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L’insegnante deve assicurarsi che il discente scopra e tenga conto dei fattori psicologici e sociali e culturali che sono alla base di un problema di salute che deve risolvere.

Impartire ai futuri membri del personale sanitario, nozioni di scienze umane e scienze del comportamento , non da la garanzia che essi sapranno collegare la pratica quotidiana alla loro cultura.

E’ più probabile che lo faranno se saranno portati a definire concretamente i problemi sociali e psicologici del paziente correlati ai problemi di salute e cercare soluzioni con l’aiuto di specialisti competenti.

FARE ACQUISIRE UNA DISCIPLINA INTELLETTUALE

Insegnanti e discenti passano molto tempo in grandi aule per le lezioni. Una migliore ripartizione, un miglior impiego del tempo dei primi ed il ricorso alla collaborazione dei discenti per animare l’insegnamento, potrebbe accrescere la quantità e la qualità della formazione offerta ed una supervisione individualizzata.

La qualità delle prestazioni e la loro attuazione soddisfacente devono essere le sole misure o i criteri utilizzati dall’insegnante, e sostituire i limiti di tempo fissi.

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Ciò che può variare è il numero dei tipi di compiti che una categoria di personale sanitario può espletare.

DARE L’ESEMPIO

L’insegnante deve essere ESEMPIO DI COSCIENZA PROFESSIONALE, AFFIDABILITA’, SPIRITO

ANALITICO ED EFFICACIA.

Tutti abbiamo incontrato persone di tale levatura nel percorso personale degli studi, ma ne abbiamo incontrate anche di altro genere.

Per ciò che riguarda il valore e la personalità dei discenti è utile citare E.B.HUTCHINS (1964) riguardo uno studio da lui effettuato; parlando degli effetti degli anni di studio dei discenti egli dice “….nell’insieme la preoccupazione di comprendere ciò che gli altri provano o la necessità di mettersi al posto degli altri, sono diminuite…”.

Per un potenziale malato, questa considerazione è inquietante. Se essa riflette una realtà largamente diffusa, potrebbe anche riferirsi all’immagine che noi stessi offriamo.

Concludendo questa lunga lista, anche se non del tutto esaustiva, di compiti del docente versus gli studenti, possiamo concludere che si sentono spesso evocare commenti nostalgici che richiamano il buon vecchio tempo in cui gli educatori di professione non avevano ancora cominciato ad annusare il dedalo dell’insegnamento.

A quei tempi si poteva insegnare con un senso di soddisfazione su cui ogni bravo insegnante ha diritto di conoscere e vivere.

Oggi l’insegnamento è diventato più complesso soprattutto se si fa nostra l’idea che la soddisfazione non deve essere più a senso unico, ma a doppio senso; la soddisfazione del discente è fondamentale nel processo educativo che vogliamo attuare.

Alcuni insegnanti assolvono già a questo compito anche se l’ambiente pedagogico attuale non è di totale stimolo e di aiuto in questo senso. Malgrado tutti gli sforzi compiuti, nel campo della formazione per gli insegnanti, ancora molte cose sono da fare. Si può essere più o meno dotati per l’insegnamento e tutti possono migliorare le proprie competenze acquisendo una formazione pedagogica a cui ancora troppo poco si mira e che è raramente richiesta: si nasce amanti della nostra professione ma si diventa competenti aggiornandoci e crescendo, perché no, anche e soprattutto insieme ai nostri studenti.

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CONCLUSIONI

La riforma dei programmi è da molti anni all’ordine del giorno dei formatori del personale sanitario e spesso è stato suonato il campanello di allarme . La forza della tradizione ha tuttavia impedito per molto tempo le riforme necessarie e provocato gravi problemi, quasi sempre dovuti alla reazione all’immobilismo del sistema, in numerose Università di tutto il mondo .

Le società cambiano e si evolvono continuamente. Sino a questo secolo, la loro evoluzione è stata lenta e il cambiamento è stato possibile senza reazioni troppo violente.

