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1. Le pratiche invernali di comfort termico

1.3 Il monitoraggio delle pratiche invernali di comfort termico

1.3.4 Pratica ecologica

Si è detto che le pratiche mutano in seguito al mutamento di uno o più degli elementi che le compongono. Le pratiche di comfort termico, così come qualsiasi altra pratica che abbisogni di energia e/o risorse, si trova a fare i conti con lo svilupparsi di una coscienza ecologica. Con questo termine si intende la consapevolezza crescente del fatto che le azioni umane, così come prendono forma all'interno di pratiche, hanno conseguenze di un qualche tipo (ma comunque più o meno negativo) sull'ambiente. Ridurre o evitare gli sprechi e le inefficienze, o aumentare l'efficienza di un processo può avere come fine

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quello di ridurre i consumi. È stato già detto anche precedentemente, e difatti ridurre consumi, sprechi, inefficienze eccetera, ha conseguenze in termini economici, energetici ed ambientali simultaneamente. Queste conseguenze non sono tutte conosciute allo stesso modo dai practitioners. Questo significa che una riduzione della spesa monetaria è, tutto sommato e perlomeno attualmente, significativamente correlata alla riduzione degli impatti ambientali. Ora, le modalità inserite qui sotto hanno, ognuna, impatti ed effetti sia ambientali che economici ed è assai arduo stabilire o, meglio, è impossibile, a meno che non vengano approntate indagini ad hoc, se il mutamento delle pratiche o l'adozione di una modalità in sostituzione di altre sia mossa da motivazioni di ordine economico o ambientale. Ne risulta che quanto inserito in questo paragrafo avrebbe potuto trovare ugualmente spazio nel paragrafo precedente. La differenza tra questo paragrafo e quello precedente sta nel fatto che se prima ci si è chiesti quali fossero gli strumenti attraverso i quali i practitioners monitorano le spese relative alle pratiche da loro svolte, qui si affronta sia il tema relativo alle possibilità e alle competenze di monitoraggio della “ecologicità” delle pratiche, sia quello della capacità di reclutamento da parte delle modalità che verranno elencate. Nella comprensione di quali siano gli impatti ambientali di diverse pratiche si registrano mancanze di competenze, con confusione aggravata o portata da regole di ingaggio comunicativo pressoché inesistenti.

Rendere le proprie pratiche, tra cui quelle di comfort termico, invernali e non, più “ecologiche” è possibile, stando a Boulanger (2010) in tre modi: efficienza, sufficienza e de-commodification. Efficienza significa più cose, simili ma sostanzialmente diverse tra loro: ottenere più servizi (o beni o utilità) con meno risorse; ottenere più servizi (o beni o utilità) con una quantità invariata di risorse; ottenere una quantità invariata di servizi (o beni o utilità) con un minor utilizzo di risorse. La sufficienza può essere espressa come il minor utilizzo di risorse che discende da una minore richiesta di servizi (o beni o utilità). La minor richiesta di servizi può assumere la forma di una rinuncia, di un sacrificio, oppure essere il risultato di un processo di riflessione sui propri bisogni, quindi di una liberazione da bisogni. Con de-commodification Boulanger intende le azioni dirette a modificare l’assetto “istituzionale” delle pratiche facendo ridurre l’influenza delle merci e, più in generale, delle istituzioni di mercato, sui modi in cui le persone soddisfano i loro bisogni e desideri. Chiaramente rimane sempre valida l’ulteriore ripartizione tra azioni dirette ed azioni indirette. Le tre modalità mi sembra comunque riportino questioni relative rispettivamente al “come fare”, “quanto fare”, “cosa fare”. Si è provveduto a cercare, su siti internet o su volantini e pieghevoli, istruzioni e consigli su come scaldare/scaldarsi risparmiando. Consigli e istruzioni sono state individuate in un numero di poco inferiore a cinquanta, che serve qui a dare indicazione dell’ordine di grandezza. A seconda dei casi l'accento è posto più sul lato economico, in altri più su quello energetico o ambientale. Alcuni li si ritrova ripetuti in più occasioni o contesti, altri appaiono più raramente o, nel limite dei siti da me visionati, solo una volta. Alcuni sono specificazioni più dettagliate di misure che altrove vengono nominate o elencate in termini più generali. Vi si trovano elencate pratiche o consigli relativi ad azioni dirette e si tratta, per la maggior parte, di azioni basate sul principio di efficienza. È possibile categorizzare le tipologie di istruzioni e consigli come segue:

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1) Riduzione dell'apporto di calore.

