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Difformità plurali: linguaggi, interpretazioni e significat

Rosita Deluig

IX. Difformità plurali: linguaggi, interpretazioni e significat

tarci di uno sguardo fisso sulla realtà, ma dobbiamo ricercare e promuovere sguardi plurali nei contesti eterogenei dell’esperienza, individuando linguaggi di interconnessione e di scambio, con cui costruire e rinnovare paradigmi co- municativi e di apprendimento.

3. Ticass project

Il progetto europeo TICASS: “Technologies of Imaging in Communication, Art, and Social Sciences” (H2020-Marie Sklodowska Curie Actions-RISE; 2017- 2021), in cui l’Università di Macerata è coinvolta, con Polonia, Inghilterra, Repubblica Ceca e Kenya (http://ticass.eu/), focalizza la sua attenzione sulla comprensione delle funzioni del linguaggio visual nello spazio urbano come ca- nale di comunicazione, costruzione e interpretazione interculturale. Fondandosi su un approccio interdisciplinare (Lester, 2011; Mitchell, 2005), la ricerca è orientata a scoprire, descrivere e sperimentare rappresentazioni, immagini e interazioni in spazi sociali ed educativi. L’attraversamento di numerosi campi e competenze apre la via alla pluralità di linguaggi che interroga modalità re- lazionali e crea maggiore spazio di comunicazione, mediazione, interpretazio- ne. Tale approccio connota il gruppo di lavoro, i processi e gli obiettivi di ri- cerca: un faticoso meta-progetto nel TICASS stesso in cui, creando l’adeguato spazio perché tutte le voci risuonino, è possibile mettersi in ascolto delle nuove nuances che si affacciano tra le esperienze formative ed educative, restituendo riflessi e riflessioni complesse e plurali.

Vagliando prospettive divergenti, attraversando conflittualità e ponendosi in una logica di continua insufficiente decostruzione, l’équipe di ricerca si sta confrontando con il difficile spostamento da un’univoca costruzione del sape- re, verso una conoscenza fondata sull’interazione tra linguaggi polifonici (in cam- po artistico ed educativo).

Le forme e le costruzioni del pensiero e della conoscenza necessitano di tempi lunghi di riflessione-intervento, di ricerca-azione, di ibridazioni, di per- manenze in contesti differenti, di posture critiche e decoloniali (Cima, 2017), in cui portare bagagli pensanti e carichi di interrogativi da formulare insieme.

Lo sviluppo di strategie e percorsi di comunicazione, di condivisione e di attraversamento del sé e della conoscenza, evidenzia la necessità di diventare fruitori e produttori di culture. La dinamica della reciprocità è continua, così come la necessaria negoziazione con la propria identità mutevole e la possibi- lità di aprirsi al rischio dell’incomprensione. Per intraprendere un viaggio in- terculturale è necessario adottare la strategia del “viaggiare leggeri”: solo baga-

Gruppo 3 - Rosita Deluigi

glio a mano. Nell’articolazione del progetto Ticass, questo è risultato chiaro: i codici e i canoni dei linguaggi devono interrogarsi costituendo possibili ibri- dazioni.

4. Building bridges

Per concludere, i processi di conoscenza, riconoscimento, comprensione, mediazione, interpretazione sono faticosamente e conflittualmente possibili se ci apriamo a differenti sguardi e letture del contesto, per collocarci nella stori- cità degli eventi, scoprendo traiettorie dinamiche. Per progettare interventi in- terculturali, è necessario svuotarsi di posture asettiche e pre-determinate, col- locandoci nelle esperienze di molteplici quotidianità che coesistono, talvolta in mondi ravvicinati, talvolta in mondi molto distanti.

Fare emergere prospettive differenti, orientate a generare proposte di cam- biamento, richiede intraprendenza pedagogica e intenzionalità educativa, in una convergenza di orientamenti critici (Freire, 1970, 1992, 1997, 2000) che possano almeno sfiorare le realtà mobili in cui siamo immersi. La prospettiva è di distaccarsi dalle stereotipie per riscoprire e ridare senso alle profonde pe- nombre interculturali che ci consentono almeno di abbozzare un primo ritrat- to delle differenze. Perché non tutto è descrivibile, categorizzabile, ordinabile.

Il dialogo interculturale può divenire una forma plurale di espressione, co- noscenza, interazione e cambiamento. Si tratta di animarlo creativamente, tra identità e interdipendenze. L’architettura educativa percorribile non è quella dei muri ma, piuttosto, quella dei ponti, delle passerelle, degli attraversamenti, delle soglie, dei collegamenti, degli spazi comuni… in cui progettare forme dell’abitare e del comunicare facendone esperienza, passando dal transito mul- ticulturale ai legami che consolidano le strutture sociali e creano il clima in cui tracciare e percorrere congiuntamente stretti sentieri e strade sterrate in salita. Bibliografia

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Bauman Z. (2006). Liquid fear. Cambridge-Oxford: Polity Press.

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blemi nella società multiculturale (pp. 49-72). Pisa: ETS.

IX. Difformità plurali: linguaggi, interpretazioni e significati

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Deluigi R. (2016). Trust and conflict: reach out or close the door? In F. Stara, R. De- luigi (eds.), Trust and conflict in intercultural processes Experience, practice, reflec-

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X.

Uno sguardo nuovo al fenomeno e all’esperienza religiosa,