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6 Processo di traduzione

6.3 Moby Dick (Versione Shortology)

È un romanzo che racconta il viaggio di una baleniera, il Pequod, comandata dal capitano Achab, a caccia di capodogli e balene, e in particolare della enorme balena bianca che dà il titolo al romanzo. Tuttavia in Moby Dick c’è molto di più: le scene di caccia alla balena sono intervallate dalle riflessioni scientifiche, religiose, filosofiche e artistiche del protagonista Ismaele, alter ego dello scrittore, renden- do il viaggio un’allegoria e al tempo stesso un’epopea epica.184

Anche in questo caso, Shortology presenta una struttura sequen- ziale di quattro frames. A differenza della metamorfosi, i passaggi della sequenza sono abbinati ad altri elementi grafici che aggiungono informazione riguardo la narrazione del testo di partenza. Un fatto di particolare importanza è che la rappresentazione fatta da Shortology, non raffigura mai al protagonista della storia (Ismaele), ma sceglie di strutturare la rappresentazione visiva basandosi sulle vicende del capitano dell’imbarcazione (Achab).

Il primo frame della sequenza presenta al capitano Achab (sappia- mo che si tratta di questo personaggio perché all’omino dell’illustra- zione gli manca una gamba dal ginocchio in giù ed ha una protesi che la sostituisce). Sopra e sotto l’illustrazione del capitano ci sono elementi che presentano alcune delle caratteristiche del personaggio e della narrazione. Sopra il capitano Achab compare un palloncino di testo (stile fumetto) con dentro l’immagine di una balena colpita da un rampone, la forma del palloncino (a nuvola) indica che questa scena rappresenta un pensiero, un desiderio o un ricordo del capitano. Sotto la figura del capitano, un’immagine che raffigura la coda della balena spuntando dall’acqua. Abbiamo in questo modo, tre immagini (alli- neate sull’asse verticale) che servono a comunicare elementi chiavi

della narrazione. Siamo di fronte a un personaggio, che motivato dalle sue esperienze passate (il capitano fallisce nel passato a cacciare la balena e questo gli costa una gamba) decide intraprendere un nuovo viaggio per soddisfare il suo bisogno di vendetta. Un aspetto partico- lare nella rappresentazione fatta da Shortology è quello di aver scelto la gamba sinistra come quella mancante al capitano. Eco riflette sullo stesso fatto quando parla della versione cinematografica di Huston: Quale gamba mancava al capitano Achab? Melville non lo dice mai, nel suo Moby Dick, ma quando John Huston lo mette in scena, in un celebre film, opta per la gamba sinistra. Si prende una decisione, si mostra qualcosa di definito rispetto all’incedibilità del libro, ma cambia il senso del romanzo di Melville185? In questo caso siamo di fronte allo stesso discorso, Shortology, ha deciso di rappresentare al capitano anche con la gamba sinistra mancante. Il senso della storia però, rimane intatto.

Il secondo frame della sequenza mostra la nave (il Pequod); in questa rappresentazione, si evidenzia solo una caratteristica dell’im- barcazione nonostante la descrizione fatta dal narratore sia piuttosto ricca:

(…) ma sul mio onore non avete mai visto un legnaccio così straordinario come questo vecchio ineffabile Pequod. Era una nave di scuola antica, direi piuttosto piccola, con una certa aria vecchia di mobile dai piedi ad artiglio.

