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Cap. 5.1. Figure carismatiche in Capitães de Areia

Se tentassimo di inserire Capitâes da Areia entro dei classici schemi romanzeschi, seguendo la tradizionale struttura narrativa alla cui base incontriamo la figura principale del protagonista, noteremmo che in essa, una personagem principale effettivamente non esiste.

Infatti, il romanzo indica il gruppo dei capitães come un’unità collettiva, un insieme costituito da elementi inscindibili, quali appunto i bambini delle strade di Salvador. Non è un caso che le azioni svolte nel corso della storia non riguardino esclusivamente uno specifico personaggio ma ruotino attorno tutti i vari personaggi infantili presenti, comportando man mano diverse conseguenze a seconda di ognuno.

L’idea di fondo, pertanto, sarebbe che il protagonista del romanzo null’altro sia che l’elemento “collettivo”, del quale ciascun bambino fa parte ed agisce in base alla sua propria personalità1.

L’unità collettiva rappresentata dai capitães potrebbe essere a tutti gli effetti considerata come uno scudo da essi stessi creato, volto a difendersi ma anche a combattere contro il clima di ostilità entro cui sono costretti a vivere.

1 Relativamente a quanto detto sopra, potremmo dunque asserire che anche Pedro Bala, sebbene

deputato al comando in quanto “líder do bando”, sia considerato allo stesso livello di altri personaggi principali quali ad esempio Gato o Sem-Pernas.

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Nel contesto in cui il gruppo opera incontriamo due differenti tipologie di figure: quelle avverse, nemiche dei capitães, costituite prevalentemente dalle autorità dello Stato e dagli enti istituzionali quali ad esempio il Riformatorio; e le figure amiche, carismatiche, che godono della stima e della simpatia dei meninos

de rua di Amado.

Della prima tipologia fa parte lo Chefe de Polícia, la cui voce è riportata dal suo Secretário in una lettera pubblicata sul Jornal da Tarde, in cui si giustificano i provvedimenti presi dalla polizia al fine di evitare ulteriori oltraggi alla legge da parte dei capitães:

«Sr. Diretor do Jornal da Tarde. Cordiais saudações.

Tendo chegado ao conhecimento do dr. Chefe de Polícia a local publicada ontem na segunda edição desse jornal sobre as atividades dos “Capitães da Areia”, bando de crianças delinqüentes, e o assalto levado a efeito por este mesmo bando na residência do comendador José Ferreira, o dr. Chefe de Polícia se apressa a comunicar à direção deste jornal que a solução do problema compete antes ao juiz de menores que à polícia. A polícia neste caso deve agir em obediência a um pedido do dr. Juiz de Menores. Mas que, no entanto, vai tomar sérias providências para que semelhantes atentados não se repitam e para que os autores do de anteontem sejam presos para sofrerem o castigo merecido. Pelo exposto foi claramente provado que a polícia não merece nenhuma crítica pela sua atitude em face desse problema. Não tem agido com maior eficiência porque não foi solicitada pelo juiz de menores»2.

Come abbiamo visto nei precedenti capitoli, un’altra figura ostile ai

capitães è senz’altro il Juiz de Menores, che appare nella prima sezione del libro,

intitolata “Crianças Ladronas”, come seconda lettera scritta al Direttore del Jornal

da Tarde, sempre circa la delinquenza esercitata dai giovani di strada. Secondo

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quanto riporta la suddetta, sarebbe proprio dell’organo di polizia il compito di catturare i delinquenti, designando il luogo di esecuzione della pena.

Come ripetuto anche alla fine della lettera, il Doutor Juiz de Menores si astiene da ogni responsabilità in riferimento ad eventuali fughe o tentativi di abbandono del Riformatorio da parte dei ragazzi, definendo quest’ultimo «establecimento de educação»3 come «um ambiente onde se respiram paz e

trabalho e onde [os meninos] são tratados com o maior carinho»4.

Sarà la lettera scritta dal Direttore del Riformatorio allo stesso Jornal da

Tarde a chiudere il ciclo di epistole, stavolta in risposta alle lettere di presunte

acusações contro lo stesso establecimento, che è appunto il Riformatorio stesso.