Per secoli , l’insegnamento è stato statico e molto lontano da quella che invece era il veloce progredire esterno; la soddisfazione di bisogni di salute e gli atti pratici della professione sanitaria sono stati trascurati, mentre il cambiamento delle condizioni sanitarie era velocemente in atto.

Finora la formazione è stata una copia del sistema tradizionale del passato: è giunto il momento di garantire la pertinenza dei programmi di formazione e della congruità dei sistemi valutazione, non di meno la loro efficacia e la loro severità.

Il punto focale rimane un sistema di formazione di eccellenza degli stessi Tutor e Docenti che si convergono verso i Discenti .

Il Discente ha il dovere di apprendere , ma anche il diritto di acquisire nozioni di qualità ed inerenti alla realtà odierna. Ha anche il diritto ad accedere ad un sistema di valutazione che lo renda responsabile e cosciente dell’importanza della professione scelta, nell’istituzione e nella società.

Deve essere posizionato al centro stesso del sistema di valutazione , come persona con una propria personalità ed esperienza : due fattori che metterà in campo nel momento stesso che entrerà a far parte di un sistema nozionistico ben preciso. Quello che è avvenuto negli ultimi anni è determinante per tutto questo ; la stessa Comunità Europea si è resa conto del necessario cambiamento che veniva richiesto e si è allineata alle esigenze sociali e socio sanitarie odierne. L’Italia e le sue Università stanno recependo fortemente questo importante messaggio , mettendo in opera cambiamenti sia a livello dei fabbisogni formativi che valutativi. Il mio elaborato ha tentato, sperando di aver raggiunto minimamente lo scopo, di allinearsi a queste nuove tendenze ed indicazioni, mettendo in evidenza quanto anche la nostra Università mette in opera da qualche anno : professionalità , serietà, impegno.

Tutto questo sta avvenendo tramite l’adozione di nuovi strumenti di insegnamento e di valutazione : le schede sovra descritte , sono il lascia passare per la volontà di questo cambiamento.

Auspicando sempre un miglioramento ,ed una evoluzione costante del sistema Universitario, credo sia stato dato un valido contributo alla formazione in attesa dei risultati attesi .

La cosa più importante che si evince da questo lavoro è quanto sia determinante la pertinenza di un programma educativo. Si tratta quindi di stabilire quale è il migliore programma di formazione affinché gli studenti possano affrontare efficacemente i problemi che incontreranno nel corso della loro attività professionale.

Identificare i problemi di salute della comunità per poterne definire i bisogni nel campo della salute sarà determinante per proseguire nel cambiamento, e ,richiederà impegno ed abnegazione da parte del corpo docenti e dei Tutor, nella loro attività di formatori tecnici e valutatori delle attività attinenti alla professione stessa .

Ad oggi possiamo certamente dire che le istituzioni formative rappresentano uno dei sistemi di supporto fondamentali del servizio sanitario; qualsiasi programma, volto al miglioramento

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dello stato di salute della società richiede un supporto in vari settori ed il sistema politico, nella figura del Ministero della Sanità , del Miur e dell’Istituto Superiore dell’Istruzione Europea, svolge un ruolo fondamentale per facilitare la stesura di programmi educativi, formativi e valutativi delle nostre Università .

Da quanto detto sino ad ora, è chiaro che, è possibile integrare i pareri degli esperti , nazionali ed internazionali , con dati di provenienza empirica che possono aiutarci a definire le funzioni e di conseguenza le competenze che devono possedere i laureati secondo i programmi definiti, per poter vedere la produzione di un cambiamento rivoluzionario nelle professioni e nei programmi di insegnamento. Questi cambiamenti, rispetto ad un semplice ampliamento del sistema tradizionale di insegnamento e di valutazione delle prestazioni, saranno in grado di soddisfare più efficacemente le esigenze sanitarie e di mettere in campo risorse umane competitive a livello territoriale, Europeo e, prossimamente a livello mondiale.

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Rivista l’Infermiere: Tutor clinico tra università e azienda sanitaria/Ruolo o funzione per il professionista

Autrice dell’articolo Chiara Pellegatta

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