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per il calcolo dell’Embodied Energy iniziale e periodica

4. Discussione dei risultat

L'Operational Energy ottenuta dai quattro differenti scenari, data la similitudine tra i risultati, può essere ricondotta a un unico valore medio di Energia Primaria

da fonti non rinnovabili pari a una richiesta di 72 kWh/m2anno, se si esclude la

produzione in sito da fotovoltaico, e pari a 18 kWh/m2anno, nel caso di Nearly

ZEB con una copertura dell’82% da energia rinnovabile. La climatizzazione estiva risulta avere l’incidenza maggiore con un 53%, seguono la climatizzazione invernale con un’incidenza del 24% e il resto degli impianti con una percentuale del 23%.

Sul fronte dell’Embodied Energy invece è possibile notare come i valori ottenuti dal software sviluppato siano estremamente rilevanti nell’analisi energetico- ambientale degli edifici. Si ha infatti una richiesta massima di Energia Primaria

di circa 27,70 kWh/m2anno per l’Embodied Energy iniziale che se sommata alla

componente di Embodied Energy periodica equivale a 45,11 kWh/m2anno, con

una maggiorazione media del 41% (Figura 2a).

Figura 2: Grafico Embodied Energy iniziale (EEi) e periodica (EEr) (a) e grafico Indice di Rinnovabilità (IR) (b)

Lo scenario migliore, dal punto di vista ambientale, è lo scenario SS1_a, ovvero la soluzione con struttura a secco e materiali naturali, mentre lo scenario peggiore è lo scenario SS2_b con struttura ad umido e materiali sintetici. Si ottiene dunque una variazione del 46% dovuta dalla sola scelta dei materiali

equivalente a circa 20 kWh/m2anno. L’alto indice di rinnovabilità (IR) dei

materiali naturali pari al 50% è sicuramente il parametro principale di influenza del risultato, in particolar modo se confrontato con il 19% dei materiali sintetici utilizzati (Figura 2b).

Confrontando infine i valori delle due componenti energetiche è possibile notare come l’incidenza dell’Embodied Energy sul totale vari da un 25% (SS1_a) a un

rinnovabile in sito (Figura 3a) mentre vari da un 57% (SS1_a) a 71% (SS2_b) nel caso Nearly ZEB (Figura 3b). Passando dunque dall’analisi energetica di un edificio tradizionale ad un NZEB l’incidenza media dell’EE, nel caso studio, varia da un 32% a un 67%.

Figura 3: Grafico EE vs OE caso senza produzione in sito (a) e grafico EE vs OE caso NZEB (b)

5. Conclusioni

Come si evince nell’articolo la componente di Operational Energy, per il caso studio, continua ad essere la principale voce del bilancio energetico dell’edificio e ciò conferma l’importanza che è stata attribuita alla riduzione del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione da parte delle direttive europee nonché dai vari decreti leggi che gli stati dell’Unione Europea hanno messo in

atto negli ultimi anni. Allo stesso tempo però si evince anche che l’Embodied

Energy costituisce una quota che nell’ambito del bilancio energetico può assumere una certa rilevanza, raggiungendo in alcuni casi più del 50% del totale del fabbisogno energetico. Bisogna tenere in considerazione che nelle analisi si tiene conto solo della EE iniziale e periodica e non dell’EE di fine vita a cui potrebbe ancora corrispondere un’ulteriore richiesta di energia primaria. Sulla base dei dati ottenuti dal caso studio si può affermare che i limiti di soglia

stabiliti dalla certificazione MINERGIE® (30 e 50 kWh/m2anno) non siano così

difficilmente rispettabili, anche in soluzioni che presentano materiali ad origine sintetica e considerando l’EE periodica, sebbene la metodologia prevista dallo standard risulti essere di ottima validità.

Dal 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere NZEB portando ad un totale abbattimento dell’OE. Si auspica pertanto che gli organi legiferanti non sottovalutino l’impatto ambientale della componente di EE considerando la questione energetica come risolta data la sua grande rilevanza. Si spera, infatti, che nel prossimo futuro si arrivi allo sviluppo di una nuova classificazione ambientale, e alla diffusione di normative tecniche indicanti le metodologie per il calcolo dell’EE. Ci si augura che la metodologia ed il software sviluppati, siano accolti positivamente dal panorama LCA italiano e che questi possano rappresentare un nuovo spunto di riflessione all'interno del dibattito odierno di riduzione del consumo di energia e della salvaguardia dell’ambiente.

Per quanto riguarda gli indicatori analizzati, il futuro intento di sviluppo del software è quello di arricchire lo strumento introducendo ulteriori coefficienti, ad oggi non presi in considerazione, per giungere ad un'analisi LCA più completa possibile. Interessante ad esempio potrebbe essere l'implementazione del

calcolo delle emissioni di CO2, del consumo dell'acqua e degli impatti economici

dei materiali utilizzati.

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Valutazione LCA di edifici temporanei: il caso dei