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Distanze e mosaici amministrativi

Nel documento Ambiti e sistemi territoriali (pagine 43-47)

In occasione delle Giornate di studio sulla Geografia Politica e sulla Geoplitica, organizzate dalla Società Geografica Italiana nel marzo 1993 (Ferro, 1995) lo scrivente esprimeva la ferma convinzione della specifica rilevanza, in seno alla geografia politica, dello studio dei mosaici amministrativi con il superamento del tradizionale approccio — vincolato alle proprietà misurabili delle aree come contenitori oppure quali singole unità di studio — tramite l’esplicitazione della loro forma funzionale (Massimi, 1994) e ancor più della distribuzione nel territorio nazionale delle singole tessere, o di particolari aggregati, per i riflessi in termini di privilegio o di ingiustizia spaziale che le configurazioni esistenti impongono ai cittadini residenti nelle unità amministrative distinte per livelli gerarchici, come i comuni rispetto alle province (Massimi, 1995).

Alla luce di questa premessa si precisa che i mosaici amministrativi sono, in concreto, suddivisioni alquanto particolari dello spazio geografico, in ragione della univocità della loro definizione spaziale e funzionale – una sorta di condizione ecce-zionale nel complesso quadro definitorio del settore (Da Pozzo, 1978) –, sia quando essi mosaici sono visti nel loro insieme all'interno di un organismo statale, sia allorché sono esaminati individualmente e sia, infine, nel momento in cui sono considerati quali aggregati di tessere di rango inferiore.

confine

territorio

centro capoluogo

Figura 22 Elementi spaziali costitutivi di una tessera elementare in un mosaico amministrativo La qualità di una tessera si completa chiamando in causa i poteri spaziali attribuiti dalle leggi vigenti e i contenuti sociali,culturali, economici ed ambientali (ivi inclusi i segni storici) che in essa si rinvengono.

L'univocità discende dalla loro esistenza in virtù di atti d'imperio del potere politico, che precisa di ciascun mosaico l'estensione areale, o superficie territoriale, la linea di confine, le norme di comportamento (e le sanzioni per i trasgressori) cui si devono adeguare gli individui e le comunità organizzate, residenti o meno, nelle loro azioni, amministrativamente rilevanti all'interno del territorio di riferimento (figura 23).

Figura 23 Il mosaico

amministrativo delle province siciliane.

Altro elemento distintivo, seppure con qualche rara deroga, è l'accentuata polarizzazione, conseguente all'accen-tramento delle funzioni in un luogo del tutto singolare, ben distinto da tutti gli altri con la qualifica di

capo-luogo, tale per atto

legislativo (sulla rilevanza geografica ed economica: Nice, 1958 rist. 1991, pp. 156-161). E C H G D B A I F

Nel contempo, le tessere dei mosaici amministrativi sono i luoghi

elementari di uno stato del quale, osserva Agnew (1991, p. 43), costituiscono la

geografia della sua egemonia, sicché "lo stato sopravvive e prospera nella misura

in cui può tenere insieme quella coalizione territoriale di luoghi che gli conferisce

forma geografica".

Lo spazio amministrativo, inoltre, per sua natura è assolutamente preciso, determinato e vincolato: i comportamenti anomali sono soggetti a sanzione, e le pur sempre possibili contestazioni territoriali sono rigidamente inquadrate e risolte lungo prefissati itinerari processuali e legislativi.

Tutto ciò in stadi storici evoluzionari; durante le rivoluzioni, le guerre e i conflitti etnici – è il triste caso della ex Jugoslavia in questi ultimi anni – l'incertezza del diritto si riflette nella forma "sfuocata" degli stati e del loro disegno interno.

Tuttavia, la precisione delle linee di confine non implica semplicità delle trame amministrative, specie nei Paesi sorti, come l'Italia e la Germania, dalla fusione di precedenti unità statali, difformi per criteri di organizzazione amministrativa (ad esempio lo Stato della Chiesa e quello Sabaudo nell'Italia preunitaria), e in quelli con brusche variazioni locali del carico demografico e delle risorse.

Al riguardo si richiamano, da un lato, le lunghe e pazienti ricerche applicative tese verso più razionali disegni dei mosaici amministrativi svolte da Christaller prima,

durante e dopo l'ultimo conflitto mondiale (rassegna in Preston, 1985) per la Germania e da Ferro (1979 e 1993) e Scotoni (1979) per l’Italia, in tempi più recenti, che avrebbero meritato più ampio seguito.

Per un altro verso, è indispensabile sottolineare l'abbondantissima letteratura in tema di localizzazione/assegnazione, quasi sempre direttamente correlabile con i mosaici amministrativi e con l'accessibilità quale concetto pervasivo (per un primo orientamento; in Wilson e Bennett, 1985, criteri analitici e vasta bibliografia; approfondimenti in Hanson e Schwab, 1987).