Riduzione della richiesta di comfort termico. Vengono dati consigli sulla temperatura “giusta”. Questa viene solitamente individuata in 20°C. Perché 20°C sia una temperatura corretta è spiegato in due modi: temperature più calde non fanno bene alla salute; ogni grado richiesto in più porta a un aumento di circa l'8% nei consumi energetici per riscaldamento. Insieme alla temperatura “giusta” viene anche indicata la temperatura “esagerata”. Questa viene individuata in 24°C. Ora, perché sia 24°C e non 23°C o 25°C ciò non è chiaro. La normativa italiana prevede che negli ambienti domestici debba essere garantita una temperatura di 20°C, con una possibile oscillazione di ± 2°C. Le normative di altri paesi definiscono temperature differenti, come è possibile vedere nella figura che segue.

Figura 2. Temperature indoor, estive e invernali, nei paesi UE con normative in merito.23

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Adeguare la temperatura interna a quella esterna. Viene consigliato di regolare la temperatura desiderata in base a quella esterna: in giorni più freddi anche la temperatura interna dovrebbe essere regolata su livelli più bassi.

Utilizzare spazi scaldati da altri. Viene consigliato di recarsi il più possibile in luoghi scaldati aperti al pubblico, come le biblioteche, ma anche di farsi invitare a casa di altri. Usufruire del calore dei luoghi (chiusi) aperti al pubblico è una soluzione nota agli indigenti, che possono usare sia immobili sia mezzi di trasporto pubblico. Durante i mesi estivi viene consigliato alle persone più vulnerabili, tipicamente gli anziani, di recarsi presso centri commerciali dotati di aria condizionata. Il richiamo non è speculare nei mesi invernali, anche se sarebbe teoricamente possibile pensare alla creazione o utilizzo di spazi comuni per risolvere problemi diffusi o puntuali di discomfort termico.

2) Manutenzione ed efficienza degli impianti di riscaldamento.

Impianti più efficienti consumano meno energia a parità di servizio erogato. In che modo la maggiore efficienza possa essere ottenuta viene fatto dipendere da aspetti relativi alla manutenzione (fare effettuare manutenzioni periodiche, spurgare annualmente i radiatori, evitare di coprire i caloriferi), dal possesso di impianti più efficienti in senso assoluto o perché dimensionati secondo le reali esigenze (avere una caldaia di potenza proporzionata all'uso che se ne deve fare). In senso negativo si consiglia di limitare l'uso di dispositivi meno efficienti, anche se più efficaci nello scaldare zone delimitate, come le stufette elettriche. Infine si ricorda che per ridurre gli impatti ambientali potrebbe essere opportuno cambiare la tipologia di impianto e di combustibile, ad esempio utilizzando un impianto a pellet.

3) Migliore gestione spaziale e temporale della richiesta di comfort termico.

Collegate alle misure di riduzione dell'apporto di calore in senso generale vengono individuate misure per effettuare processi selettivi di riduzione dell'apporto di calore. Si trovano quindi consigli relativi al tenere temperature differenti in stanze differenti e in momenti differenti. Qualora vi sia la possibilità tecnica di farlo si ricorda che il calore viene usato in maniera più efficace ed efficiente se serve a scaldare le persone piuttosto che le stanze. Ne risulta che, sempre qualora vi sia la possibilità tecnica di farlo, il calore dovrebbe essere concentrato nelle stanze effettivamente utilizzate o nelle stanze più utilizzate e nei momenti in cui vengono utilizzate. Siccome scaldando le persone si scaldano le stanze e viceversa, si consiglia di utilizzare preferibilmente le stanze più piccole. Diffuso è il consiglio di spegnere o abbassare il riscaldamento nelle ore notturne. L'uso di certi dispositivi, che evidentemente si crede non siano ancora abbastanza diffusi, viene consigliato. Si tratta delle valvole termostatiche che permettono la regolazione di diverse temperature in diverse stanze e di timer o cronotermostati che permettono di abbassare il riscaldamento nelle ore notturne senza il disagio di svegliarsi al freddo al mattino. Allo stesso tempo si consiglia di chiudere le stanze non utilizzate. L’abitazione andrebbe quindi in una sorta di assetto invernale con zone centrali e zone periferiche: le porte chiuse servono a rimarcare e rinforzare la separazione tra le due zone. La separazione può essere a livello di stanza o anche su zone più ristrette. Si è ritrovato il