Le sopra citate lettere di accuse sono scritte da due figure amiche dei

capitães: la prima è di Maria Ricardina, una sarta, nonché madre, la quale muove

accusa contro l’istituzione e i metodi in essa adottati circa la punizione dei

meninos, giustificandosi peraltro di possibili errori linguistici in quanto «não […]

costumeira nestas coisas de escrever»5:

«É pra falar no tal do reformatório que eu escrevo estas mal traçadas linhas. Eu queria que seu jornal mandasse uma pessoa ver o tal do reformatório para ver como são tratados os filhos dos pobres que têm a desgraça de cair nas mãos daqueles guardas sem alma. Meu filho Alonso teve lá seis meses e se eu não as arranjasse tirar ele daquele inferno em vida, não sei se o desgraçado viveria mais seis meses. O menos que acontece pros filhos da gente é apanhar duas e três vezes por dia. O diretor de lá vive caindo de bêbedo e gosta de ver o chicote cantar nas costas dos filhos dos pobres. Eu vi isso muitas vezes porque eles não ligam pra gente e diziam que era para dar exemplo. Foi por isso que tirei meu filho de lá. Se o jornal do senhor mandar uma pessoa lá, secreta, há de ver que comida eles comem, o trabalho de escravo que têm, que nem um homem forte agüenta, e as surras que tomam. […] É por essas e outras que existem os “Capitães da Areia”.

3 Jorge Amado, p. 9. 4 Ibid.

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Eu prefiro ver meu filho no meio deles que no tal reformatório. Se o senhor quiser ver uma coisa de cortar o coração vá lá»6.

La seconda figura amica del gruppo, Padre José Pedro, apparirà per la prima volta nella medesima sezione iniziale dell’opera; di fatto egli si presenta come autore dell’altra importante lettera di contestazione scritta al Direttore al

Jornal da Tarde, circa il trattamento dei bambini nel riformatorio.

Come il lettore può evincere dal suo contenuto, è evidente come attraverso le sue parole Padre José Pedro costituisca un punto d’appoggio importante per i

capitães, dando manforte alla denuncia precedentemente avanzata dalla costureira

Maria Ricardina. Ecco qui di seguito riportato l’estratto principale della lettera:

«[…] Tendo lido, no vosso conceituado jornal, a carta de Maria Ricardina que apelava para mim como pessoa que podia esclarecer o que é a vida das crianças recolhidas ao reformatório de menores, sou obrigado a sair da obscuridade em que vivo para vir vos dizer que infelizmente Maria Ricardina tem razão. As crianças no aludido reformatório são tratadas como feras, essa é a verdade. Esqueceram a lição do suave Mestre, sr. Redator, e em vez de conquistarem as crianças com bons tratos, fazem-nas mais revoltadas ainda com espancamentos seguidos e castigos físicos verdadeiramente desumanos»7.

Nell’ultima parte della lettera emerge uno dei temi più rappresentativi del personaggio, che è appunto la religione. Come spiega egli stesso infatti, per

6 Ibid., pp. 10-11. 7 Ibid., p. 12.

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quanto si rechi a fare visita ai bambini del Riformatorio, col chiaro intento di diffondere la parola di Dio e l’amore per la fede, l’unico risultato da lui riscontrato è una chiara ostilità da parte dei meninos:

«Eu tenho ido lá levar às crianças o consolo da religião e as encontro pouco dispostas a aceitá-lo devido naturalmente ao ódio que estão acumulando naqueles jovens corações tão dignos de piedade. O que tenho visto, sr. Redator, daria um volume»8.

Tuttavia, Maria Ricardina e Padre José Pedro non sono le uniche figure amiche del gruppo; infatti, nel corso della storia vi saranno altri personaggi, ugualmente carismatici, che i capitães incontreranno e dai quali trarranno stima e fiducia.

Questi sono don’Aninha, anch’essa figura religiosa, complementare quindi di Padre José Pedro9; João de Adão, vecchia conoscenza del padre di Pedro Bala,

un tempo politicamente attivo sul versante socialista; Dona Ester, emblematica figura materna che deciderà di prendere con sé Sem-Pernas una volta conosciuta la triste situazione familiare, cercando di convincerlo a restare con lei.

