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Capitolo 3. Categorie di inquinanti aerodispersi ed effetti sull’organismo

3.1 Le intossicazioni di origine occupazionale

La tossicologia occupazionale è quella branca della medicina del lavoro che studia le modalità di penetrazione degli xenobiotici all’interno dell’organismo del lavoratore e gli effetti che tale contaminazione può provocare. Le conseguenze di tali sostanze sono a carico della sicurezza del lavoratore, attraverso il rischio di insorgenza di infortuni più o meno gravi, oppure a danno della salute, con la manifestazione di patologie di natura cronica.

Nell’ambito di questa sperimentazione, gli xenobiotici studiati, sono i composti chimici che si trovano miscelati nel gas di scarico emesso durante il funzionamento delle attrezzature portatili, quali motoseghe e decespugliatori.

La penetrazione nell’organismo del lavoratore, avviene prevalentemente attraverso le vie aeree dello stesso, anche se alcune sostanze, ad esempio quelle liposolubili, sono introitate con la cute e gli occhi oppure per mezzo delle mucose del naso, della bocca e dell’apparato digerente. Per la determinazione della dose, o meglio della concentrazione di sostanza introitabile, è necessario considerare sia la quantità dello xenobiotico nell’atmosfera di lavoro, sia l’esposizione, cioè la durata del contatto sostanza-lavoratore.

Ovviamente quest’ultimo parametro assume un valore che al massimo equivale ad 8 ore, durante la giornata di lavoro, oppure se si considera l’intera settimana, 40 ore.

La nocività di uno xenobiotico è influenzata anche dalle modalità di lavoro in quanto, se da un lato un lavoro pesante può condizionare un maggiore assorbimento (dovuto alla maggiore quantità di aria ventilata nell’unità di tempo), dall’altro, l’uso di mezzi protettivi

(maschere con filtri50 etc.) posso ridurre notevolmente la concentrazione della sostanza che arriva agli alveoli. La penetrazione alveolare e quindi la diffusione nel sistema circolatorio, dipende dalla capacità di diffusione attraverso la membrana alveolo-capillare, in relazione alla grandezza molecolare e alla solubilità della sostanza con il sangue.

L’altra via di penetrazione, accennata precedentemente, è quella cutanea, attraverso la quale le sostanze procedono in funzione della loro lipofilia e dello stato di dissociazione. Infatti, le sostanze liposolubili e in forma ionizzata passano più facilmente le membrane cellulari. Questa modalità di penetrazione, dipende molto anche dallo stato della cute, soprattutto in relazione all’integrità del film idrolipidico e dello strato corneo, oltre che dalla presenza di eventuali lesioni o situazioni patologiche particolari (eczema, acne, psoriasi, etc.). La via digestiva è, in genere, ritenuta di scarsa importanza, in quanto l’ingestione di un tossico può avvenire solo a causa di eventi accidentali. Solo i metalli possono venire assorbiti per via intestinale a seguito di contaminazione dei cibi da mani imbrattate o per ingestione di muco proveniente dalle vie aeree.

Gli xenobiotici una volta penetrati nel torrente circolatorio51, sono veicolati ai vari tessuti, dove possono esplicare la loro azione tossica, subendo un processo di biotrasformazione metabolica, oppure depositarsi. Il fegato è il principale organo deputato alla trasformazione metabolica delle sostanze esogene che attraverso reazioni di idrolisi, ossido-riduzione e coniugazione vengono rese innocue o meno tossiche. Alla fine si ottengono composti idrosolubili che passano all’emuntorio renale per essere escreti con le urine, dove possono essere dosati a fini diagnostici (indicatori biologici). Non è detto tuttavia che questo processo di detossificazione sia sempre efficace in quanto, in alcuni casi, può accadere che una sostanza, relativamente poco tossica, venga trasformata in un

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Maschere dotate di filtri, guanti, tuta protettiva etc, rappresentano i DPI (Dispositivi di protezione individuale) necessari alla salvaguardia dell’operatore dall’esposizione al rischio chimico

composto più tossico; è il caso ad esempio del benzene che viene attivato a benzene- epossido.

Questa capacità di biotrasformazione può presentare notevoli variazioni da individuo ad individuo essendo influenzata da numerosi fattori di seguito riportati.

Ö l’età: nei soggetti anziani le attività metaboliche sono rallentate;

Ö la costituzione corporea: le sostanze si accumulano nel tessuto adiposo da cui vengono lentamente rilasciate;

Ö l’induzione enzimatica: molte sostanze chimiche sono induttori enzimatici e quindi possono accelerare la trasformazione propria e di altre sostanze;

Ö lo stato fisiologico dell’organo o dell’apparato: variazioni circadiane, irrorazione sanguigna etc.

La principale via di eliminazione delle sostanze tossiche è costituita dall’emuntorio renale, ma nel caso dei gas tossici e dei composti altamente volatili, l’eliminazione avviene con l’aria espirata, in funzione del loro gradiente di concentrazione tra sangue e aria alveolare. Altre vie di eliminazione sono le feci, a seguito di escrezioni biliari o di secrezioni dalla barriera intestinale, il sudore e la saliva.

Non sempre la relazione tra la dose di esposizione e l’effetto52 o la risposta53 è di tipo lineare. Generalmente, con l’aumentare delle dose aumentano sia l’entità dell’effetto sia il numero di persone coinvolte, ma per alcune sostanze vi può essere una relazione di tipo esponenziale, ossia per piccoli aumenti di dose l’effetto o la risposta crescono molto più marcatamente, oppure vi possono essere delle “curve di soglia”, quando la risposta o l’effetto compaiono solo dopo il superamento di una determinata concentrazione critica. Nella valutazione del rischio chimico dovuto all’esposizione degli addetti alla motosega agli

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In medicina occupazionale si definisce effetto, la presenza di un’alterazione biologica in un organismo

inquinanti aerodispersi, si esegue quest’ultima analisi, e cioè si confrontano le concentrazione rilevate per ciascuna sostanza, con i valori limite di soglia presenti in bibliografia (confronta il Paragrafo 4.10).

Per quanto riguarda la risposta fisiologica alla contaminazione da una sostanza, occorre tener presente che gli individui possono reagire in maniera diversa. Vi possono essere infatti dei soggetti che presentano una maggiore suscettibilità all’azione tossica, influenzata da altri fattori, come le condizioni genetiche, le condizioni fisiologiche (ad esempio l’età), le condizioni patologiche (epatopatie e nefropatie) e lo stile di vita (il consumo di alcolici o di farmaci).

3.2 Principali categorie di inquinanti aerodispersi presenti nei gas di