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Si è quindi giunti alla trattazione riguardante l’ultimo degli obiettivi della tesi, si vuole in questa sede cercare di correlare la dimensione del BIM comunemente detta 5D riguardante la valutazione economica o in generale l’aspetto monetario del progetto ed il model use che deve essere previsto. Si farà poi riferimento al LOIN che gli oggetti debbano prevedere affinché i modelli digitali possano, sempre nell’ambito di riferimento, assolvere alle loro funzioni. Si otterranno quindi in questo modo delle schede LOIN che verranno confrontate con le canoniche schede LOD mettendo in mostra differenze, punti di forza o debolezze dei due approcci.

In molta della letteratura presente vi è ancora dibattito tra coloro che sostengono che la dimensione 5D è determinata dalla dimensione 4D con l’aggiunta dei costi, mentre altri sostengono il pieno diritto di una sussistenza della dimensione 5D a prescindere da quella 4D. Effettivamente, la seconda delle ipotesi sembra più congrua con quelli che poi sono gli ambiti economici che riguardano gli edifici, soprattutto per quanto riguarda le fasi successive alla costruzione.

Nell’obiettivo di rendere i modelli digitali dei database che permettano la catalogazione, gestione e aggiornamento degli elementi di un cespito edilizio non è possibile immaginare che l’ambito 5D di un progetto si possa limitare alla determinazione dei costi di costruzione, infatti, gli aspetti economici ritornano come argomenti centrali negli ambiti:

❖ Della programmazione, dove gran parte del time schedule, nel processo di determinazione delle tempistiche avviene per via analitica sulla base dell’incidenza del costo della mano d’opera indicato su prezzari.

❖ Negli ambiti della valutazione dei costi durante i tre step di progetto citati nella sezione procedente.

❖ Nella gestione dell’edifico, cioè i costi legati alla manutenzione così come quelli legati al funzionamento dell’edificio stesso.

156 Già quindi in questo modo si è posta una prospettiva nel dibattito generato dai vari esperti nel campo, il 5D è in grado di essere valutato indipendentemente dal 4D. E’ però anche vero che la dimensione 5D risulta trasversale a tutti i discorsi legati al BIM, ad esempio, analizzando i costi relativi alla gestione dell’edificio in termini di consumi è di fondamentale importanza che si abbia sviluppata la dimensione 6D. Volendo invece determinare i costi di gestione legati alla manutenzione si dovrà invece aver sviluppato la dimensione 7D, così come per effettuare una programmazione attraverso l’ausilio del modello informativo digitale si sarà dovuta necessariamente sviluppare la dimensione 5D.

Ragionare sulle dimensioni del BIM significa identificare i vari modi in cui la metodologia BIM si pone al servizio dei requisiti informativi della committenza.

La metodologia BIM presuppone l’utilizzo di modelli informativi digitalizzati, quanto più possibile gemelli virtuali “digital twin” dell’asset, come strumento di progettazione e gestione dell’opera reale.

Identificare degli USI della metodologia BIM trova operatività nella definizione di USI possibili dei modelli BIM. Si materializza il concetto di MODEL USE.

“Un MODEL USE identifica uno scopo per cui un modello BIM viene prodotto, quindi informatizzato e condiviso nel processo BIM.” (AlmA software, 2020)

“I MODEL USE sono un tipo di Information Use che include inoltre Document Use e Data Uses” (BIMe, 2021)

Figura 78: BIM USE. Fonte: BIMe

157 Gli USI dei modelli BIM devono esplicitarsi sicuramente rispetto ai vari BIM USE ma non solo; altri fattori importanti che influenzano la definizione dei Model USE sono:

❖ La fase progettuale in corso;

❖ Le aree disciplinari coinvolte nella commessa;

❖ Gli scambi informativi che si vogliono garantire;

❖ La complessità delle procedure di controllo della qualità che si vogliono attuare;

❖ I deliverable attesi;

❖ Gli obiettivi di sviluppo del progetto.

È frequente nella trattazione specialistica che venga fatta una sorta di correlazione tra model use e BIM use, il parallelismo non risulta essere appropriato. Quando si parla di model use si fa riferimento allo scopo, il perché, viene creato un determinato modello e di conseguenza è possibile strutturare il contenuto nel modo più appropriato per soddisfare la specifica necessità.

Quando si fa invece riferimento al BIM use si fa riferimento a quelle che sono le potenzialità del BIM, è stato introdotto già all’inizio di questa sezione, un discorso che parla proprio di potenzialità, questo è rappresentato dalle dimensioni del BIM. Quindi, si può affermare, senza creare grande scompiglio concettuale, che il BIM use corrisponde alle dimensioni del BIM.

Dato che il model use è uno degli elementi pilota nei confronti del contenuto, sia esso informativo, sia esso di oggetti all’interno dei modelli BIM, è un argomento ampiamente dibattuto.

È possibile definire decine o anche centinaia di MU (Model Uses) per rappresentare un’informazione modellabile o che può essere inserita in un modello. Ad ogni modo è necessario definire un numero minimo di MU che sia funzionale e che consenta la realizzazione di due obiettivi apparentemente contraddittori: l’accuratezza della rappresentazione e la flessibilità dell’utilizzo.

