Genova , Settembre 1868
DOCUMENTO LXVIII
DOCUMENTO LXVIII.
Lettera di Andrea D’ Oria al Principe Filippo.
4547, 1.° febbraio (Estado, Leg. 1579, fol. 102)
Serenissimo Principe,
A lli v i et x del passalo scrissi a V. A. il tumulto seguito in questa c ittà, et come, Iddio gratia, tutto s’ era assai presto quietato. Nè dipoi in qua è seguito altro, se non che si va scoprendo ogni di più questo tractato
(’ ) V. Documento Lll.
(l ) Il corsivo indica, al solito, la cifra.
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essersi fatto in Roma con consulta del cardenal Farnese el noticia del Papa, et dal duca di Piatendo,, et con intelligencia de francesi, et quando giunse la galera di quello ribaldo Conte a Marsella, li furono fatte grandissime carezze de francesi, credendo che si hauesse effettualo lo intento loro; si che V. A. consideri se queste sono opere del medesimo Vicario de Cristo.
De tutto se ha dato noticia a S. M.; et cosi mi è parso debito auisarne V. A. anchora.
Qui non si manca proceder per giustitia contra li traditori et ribelli di S. M. et della patria; et già delle terre loro se ne è preso la maggior parte.
Don Ferrando Gonzaga resta in castello di Monlobio, qui presso, che per esser forte bisogna di maggior sforzo.
S. M . ha mandato qui don Rodrigo Mendoza, per riugratiar questi gouernatoii della città della deuotione loro mostrata al seruitio di S. M . in questi tu
m u lti, et anche per dar conforto a me suo minimo seruitore. Nel resto tutto sta pacifico, et ogni dì si andrà prouedendo m eglio; nè altro m i occorre adesso, saluo pregar Dio concedi a V. A. la felicità che desidera.
Da G enoua, il 1.° Febraro 1517.
Di Vostra Altezza
huniillissimo seruitor il quale sue mani bascia Andrea Doria.
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DOCUMENTO L X IX .
Lettera del Figueroa al Principe D. Filippo , dove gli fa relazione delle cose occorse dopo il 10 gennaio.
1 a47 , 2 febbraio
.(E s ta d o , Leg. 1579, fol. 4 9)
A los x del passado cscriui a V. A., y dì particular auiso de los terminos en que quedauan las cosas desta ciudad, y las diligencias y prouisiones que se auian hecho, para conserualla a la deuocion y seruicio de S. M ., corno lo ha estado por lo passado. Despues ha venido don Rodrigo de Mendoca, a quien S. M. ha embiado aqui por visitar al Principe y a esta Republica, para hazerle saber el desplazer que auia auido de lo que auia subeedido, y
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alegrandose do auer entendido el buon sucesso dello, y que la ciudad quedaso pacifica y quieta, offreciendoles la buona voluntad i|ue siompre ba tenido a esta R e pub lica; con la qual visitagion el Principe y el Duque y Gouerna- dores, y los otros seruidores de S. M. que aqui so hallaron en su seruicio, recibieron mueba alegria y contentamiento, por ver la quenta que dellos tenia S. M .; y beeba esta proposicion, se tornò don Rodrigo a S. M.' por la posta, el q u a l partiò a ultimo del passado; y aunque esta ciudad està en so
siego, no dexa de tener los auimos algo alterados do lo passado, de manera que todauia queda alguua sospeeba para poderse tener seguro dellos del todo;
pero se va procurando de quietallos y tenellos en loda pacificatoli corno lo han estado.
Esta Senoria ha procedido por via do justicia contra el Condo y sus lier- m a nos, y las otras personas principales que eran en su compaiiia, do quien se tiene quenta, desterraudo a los dos hermanos perpetuamente desta ciudad y su E s ta d o , y a los otros por diuersos liempos, y confiscadoles todos sus bienes, y que las casas de sus moradas les sean derribadas conio a traydorcs, y todo esto se ha hecho por pregon publico (’); y por otra parto don Fernando de G onzaga ha procedido y procede en nombre de S. M. en tomalle su estado, del qual ya no le queda sino solamente vn castillo quo so llama Montojo, cl q u a l es fuerte y es menester tiempo para tomalle. Dios lo guie todo conio vee que conuiene para el servicio de S. M. y a la pacificacion desta ciudad.
