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Valutazione LCA di edifici temporanei: il caso dei Cluster di Expo

3. Valutazione LCA dei Cluster di Expo

Spezie, Cereali e Tuberi, Bio-Mediterraneo, Isole Mare e Cibo, Zone Aride. In particolare i Cluster Cereali e Tuberi, Bio-Mediterraneo, Isole Mare e Cibo, Zone Aride sono stati costruiti con lo stesso tipo di struttura in legno lamellare a portali distanziati di un interasse di 3m, modulare (12x12m di base e 10m di altezza).

I risultati presentati riguardano la valutazione LCA applicata al Cluster Isole Mare e Cibo, dal momento che i Cluster hanno tutti la medesima struttura portante e cambia solo il sistema di involucro (Campioli et al., 2015). L’involucro del Cluster Isole Mare e Cibo è realizzato in pannelli in legno OSB con isolante in polistirene interposto e rivestimento in tessuto tecnico (PVC) con sottostruttura metallica.

La valutazione è stata svolta utilizzando SimaPro 8 e la banca dati Ecoinvent 3. I dati relativi alla quantità di materiali impiegati per la costruzione dell’edificio sono stati calcolati a partire dagli elaborati grafici del progetto definitivo andato in gara d’appalto. Sono inoltre stati ipotizzati materiali integrativi per adeguare prestazionalmente l’edificio al secondo uso.

Gli scenari di fine evento valutati sono stati:

1. estensione d’uso dell’edificio a fine evento (riuso nello stesso luogo), con

integrazione di materiali legata alla nuova funzione (Figura 1);

2. disassemblaggio dell’edificio a fine evento, trasporto (40 km su camion) e

ricollocazione dell’edificio (riuso in altro luogo), con integrazione di materiali legati alla nuova funzione e ricostruzione delle fondazioni (Figura 2);

3. demolizione a fine evento, conferimento in discarica o a riciclo dei materiali

e ricostruzione di un nuovo edificio per il “secondo uso” (Figura 3).

La fase d’uso non è stata inclusa nella valutazione LCA, in quanto gli impatti sono identici nei tre scenari, che cambiano solo rispetto al fine vita. Sono stati considerati gli impatti di fine vita (dopo 10 anni) legati al conferimento in discarica o al riciclo alla fine del secondo uso.

Inoltre non sono stati considerati gli impatti legati al cantiere di costruzione e al cantiere di demolizione-disassemblaggio a fine evento (e ricostruzione- rimontaggio) per impossibilità di accesso a dati primari e carenza di dati a letteratura. I dati a letteratura, che indicano una incidenza del cantiere di circa il 2% dell’energia incorporata nei materiali (Asdrubali et alii, 2013), sono riferiti a cantieri tradizionali, mentre in questo caso la costruzione a secco di componenti prefabbricati (a parte le fondazioni) riduce drasticamente tali impatti.

4. Risultati

La comparazione dei risultati LCA (Figura 4) ha messo in evidenza che la soluzione a minor impatto è il riuso con rifunzionalizzazione in loco (Figura 1). Anche il riuso con ricollocazione (Figura 2) è vantaggioso, ma comporta un aumento degli impatti rispetto al riuso in loco dovuto soprattutto al rifacimento delle fondazioni, considerate irreversibili (impatti per lo smaltimento dei materiali

delle fondazioni e per la produzione di nuovi materiali). L’incidenza delle

Figura 3: Impatti ambientali LCA dello scenario di fine vita 3 (demolizione con riciclo e ricostruzione)

Figura 4: Confronto degli impatti LCA dei tre scenari di fine vita (riuso, ricollocazione, demolizione)

A differenza di quanto ci si aspettava gli impatti di trasporto per la ricollocazione dell’edificio nel nuovo sito sono risultati non particolarmente significativi. Questo è dovuto però al fatto che l’edificio è particolarmente leggero, dal momento che è realizzato con struttura puntiforme in legno, ed è stata ipotizzata una ricollocazione a breve distanza (40 km). Tale incidenza potrebbe variare significativamente con il variare della tecnologia costruttiva (e dunque del peso o ingombro trasportato) e della distanza. La ricollocazione è dunque uno scenario di riuso il cui profilo ambientale varia notevolmente, a seconda del tipo di fondazione (reversibile o no) e della distanza del nuovo sito.

La demolizione e ricostruzione (Figura 3) è lo scenario a maggior impatto, nonostante si sia ipotizzato un prevalente conferimento al riciclo dei materiali. Infatti è comunque necessaria la rilavorazione dei materiali riciclati per la realizzazione dei nuovi prodotti, con un innalzamento degli impatti complessivi.

5. Conclusioni

La valutazione LCA può essere un importante strumento di orientamento progettuale ma anche di decisione strategica in occasione di grandi eventi, per il contenimento degli impatti ambientali.

Consente infatti di quantificare i benefici ambientali di una strategia come il riuso a fine vita. Nonostante sia frequentemente ribadito che il riuso di strutture temporanee sia un’operazione necessaria ai fini della sostenibilità ambientale, occorre porre attenzione all’incidenza delle strutture di fondazione e dei trasporti nel caso in cui il riuso comporti una ricollocazione. Spesso infatti, anche se gli edifici temporanei vengono costruiti con soluzioni prefabbricate e sistemi di assemblaggio reversibili, le strutture di fondazione sono irreversibili, determinando un innalzamento significativo degli impatti se l’edificio viene ricollocato. Inoltre la scelta di alcuni paesi di smontare le strutture temporanee per rimontarle nel paese di origine, come avvenuto per Expo, può comportare costi di trasporto elevati, che possono ridurre significativamente il vantaggio ambientale del riuso rispetto alla demolizione. La valutazione LCA può dunque consentire di verificare gli effetti di diverse opzioni di fine vita, permettendo di orientarsi verso quella più efficace.

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Potentialities of LCA for urban systems sustainability