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DOI: 10.26324/2018RRICNRBOOK21 governance innovazione

Regione Lombardia

foro consultivo

impatto sociale innovazione sociale Open Innovation

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Scienziati in affanno? Ricerca e Innovazione Responsabili (RRI) in teoria e nelle pratiche

occupano di RRI? Accade perché nelle società con- temporanee, le spinte al cambiamento generano at- tese ma anche paura. Paura dell’innovazione come «realizzazione dell’improbabile», e quindi difficile da regolamentare ex ante, che mette in discussione assetti consolidati; paura di reinventare, nell’ambito delle relazioni sociali e quindi politiche. Il corag- gio della creatività istituzionale è un orizzonte da guadagnare. Un orizzonte che dovrà essere in gra- do di generare risposte, sia per risolvere le tensioni apparentemente contrastanti che caratterizzano la società dell’innovazione, come quella tra locale e globale, tra saperi specialistici e saperi diffusi, sia per reagire all’eventuale superamento di alcuni paradig- mi che fino ad oggi hanno inquadrato il dibattito sull’avanzamento tecnoscientifico, come, citando Koert van Mensvoort, il binomio naturale/artificiale (born/made), oggi sostituibile con il binomio sotto controllo/oltre il controllo.

Questioni tecnoscientifiche controverse (biotec- nologie, nanotecnologie, neuroscienze, a cui ne- gli ultimi anni si sono aggiunti robotica, Big Data,

intelligenza artificiale) hanno portato negli ultimi anni alla consapevolezza – almeno entro alcune cerchie di attori - che la volontà istituzionale di coinvolgere i cittadini nelle decisioni all’interfaccia tra scienza e società sia necessaria per «evitare bloc- chi ingiustificabili all’innovazione e la stigmatizza- zione delle nuove tecnologie» (Holden et al 2011). Assistiamo quindi a «un crescente impegno delle istituzioni politiche al più alto livello per lasciare spazio alla voce dei cittadini sulle decisioni che in- fluiscono sulle loro vite e per coinvolgerli nel rende- re i governi più responsivi e responsabili» (Cornwall 2008). Gli approcci per corrispondere a tale com- mitment sono diversi ma convergenti nel prevedere meccanismi di dialogo strutturato (partecipazione, consultazione e deliberazione): citizen panel, con- sensus conference, scenario workshop finalizzati alla costruzione delle policy in ambito tecnoscientifico.

È in questa cornice che il concetto di innovazio- ne responsabile si è affermato in Europa, negli Stati Uniti e oltre. In particolare, la RRI è divenuto cardine nelle attuali politiche della ricerca e dell’innovazione dell’UE. Il Programma Quadro Horizon 2020 dedica intere linee di finan- ziamento (Science with and for society) a progetti che esplorino la pratica della RRI a più livelli; e la rende un tema trasversale per tutti i settori della ricerca e innovazione applicata, sia in ambito industriale sia per la piccola e media impresa. Oltre a dialogare con le tre “O” del commissario EU Carlos Moedas - Open Innovation, Open Science, Open to the World - le call europee annunciate per i prossimi mesi in- sistono sui profili etici e sociali di ICT e Big Data, Internet of Things, Robotics, Artifi- cial Intelligence. Grande attenzione è riservata alla Citizen Science, per esempio in ambito sanitario: Fig.1: Koert van Mensvoort associa il binomio

born/made a una antica visione del mondo e propone ilbeyond control/ controlled (Koert van Mensvoort, Next Nature).

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nella medicina personalizzata, nella raccolta di dati tramite wearables, nel genetic data sharing, fonda- mentale appare la partecipazione consapevole dei cittadini/pazienti. I profili di responsabilità - per la governance, per gli operatori - sono evidenti.

Strumenti di Responsible Innovation introdotti da Regione Lombardia

La legge 29/2016 «Lombardia è ricerca e inno- vazione» fin dall’articolo 1 (Oggetto e finalità) menziona la diffusione della cultura della RRI e introduce il Foro regionale per la ricerca e l’innova- zione (art.3), un organismo indipendente composto sulla base di una selezione pubblica internaziona- le (comma 3) che, tra gli altri aspetti: contribuisce ad alimentare il dibattito pubblico sull’impatto sul tessuto socio-economico degli avanzamenti tecno scientifici; definisce ambiti e metodi di partecipa- zione pubblica relativamente agli avanzamenti tec- noscientifici ; valuta e monitora i mutamenti di sen- sibilità e opinione della società rispetto a tematiche tecnoscientifiche; si confronta con le istituzioni per la ricerca e l’innovazione nazionali e internazionali contribuisce a diffondere il trasferimento dei risulta- ti della ricerca nell’attività economica.

