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2.5 Metodi di misura dell’accessibilità

2.5.1 Metodi di misurazione, Place-Based Measures

I metodi di valutazione fondati sulla misura delle componenti spaziali sono i più adottati in letteratura, questi si dividono in:

- Container (es. numero di aree verdi per quartiere, o parti di esso), - Coverage (es. numero di asili nido in 800 m dal baricentro del quartiere), - Network analysis (analisi del percorso, spesso suddivisa in):

- Minima distanza (es. la distanza dal centro del quartiere al parco più vicino), - Costo di viaggio (es. prezzo del viaggio o tempo di viaggio dal centro del

quartiere alla destinazione),

- Gravity (es. distanza del percorso tra quartiere e parco tenendo conto del fattore di decadimento).

In riferimento alla classificazione di Geurs e van Wee i primi due metodi sono applicabili alla prospettiva location based, gli ultimi due alla infrastructure based. Un problema metodologico che si pone nella ricerca di accessibilità spaziale è la scelta della distanza metrica. In generale ci sono tre tipi di distanze che possono essere usate, ognuna delle quali aumenta il grado di precisione della misura: - Distanza Euclidea: retta.

- Manhattan distance (o geometria del taxi): è la distanza lungo due lati di un triangolo rettangolo, la cui base è la distanza Euclidea.

Di seguito sono proposti alcuni approfondimenti sui modelli; per semplicità espositiva, nelle descrizioni i punti di origine sono indicati come quartieri o case, i punti di destinazione come parchi.

Modello container:

È la definizione della quantità di servizi per abitante, è utile per rapidi calcoli per ottenere un quadro generale dell’adeguatezza del livello di approvvigionamento. Un problema di questo approccio è che assume i benefici solo per i residenti della zona e non considera esternalità spaziali a zone circostanti (Talen e Anselin, 1998). Inoltre non considera la distribuzione spaziale delle opportunità.

Per misurare le prestazioni di servizi urbani in una zona o per un gruppo omogeneo (di individui) si possono identificare due componenti di accessibilità più comuni: la distanza da una residenza ad un servizio e la qualità o la dimensione del servizio (Omer, 2006). Tradizionalmente il grado di fornitura, in accordo con questi due criteri, è determinato da due misure di accessibilità: distanza minima e container (per “contenitore” si intende spesso un limite amministrativo o di quartiere secondo fattori socio-economici o geografici). Rispettivamente misurate con:

Di = minjdij

Ci = ∑Sj/Pi

Dove Di è la distanza minima tra il centroide (baricentro) del quartiere i (origine)

e il parco j (destinazione).

La misura container Ci è calcolata dal rapporto tra l’area totale dei parchi S per la

popolazione di dimensione P all’interno del perimetro del quartiere i. Questo metodo è spesso criticato perché basato sull’ipotesi che i residenti utilizzino solo i servizi all’interno del proprio quartiere. Inoltre, è possibile che un servizio esterno al quartiere sia più prossimo geograficamente ad un altro localizzato internamente al quartiere.

Modello coverage:

Il secondo modello è basto sulla minima distanza, è una misura dell’area di ricezione che serve il bene pubblico.

Il metodo, nella sua forma più semplice, consiste nell’individuazione del centroide del servizio (es. un parco) che coincide con il centro del cerchio che individua l’area servita dal parco. La dimensione del raggio può variare a seconda delle dimensioni e dalla forza di attrazione del parco (Nicholls, 2001). La distanza minima è calcolata per ogni casa (origine) al parco più vicino (destinazione). L’area di ricezione è misurata dalla quantità di parchi disponibili per ogni casa all’interno dell’area servita dai parchi.

D’i = minjdij

C’i = ∑dij<kEj; Ej = Sj/∑

dij<kPi

dove D’i è la distanza minima tra la casa i ed il parco più vicino j. C’i, zona di

ricezione, è la quantità delle aree dei parchi per ogni persona della casa i all’interno dell’area servita k. Il calcolo di C’i è composto da tre punti: l’area

residenziale è servita dai parchi in accordo con l’area di servizio k (la casa i ha accesso al parco j se dij<k). La densità di potenziali utenti Ej viene calcolata per

ogni parco dal rapporto tra la dimensione del parco Sj e la popolazione totale Pi

servita dal parco. La quantità di aree parco che coprono una casa è uguale al rapporto cumulativo delle dimensioni di tutti i parchi e delle popolazioni che rientrano nel raggio d’uso dei parchi.

Tre sono i principali limiti di questo modello, che ha d’altro canto il vantaggio di essere un sistema di rapida applicazione: le persone non si muovono nella città in linea retta, questo significa che a seconda della forma della città, dei limiti e ostacoli presenti sul percorso, l’approssimazione può essere più o meno precisa. Il secondo limite è che il modello presuppone che il parco sia accessibile lungo tutto il perimetro. Infine non tiene conto della forma del parco; il modello si adatta ad una forma regolare (quadrata o circolare) ma presenta distorsioni elevate nel caso in cui il parco abbia forme irregolari; inoltre, considerare il baricentro del parco come punto di applicazione distorce la misura all’aumentare della dimensione del

parco. Per sopperire a questi limiti, il modello può essere raffinato; ad esempio, la vicinanza ai servizi può essere misurata combinando il modello coverage con l’analisi di network (vedi sezione seguente) (Tsou et al., 2005). Oppure, se si applica l’analisi di network, il baricentro del parco può essere sostituito con i punti di ingresso (del parco) per ridurre l’errore (Comber et al., 2008).

Network anaysis:

Un altro metodo di misurazione, più preciso e maggiormente utilizzato, è basato sulla stima delle distanze lungo le strade tra due punti (solitamente tra residenze e spazi pubblici) attraverso la simulazione del percorso più breve o preferito (es. qualità dello spazio). Questo modello è chiamato Network Analysis. Sono principalmente due le applicazioni del modello, la metodologia network distance (Dmin), che misura la lunghezza del percorso di rete più breve lungo le

infrastrutture, ed il metodo travel time (Tmin), che considera anche la velocità

raggiungibile dal mezzo di trasporto a disposizione dell’individuo. Formalmente:

Dmin = minjdij

Tmin = minjdij ^ minjtij oppure Tmin = minjtij

Dove dij è la distanza tra l’origine i e la destinazione j, tij è il tempo tra l’origine i e

la destinazione j.

Una terza misura di accessibilità è OTmax esprime il numero di opportunità rispetto

ad un definito tempo di viaggio massimo.

OTmax = ∑jP(tij)

dove:

OTmax considera non solo l’alternativa più vicina, ma anche tutte le altre

opportunità che possono essere raggiunti entro il tempo di viaggio specificato. L’analisi di network è un modello che permette di rappresentare abbastanza dettagliatamente la realtà, seppur con qualche difficoltà e approssimazione (si veda paragrafo 2.5.3). La sua applicazione ha però lo svantaggio di richiede competenze e software di calcolo specifici.

Modello a gravitazione:

L’ultimo modello Dgrav è basato sul principio di gravita, è calcolato secondo la

formula:

Dgrav = ∑jaj exp[-λmmin(tij)]

dove aj è l’attrattività dell’attività in j, λm è un parametro della distanza di

decadimento del mezzo di trasporto m.

In confronto con OTmax, Dgrav incorpora due componenti aggiuntivi: l'attrattiva del

luogo j e il costo di separazione fisica dalla posizione di riferimento, espressa da una funzione di decadimento per ogni mezzo di trasporto. Essendo il modello a gravità una variante dell’analisi di network, si può sostenere che ne condivida pregi e difetti.