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3.1)DIFFERENZE TRA MAFIE IN BREVE

Si parla di mafia per identificare qualsiasi organizzazione mafiosa ma in realtà le organizzazioni si distinguono in base a quanta importanza si dia al powersyndacate rispetto all’interprisesyndacate e viceversa, 41 vale a dire in organizzazione di controllo del territorio e in organizzazione dei traffici illegali . “Si tratta di due sfere distinguibili concettualmente ed empiricamente, ma in rapporto di reciproca funzionalità e, quasi sempre, intrecciate e sovrapposte (…).Mentre la mafia nei suoi aspetti di organizzazione di controllo tende ad essere organizzata in termini centralistici e talvolta ritualizzati, la mafia come organizzazione dei traffici, per le esigenze delle sue attività tende ad essere più fluida e flessibile sotto il profilo organizzativo”.42

Più specificamente secondo, Salvatore Lupo, “ possiamo definire powersyndacate la struttura territoriale delle famiglie, con le rigide affiliazioni, la formidabile stabilità nel tempo, la forza militare e dunque la capacità di svolgere, partendo dal meccanicismo della guardiania, una funzione vicaria della sicurezza pubblica lungo il circuito estorsione-protezione; l'enterprisesyndacate rappresenta invece la molto più mobile rete degli affari che già nell'ottocento si interessava per l'abigeato e il contrabbando, che ora gestisce il commercio dei tabacchi e degli stupefacenti.”43

Nella Mafia siciliana e quella calabrese è capitato ad esempio che si rinunciasse a grossi trafficili illeciti in quanto andavano a minare il powersyndacate, questo nella camorra è raro che avvenga .

La camorra e la Sacra corona unita differiscono nella loro struttura e organizzazione interna rispetto alla ‘Ndrangheta e Cosa nostra .

Esse dando più rilevanza all’interprisesyndacate godono di una struttura più flessibile ma meno solida rispetto all’ndrangheta e a Cosa nostra nelle quali l’obiettivo finale è l’accumulo di ricchezza.

I riti, i codici non diventano fondamentali all’affiliazione e i giovani più intraprendenti si fanno strada arrivando velocemente ai posti di comando.

LA CAMORRA

Nella Camorra “La struttura federale e flessibile dei gruppi camorristici (…) è la risposta alla necessità di imprese di far muovere il capitale (…) , di far circolare denaro e di investire con agilità in immobili senza

41 Blok 1980, p. 44-45.

42 R. SciarroneMafie vecchie, mafie nuove, Donzelli Editore, Roma, 2009, p.44.

43S.LupoStoria della mafia dalle origini ai giorni nostri 1996 (1993) Donzelli Editore, Roma p 223 cit in

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l’eccessivo peso della scelta territoriale o della mediazione politica.44”In questo modo gruppi di persone

possono decidere di aggregarsi per un illecito e , una volta raggiunto lo scopo, disgregarsi senza subire mattanze o l’inglobamento nel clan.

In un’ intervista un magistrato genovese spiegava: “ I legami napoletani sono temporanei, più virtuali che effettivi. Bisogna tenere conto del senso molto allargato della famiglia presente tra i napoletani. Tra loro è presente un fenomeno che è esattamente l’opposto di quello che succede tra i siciliani. Un napoletano può diventare affiliato di questo o di quello semplicemente perché un parente è affiliato al clan (...) inoltre (…) tra i napoletani prevale una notevole propensione per l’individualismo e una diffusa insofferenza per forme gerarchiche eccessivamente rigide. Difficile che venga accettata una qualche forma di autorità.”45

Oggi quasi nessuno delle nuove generazioni viene affiliato e raramente vengono usati i riti del passato, molto spesso vengono sfruttati ragazzini che in cambio di prestazioni hanno in regalo ad esempio un motorino.