Ci soffermiamo qui sui criteri ispiratori del Foro, la cui ambizione è superare l’esperienza - ormai generalmente considerata inadeguata - della co- mitology, nella quale si presume che un comitato di esperti, in virtù della propria competenza verti- cale, possa rappresentare le diverse posizioni della società. Prassi e letteratura convergono ormai nel sostenere che, in questioni tecnoscientifiche so- cialmente controverse, il modello del comitato di esperti tenda piuttosto ad acuire il gap di fiducia tra pubblica amministrazione e cittadini.

L’ipotesi formulata dal Foro propone invece un ambito che non sia l’approdo ultimo del lavoro di consultazione, bensì il mezzo attraverso cui espe-

1 Da un articolo di Luca Del Gobbo (assessore all’Università, Ricerca e Open Innovation, Regione Lombardia), “Medicina personalizzata: in Lombardia, consultazione pubblica aperta”, Sole 24 Ore, 17 febbraio 2017.

rire il confronto con la cittadinanza operante. I componenti di questo organo quindi assolveranno al proprio compito perché abituati ad applicare, nei rispettivi ambiti, metodi più consoni per sollecitare le differenti opinioni presenti nella società multicul- turale e multivaloriale in cui viviamo.

La composizione del Foro seguirà la logica di selezionare profili abilitanti (enabler) di provata esperienza e provenienti da ambiti orizzontali, affe- renti al macro-campo del rapporto tra tecnoscienza e società. Tra questi: RRI; comunicazione pubblica della scienza; open data e open science; participative and deliberative methods; public engagement; social impact; social innovation; Science and Technologies Studies (STS); sociologia della scienza; technology assessment and governance.

Diverse esperienze internazionali riconducibili agli obiettivi del Foro, come per esempio la Danish Board of Technology Foundation, sono in parte riconducibili al Technology Assessment. Considerata l’assenza di strumenti analoghi nel panorama italiano e la centralità del sistema innovativo lombardo, il Foro potrebbe quindi diventare cerniera e partner del paese con realtà già consolidate.

Allo stesso modo, la già avviata esperienza della piattaforma Open Innovation - creata da Regione Lombardia per supportare lo sviluppo degli ecosistemi dell’innovazione a partire dalla scala regionale - potrebbe essere il luogo dove soddisfare le esigenze di operatività del Foro e dove svolgere alcuni momenti di consultazione che esso dovrà generare. Le premesse sono già state poste, perché la piattaforma è stata utilizzata nel percorso di scrittura della stessa legge 29 ed ha ospitato diverse consultazioni pubbliche: tra queste, una sulla medicina personalizzata1 - che

si è svolta nei primi mesi del 2017 e i cui risultati sfoceranno in un documento strategico a cura di Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica - e

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una dedicata proprio all’innovazione responsabile2,

aperta tra maggio e giugno 2017; quest’ultima direttamente collegata alla verifica degli obiettivi che la legge ha individuato per il Foro consultivo e a cui ha fatto seguito, nel momento in cui si scrive, l’approvazione della call per raccogliere le candidature per la composizione del Foro stesso.

Durante la consultazione sull’RRI, moderata da Fondazione Giannino Bassetti e svoltasi sia sotto forma di workshop, sia sotto forma di discussione online sul portale Open Innovation sono state proposte quattro etichette, che hanno guidato la discussione sull’RRI. Le descriviamo di seguito per contribuire anche in questa sede ad organizzare il dibattito sull’innovazione responsabile.

• Alert: nel 2012 Fukuyama, ne “L’uomo oltre l’uomo” (Fukuyama 2012) ragionava sull’impatto sociale e storico delle biotecnologie, richiamando due opere precedenti e ben note: Il Mondo Nuovo (Huxley 1932) e 1984 (Orwell 1948). Due visioni inquietanti del futuro, due letture “apocalittiche” dell’innovazione, la cui emersione è un fatto storico che può generare attese, ma anche paura; non esclusa la paura di reinventare, nell’ambito delle relazioni sociali e, quindi, politiche.

• Presa in carico: l’innovazione non la chiamiamo, accade dove meno te la aspetti. Prenderla in carico in termini collettivi, di relazione, è necessario; significa ragionare sul fine e non solo sui mezzi. Muoviamo dal rapporto tra conoscenza e potere, tra conoscenza, istituzioni e governance. Mettiamo in discussione assetti consolidati. Dove siamo oggi?