Infine, l’altra grande figura carismatica presente nel romanzo è Dora, definita anche all’inizio del capitolo in cui ci viene presentata la «filha de Bexiguento», in riferimento alla disastrosa epidemia di vaiolo che pervase il Brasile all’inizio degli anni’30.

8 Ibid.

9 Il prete e la mãe-de-santo don’Aninha sono emblematiche nel romanzo, in quanto caratteristiche

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Tali personaggi nel corso del romanzo finiranno per assumere ruoli ben definiti, in particolare sulla base della rapporto dicotomico di amore e odio emergente nell’opera; così, avremo da un lato figure positive rappresentanti il primo sentimento, promotrici della giustizia terrena, dunque dell’amore, rappresentate da Padre Josè Pedro e don Aninha; ma anche, dall’altra, i loro corrispondenti narrativi opposti, incarnanti il sentimento d’odio, come ad esempio il Giudice, il Direttore del Riformatorio e i poliziotti, tutti difensori della giustizia civile. Nei paragrafi a seguire vedremo in maggior dettaglio le diverse personalità di questi personaggi carismatici, così come le dinamiche affettive sviluppatesi tra di essi; il tutto, sulla base del loro rapporto con il contesto esterno.

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Cap. 5.1.1. Il leader dei capitães: Pedro Bala

Pedro Bala è senz’altro uno dei personaggi più “completi” del romanzo di Amado, nonché emblematico dal punto di vista formativo, soprattutto se considerato in relazione al triste contesto rappresentato.

«O chefe dos Capitães da Areia»10, così conosciuto «desde cedo»11

all’interno del gruppo, ha 15 anni, e, come ci informa il narratore, vagabonda per le strade di Bahia dalla tenera età di 5. Per quanto riguarda i genitori, il narratore ci dice che «nunca soube de sua mãe»12 e che «seu pai morrera de um balaço»13.

L’assenza del nucleo familiare ha inevitabilmente influenzato la scelta circa lo stile di vita adottato dal protagonista.

Il vivere perennemente sulla strada ha fatto sì che Pedro conoscesse a menadito ogni minimo angolo di Bahia: «Ele ficou sozinho e empregou anos em conhecer a cidade. Hoje sabe de todas as suas ruas e de todos os seus becos. Não há venda, quitanda, botequim que ele não conheça»14.

Tratti distintivi del personaggio sono i fluenti capelli biondi e la cicatrice sul volto, causata dal coltello usato dall’ex capobanda Raimundo, il cui comando «não durou muito»15, durante uno scontro con Pedro.

Sin dall’inizio Pedro Bala ci viene descritto come un personaggio caratterizzato da un’evidente vena socialista, in grado di «planejar os trabalhos»16

10 Ibid., p. 20. 11 Ibid. 12 Ibid., pp. 20-21. 13 Ibid., p. 21. 14 Ibid. 15 Ibid. 16 Ibid.

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ed abile nel «tratar com os outros»17, avendo negli occhi e nella voce «a

autoridade de chefe»18.

Relativamente al suo sviluppo come personaggio, grande importanza riveste la dinamica affettiva creatasi con Dora, l’unico personaggio femminile che entrerà a far parte del gruppo, grazie al quale il capobanda conoscerà il vero amore. L’incontro con Dora costituisce un importante passaggio di transizione nella storia, poiché catalizzatore dello sviluppo stesso del personaggio.

Da questo punto di vista, è interessante notare come l’autore abbia inserito nella trama, quasi a livello speculare, due momenti catartici rivelatori del credo rivoluzionario socialista di Pedro Bala all’interno del romanzo, entrambi aventi come punto di riferimento il fatidico incontro con Dora.

Il primo momento rivelatore è raccontato, non casualmente, nel capitolo che ha per titolo “Destino”, ed è subito precedente all’incontro con la ragazzina.

Troviamo Pedro Bala, João Grande e Professor ad aspettare Querido-de- Deus alla Porta do Mar; gente del posto e marinai commentano le disastrose conseguenze del vaiolo, sottolineando il fatto che si fosse portato via numerose vite, essendo per l’appunto un’epidemia che «não deixava»19

.

Come scopriremo in seguito, tra le vittime mietute, vi sarebbero stati anche i genitori di Dora.