E l principe Doria ha cobrado todos los esclauos y forzados quo se le auiau liuydo; solamente le faltan los que algaron con la galera, de manera que ha tornado a arm ar todas las galeras y podrà salir con ellas al bueu tiempo, y entretanto las yrà reforgando y preparando los mas quo pudiere para sa- callas corno conuiene.
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(’ ) V. Documento LI.
( 109 )
Giovanni de Voga invia da Roma a S. M. un dispaccio del cavaliere Foderato, comprovante le intelligenze de’ Fieschi.
1547, 7 febbraio (E stado, Log. 8 74 , f. 2 )
Sacratissima Cesarea Catholica Magestàd
De ay à poco que el conde de Fiesco pnrtiò de aqui este verano passado, se /e cayo a uu gentil hombre saones, que se llama el caualiero Foderato, que se ha sospechado que hazia sus negocios en esta Corte, un pedazo de carta en cifra, cuya copia embio con esla sacada en claro por uno del duque de Florencia, adondo se embiò para que la descifrarse, por donde se veè que pues entonces la ynteligencia con Francia staua en aquel stado que despues se deuiò apretar mas.
« Non si manca, ni dal canto mio mancarò, di far ogni cosa possibile a a ciò che il signor Conte conosca yl mio bon animo verso Sua Signoria, che, non sol di parole., ma di quel poco eh‘ io ho, si può tener certo sono per servirla. Ben n i assicurò sin a sei milia franchi di pensione, et penso forsi che con vn pocho de tempo ara liomini d’ arme;, pur di questo non mi rendo certo; così al presente io per me lodarei che per adesso si contentasse del parlilo, perchè la persona con il tempo conosciuta più facilmente può avantaggiare el conseguire l’intento suo. Il signor Principe non è d’ opinone che Vostra Signoria venghi da lei mismo, non ha sigura risposta dal Conte, et allora n amisara; ct se li risponderà, Vostra Signoria sia certa non man
carò dal canto mio a ciò se olenghi quello, et con miglior conditione si potrà.
DOCUMENTO LXX.
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Il Gonzaga annunzia a Cesare una ambasciata di Scipione Fieschi, per otte
nere il riacquisto de’ beni di sua famiglia.
1547, 8 febbraio (Estado, Leg. 1194, fol. 213)
Ho inteso che un fratello del conte di Fiesco morto, mim>re di tutti gli altri fratelli, manda a V. M., presumendo, sotto colore di giustitia, de ricu
perar tutto quello che possedeua il detto Conte suo fratello primogenito, non obstanle che \i precedano due altri fratelli viuenti, colpouoli nella solleuationo di G e n o u a ; e t, per quanto mi viene detto, con fondamento de' suoi antichi priu ile g ii et testamenti con strettissimi fideicommissi confirmati et da V. jM.
et d a ’ suoi predecessori. Di che ho voluto prima auisar V. M., perchò quando non si faccia alcuna condennatione del detto Conte morto et delli due fratelli com plici v i u i , che sono Girolamo et Ottobone, non potrà il detto minore pretendere alcuna ragione, et si terranno i loro beni come di rebelli et in im ic i di V . M., senza ingiuria o torlo di alcuno. Et così io non permeilo che di q u a si proceda per conto di fellonia nè contra la memoria del Conte m o rto , nè delli fratelli per questo rispetto. Circa che, hora che V. M. no ù au isa ia , potrò determinare quello che si haurà da fare, certificandola elio fanno grandissimo fondamento sopra detti priuilegii et fideicommissi.
DOCUMENTO LXXI.
DOCUMENTO LXXII.
Lettera decifrata del Gonzaga all’ imperatore, con cui si duole percliè il Fi
gueroa non convenga in tutto nei disegni di lui.