Lo Stato per specifici fatti amministrativi – come la giustizia e le imposte - può attribuire ai suoi uffici periferici – competenza territoriale su aggregati di tessere elementari tutte ricadenti in un dato mosaico amministrativo, o in casi eccezionali su parti di tessere elementari. Esempi al riguardo sono le giurisdizioni territoriali delle preture, dei tribunali, delle corti d’appello, o degli uffici distrettuali delle imposte dirette, che vanno intese come aggregati amministrativi.

Gli aggregati su base amministrativa sono, invece, gli aggregati di tessere conseguenti alla formazione di insiemi omogenei per finalità non amministrative, almeno nelle prime intenzioni (salvo poi caricarsi di ben altre attribuzioni per l’inerzia poltico-burocratica), ma per esigenze diverse, quali la raccolta di informazioni statistiche (le

regioni agrarie costituiscono un esempio di tali insiemi).

Gli aggregati interamministrativi, sono simili ai precedenti, salvo la possibilità di riunire tessere elementari appartenenti a mosaici diversi (i sistemi locali del lavoro, proposti dall’ISTAT-IRPET nel 1986 e nel 1991, offrono in merito un’ampia casistica).

Completate queste succinte considerazioni preliminari si prende in considerazione quale caso concreto il mosaico delle province siciliane per rilevare in esso l’esistenza di unità contigue, quelle che hanno un confine in comune, e non contigue, quelle prive di un confine in comune.

Graficamente, la sussistenza di una relazione di contiguità, si esprime con un arco che attraversa le linee comuni di confine in maniera da collegare due punti posizionati all’interno di tessere contigue (per semplicità sono stati utilizzati i capoluoghi di provincia, ma il fatto è del tutto ininfluente). Effettuate tutte le operazioni, ed eliminato il contorno amministrativo, si ottiene un grafico del tutto particolare, costituito da punti nodali nei quali convergono gli archi che esprimono le relazioni di contiguità. Tale

grafico prende il nome di grafo duale del mosaico amministrativo Province Siciliane.

Uguali contenuti informativi circa le relazioni di contiguità sono presenti nella matrice riportata nel prospetto zzzz, costruita confrontando ciascuna provincia con tutte le restanti ed assegnando il valore 1 quando sussiste la condizione di contiguità e il valore zero in caso contrario.

Le sommatorie secondo le righe (o secondo le colonne) indicano il numero complessivo, o contact number (cn in forma abbreviata) delle relazioni di contiguità. Nel

caso delle province siciliane i valori più elevati competono a Palermo, Caltanissetta e Catania (cn pari a 5), i valori più bassi a Siracusa e Trapani (cn pari a 2).

La matrice in questione contiene importanti informazioni implicite, enucleabili con la procedura matematica delle potenze. In particolare, la distanza minima, in termini di archi, necessari per collegare due prefissate unità amministrative. La distanza più elevata nel caso d’esempio è quella che intercorre tra Siracusa e Trapani.

Prospetto 5 Matrice di contiguità tra le province siciliane

1. Matrice di contiguità.

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali Agrigento A 0 1 0 0 0 1 0 0 1 3 Caltanissetta B 1 0 1 1 0 1 1 0 0 5 Catania C 0 1 0 1 1 0 1 1 0 5 Enna D 0 1 1 0 1 1 0 0 0 4 Messina E 0 0 1 1 0 1 0 0 0 3 Palermo F 1 1 0 1 1 0 0 0 1 5 Ragusa G 0 1 1 0 0 0 0 1 0 3 Siracusa H 0 0 1 0 0 0 1 0 0 2 Trapani I 1 0 0 0 0 1 0 0 0 2 Totali 3 5 5 4 3 5 3 2 2 32

2. Configurazione della matrice di contiguità dopo aver calcolato le potenze della matrice iniziale; l’elemento generico dij indica la distanza minima intercorrente tra le province i e j in termini di linee di confine. La distanza massima (4 nel caso d’esempio, tra Siracusa e Trapani) prende il nome di numero di Konig ed individua il diametro della matrice.

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali Agrigento A 0 1 2 2 2 1 2 3 1 14 Caltanissetta B 1 0 1 1 2 1 1 2 2 11 Catania C 2 1 0 1 1 2 1 1 3 12 Enna D 2 1 1 0 1 1 2 2 2 12 Messina E 2 2 1 1 0 1 2 2 2 13 Palermo F 1 1 2 1 1 0 2 3 1 12 Ragusa G 2 1 1 2 2 2 0 1 3 14 Siracusa H 3 2 1 2 2 3 1 0 4 18 Trapani I 1 2 3 2 2 1 3 4 0 18 Totali 14 11 12 12 13 12 14 18 18 124 Indice di Shimbel 8.9 11 10 10 9.5 10 8.9 6.9 6.9

A B D C E F G H I Figura 24 Relazioni di contiguità tra le province siciliane. A B D C E F G H I

Figura 25 Grafo duale delle province siciliane.

Nel documento Ambiti e sistemi territoriali (pagine 43-47)