Il momento rivelatore di Bala avviene subito dopo, quando quest’ultimo, seppur consapevole dell’inevitabilità del destino, afferma di credere nel cambiamento operato dall’uomo sulle vite altrui.

17 Ibid. 18 Ibid. 19 Ibid., p. 152.

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Così, dopo aver ordinato della cachaça ad una mesa:

«Houve um movimento de copos no balcão. Um velho então disse: -Ninguém pode mudar o destino. É coisa feita lá em cima – apontava o céu. Mas João de Adão falou de outra mesa:

-Um dia a gente muda o destino dos pobres...

Pedro Bala levantou a cabeça, Professor ouviu sorridente. Mas João Grande e Boa-Vida pareciam apoiar as palavras do velho, que repetiu:

-Ninguém pode mudar, não. Está escrito lá em cima.

-Um dia a gente muda...- disse Pedro Bala, e todos olharam para o menino. -Que é que tu sabe, frangote?- perguntou o velho.

-É filho do Loiro, fala a voz do pai- respondeu João de Adão olhando com respeito. – O pai morreu pra mudar o destino da gente»20.

Il secondo momento rivelatore del suo pensiero politico è rintracciabile subito dopo la morte dell’amata Dora.

Di fatto, sarà anche a causa della sua perdita che Pedro sentirà crescere sempre più dentro sé lo spirito rivoluzionario a difesa della classe operaia, seguendo le orme del padre.

La presa di coscienza del protagonista riguardo alla sua missione è più che mai evidente nel capitolo “Vocações”, precisamente nel passaggio in cui egli, assieme a Sem-Pernas, entra in una chiesa convinto di trovare signore ricche da derubare, per poi scoprire esserci soltanto un gruppo di bambini poveri.

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Come espresso chiaramente dal dialogo tra Sem-Pernas e Pedro Bala, l’unico strumento utile per cercare di risolvere il problema della povertà sarebbe costituito dalla lotta:

«Um dia, passado muito tempo, Pedro Bala ia com o Sem-Pernas pelas ruas. Entraram numa igreja da Piedade, gostavam de ver as coisas de ouro, mesmo era fácil bater uma bolsa de uma senhora que rezasse. Mas não havia nenhuma senhora na igreja àquela hora. Somente um grupo de meninos pobres e um capuchinho que lhes ensinava catecismo.

-É Pirulito...- disse Sem-Pernas.

Pedro Bala ficou olhando. Encolheu os ombros: -Que adianta?

Sem-Pernas olhou: -Não dá de comer…

-Um dia um vai ser padre também. Tem que ser é tudo junto. Sem-Pernas disse:

-A bondade não basta. Completou:

-Só o odio...

Pirulito não os via. Com uma paciência e uma bondade extremas ensinava às crianças buliçosas as lições de catecismo. Os dois Capitães da Areia saíram balançando a cabeça. Pedro Bala botou a mão no ombro do Sem-Pernas.

A voz bondosa de Pirulito atravessa a igreja. A voz de ódio do Sem-Pernas estava junto de Pedro Bala. Mas ele não ouvia nenhuma. Ouvia era a voz de João de Adão, o doqueiro, a voz de seu pai morrendo na luta»21.

Alla fine del romanzo incontriamo Pedro Bala nel vecchio magazzino assieme alla nuova brigada de choque formata dai Capitães da Areia, ricordando il suo tempo passato.

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Adesso per lui è arrivato il momento di cambiare il destino di altri bambini, di futuri nuovi capitães:

«Pedro Bala entra no trapiche. A noite cobriu a cidade. A voz do negro canta no mar. A estrela de Dora brilha quase quanto a lua no céu mais lindo do mundo. Pedro Bala entra, olha as crianças. Barandão vem para junto dele, agora tem 15 anos o negrinho. Pedro Bala olha. Estão deitados, alguns já dormem, outros conversam, fumam cigarros, riem a grande gargalhada dos Capitães da Areia.

[…] De punhos levantados, as crianças saúdam Pedro Bala, que parte para mudar o destino de outras crianças. Barandão grita na frente de todos, ele agora é o novo chefe»22.

