6 Processo di traduzione
6.4 La divina commedia (Versione Shortology)
È un poema scritto in terzine incatenate di versi endecasillabi, in lingua volgare fiorentina (…) Il poema è diviso in tre parti, chia- mate cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l’Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale). Il poeta narra di un viaggio immaginario (…) attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della Trinità.
Come nei casi precedenti, la rappresentazione di Shortology si articola in quattro frames.
Il primo frame rappresenta Dante, protagonista del poema che si trova in un momento di difficoltà. Il racconto dell’Inferno, la prima delle tre cantiche, si apre con un Canto introduttivo (che serve da proemio all’intero poema), nel quale il poeta Dante Alighieri racconta in prima persona del suo smarrimento spirituale; si ritrae, infatti, “in una selva oscura”, allegoria del peccato, nella quale era giunto poiché aveva smarrito la “retta via”, quella della virtù (si ritiene che Dante si senta colpevole, più degli altri, del peccato di lussuria, che infatti nell’Inferno e nel Purgatorio è posto sempre come il meno grave tra i peccati puniti.187) La rappresentazione del testo di arrivo, si limita a mostrarci il personaggio, ma non mette in evidenza il fatto che si trovi a disagio per il proprio comportamento. L’omino (elemento grafico usato in tutti i micro racconti di Shortology per indicare un personag- gio maschile) ha sul capo una corona d’alloro (ornamento di forma circolare fatto con ramoscelli di lauro che veniva posto sul capo dei poeti e dei comandanti, e che veniva usato nelle cerimonie religiose. Essa simboleggiava la cultura, il sapere e il potere.)
187 Ibid
Il secondo frame corrisponde alla prima fase del percorso che deve fare il poeta in compagnia di Virgilio (personaggio che rappresenta la ragione). Questa fase è l’inferno, luogo dove i peccatori sono puniti in base alla gravità dei loro peccati. Nel poema di Dante, l’aspetto della spazializzazione è molto importante. L’asse verticale serve come elemento per misurare la moralità di ogni peccatore. L’inferno dante- sco è immaginato come una serie di anelli numerati, sempre più stretti che si succedono in sequenza e formano un tronco di cono rovesciato; l’estremità più stretta si trova in corrispondenza del centro della Terra ed è interamente occupata da Lucifero che, movendo le sue enormi ali, produce un vento gelido: è il ghiaccio la massima pena. In questo Inferno, ad ogni peccato, corrisponde un cerchio, ed ogni cerchio successivo è più profondo del precedente e più vicino a Lucifero; più grave è il peccato, maggiore sarà il numero del cerchio.188 La rappre- sentazione grafica fatta in questo secondo frame non prende in consi- derazione gli elementi “topografici” della descrizione dell’inferno dantesco. Il secondo frame dell’asse orizzontale raffigura l’inferno tramite una fiamma e un tridente, elementi simbolici che hanno una contiguità assegnata con l’oggetto (in questo caso lucifero e l’inferno). Il legame che si stabilisce tra immagine e oggetto è convenzionale e viene decretato dai codici culturali. Sotto il secondo frame, sull’asse verticale abbiamo una serie di icone (una targhetta con una stella che richiama il sistema di valutazione degli alberghi, un fiocco di neve che somiglia un sistema di aria condizionata e un piatto e posate tutti e due gli elementi barrati, che richiamano l’assenza di un servizio di mensa). In questo caso, l’attività traduttiva è cambiata. Gli elementi disposti sull’asse verticale sotto ogni frame principale, evidenziano un altro approccio; il testo di partenza è diventato il punto di referenza per la generazione di nuovi significati. I tre passaggi (inferno, purgatorio
e paradiso) sono rappresentati come diversi tipi di alberghi in cui, a seconda della qualità, sono a disposizione diversi servizi. Seguendo questa logica, l’inferno è paragonabile a un albergo di bassa qualità, dove gli ospiti si troveranno a disagio è non avranno nessun tipo di comfort.
