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Un difficile equilibrio tra oriente e occidente dopo l’indipendenza

CAPITOLO 2 Le relazioni tra Cina e Mali 2.1 Quadro geografico del Mal

2.2 STORIA DEL MAL

2.2.1 Un difficile equilibrio tra oriente e occidente dopo l’indipendenza

Dopo l’indipendenza, le relazioni franco-maliane costituirono un settore privilegiato della politica estera maliana, tuttavia il dialogo tra Bamako e Parigi si annunciò particolarmente difficile151. Il Mali di Modibo Keita cercò di mantenere un difficile equilibrio tra Occidente e Oriente, rifiutando la logica dei “due blocchi”, accettando qualsiasi aiuto che mirasse a incoraggiare e sostenere la costruzione economica dello Stato, evitando il ricorso al

finanziamento della cooperazione francese 152 .

147 Baz LECOQ, Disputed Desert: Decolonisation, Competing, Nationalisms and Tuareg Rebellions in Northern Mali,

AfriKa-Studiecentrum Series, Vol. 19, Brill Academic Pub, 2010, p. 30.

148 Il Segretario Generale per gli Affari Africani dell’Eliseo della V Repubblica di De Gaulle.

149 Bruno CHARBONNEAU, France and the new imperialism. Security Policy in Sub-Saharan Africa, Aldershot, Asghate,

2008,p. 31.

150 Ibidem

151 Philippe DECRAENE, “Deux décennies de politique extérieure malienne (1960-1980)”, Politique étrangère, Vol. 45,

N.2, 1980, pp. 440-443.

152 Manon TOURON, “Mali (1960-1968): Exporting the Cold War into the French Meadow”, Bulletin de l'Institut Pierre

L’attaccamento ai valori socialisti da parte del Mali, non tardò a suscitare l’attenzione dell'URSS, che vide in Modibo Keita, il padre dell'indipendenza, un forte alleato nel cuore dell'Africa francofona, sollevando le peggiori paure in Foccart. Per gli stessi motivi ideologici anche gli americani si rifiutarono di lasciare che il Mali abbia l’influenza sovietica. Il Mali diventò quindi il nuovo terreno di rivalità est-ovest153.

Dal 5 novembre 1960, gli Stati Uniti offrirono il loro aiuto e, nel momento preciso in cui il Ministro Jean-Marie Koné si trovò a Praga a capo di una missione maliana, un comunicato congiunto fu pubblicato a Bamako annunciando l'arrivo di cemento, veicoli e prodotti petroliferi forniti gratuitamente dagli americani154.

Al termine di una visita di dieci giorni in Israele, una missione guidata da Jean-Marie Koné, firmò, nel novembre 1960, tre accordi di cooperazione con lo stato ebraico. Seguendo l’esempio della Guinea Conakry, Modibo Keita e i suoi collaboratori guardarono verso est: fecero accordi di cooperazione con l’Unione Sovietica che promise loro un prestito di 40 milioni di rubli; il presidente Tito, nel marzo 1961, in un’epoca in cui la Jugoslavia stava conducendo una vigorosa offensiva diplomatica in Africa subsahariana, fece una visita ufficiale in Mali. Modibo Keita incontrò nuovamente il presidente Tito nel giugno del 1961 a Brioni. A settembre il Mali partecipò a Belgrado alla Conferenza dei non allineati. Nel gennaio 1962, ricevette in visita ufficiale a Bamako Anastase Mikoyan, primo vicepresidente del Consiglio sovietico e, a maggio, Keita andò in visita ufficiale a Mosca e Praga. In ottobre 1965 il presidente maliano fece visita in Crimea155.

Nel gennaio del 1965, Che Guevara, ministro dell'Industria cubana, visitò Bamako, venendo dalla Guinea.