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Cap. 5.1.2. Padre José Pedro

«Há muito que ele aguardava uma oportunidade para travar relações com as crianças abandonadas da cidade. Pensava que aquela era a missão que lhe estava reservada. Já fizera umas tantas visitas ao reformatório de menores, mas ali lhe punham todas as dificuldades porque ele não esposava as idéias do diretor de que é necessário surrar uma criança para a emendar de um erro. E mesmo o diretor tinha idéias únicas sobre os erros. Há bastante tempo que o padre José Pedro ouvia falar nos Capitães da Areia e sonhava entrar em contato com eles, poder trazer todos aqueles corações a Deus. Tinha uma vontade enorme de trabalhar com aquelas crianças, de ajudá-las a serem boas. Por isso tratou o melhor que pôde a BoaVida. Quem sabe se por intermédio dele não chegaria, aos Capitães da Areia? E assim foi»23.

Una delle figure carismatiche più positive nonché amiche dei capitães è senza dubbio Padre José Pedro, l’unico personaggio adulto della storia che sapesse dove effettivamente si trovasse il nascondiglio dei meninos.

Come spiegato dal narratore, il rapporto di amicizia che già da tempo si era creato con il gruppo dei capitães nacque per mezzo di Boa-Vida:

«[...] na tarde do domingo chegou o padre José Pedro, que era uma das raríssimas pessoas que sabiam onde ficava a pousada mais permanente dos Capitães da Areia. O padre José Pedro se fizera amigo deles há bastante tempo. A amizade veio por intermédio do Boa-Vida. Este, um dia, penetrara, após uma missa, na sacristia de uma igreja onde oficiava padre José Pedro. Penetrara mais por curiosidade que por outra qualquer coisa»24.

Padre José Pedro rappresenta l’emblema della genuinità dal punto di vista religioso, poichè, seppur criticato a causa della mancata erudizione,

23 Ibid., pp. 64-65. 24 Ibid., p. 63.

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contrariamente a quanto accade ad altri suoi simili, dimostra di avere una sincera vocazione.

Ottiene l’accesso in seminario grazie all’intercessione del proprietario dell’immobile in cui lavorava come operaio. In tuto il romanzo, è evidente come il suo ruolo sia quello di confortare i meninos de rua della città, tra cui anche i giovani capitães, trasmettendo loro l’amore e il senso di giustizia previsto dal suo credo:

«O padre José Pedro não era considerado uma grande inteligência entre o clero. Era mesmo um dos mais humildes entre aquela legião de padres da Bahia. Em verdade fora cinco anos operário numa fábrica de tecidos, antes de entrar para o seminário. O diretor da fábrica, num dia em que o bispo a visitara, resolveu dar mostra de generosidade e disse que já que o senhor bispo se queixava da falta de vocação sacerdotal, ele estava disposto a custear os estudos de um seminarista ou de alguém que quisesse estudar para padre. José Pedro, que estava no seu tear, ouvindo, se aproximou e disse que ele queria ser padre. Tanto o patrão como o bispo tiveram uma surpresa. José Pedro já não era moço e não tinha estudo algum. Mas o patrão, diante do bispo, não quis voltar atrás. E José Pedro foi para o seminário. Os demais seminaristas riam dele. Nunca conseguiu ser um bom aluno. Bem comportado, isso era. Também dos mais devotos, daqueles que mais se acercavam da igreja. Não estava de acordo com muitas das coisas que aconteciam no seminário e por isso os meninos o perseguiam. Não conseguia penetrar os mistérios da filosofia, da teologia e do latim. Mas era piedoso e tinha desejos de catequizar crianças ou índios. Sofreu muito, principalmente depois que, passados dois anos, o dono da fábrica deixou de pagar seus gastos e ele teve que trabalhar de bedel no seminário para poder continuar. Mas conseguiu se ordenar e ficou adido a uma igreja da capital, esperando uma paróquia. Porém seu grande desejo era catequizar as crianças abandonadas da cidade, os meninos que, sem pai e sem mãe, viviam do roubo, em meio a todos os vícios»25.

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La sua è una figura estremamente importante all’interno della vicenda, poiché assieme alla mãe-de-santo Don Aninha, è l’unico personaggio adulto a cercare di avvicinarsi ai capitães.

Il suo interesse per i bambini gli costa la cattiva nomea da parte del Direttore del noto Riformatorio, il quale, appunto, lo definisce “padre do

demônio”, in quanto sostenitore del giovane gruppo:

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