4347, 8 febbraio (Estado, Leg. 1194, fol. 2 10 )
Dallo ambassatore Figueroa liebbi risposta di quella lettera di cui mandai copia a V. M. ( 1); nò con essa viene a replicar altra cosa se non ad approvare i ricordi m ie i, mostrando essere necessario lo augumento delle g uardie , et la persona dello colonnello Spinola. Ma non si risolue nello spediente propo
stogli da m e , di fare che si mettessero nuoue genti in la città per V. M., che paressero genti delle galere et stipendiari del Principe, et che Agostino Spinola si facesse ritornare in Genova, et senza titolo et priuatamente da cittadino si estesse intertenuto da V. M. per occorrer a tutto quello che po
tesse auuenire, volendo, quanto a questi due punti particolari, che si aspetti la risolutione che il principe Doria diceua essere per pigliare sopra tutte quelle coso, et voler mandar poi quel tale di Grimaldo (*) a comunicarle con V. M. Io solleciterò, et hora tanto più quanto vedo que’ nuoui andamenti del Papa et di francesi, per i quali non è da dormire sopra il rescritto el stabilimento di quella città, perchè ostando come està di presente, potrebbe darci tanto da dubitare che dubitasse I’ animo di V. M. et dipoi di tutti gli effecti buoni.
Baso humilinente le sacre mani.
(') V. Documento LIX.
(’) Documento seguente.
( M * )
Relazione in cifra del Figueroa a Cesare, per informarlo di un tumulto desta
tosi nel popolo, e delle probabili cagioni che vi diedero luogo. Gli notifico lo invio, da parte d’Andrea D’Oria di Francesco Grimaldi, e dice in che consistano le riforme divisate dal Principe stesso nella costituzione del patrio governo.
Alle quali il Figueroa, avvisandole insudicienti, contrappone i proprii disegni, la cui esecuzione specialmente si fonda sulla hen nota devozione di Agostino Spinola. Soggiunge notizie circa lo stalo dello galere del D’ Oria, il quale del danno patito si ripromette un compenso, nel riceverò ila S. M. il maggior numero dei feudi de’ Fieschi. Accenna infine ad un gravissimo pericolo della vita corso da Antonio D’ Oria.
1547, 10 febbraio (Estado, Leg. 1379, fol. 190-199)
A los x x x del passado screui a V. M. con don Rodrigo de Mendoga, y respondi a las cartas que con el recebi, y particularmente a lo que venia en gifra, de lo qual no le di parte (’); y por ella, y por su relagion, haurà V. M.
entendido en los terminos que quedauan las cosas desta ciudad, y la altera
cion que h u u o el sabado en la noche, por la fama que se diuulgò que yo qu e ria leuantar la tierra apellidando Spaila y Adorno. Lo qual, por lo que ho podido alcancar, salio de vno que està en casa del principe Doria, quo so llam a L u y s Juria, que fue en la lonja de Sant Donò, adondo se recoge vna gran parte de la gente popular, y les dixo que tomassen todos las armas, por q u e dentro de dos horas se hauia de leuantar con voz d ’Espaiia y Adorno; y corno en a quella parte son Fregosos, facilmente se alborotaroii todos, y dieron fee a lo que dezia, saliendo de persona de casa del Prin
cipe ; y viendo que por otra parte micer Adam llatnaua gente para guardar las galeras, y todos los de aquella parcialidad sin otros que hizo venir de fuera , que dio occasion a los de la otra parte a que pensassen mal y so apercibiessen, de manera que toda la noche estuuimos los vnos y los otros en arm as sin que succediese ninguno desorden. Despues, reconosciendose los vnos y los otros, y viendo que era cosa de ayre, se pacificò y està en tuda quietud,
DOCUMENTO LXX1II.