“La Camorra non è un’unica associazione ma un vasto e pupulante di bande criminali che si formano, si scindono, si scatenano in faide feroci e riemergono sotto nuove alleanze per essere annientate da una nuova guerra intestina o da una retata della polizia .Il mondo della malavita napoletana è spaventosamente instabile. Mentre un capo della mafia siciliana ha ragionevoli possibilità di vedere i nipoti intraprendere la loro carriera criminale, un boss camorrista è fortunato se arriva a quarant’anni. La mancanza di una struttura formale e di un rituale non ha impedito alla camorra di controllare, con i suoi clan ampie fette del territorio campano.”46 Un’ organizzazione, sebbene non sia formale e rigida, i clan della camorra ce l’ hanno e viene definito “il Sistema” nel quale spesso i clan più temibili sono tenuti uniti dai legami di sangue e il nucleo normalmente è costituito da un gruppo di parenti con intorno amici e vicini.“ Al centro del sistema, in ogni area della città e del suo circondario c’è un capo carismatico(..) Sotto di lui ci sono i sottolivelli gerarchici e i ruoli specializzati ( capi-zona, assassini, trafficanti di droga) tutti scelti e nominati dal boss(…) .”47

Il termine “Sistema” più che struttura sta ad indicare un meccanismo che fa coincidere direttamente l’organizzazione all’economia locale. Questo tipo di meccanismo non ha bisogno dei politici come invece accade nella mafia siciliana, questo rende la Camorra più indipendente dalla Stato ma anche più fragile e meno consolidata. Non si pone come anti-Stato ma cerca nello Stato il modo portare avanti i propri illeciti . Nel 2005 Carmine Schiavone, pentito del clan dei casalesi, in una dichiarazione parlando appunto dello Stato e del ruolo che ha all’interno della Camorra a differenza della mafia siciliana diceva “ Noi viviamo con lo Stato. Per noi lo Stato doveva esistere e doveva essere lo Stato che c’era, solo che noi avevamo una filosofia diversa dai siciliani. Mentre Riina usciva da un isolamento isolano, da montagna, vecchio pecoraio, insomma, noi avevamo superato questi limiti, noi volevamo vivere con lo stato. Se qualcuno nello stato ci

44R.Saviano, Gomorra. Viaggionell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Mondadori, Milano,

2006, p. 56.

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Cit in A Dal Lago e e .Quadrelli, La città e le ombre.Crimini, criminali, cittadini, Feltrinelli, Milano 2003 pg 58 cit in A. Lamberti, Camorra come metodo e sistema in G.Gribaudi, Trafficicriminali. Camorra, mafie e reti internazionali

dell’illegalità, Bollati Boringeri, Torino, 2009, pp 484-485.

46J.Dickie, Onorate società, Laterza, Bari, 2011, p. 12. 47

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faceva ostruzionismo, ne trovavamo un altro disposto a favorirci. Se era un politico non lo votavamo, se era uno delle istituzioni si trovava il metodo per raggirare.”48 Porsi come anti-Stato per la Camorra significa non essere bravi imprenditori, nel territorio gli affari si possono fare con o senza lo stato.

Vi è poi un differenza tra i clan della provincia e quelli della città, i primi hanno una struttura, un “sistema” più stabile rispetto a quello delle città , reinvestendo il capitale illecito in mercati leciti secondo un modello mafioso siciliano.

In città il tessuto delinquenziale è più denso e gli equilibri più precari dunque i clan cittadini si limitano ad applicare tangenti sui traffici illegali praticati nei territori di appartenenza.49

La camorra come la sacra corona unita nasce in carcere alla fine dell’ottocento nelle quali essa trasformava i diritti e bisogni degli altri carcerati in favori in cambio di denaro o prestazioni come ad esempio il pane o il pezzo di terra sul quale dormire (pizzo), il sistema camorrista poteva revocare in qualsiasi momento questi favori .La Camorra nacque come un’ associazione criminale proletaria, covata tra la feccia delle prigioni e dei bassifondi napoletani 50 a differenza della mafia siciliana nata dalla classe medio-borghese.

La donna, poi, è funzionale all’interno dell’organizzazione ma non riveste il ruolo strategico che hanno le donne appartenenti ai clan siciliani nei quali la donna attraverso il matrimonio costruiva e costruisce ancora oggi dinastie o preserva la vita familiare. Già dagli arbori la camorra ha sempre usato le donne e non aveva problemi a guadagnare dalla prostituzione a differenza della mafia siciliana che non ha mai accettato questo tipo di illecito, il quale mirava ad offendere la donna nella sua dignità, infatti “ la donna da e toglie l’onore all’uomo, all’intera famiglia. Perciò va tutelata, sorvegliata, controllata strettamente perché l’onore non le sia tolto.51