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Differenze tra Accessibilità, Accesso, e Camminabilità

Dei riferimenti bibliografici presentati sino ad ora in questo capitolo nessuno fa strettamente riferimento ad un concetto chiave di questo lavoro. Nei testi riportati si parla di accessibilità e accesso, in alcuni casi di accessibilità pedonale, ma senza

Accesso e disponibilità a: Articoli

fornitura di cibo sano Apparicio et al., 2007; Cummins e Macintyre, 2002; Pearce et al., 2008

servizi sanitari Kinman, 1999; Korn, 1978; Knox, 1978; Luo e Wang, 2003; Rosero-Bixby, 2004; Tanser

et al., 2006; Yiannakoulias et al., 2013

servizi ricreativi Crompton e Wicks, 1988; Diez Roux et al., 2007; Robitaille e Herjean, 2008 scuole secondarie e parchi

giochi

Chin e Foong, 2006; Pacione, 1989; Singleton et al., 2011; Smoyer-tomic et al., 2004; Talen e Anselin, 1998

parchi pubblici e spazi verdi

Chang e Liao, 2011; Comber et al., 2008; Coutts, 2008; Hillsdon et al., 2006; Lindsey et

al., 2001; Nicholls, 2001; Oh e Jeong, 2007; Omer, 2006; Pasaogullari e Doratli, 2004;

Talen, 1997; Witten et al., 2008

servizi di quartiere e urbani Blečić et al., 2013; Blečić et al., 2014a; Lotfi e Koohsari, 2009; Neutens et al., 2010; Pearce et al., 2008; Taleai et al., 2014; Talen, 2003; Tsou et al., 2005

servizi per immigrati Truelove, 2000 opportunità lavorative per i

lavoratori e lavoratori a basso reddito

Lau e Chiu, 2003; Lau e Chiu, 2004

trasporto pubblico (vs

privato) Benenson et al., 2011; Bertolini, 1999; Lovetta et al., 2002; Salonen et al., 2013

mobilità e uso del suolo

Bertolini, 2003; Dalvi e Martin, 1976; Farrington e Farrington, 2005; Garb e Levine, 2002; Geurs e van Eck, 2001; Geurs e van Wee, 2004; Gutiérrez, 2001; Gutiérrez e Urbano, 1996; ; Iacono et al., 2010; Linneker e Spence, 1996; Morris et al., 1979; Vandenbulcke et al., 2009

“A measure of the potential ability of individuals with a household not only to reach activity

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opportunities, but to do so with sufficient time available for participation in those activities, subject to the spatio-temporal constraints imposed by their daily obligations and transportation supply environment.” (Recker et al., 2001, p. 1), traduzione propria.

mai indicare il concetto di camminabilità (walkability) che sta alla base di questo testo. Difatti, quella che segue è una rassegna dei metodi di misura di accesso e accessibilità intesi nell’ottica della giustizia spaziale o dell’equità urbana. Parleremo più avanti delle misure di camminabilità, già i primi due concetti hanno alcune differenze sostanziali che, prima di procedere, è bene analizzare. Sono due definizioni relative all’uso di un qualche servizio e, almeno teoricamente, si riferiscono a due differenti punti di vista, nonché a differenti approcci alla misura. La parola accessibilità deriva dal latino accessibilĭtas e descrive la capacità e le caratteristiche dell’essere accessibile, o la possibilità di facile raggiungimento di qualcosa o qualcuno. Mentre accesso, deriva da accessus, da accedĕre, ed indica la possibilità o la facoltà di accedere, indicando l’atto di muoversi entro o verso una destinazione. Perciò, nel nostro caso, il sostantivo accessibilità sta ad indicare le caratteristiche di uno spazio e le sue proprietà nell’essere accessibile, ed in un certo senso nella facilità e possibilità che comporta; mentre l’accesso è in funzione di ciò che un individuo fa, o può fare nella città, da una destinazione ad un’altra. Vedremo quindi che formalmente l’accessibilità indica le caratteristiche di una prospettiva localizzativa, mentre l’accesso indica una prospettiva individuale. Questa distinzione sta alla base delle due principali famiglie di metodi di misura dell’accessibilità, i metodi place-based e people-based. I metodi formali saranno discussi più in dettaglio nel prossimo paragrafo, per ora ci serve nominarli per introdurre e ragionare sulle differenze del concetto e della misura di camminabilità rispetto all’accesso e all’accessibilità. Infatti nelle misure di camminabilità non si intende una semplice applicazione dell’accessibilità pedonale, è qualcosa di più, che integra molteplici aspetti del percorrere lo spazio a piedi. Camminabilità, che traduciamo dall’inglese walkability, è un neologismo composto da walk+(cap)able+ity; è quindi costituito dal verbo walk, che indica l’azione di muoversi a piedi, di camminare, (cap)ability, che indica la capacità, l’abilità, la possibilità di essere o fare qualcosa e, infine, il suffisso -ity utilizzato per parole astratte che esprimono stati o condizioni. Walkability esprime perciò una capacità di muoversi, a piedi nello spazio, ma anche la capacità dello spazio di essere percorso e attraversato a piedi. La camminabilità include quindi – in qualche modo – sia il concetto di accesso (pedonale) sia quello di accessibilità (pedonale), in una visione composita che sta alla base di questo lavoro (una

