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Esternalità positive delle azioni di risparmio energetico

3. Risultati e discussione

La Figura 2 mostra le esternalità positive totali, comprensive degli effetti alla scala globale e alla scala regionale. In forma di istogramma appare il valore corrispondente a quella che è la cosiddetta “stima centrale”, mentre le barre di errore rappresentano i valori che corrispondono all’estremo inferiore e superiore della stima. Tra il 2010 e il 2012, i costi esterni risparmiati aumentano percentualmente di circa il 50%.

CO2 NOx SO2 PM10 PM2.5 NMVOC NH3

Stima bassa €/t 9,5 7798 9792 31356 48288 3179 14729

Stima alta €/t 38,1 23029 46150 100187 154289 8968 35689

Questo risulta essere diretta conseguenza dell’aumento nei risparmi conseguiti, che passano dai circa 4,1 Mtep del 2010 ai 6,3 Mtep del 2012. Infatti i valori intensivi (riferiti cioè all’unità di energia risparmiata) dei costi esterni (€/tep) risultano essere pressoché costanti nei tre anni considerati (Figura 2).

Per quanto riguarda il ruolo delle fasi (Figura 3), la fase determinante è quella di esercizio, anche se per quanto riguarda gli impatti alla scala regionale, la fase di upstream conta per circa il 60%.

Figura 2: Esternalità positive totali generate dai risparmi conseguiti nel triennio 2010-2012. Valori estensivi ed intensivi

Figura 3: Esternalità positive totali generate dai risparmi conseguiti nel triennio 2010-2012, dettaglio per fase e per emissione

Per quanto riguarda le emissioni il ruolo fondamentale è legato alle mancate

emissioni di CO2eq. Tra gli inquinanti a scala locale-regionale, vi è un contributo

trascurabile delle emissioni di ammoniaca, il PM2.5 contribuisce per circa il 3%,

gli NOx per circa il 10%, gli SOx per circa il 14% e gli NMVOC per circa il 16% in

tutti e tre gli anni.

Per quanto riguarda la distinzione tra settori di utilizzo finale (Figura 4), il settore che porta a maggiori esternalità positive è il residenziale, con esternalità positive che nel 2012 superano i 700 milioni di €. Seguono industria, trasporti e infine terziario. Questa distribuzione dei costi esterni riflette la distribuzione tra i settori dei risparmi energetici conseguiti. Analizzando i costi esterni per unità di energia risparmiata, il settore in cui i benefici derivanti dai risparmi sono maggiori è il settore dei trasporti (oltre 350 €/tep per tutti e tre gli anni

Figura 4: Esternalità positive totali generate dai risparmi conseguiti nel triennio 2010-2012, Per singolo settore di consumo. Valori estensivi ed intensivi

Questo dipende dal fatto che, per il settore dei trasporti, il mix energetico

risparmiato è caratterizzato da emissioni di NOx e NMVOC più elevate rispetto

agli altri settori e che tali emissioni si verificano a livello del suolo e vicino ai recettori (e di conseguenza i fattori di correzione sono quelli illustrati in Tabella 3).

È interessante confrontare i costi esterni intensivi (per unità di energia risparmiata) con gli indicatori di efficienza economica (l’investimento totale e il contributo erogato per unità di energia risparmiata) pubblicati nelle tabelle riassuntive del RAEE 2012 (ENEA, 2013) e relativi ai risparmi conseguiti nel 2012 (Tabella 4).

Tabella 4: Valori di contributo erogato, investimento totale (ENEA, 2013) e costi esterni evitati per le misure di efficienza energetica, riferite all’unità di energia risparmiata (€/kWh)

Misura Contributo Erogato (€/kWh) Investimento totale (€/kWh) Esternalità positive (€/kWh) Certificati Bianchi Certificati Bianchi 0,005 n.d. 0,019 Detrazioni 55% Riqualificazione globale 0,034 0,062 0,017 Strutture opache/infissi 0,083 0,151 0,014 Pannelli solari 0,033 0,059 0,014 Climat. inv. 0,068 0,123 0,014 Selezione multipla 0,067 0,122 0,014 Detrazioni 20% Motori 0,001 0,008 0,032 Inverter 0,001 0,003 0,032 Eco-auto 0,101 0,819 0,031

Includendo nella valutazione dell’efficienza economica delle misure anche la monetizzazione degli effetti positivi ambientali conseguenti ai risparmi energetici, emerge come per le detrazioni 20%, i costi esterni risparmiati al kWh

siano, da soli, superiori sia ai contributi erogati, sia agli investimenti totali, mettendo in luce un beneficio netto per la società. Per i titoli di efficienza energetica, i mancati costi ambientali sono superiori per unità di energia risparmiata, ai contributi erogati, ovvero al denaro pubblico speso per promuovere le misure di efficienza in oggetto. Nel caso delle misure coperte dalle detrazioni del 55%, i costi esterni risparmiati sono pari a circa il 20% del contributo erogato, mentre nel caso degli ecoincentivi per le auto al 30%. In tutti i casi quindi, i costi ambientali evitati giustificano da soli una percentuale significativa dei contributi erogati. Ovviamente i costi esterni ambientali oggetto di questo studio sono solo uno degli aspetti di cui occorre tenere conto nel valutare la fattibilità economica di politiche efficienza energetica. Da un lato vi sono risparmi già interni al sistema economico (risparmio in bolletta), dall’altro vi sono altre esternalità positive come ad esempio l’aumento dell’indotto, la

creazione di posti di lavoro, l’aumento della sicurezza energetica nazionale

(minore dipendenza dall’estero).

4. Conclusioni

Lo studio ha permesso di quantificare, in termini economici e con un approccio LCA, le ricadute ambientali positive dei risparmi energetici previsti nel PAEE per

il triennio 2010-2012. L’analisi da un lato ha messo in luce la validità delle

politiche di promozione economica delle misure di efficienza energetica, evidenziando come una percentuale rilevante dei contributi erogati ritorni alla società in forma di esternalità evitate. Dall’altro, fornisce un supporto nell’identificare quali interventi abbiano un ritorno maggiore in termini di esternalità ambientali evitate ed in quali settori di consumo finale gli interventi di risparmio portino maggiori effetti positivi da un punto di vista ambientale.

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