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Il disegno della ricerca e la scelta dei cas

Capitolo quarto

4.1 Il disegno della ricerca e la scelta dei cas

L'oggetto di studio è l'analisi delle differenti 'carriere' e dei percorsi di vita di dirigenti1 e

imprenditori alla luce delle motivazioni che li hanno indotti verso tali direzioni e portarti a ricoprire le posizioni attuali nelle aziende in cui operano. Lo studio di tali motivazioni ha l'obiettivo di osservare se e come esse fossero riconducibili a quelle del secondo ordine di giustificazioni dello spirito del capitalismo proposte da Boltanski, come appena descritte nelle loro tre fasi storiche.

La volontà che ci si propone non è quella di generalizzare le indicazioni che emergeranno dalla fase di analisi, ma di andare in profondità, per mettere in luce le dimensioni che emergono dai racconti degli intervistati e problematizzare sulle tendenze emerse. Perciò la quantità dei soggetti intervistati, sarà importante, ma non determinante, poiché non ci sono pretese di generalizzazione.

La scelta del racconto di vita come strumento d'indagine deriva proprio da tale volontà di spingersi in profondità analizzando le motivazioni dei singoli soggetti. Essa dovrebbe essere il metodo utile per capire i valori che hanno indotto gli individui intervistati a compiere le scelte di vita che li hanno portati a ricoprire un ruolo centrale nel sistema di produzione. Le informazioni su carriera e motivazioni personali raccolte tramite questo metodo dovrebbero essere espresse in maniera più spontanea e senza troppi condizionamenti dell'intervistatore.

Il basso grado di standardizzazione e di direttività dello strumento, rende possibile che ogni intervistato descriva il suo mondo e i suoi valori.

“Il racconto di vita parte da una traccia è altamente strutturata […]. La sua strutturazione però non influenza le caratteristiche legate alla conduzione. […] è indicativa, perché funziona sopratutto come promemoria del ricercatore, che cerca nel racconto elementi utili alla sua ricerca ascoltando, nella tensione verso la scoperta di meccanismi e processi che sa di non conoscere, e/o che solo intuisce e/o di cui cerca conferma.” [Bichi 2002, p. 33]. Lo strumento scelto consente di osservare varie dimensioni, tra cui quella diacronica, riguardo valori e configurazioni dei rapporti sociali, ma anche di tentare di comprendere alcuni dei motivi alla base delle scelte fatte dai soggetti [Bertaux 2003]. Tale fattore ha 1 Boltanki[2005] analizzando la letteratura dedicata alla formazione di quadri dirigenti e manager, identifica i primi come figure tipiche del secondo spirito del capitalismo ed i secondi del terzo spirito. Nei casi scelti per i racconti di vita tale distinzione, non appare netta, poiché le aziende qualificano questi soggetti come

manager, ma di fatto i loro contratti li inquadrano come quadri dirigenti. Loro stessi si definiscono usando in

modo equivalente le due definizioni, quindi è stato preferito usare il termine dirigenti per definirli in senso. I due tipi ideali descritti da Boltanski verranno usati solo successivamente.

avuto un ruolo chiave durante la fase esplorativa, poiché la prospettiva diacronica che questo strumento permette ha messo in luce i differenti motivi che hanno orientato i soggetti nei vari momenti della loro vita e il mutamento che li ha investiti.

Come spiega Bichi [2002] la traccia è anche aperta e flessibile, perché pur ponendo il fuoco su dimensioni significative che emergono dalla letteratura inerente l'oggetto dello studio, sarà viva sempre modificata, ampliata e rivista, per essere adeguata “alle linee di lettura del fenomeno che si vanno scoprendo racconto dopo racconto” [Bichi 2002, p. 33] “La traccia c'è, ma non permea di sé la situazione di intervista, che resta terreno aperto e negoziabile tra i due soggetti e che cambia ogni volta, modificando il suo andamento e i suoi processi interni a ogni incontro con un nuovo intervistato.[ibidem]

Il minimo grado di standardizzazione del racconto di vita comporta che ogni intervista abbia un andamento peculiare. La consigne de départ focalizza l'attenzione su un argomento specifico, come scrive Bichi “si instaura, tra intervistato e intervistatore un 'patto' che orienta e pre-centra il colloquio sotto forma di di filtro implicito attraverso il quale l'intervistato seleziona ciò che potrà rispondere alle attese del ricercatore” [ibidem]. Nonostante ciò, la bassa direttività di questo tipo di intervista può portare il soggetto intervistato a spaziare, riferendosi anche ad elementi esterni e non strettamente attinenti. La scelta dei casi da intervistare è avvenuta tramite un campionamento non probabilistico. Infatti, come anticipato, questo studio non ha come obiettivo quello di ricercare la rappresentatività statistica ed una eventuale generalizzazione dei risultati, ma tenta di scendere in profondità, cercando una rappresentatività sostantiva.

“Il criterio della rappresentatività è importante anche nell'approccio biografico, ma con caratteristiche che mettono in rilievo non certo la riproduzione delle dimensioni numeriche, bensì quelle di tipo tematico e categoriale, legate dunque a problemi specifici e a gruppi sociali definiti.