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consiglio di recuperare il principio del letto a baldacchino, creando una sorta di copertura a tenda a dividere lo spazio “letto” dal resto della stanza.

È possibile trovare il consiglio di far salire la temperatura lentamente. Ora, le temperature di per sé non aumentano repentinamente. Si suppone si volesse intendere di aumentare gradualmente la temperatura di set-point. Alcuni impianti, come le automobili, consumano più energia se gli vengono richieste brusche accelerazioni. Allo stesso tempo il consiglio può essere inteso a permettere di ricevere dosi aggiuntive di utilità (derivanti dal risolvere gradualmente il discomfort termico) diluite in un arco temporale più lungo. 4) Misure primarie e secondarie di isolamento termico.

Una lunga lista di consigli e istruzioni riguarda l'isolamento termico degli edifici. A partire dal consiglio di comprare una casa di classe energetica superiore si arrivano ad indicare una serie di misure che è possibile attuare anche con mezzi “di fortuna”, nonché vengono ricordati tutti i possibili punti di scambio termico sui quali è possibile o opportuno intervenire. L'isolamento termico funziona anche in senso contrario, ovvero può impedire al calore esterno di entrare. Persiane e avvolgibili dovrebbero sì essere chiusi durante le ore notturne, ma dovrebbero anche essere tenuti aperti qualora ci sia il Sole a battergli contro. L'isolamento termico viene anche meno quando, nello svolgimento di altre pratiche, l'edificio viene aperto all'esterno. Va bene cambiare l'aria, ma si ricorda che per fare ciò 10 minuti di apertura delle finestre sono più che sufficienti, altrimenti la velocità del processo di scambio di calore con l’esterno aumenterebbe significativamente. Ripetuti più volte sono i consigli di installare infissi isolanti e di coibentare pareti, sottotetti, cantine. A fianco a questi consigli, efficaci ma costosi, si trovano elencate misure di isolamento più “fai-da-te”: copri-spifferi, utilizzo di tappeti, chiusura delle canne fumarie dei camini durante la notte, copertura delle finestre con fogli di plastica trasparente, posizionamento di pesanti tendaggi.

5) Misure di abbigliamento.

Presenti, anche se in misura estremamente limitata, sono i consigli relativi alle soluzioni di abbigliamento più efficaci dal punto di vista termico da adottare in ambito domestico. Il consiglio di indossare maglioni è il re indiscusso in questa categoria. Altri consigli sono relativi a: indossare strati aggiuntivi nascosti (calzamaglia); coprire le estremità (cappello, guanti); utilizzare capi di abbigliamento più coprenti (dolcevita); utilizzare capi di abbigliamento “per esterni” (di nuovo cappello e guanti); utilizzare capi di abbigliamento “fuori moda” (vestaglia); utilizzare un abbigliamento non sempre convenzionale (es. dormire con le calze)

6) Misure di utilizzo di calore di scarto o di fonti di calore non convenzionali.

In misura assai limitata, ma cionondimeno presenti, sono i consigli legati allo svolgere altre attività che producono calore o ad avvicinarsi a fonti di calore non convenzionali. La lista risulta composta dai consigli di: cucinare (avendo però cura di farlo producendo poco vapore, che abbasserebbe la temperatura percepita); accendere candele o usare stufe “a candela”; accendere lampadine a incandescenza; preparare e bere bevande calde; fare

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attività fisica; abbracciare qualcuno (un altro essere umano o un animale a sangue caldo); usare asciugacapelli per riscaldare parti infreddolite del corpo.