Il terzo frame della sequenza rappresenta il secondo luogo di passaggio verso il paradiso. Sull’asse orizzontale, abbiamo l’icona corrispondente alla montagna del purgatorio e l’orologio cha rappre- senta invece l’antipurgatorio. La montagna, nel poema di Dante, fu creata con la terra che servì a scavare il baratro dell’Inferno, quan- do Lucifero fu buttato fuori dal Paradiso dopo la rivolta contro Dio. L’antipurgatorio invece è una sorta di sala di attesa dove le anime pigre attendono il tempo di purificazione necessario a permettere loro di accedere al Purgatorio vero e proprio.189 Possiamo dire che la micro-narrazione di Shortology in questo caso funziona in un modo diverso rispetto i due altri scenari analizzati finora. Sull’asse orizzonta- le abbiamo una traduzione che cerca di essere fedele al contenuto del testo di partenza, ovvero, si rappresentano con chiarezza le tappe del viaggio di Dante e si mantiene una equivalenza a livello si sostanza. Sugli assi secondari (verticali) abbiamo un meccanismo decisamente diverso, che intende il passaggio dall’inferno al paradiso come una metafora al miglioramento (inteso come le differenze esistenti tra tre alberghi differenti.) Sotto questo nuovo criterio di generazione di senso, scopriamo che, l’antipurgatorio e il purgatorio, sono parago- nati a un albergo di due stelle, cioè di qualità media. A livello grafico, gli elementi di ogni fase del viaggio subiscono una trasformazione. Abbiamo detto, che nel inferno, il fiocco di neve (barrato) rappresenta- va l’assenza di un sistema di aria condizionata (situazione abbastanza spiacevole, degna di essere comparata all’inferno); e che le posate e
189 Ibid
il piatto (ambedue barrati) rappresentavano l’inesistenza di un servi- zio di mensa nell’albergo (altra condizione poco piacevole). Queste condizioni, al fare il passaggio dall’inferno al purgatorio, migliorano. Nel purgatorio, l’icona del fiocco di neve non c’è più e al suo posto compare l’icona di un ventilatore; indicando un cambiamento posi- tivo. Invece di trovare l’icona delle posate e il piatto, troviamo l’icona di una tazza di caffè. Anche in questo caso, la situazione è migliorata (si passa di alloggiare in un albergo che non ha la mensa, a uno che al meno offre il caffè a colazione.)
L’ultimo frame della sequenza mostra l’ascensione di Dante in compagnia di Beatrice (che rappresenta la fede) al paradiso. Come nel caso dell’inferno, il paradiso è composto da nove cerchi concen- trici, al cui centro sta la Terra; in ognuno di questi cieli, dove risiede un pianeta diverso, stanno i beati, più vicini a Dio a seconda del loro grado di beatitudine.190 Anche in questo caso, l’aspetto della spazialità è molto importante, ma come abbiamo già capito, lo scopo di questa traduzione non è rappresentare le caratteristiche fisiche del posto, ma allargare i significati e proporre un gioco interpretativo. Siccome la rappresentazione orizzontale tende a mantenere l’equivalenza con il testo di partenza, abbiamo delle rappresentazioni “adeguate” del contenuto. Dio è rappresentato dal triangolo con l’occhio al centro (che richiama la l’onnipresenza e l’onniscienza) e Dante, ora libero da tutti i peccati e addirittura provvisto de ali e aureola (elementi che denotano la sua recentemente acquisita beatitudine) che ascende al regno dei cieli. Nell’asse verticale invece, continuiamo con l’analogia degli alberghi. Le stelle nella targa sono adesso cinque (il massimo della qualità), il fiocco di neve, che prima compariva barrato, e che nel terzo frame era stato sostituito dall’icona del ventilatore, ricompare adesso senza la barra diagonale (indicando che in questo albergo c’è
l’aria condizionata), lo stesso discorso vale per l’icona che rappresen- tava la mensa: nel secondo frame, compariva barrata, nel terzo era stata sostituita dalla tazzina di caffè e adesso nel quarto riappare senza essere sbarrata, indicando così che ora è possibile anche mangiare all’hotel. Oltre a queste icone, ci sono altre tre in più. Una bottiglia accompagnata da un bicchiere, un cocktail e un uomo che nuota (che potrebbe rappresentare la presenza di una piscina o di area sport). Il cielo quindi, è presentato non solo come un albergo che offre ai suoi clienti i servizi di base ma che offre anche servizi di lusso. L’idea del paradiso come un posto dove si possono soddisfare tutti i desideri e godere di tutte le comodità è molto interessante perché in qual- che modo (allargando un po’ il senso) rappresenta l’idea centrale del concetto di paradiso nella religione; dove questo posto è presentato come il luogo dove i giusti vengono ricompensati per le sue azioni in vita e dove potranno esperimentare una meritata gioia.