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Dispositivi di protezione durante l’uso della motosega

Capitolo 5. Attività svolte con l’ausilio delle attrezzature portatili

5.3 Norme di sicurezza

5.3.1 Dispositivi di protezione durante l’uso della motosega

L’abbigliamento protettivo da indossare durante l’uso della motosega, comprende: 1. l’elmetto di protezione completo di visiera di tipo forestale e delle cuffie auricolari

per attutire il rumore emesso dalla macchina, che raggiunge l’orecchio dell’operatore;

2. i guanti per proteggere le mani da eventuali ferite e per ostacolare la trasmissione delle vibrazioni prodotte dalle macchine150;

3. calzature con suola antisdrucciolo, robuste, impermeabili e con puntale in acciaio; 4. giacca con colori vivaci per una facile individuazione e in tessuto antistrappo; 5. pantaloni di sicurezza con tessuto imbottito con fibre di nylon nella parte anteriore

che bloccano il rocchetto della catena qualora venissero a contatto con i denti della medesima (Figura 35 -2);

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A tale scopo sono in commercio degli appositi guanti contro le trasmissioni delle vibrazionitestati in base alla certificazione CE EN10819

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2

j

Abbigliamento protettivo completo

Pantaloni antitaglio che svolgono la loro

funzione di arresto del rocchetto della

motosega, al contatto della lama con il corpo dell’operatore

Ogni qualvolta si debba iniziare un lavoro, ci si deve assicurare di aver preso tutti gli attrezzi e accessori indispensabili per l’esecuzione dei lavori che devono essere svolti (es.: cinturone con tasche, cunei, accetta, leva di abbattimento, gira tronchi ecc.).

Le macchine e gli attrezzi utilizzati nei lavori selvicolturali devono essere efficienti e costruiti secondo le normative internazionali vigenti per consentire di ridurre gli incidenti e le malattie professionali.

Le motoseghe devono essere dotate di151:

1. sistemi antivibranti: sono dei tamponi in gomma che isolano il motore dalle impugnature per attutire le vibrazioni provocate dal movimento alternativo del pistone e dall’impatto della catena sul legno;

2. freno catena: arresta il movimento della catena quando il paramano viene a contatto con il dorso della mano. Alcune case costruttrici applicano il freno automatico che blocca la catena quando la barra fa un movimento anomalo; 3. pulsante di sicurezza sull’acceleratore: deve essere premuto

contemporaneamente all’acceleratore affinché la catena cominci a girare;

4. perno ferma catena: si trova alla base della barra e serve ad interrompere la frustata della catena tagliente in caso di rottura;

5. copri catena: deve essere inserito sulla barra durante gli spostamenti con la motosega spenta;

6. marmitta (silenziatore) progettata e applicata alla motosega in modo che il tubo di scarico non sia diretto verso il viso dell’operatore in nessuna posizione di utilizzo della macchina. Deve essere munita di apposita protezione per impedire il contatto con l’operatore per evitare bruciature o scottature del vestiario.

Freno catena Dispositivi antivibranti Perno ferma- catena Pulsante di sicurezza dell’acceleratore Figura 36 Dispositivi di protezione della macchina

Per eseguire il lavoro con la motosega in modo sicuro per l’operatore, è necessario afferrare la motosega sempre con ambedue le mani152, leggere attentamente le istruzione per l’uso prima della sua messa in funzione, non fumare durante l’impiego e nelle vicinanze dell’apparecchiatura per il pericolo d’incendio e fare il rifornimento in luoghi areati. Inoltre no bisogna adoperare la motosega in locali chiusi o scarsamente ventilati in quanto la motosega produce gas di scarico nocivi che possono risultare anche inodore ed invisibili153. Qualora si dovesse lavorare in fossi, avvallamenti, cave o in spazi stretti, bisogna sempre assicurarsi che ci sia un sufficiente ricambio d’aria. Nei lavori in altezza, quali ad esempio potature, e abbattimenti di alberi ornamentali, si deve operare solo su piattaforme di sollevamento e mai arrampicandosi su quest’ultimi, con la motosega alla mano. Per ridurre i rischi da kick-back154 è bene evitare di far lavorare la barra nel settore indicato nella Figura 37.

Oggi grazie alla maggiore sensibilità verso le problematiche ambientali e alla maggiore conoscenza dei rischi connessi all’inalazione dei gas di scarico da parte degli operatori durante l’uso della motosega, molte case costruttrici hanno dotato i propri modelli di dispositivi catalizzatori.

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A meno che non si tratti di una motosega per potature che in tal caso può essere impugnata con una sola mano

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Confronta il Paragrafo 3.2

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Salto all’indietro della motosega quando la catena impatta su porzioni di legno più denso (più duro) oppure se incontra elementi metallici (ad esempio filo di ferro, porzioni di cartelli, etc., inglobati dalla pianta durante il suo accrescimento)

Figura 37 Settore di taglio della barra che può determinare il kick-back

L’applicazione di questi dispositivi ha posto speciali problemi ai ricercatori del settore: da un lato la potenza ed il regime termico del motore non dovevano essere compromessi e dall’altro occorreva tenere sotto controllo il calore durante la conversione chimica nelle celle del catalizzatore. Il catalizzatore inoltre non doveva aumentare in modo sensibile il peso della macchina.

Alcune case costruttrici sono riuscite a risolvere questi problemi. La STIHL155 ad esempio ha realizzato la prima motosega dotata di catalizzatore con incremento di peso di soli 300 grammi rispetto allo stesso modello senza catalizzatore. Inoltre sia l’affidabilità che le potenze erogate risultano invariate.

Il catalizzatore dal canto suo riduce dell’80% il contenuto di idrocarburi nei gas di scarico grazie alla loro conversione termica nel silenziatore. Ovviamente tutte le macchine dotate di catalizzatore devono usare esclusivamente carburante senza piombo e olio per motori con elevate prestazioni nel rapporto 1:50 (cioè miscela con 2% di olio). Inoltre la corretta taratura del carburatore abbinata all’impiego del catalizzatore riduce il contenuto di sostanze nocive presenti nei gas discarico.