati il concetto di “distretto” muove? Quali di questi dati e di queste informazioni possono migliorare l’efficacia e l’efficienza di una rete energetica aumentando, se possibile, la soddisfazione degli attori in essa coinvolti?

Il prodotto finale di DIMMER dovrà essere un prodotto commercializzabile. Verrà testato in due siti pilota: a Torino e a Manchester. Il gruppo di UNITO si è occupato di elaborare strategie per entrambi i siti pilota. Sette edifici sono stati selezionati come rappresentativi del distretto pilota di Torino. Ci si attende che l'analisi dettagliata di questi edifici, sia dal punto di vista delle caratteristiche strutturali e dei materiali di costruzione, sia il “comportamento termico” forniscano dati in grado di modellizzare come ogni singolo edificio influenzi e venga influenzato dal comportamento della sezione della rete a cui è collegato così come quello della rete intera.

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