• Opportunità: Innovazione Responsabile, nato come concetto eterodosso, è andato istituzionalizzandosi. Come già evidenziato nei paragrafi precedenti, la RRI si è affermata in Europa, e non solo, ed è divenuta protagonista di intere linee di finanziamento della ricerca e dell’innovazione dell’UE. Adottare un approccio

2 http://www.openinnovation.regione.lombardia.it/discussione?titolo=le_ragioni_per_discutere_di_responsabilita_nell_ innovazione___responsible_research_and_innovation__rri

RRI significa sperimentare nuove pratiche di innovazione, rispondere a nuove richieste avanzate a livello istituzionale e avere accesso alle risorse, anche economiche, stanziate a beneficio dell’innovazione allineata ai bisogni della società. • Strumenti: attraverso i quali l’innovazione genera

soluzioni. Carlo Ratti, durante il convegno “Lombardia è Ricerca e Innovazione”, ci ha mostrato come la sensoristica abbia cambiato la gestione del traffico a Singapore; allo stesso modo, l’intelligenza collettiva - anche prima dell’immissione di tecnologia - aveva generato... la rotonda! Bottom up e topdown come chiave interpretativa di innovazioni tra loro diverse. Osservando la cornice più larga entro la quale Regione Lombardia ha introdotto strumenti di Re- sponsible Innovation, è utile riferirsi al Policy Paper del 2014 “Democrazia deliberativa e legislazione regionale”, in cui è menzionato il ruolo pionieri- stico della già citata Danish Board of Technology Foundation (si annota come «il modello danese di Consensus Conference abbia ispirato esperienze si- mili di democrazia deliberativa in Europa e in paesi extraeuropei»).

Va altresì sottolineato che la prima Consensus Conference svoltasi in Italia è nata proprio dalla col- laborazione tra Regione Lombardia e Fondazione Giannino Bassetti sul progetto “I forum consultivi come strumento di fiducia”, sfociata nella modifica dello Statuto di Autonomia di Regione in materia di innovazione, art. 10.3: «La Regione predispone procedure e strumenti idonei ad adattare i suoi procedimenti all’esercizio responsabile del suo po- tere decisionale in materia di innovazione tecnico scientifica». Tale esperienza è raccontata nelle pub- blicazioni Technoscientific Innovation. Responsibili- ty and New Models of Democracy in Science and Society Relationship (Pellegrini 2008) e «Quaderni IRER», Technical and scientific innovation, demo- cratic innovation.

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La legge 29/2016 si appoggia quindi su un percorso di più ampio respiro, che andrà verificato nei suoi sviluppi ma offre già oggi ad altre esperienze di governo regionale un catalogo - anche di prassi – sul quale misurarsi. All’orizzonte, l’obiettivo di uno sviluppo responsabile per le forze creative che la società esprime: un’innovazione che non punti al solo produrre, ma anche al convivere meglio.

Per concludere, il concetto di innovazione responsabile, di cui Fondazione Bassetti ha fatto la propria mission 22 anni fa, si è quindi ormai affermato in Europa, negli Stati Uniti e oltre, come parte di un più ampio approccio per anticipare e analizzare le potenziali implicazioni e le aspettative sociali riguardo alla ricerca e all’innovazione, con lo scopo di favorire la realizzazione di progetti di ricerca e attività di innovazione inclusivi e sostenibili.

L’approccio RRI, in ultima analisi, implica che tutti gli attori sociali (ricercatori, cittadini, policy maker, mondo del business e dell’industria, organizzazioni della società civile) collaborino durante il percorso di ricerca e di innovazione, in modo da allineare processi e prodotti ai valori, i bisogni e le aspettative della società. Si tratta di un obiettivo ambizioso, che richiede la collaborazione di tutti gli attori sociali ma anche una loro adeguata preparazione. Fondazione Giannino Bassetti, che nell’ecosistema dell’innovazione rappresenta un’organizzazione della società civile, interviene in questo processo articolando le proprie attività su quattro obiettivi, che coinvolgono le istituzioni, a vari livelli, i ricercatori e la società civile (EU Commission 2012): contribuire a rendere consapevoli delle conseguenze e responsabili del proprio ruolo tutti gli attori che, a vario titolo, partecipano a decisioni innovative; agevolare il rapporto tra società civile e istituzioni, contribuendo alla ricerca scientifica ed elaborando strumenti per la diffusione della Responsabilità nelle tecnoscienze, nelle scienze della vita insieme

3 Tutti i riferimenti a risorse in rete sono stati verificati (ultimo accesso novembre 2017).

ai laboratori biomedici e oncologici, nella bioetica, nella governance, nella finanza, nell’impresa; partecipare a progetti e consorzi internazionali, riconoscendosi nelle definizioni date in materia di responsabilità nell’innovazione dall’Unione Europea e contribuendo a evolverle e arricchirle; collaborare con gli Enti pubblici nell’attuazione dei programmi di governo concernenti le materie di specifica competenza della Fondazione, partecipando a strutture che operino in ambiti analoghi e attuando progetti anche in collaborazione con altre entità riconducibili alla struttura pubblica.