158 Nei riguardi dell’accuratezza della rappresentazione, se il numero di Model Use è troppo piccolo, allora il campo di applicazione dei modelli dovrebbe essere molto ampio, poco preciso e suddiviso in sottoutilizzi. Al contrario, invece, se il numero di model use è troppo ampio, il campo di applicazione dei modelli risulterebbe essere troppo ristretto e specifico, portando, inoltre, alla sovrapposizione di attività e responsabilità. E quindi a situazioni che potrebbero generare confusione. Quello che si richiede nell’ambito applicativo è che vi sia una Model Use breakdown che sia corretta ed efficacie per la comunicazione e l’applicazione.

Nei confronti della flessibilità di utilizzo, per permettere l’applicazione dei Model Use in differenti contesti la definizione deve escludere qualificazioni non necessarie che possono variare da utente a utente e da mercato a mercato.

A questo scopo quindi i Model Uses sono stati catalogati indipendentemente dai loro utenti, industria di provenienza, mercato, fase, priorità o attività inerenti:

❖ Sono definiti indipendentemente dalle fasi del ciclo di vita del progetto e quindi possono essere applicati, a seconda della capacità BIM degli stakeholder in qualsiasi/tutte le fasi di un progetto;

❖ Sono definiti indipendentemente da come verranno applicati: ciò consente il loro uso coerente nell'appalto dei progetti, nello sviluppo delle capacità, nell'implementazione organizzativa, nella valutazione del progetto e nell'apprendimento personale;

❖ Sono definiti senza una priorità incorporata: ciò consente di impostare la priorità di ciascuna MU dagli stakeholder su ogni progetto;

❖ Non sono preassegnati a ruoli disciplinari: ciò consente l'attribuzione di responsabilità per i Model use sulla base dell'esperienza e delle capacità misurate dei partecipanti al progetto.

159 Dalla combinazione dei due obiettivi fissati l’associazione BIMexcellence, quindi, è ad oggi riuscita ad individuare una moltitudine di model uses divisi in tre macrocategorie:

❖ Model use Generici: raccoglie una casistica di usi dei modelli BIM trasversali al settore delle costruzioni, ai sistemi informativi e agli ambiti disciplinari noti. Si tratta di scopi generici, tutti finalizzati alla pura modellazione, per cui i modelli BIM vengono prodotti e che trascendono le finalità specifiche di commessa in quanto applicabili in qualsiasi caso.

Attualmente sono stati mappati 52 Model USE GENERICI.

❖ Model use di Dominio: La categoria raccoglie varie serie di usi del modello BIM diversificate per ambito disciplinare, per l’appunto il dominio, di riferimento nell’industria delle costruzioni. A differenza della categoria precedente, tali Model USE si caratterizzano per uno scopo ben preciso rispetto alla produzione informativa. Ad oggi sono stati identificati ben 7 domini specifici per un totale di 77 Model USE.

I dominii sono differenziati in:

o Rappresentazione e rilievo;

o Programmazione e progettazione;

o Simulazione e quantificazione;

o Costruzione e fabbricazione;

o Operatività e manutenzione;

o Monitoraggio e controllo;

o Collegamento ed estensione.

❖ Model use Personalizzati: A questa categoria appartengono tutti i plausibili scopi di produzione dei modelli BIM che il gestore dei processi di Building Information Management individua sul progetto in corso, sulla commessa in esame, sull’opera o complesso di opere in via di definizione.

160 Figura 79: Categorie di MU. Fonte: Succar

Le linee guida per la determinazione dei model use sopra descritte definiscono inoltre le modalità di applicazione per la definizione dei model use, infatti, in accordo con quanto riportato dall’ente stesso, questa deve essere parte dei processi di definizione della metodologia BIM. Perché possano essere applicati, ovviamente, devono essere prescritti o vi deve essere fatto riferimento in documentazione ufficiale di gara. Come si evince dalla piccola criticità riscontrata nel processo del caso studio, BIMe individua come punto di definizione dei model use l’EIR ed il corrispondente CI. Questa scelta è logica poiché, come più volte ripetuto, i model use fungono da guida agli attori coinvolti nel processo di progettazione nello svolgere il loro compito.

Sempre secondo BIMe, infatti, la definizione dei Model Use permette:

❖ La semplificazione la prequalificazione dell’organizzazione e la strutturazione dei bandi della catena di fornitura.

❖ Lo sviluppo di moduli di competenze e task list quando combinati con elementi di competenza e la definizione dei ruoli.

Appare chiaro dopo la trattazione più approfondita dei Model Use che l’ipotesi di avere dei modelli digitali omnicomprensivi che possano soddisfare a tutte le esigenze è vana, anzi, risulta essere contro il principio stesso di model use e di economicità del dato. Se si volesse, utopicamente, strutturare un modello valido per tutti i Model Use questo dovrebbe avere un contenuto, informativo e geometrico che sarebbe per forza di cose ingestibile.

161 Una volta introdotta la differenziazione dei model use e la loro catalogazione la loro applicabilità si articola attraverso le così dette “Implementation Task List”

o i “Performance Assesment Module”.