(…)

La nave era tutta abbigliata come qualcuno dei barbarici imperatori di Etiopia, il collo appesantito da pendagli di avorio levigato. Era un trofeo di trofei. Un natante cannibale che si adornava delle ossa dei nemici. Tutt’intorno, i parapetti aperti e senza pannelli erano guarniti in tutta la

185 Dusi, N. (2006). Il cinema come traduzione. Da un medium all’altro. (p. 9). UTET Università.

loro lunghezza, come fossero un’unica mandibola, coi lunghi denti aguzzi del capodoglio, là inseriti come caviglie per assicurarvi i suoi vecchi tendini e nervi di canapa. Quei nervi non scorrevano in bozzelli volgari di legno terrestre, ma filavano lesti su pulegge di avorio marino. Disprezzando una ruota a manubri per il suo venerando timone, il Pequod sfoggiava una barra, e quella barra era un’unica massa stranamente tagliata dalla mandibola stretta e lunga del suo nemico ancestrale. Il timoniere che governava con quella barra in una tempesta si sentiva come il tartaro che frena il cavallo impetuoso afferrandolo alla bocca. Un nobile legno, ma in certo senso un legno assai triste. Tutte le cose nobili sono velate di tristezza.

La raffigurazione della barca scarta tutte le descrizione fatte da Melville. Come risultato di questa scelta, abbiamo una barca “gene- rica” con un rampone aggiunto. Questa nave, a cui mancano tutti i tratti particolari menzionati nel racconto, funge comunque perché mantiene un elemento che è legato al topic e al livello isotopico dell’o- pera. Il rampone, come attrezzo di “pesca”, ci permette di associare le funzionalità della barca con le azioni della caccia.

Il terzo frame della sequenza, mostra la stessa scena che era stata rappresentata nel primo frame a forma di palloncino di fumetto (la caccia alla balena). Il fatto di avere questa scena in primo piano vuol dire che c’è stato un passaggio di acquisizione di competenze seguito da una performanza da parte dei personaggi. All’inizio della narrazio- ne, la caccia della balena si presentava come un desiderio del capitano e del suo equipaggio; si presentava quindi, come un qualcosa ancora non fattibile. Dopo l’inseguimento di una serie di indizi riguardanti la balena (acquisizione di competenze), Achab riesce a trovarla, e da inizio a una caccia che dura tre giorni (performanza). Sull’asse verti- cale del terzo frame ci sono due immagini che servono a fornire infor- mazioni aggiuntive riguardo la narrazione in quel momento specifico. Sopra la scena principale (terzo frame) c’è a modo di palloncino di fumetto (quindi esprimendo un pensiero o un desiderio) l’immagine

della balena che trascina con sé il capitano della nave. (Questa scena rappresenta la decisione dell’animale di difendersi dagli attacchi dei cacciatori), l’immagine che compare sotto il terzo frame mostra invece le conseguenze della difesa della balena (Moby Dick decide allora di attaccare il Pequod stesso, il quale colpito gravemente comincia ad affondare.186)

Il frame di chiusura, rappresenta in pieno la performanza e l’even- tuale sanzione delle azioni dei personaggi. In questo frame si rappre- senta la balena che s’immerge nell’oceano trascinando con sé il capi- tano Achab. A questo punto, la sanzione della vicenda risulta in un evidente fallimento; tutti i membri dell’equipaggio tranne Ismaele muoiono e il desiderio di vendetta di Achab non trova soddisfazione. È importante soffermarsi anche se brevemente nel passaggio della sconfitta di Achab:

Affondi ogni bara e ogni carro in un solo vortice! E visto che non sono per me, che io venga trascinato a pezzi mentre ancora ti caccio, benché sia legato a te, balena maledetta! Così getto la lancia!

Il rampone fu scagliato; la balena ferita balzò avanti; la lenza corse bruciante nella scanalatura: s’imbrogliò. Quello si chinò a districarla, ci riuscì, ma il cappio volante lo prese al collo, e senza gridare, come la vittima strangolata dai muti schiavi dei Turchi, Achab saltò dalla barca prima che gli altri vedessero che era sparito.

In quest’ultimo passaggio, la rappresentazione fatta in Shortology non corrisponde con esattezza alla narrazione di Melville. Nel testo di partenza, il capitano viene preso per il collo e trascinato da Moby Dick. Nel testo di arrivo invece, il filo del rampone impiglia Achab dalla gamba. Nonostante ci siano incoerenze nella rappresentazione, il senso generale della vicenda rimane inalterato.