Note bibliografiche, siti web e risorse in rete3 AA.VV., 2006. “Technical and scientific innova- tion, democratic innovation”, Quaderni IRER.

Camporesi, S., 2017. Trust in expert knowledge in medicine and Technoscience. A meeting with Silvia Camporesi. Disponibile in: http://www. fondazionebassetti.org/en/focus/2017/03/trust_in_ expert_knowledge_in_m.html

Cornwall, A., (2008), “Democratising Engage- ment: What the U.K. can learn from international experience”

European Commission, 2012. “Responsible Re- search and Innovation. Europe’s ability to respond to societal challenges”

Fukuyama, F. (2012) L’uomo oltre l’uomo, Fel- trinelli

Holdren et al., 2011 “Memorandum: Principles for regulation and oversight of emerging technolo- gies”

Huxley, A., (1933). Il mondo nuovo. Arnoldo Mondadori Editore

Orwell, G., (1950). 1984, Arnoldo Mondadori Editore

Pellegrini. G. (a cura di) (2008). Responsibility and New Models of Democracy in Science and So- ciety Relationship. Rubbettino

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L’interesse caratteristico della Fondazione Gian- nino Bassetti (FGB) per la politica e la ricerca orientata all’azione, nonché il suo radicamento storico nell’ambito dell’evoluzione dei processi di produzione artigianale, in particolare nell’industria tessile, ha portato allo sviluppo di un originale con- cetto di innovazione, applicabile anche in campo scientifico e tecnologico: l’innovazione poiesis in- tensive. Questo concetto emerge dall’attività svolta dalla Fondazione come strumento analitico per lo studio dell’innovazione responsabile nel piu’ am- pio quadro di riferimento della RRI.

È possibile trovare forme di innovazione po- iesis-intensive nei diversi ambienti in cui piccoli gruppi progettano e sviluppano processi o prodotti su misura, una situazione che rispecchia molti dei progetti finanziati attraverso le diverse call dell’U- nione Europea. Piccoli gruppi di esperti con diver- se specialità che lavorano su un unico progetto con una costante attività di definizione e sviluppo di particolari oggetti o processi, per esempio nel cam- po delle biotecnologie e del 3D printing ma anche delle piu tradizionali attività artigianali.

Questo contributo analizza l’innovazione poie- sis-intensive, riscontrabile sotto diversi aspetti sia nei laboratori scientifici quanto nelle officine arti- giane, proponendo inoltre la sua declinazione in termini di innovazione poiesis-intensive responsabi- le, ovvero ponendola in relazione con il concetto di innovazione responsabile.

1 http://www.fondazionebassetti.org/it/pubblicazioni/2007/11/innovazione_creativita_e_respo_1.html.

2 L’intervento si è tenuto a Baveno. Il video è disponibile su Vimeo al link: http://vimeo.com/album/2913716/video/94643512.

Ai fini di questo contributo, il significato del ter- mine poiesis considera le implicazioni etiche ed estetiche combinate che caratterizzano il proces- so produttivo o di ricerca. In linea generale, esso è ispirato dalla concezione di Platone del concet- to di poiein (Reale, 2003), intesa come una forma di azione che condiziona ogni aspetto dell’essere, vale a dire non solo produrre le cose, ma vederle emergere da un coinvolgimento integrale con la conoscenza (come nella musica e nella poesia, ma anche nelle pratiche lavorative artigianali e scien- tifiche). La prima pubblicazione della FGB nella quale è stato utilizzato il termine “innovazione poiesis-intensive” risale al febbraio 2006, nel primo Quaderni della Fondazione Bassetti “Innovazione, creatività e Responsabilità. Formare gli imprendi- tori del futuro”1.

Da allora la riflessione è continuata, culminando nell’intervento di Piero Bassetti, dal titolo Innova- zione Poiesis-Intensive: responsabilità e cultura per la terza rivoluzione industriale, nell’ambito del seminario organizzato dall’ISTUD Foundation Bu- siness School nell’aprile 20142. Nell’intervento Bas-

setti sottolinea che l’innovazione va intesa come la messa in pratica di nuova conoscenza attraver- so l’esercizio consapevole del potere; egli sostiene inoltre che i processi di innovazione possono essere suddivisi in due grandi categorie: science-intensive e poiesis-intensive.

L’innovazione science-intensive tende a svolgersi

L’innovazione Poiesis-

intensive

Jonathan Hankins

Università di Bergamo

DOI: 10.26324/2018RRICNRBOOK22

artigiani

innovazione poiesis-intensiveknow-how

responsabilità