misura spaziale di distanze ed elementi qualitativi e quantitativi, calibrata sulle percezioni e caratteristiche individuali).

Se quindi da una parte il concetto di accessibilità si focalizza sull’analisi delle disponibilità urbane, misurando la distanza o la distribuzione degli elementi nello spazio, dall’altra quello di accesso misura come le caratteristiche degli individui deformano lo spazio per loro disponibile (es. prisma spazio temporale) o ne misurano il valore in funzione dell’utilità che ogni individuo ne deriva. La nozione di camminabilità include non solo questi aspetti place-based e people-

based, ma coglie anche altri elementi meno analitici dello spazio; include la

relazione tra gli individui e la città, le loro percezioni e la qualità dell’ambiente urbano, la sua capacità di attrarre ed essere partecipe della vita sociale nella città, stimolando gli abitanti nell’uso della città (Blečić et al. 2015a; Ewing e Handy, 2009, Porta e Renne, 2005).

La camminabilità si offre in questo modo come una misura della qualità spaziale e delle caratteristiche dello spazio che rispondono (anche) ai requisiti di analisi del diritto alla città e non alla sola capacità di muoversi nella città.

Infatti, la nostra misura non si vuole solo limitare alla stima della possibilità di spostamento nello spazio urbano; secondo i presupposti della teoria di Lefebvre, ciò a cui gli individui hanno diritto è la vita sociale e la vita sociale è caratterizzata dalle sfumature qualitative dello spazio, non solo dalla possibilità di interconnessione tra punti della città, in una mera concezione di mobilità.

Dall’altra parte, in riferimento al capability approach, le capacità urbane sono misurate attraverso l’idea della disponibilità delle risorse, dalla percezione che gli individui hanno dello spazio e dalla componente fisica delle distanze (paragrafo 3.2). Possiamo quindi dire che la nostra interpretazione della camminabilità si basa sugli attributi dello spazio, sulle percezioni individuali e sulla distribuzione e disponibilità delle risorse in funzione delle distanze fisiche. Come abbiamo anticipato, la misura formale della camminabilità si fonda sull’analisi delle caratteristiche place-based ed integra in se la componente people-based attraverso le percezioni soggettive. A questo punto ci interessa approfondire le metodologie di misura dell’accessibilità (parliamo di accessibilità perché è il termine adottato comunemente in letteratura, senza distinzione con accesso) che è adottata come

proxy e componente della misura di camminabilità. Analizzare i metodi ci aiuta a

comprendere le scelte metodologiche di base della nostra misura.

Per una lettura più scorrevole, se il lettore ha conoscenze dei metodi di misura dell’accessibilità, è consigliato passare subito al paragrafo 2.6 (pag. 47), ritornando all’analisi dei metodi di misura se necessario.