Tra i Paesi che ebbero ottime relazioni diplomatiche con il Mali nei primi anni dell’indipendenza, la Cecoslovacchia figurava in seconda posizione, dopo l’URSS. Gli accordi di cooperazione firmati nel 1961 istituirono l’assistenza tecnica cecoslovacca. Diverse centinaia di tecnici vennero inviati per la formazione di specialisti nell’aviazione civile e sostennero lo sviluppo di Air-Mali156, fornendo anche parti di ricambio. La Cecoslovacchia,

l’unico paese industriale sviluppato nel blocco, fu un importante esportatore di armi nel Terzo Mondo157. Secondo Touron fu la Cecoslovacchia, con la sua crescente influenza in Mali, ad

153 Ibidem

154 Philippe DECRAENE, “Deux décennies de politique extérieure malienne…“, op. cit., p. 443. 155 Manon TOURON, “Mali (1960-1968) …”, op cit., pp. 85-86.

156 Société Nationale Air Mali fu fondata il 27 ottobre 1960 e cessò l’attività nel 1988.

157 Petr ZIDEK, “La Tchécoslovaquie et le tiers-monde dans les années 50 et 60”, Cahiers du Cefres, Centre Français de

incoraggiare ampiamente i leader del paese a creare la propria valuta158, la nuova moneta venne stampata in Cecoslovacchia e non prevedeva la convertibilità. Nonostante un inizio positivo, tuttavia, l’efficacia della cosiddetta cooperazione venne messa in discussione. La barriera linguistica fu la prima causa, così come la critica per la mancanza di tecnici qualificati. Le crescenti tensioni tra i due partner portarono al progressivo disimpegno della metà degli anni sessanta.

Il nuovo franco maliano rese difficili le relazioni economiche del Mali con i paesi vicini. In effetti, l'offerta di beni di prima necessità fu compromessa. Come negli altri stati dell'Africa francofona, anche in Mali, se l'indipendenza politica fu proclamata e ufficialmente riconosciuta, la decolonizzazione economica fu ancora lontana dall'essere conclusa. Da questo punto di vista, i nuovi stati dovettero scegliere tra un sistema economico-monetario, in parte sviluppato, ma ancora sotto l'influenza preponderante della Francia e un'indipendenza monetaria che poteva non avere molto significato, dato il loro stato di sottosviluppo. La scelta di quasi tutti gli stati francofoni fu a favore di un sistema di origine coloniale che, tuttavia, offrì loro garanzie economiche, ma anche politiche, molto importanti. Nel 1967 il Presidente Keita fu costretto a negoziare con la Francia la re-inclusione del Mali nella zona del franco per assicurare il supporto francese alla debole economia del Paese159. Nel 1985 il franco maliano fu sostituito con il franco CFA, e il Mali venne annesso dalla Francia alla Union Monetaire Ouest-Africaine160, garantendo in questo modo una corsia

preferenziale alla Francia per il commercio e gli scambi.

Le relazioni con la Repubblica Democratica Tedesca (RDT), terzo partner socialista, assunsero un aspetto particolare. Infatti, il Mali ebbe anche buoni rapporti con la controparte tedesca, la Repubblica Federale. Bonn si mostrò particolarmente suscettibile ad ogni riavvicinamento di Bamako con la RDT e minacciò diverse volte di fermare la sua politica di assistenza al Mali in nome della dottrina Hallstein161.

Il Mali rifiutò di installare un’ambasciata nella RDT, nel 1961 tuttavia, riuscì a istituire nella capitale una rappresentanza commerciale che andò a colmare il vuoto della mancanza di una sede diplomatica. Secondo l’ambasciatore francese a Bamako Pierre Pelen, la RDT usò una politica di seduzione diplomatica, per rafforzare il suo prestigio all’estero ma anche per svolgere un ruolo di controllo ideologico nei confronti del giovane Stato socialista del

158 Manon TOURON, “Mali (1960-1968) …”, op cit., p. 86.

159 Andrea L. STAMM, Dawn E. BASTIAN e Robert A. MYERS, Mali, op. cit., p. 175. 160 Ibidem, p. 177.

161 Dottrina Hallstein: emessa dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri Repubblica Federale Tedesca (RFT), essa

vietava qualsiasi possibilità per un paese di mantenere contemporaneamente relazioni diplomatiche con le due Germanie, l’RFT si riservò il diritto di rompere qualsiasi relazione con un paese che agisse in tale modo.

Mali162.