Si tratta di una rappresentatività che non procede casualmente, ma si fonda essenzialmente su due criteri di adeguatezza: agli obiettivi della ricerca legati alla teoria emergente e alla specificità del campo” [Bichi 2002, p.78]

L'adeguatezza del campo d'indagine ed i criteri di selezione hanno mirato alla saturazione teorica, ossia del “raggiungimento della convinzione di aver acquisito informazioni sufficienti alla sua costruzione, dunque è il criterio teorico sulla base del quale decidere la conclusione della rilevazione”[ibidem, p.87].

Seguendo tale presupposto metodologico, la selezione dei casi è stata realizzata in corso d’opera, in modo flessibile, aperto, in relazione alle tendenze che emergevano dai racconti

di vita. I racconti di vita raccolti sono stati 12, quantità considerata sufficiente al fine della saturazione.

La lettura degli aspetti socialmente cruciali di un fenomeno attraverso il vissuto peculiare di attori/testimoni, i quali esprimono orientamenti e comportamenti che si presentano nella fattualità empirica e che rappresentano, dunque, modi e forme della socialità del vivere associato”[ibidem, p. 78].

La procedura di scelta dei casi ha previsto la richiesta di contatti a soggetti intervistati, o a testimoni privilegiati, al fine di trovare individui disponibili ad essere intervistati.

I casi sono stati scelti in itinere tra dirigenti non proprietari ed imprenditori che gestiscono o posseggono imprese con più di 49 addetti2.

Questa scelta è motivata in quanto l'intento di questo studio è ricercare ed osservare una tendenza definita come la forma di spirito del capitalismo più evoluta osservata finora. Quindi sembra opportuno andare ad analizzare le testimonianze di coloro che dirigono le aziende in alcuni dei settori più ampi, o sviluppati in termini di numero di addetti e numero di aziende con più addetti, secondo i dati ISTAT [2011]. I settori scelti, poiché in grado di soddisfare tali presupposti sono stati manifattura, commercio e finanza.

Il tipo di analisi qualitativa che viene impiegata in questo studio non permette generalizzazioni, quindi sembra doveroso anche sottolineare che sarà molto improbabile poter descrivere tendenze differenti tra un settore e l'altro. Inoltre, è utile ricordare che lo stesso Boltanski non opera questo tipo di distinzione nel corso della sua analisi dei manuali di management e più in generale della realtà francese e che nemmeno Sennett si sofferma su fratture tra settori economici. Ciò ovviamente non toglie che tali direzioni differenti esistano.

Nel dettaglio sono stati selezionati 5 imprenditori, e 7 dirigenti non proprietari. Tale scelta è dovuta al tentativo di indagare su possibili differenze tra questi due gruppi di persone che guidano le imprese e mettere in luce le analogie.

Tra gli imprenditori sono stati selezionati casi al fine di tener conto di possibili differenze 2 La soglia di 49 addetti è stata scelta per focalizzare lo studio su aziende di dimensioni che permettano di avere nello stesso range sia tipi di gestione che coincide con la proprietà (modello prevalente in Italia), sia in cui proprietà e gestione siano scissi o non del tutto coincidenti . "Il numero di addetti per impresa rappresenta una misura di sintesi della grandezza media delle realtà produttive di un sistema economico[..] Il totale degli addetti di un’impresa è costituito dal numero di lavoratori indipendenti e dipendenti con contratto di lavoro subordinato, mediamente presenti nell’impresa nell’anno di riferimento. [...] La media dei paesi dell’Ue è stabile sui 6,4 addetti per impresa. In Italia, come in Spagna, si registra invece un modesto aumento della dimensione media, che sfiora, nel caso italiano, i 4 addetti per impresa, mentre la Spagna supera i 5" [www.istat.it]. ISTAT divide le aziende per ordine di grandezza in sette gruppi: 0, 1, 2-5, 6-9, 10-19, 20-49, 50-249 e 250 e più. Il presente studio si concentrerà su gli individui a capo delle aziende che rientrano negli ultimi due gruppi, che potenzialmente potrebbero essere più simili ai modelli descritti da Boltanski.

generazionali, o analogie tra soggetti di età differenti. Inoltre, sono stati intervistati sia imprenditori (figli di non imprenditori) che guidano imprese da loro fondate, sia figli di imprenditori, che dirigono imprese assieme ai genitori, tale scelta si fonda sulla volontà di indagare possibili differenze nel rapporto con l'azienda. Inoltre sono stati raccolti racconti di imprenditori ed imprenditrici, per tener conto di possibili differenze di genere.

Anche all'interno del gruppo dei dirigenti non proprietari, i casi sono stati scelti al fine di tener conto di possibili differenze di genere, o dovute all'età.

I racconti di vita di durata compresa tra 40 e 65 minuti, sono stati registrate e trascritti

verbatim. In tutti i casi è stato necessario un preavviso telefonico, o tramite posta

elettronica. Solo in due casi è stato opposto un rifiuto, a causa di mancanza di tempo. Riuscire ad ottenere alcune di queste interviste è stato particolarmente difficile, poiché alcune aziende di grandi dimensioni pongono filtri inerenti la possibilità di rilasciare interviste. I racconti sono stati raccolti nelle sedi delle aziende, o nelle abitazioni degli intervistati, condizioni ottimali per ottenere l'attenzione necessaria e metterli a loro agio nel corso della registrazione.

Inoltre, perché i soggetti contattati lamentano carenza effettiva di tempo, proprio a causa della loro attività lavorativa.

Nonostante tali problematiche i racconti di vita sono stati raccolti raggiungendo la saturazione teorica.