(’ j V . Documento X X X V .
aunque no deuen estar sin sospocha de lo que podria ser, aunque yo procuro
se pueden scordar, y rcsolucr lo quo han do liazer; y esto remedio no ine paresse bastante para escusar los ynconuenientes que podrian subceder, y
|>ouer remedio en ellos, si no so «compattasse cou las fuergas, para animar los que bou bien inclinados, y refrenar a los m;ilos ; y haziondo una guardia de buona gente, y confidente, que fuesse do quinienlos hombres ordinarios en la placa, y en las puertas, en cada una dellas, c personas, y con sus capitanes
Las carlas qae venian para al Duque y Couernadores desia Repubblica,
de norabrnrme a mi corno Iiizo la otra ve?., quando fuò a Coron, y las
no hiziesse alguna nouedad, de manera que pudiendose conseruar de la manera que està, seria lo mejor; y si se pudiesse tener vu buen fiador mas enlre el
. mas qae alfin es uassallo de V. M ., y qae liarà lo que le mandare, de ma- nera qae lodos son desta sentenzia en este caso. Yo dissimulo con todos, y digo qae lienen el exemplo en las manos con quanta clementia V. M . se ha haaido cou los que le han sido rebeldes, y que V. M. no quiere sino los coragones de los hombres, y que le siruan por amor y no por temor, mayormento hauiendo causas tan legitimas para elio, pues conosQen que no pueden viuir sin los reynos de V. M., y quo loda su riqueza sale dellos, lo qual la gente de bien conosce; mas son tan mouibles, que no se puede tener seguridad ninguna.
Este Francisco de Grimaldo es m uy accepto al principe Doria, y compa
tterò de Adam. E t qual en los nego§ios passados ha mostrado ser seruidor do V. M. por sello del Principe, y por su interes; mas de su naturai es Fra
goso , y criado en Frangia, y para este negocio quisiera otro ynstrumento que fuera de su naturai ynclinacion seruidor de Y . M. Todauia el Principe se fia del, y ha scripto otras vezes por el a V. M. para qae le dò alguna pension. Podria ser que las mercedes puedan mas que la ynclinacion naturai, y las mercedes de V. M. se han de estender a los buenos y a los malos; y, en lo que yo he visto, en lo que se ha offresijido el ha seruido bien.
E n lo que toca a lo de las galeras del Principe, dizen qae qaiere yr en ellas este verano para darles reputa§ion, y por que las gentes no le tengan por m aerto, y esto està determinado sino le succede alguna cosa; y si el no va, yrà Adam Centurion, por que, corno tengo dicho, el no las liarà de otro ninguno, y por todos respectos paresge que estarà mejor en su poder que en otro. E l se dà priessa en ponellas en orden, y en lugar de los sclauos que perdio, pone gente de buena bolla ( ') , y haze vna galera de nueuo, de manera que saldra con sus xx galeras.
E l daiio que recibio fue grande asi en los sclauos corno en la galera que se le lleuaron los tureos, y tambien el que recibieron las otras que las sa- quearon todas, aunque despues se han cobrado muchas cosas; todauia es menester gastar buena suina de diuero para tornallas en el grado que estauan;
y para recompensalle del daiio recebido, y hazelle V. M. mer§ed, yo creo que el liene pensamiento que Y. M. le ha de hazer inenjed deste estado del conde de Fiesco, o de la mayor parte del; y que de la otra V. M. disporna a su supplicacion, que le serà gran fauor; y segun entiendo esta Republica dessea m ucho quitar este castillo de Montoyo de aqui, por que les paresce
(') I buona voglia, tra i quali nota il Pantera (Annata Navale, Roma, 1Gl i, p. 131) clic i napoletani e gli spagnuoli erano sopra tutti eccellenti.
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que os vn gran sobreguesso; y en consequenda desio, el Principe Ics ha
y tomalles Ia fidelidad, y osto no lo pido por el beneficio que dello tengo de sacar, por quo dui Principe ny de los otros no lo tengo de recebir, sino por un poco de reputacion para lo que toca al seruicio de V. M ., que las gentes vean que V. M. baze cuenta de mi, pues me ballo presente.
De Napoles ban scripto a Antonio Doria corno por via de un frayle se ha sabido conio desta ciudad partiò vna fragata, en la qual yuan siete arca - buzeros para matar al dicho Antonio Doria, lo qual ha confessado vno dellos, hallandose yn articulo mortis, mas no hauia dicho quien hauia embiado ; mas quo fue en tiempo que succediò la trayeion que se hizo aqui, de manera que se tiene por cierto que fue por orden del Conde, que se queria quitar delante los que pensauan que le podian dar empacho.
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